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sabato 29 settembre 2012

Cementificazione e Agricoltura




  1. Riporto la seguente lettera dell'agronomo Giuseppe Sarracino a proposito del continuo e sempre più rapido  consumo di territorio agricolo in Italia
    Siamo ancora in tempo ?
    Il rapporto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali “ Costruire il futuro difendere l’agricoltura dalla cementificazione” presentato il 24 luglio pone con forza una riflessione su quanto sta accadendo in Italia da decenni.
    Dati impressionanti rilevano ancora una volta, le cattive politiche di pianificazione e di programmazione che hanno prodotto una forte perdita di superficie agricola e i cui effetti stanno provocando danni all’ ambiente, al paesaggio e alla produzione agricola, mettendo in serio pericolo la sicurezza alimentare della popolazione italiana.
    Tra il 1971 e il 2010 si è avuta una diminuzione di superficie agricola utilizzata (S.A.U.) di 5 milioni di ettari, pari al territorio occupato dalla Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna.
    Le cause che maggiormente incidono sulla perdita di superficie agricola sono da attribuirsi essenzialmente a due fenomeni: il continuo abbandono dei terreni, e l’impermeabilizzazione del suolo. Quest’ultimo fenomeno ogni giorno interessa 100 ettari di suolo, provocando danni irreversibili in genere ai terreni migliori ( aree pianeggianti ).
    Dal 1970 la S.A.U. è diminuita del 28% interessando soprattutto quelle superfici coltivate a seminativi (-26%) e prati permanenti (-34) vale a dire i prodotti di base dell’alimentazione degli italiani quali: pane, pasta, riso, carne, verdure, latte e tutto questo è avvenuto mentre si registra un aumento della popolazione. La continua perdita di terreno agricolo condurrà il nostro Paese a dipendere sempre di più dall’estero per l’approvvigionamento alimentare. Il Trattato di Roma del 1957, art. 33, poneva l’obiettivo prioritario di “garantire la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari” ai propri cittadini, raggiunto dopo anni, oggi è messo in serio pericolo tanto che l’insufficienza della produzione agricola possa condurre l’Italia a dover dipendere per la sua alimentazione da paesi esteri! Il rapporto presentato, allarga la sua analisi non solo ai prodotti alimentari ma all’insieme dei prodotti colturali quali: alimentari, fibre tessili, biocarburanti, evidenziando come il nostro paese consumi più di quanto il proprio suolo agricolo è in grado di produrre. Ciò è dovuto al forte “ deficit di suolo agricolo” infatti, l’Italia, è il terzo Paese nell’Unione per deficit di suolo agricolo e il quinto nel mondo. Ciò vuol dire che abbiamo appena 12 milioni di ettari a fronte di 61 milioni di ettari necessari per coprire i consumi della popolazione in termini di cibo, fibre tessili e biocarburanti. Quali sono quindi le conseguenze di un deficit di 49 milioni di ettari di suolo?
    La dipendenza alimentare dell’Italia potrebbe divenire una variabile delle dinamiche economiche, demografiche, sociali e geopolitiche dei paesi produttori di risorse alimentari che nel breve periodo avrà una forte influenza sui prezzi dei prodotti e nel medio lungo-periodo potrà accrescere il rischio di scarsità alimentare. Da una stima fatta dell’European Commission nel 2011, è stato calcolato che nel 2050, cioè tra trentasette anni, la domanda dei prodotti agricoli su scala mondiale crescerà del 70% mettendo sottopressione i sistemi ambientali agro-alimentare. Possiamo ancora permetterci di non difendere i nostri suoli, e in modo particolare quelli più produttivi, dai processi di cementificazione che da anni avvengono su tutto il territorio nazionale?
    Infatti i fattori che maggiormente provocano la sottrazione di suolo agricolo in Italia, sono essenzialmente due: l’abbandono delle terre e la cementificazione. Quest’ultimo incide notevolmente sulla minore produzione agricola poichè interessa i terreni fertili e posti in pianura, nonché quelli limitrofi alle città ricche di infrastrutture e di facile accesso. La cementificazione o impermeabilizzazione dei suoli, non è altro che il risultato delle più scellerate politiche di pianificazione del territorio fatte da anni in Italia. Essa denota la mancanza culturale attribuendo all’ambiente e all’agricoltura uno scarso valore.
    Dal 1950 a oggi la popolazione è cresciuta del 28% mentre la cementificazione del 166%, che in termini di superficie vuol dire aver coperto, un territorio grande quanto la Calabria. In Italia in 15 anni dal 1995 al 2009 i comuni hanno rilasciato complessivamente permessi per costruire 3,8 milioni di metri cubi, una urbanizzazione che in molte realtà italiane ha significato cementificare l’intera città.
    Senza volere approfondire gli effetti che la continua sottrazione di suolo ha sull’ambiente, sia in termini di alterazione del paesaggio che di compromissione dell’ecosistema, occorre sottolineare quanto denunciato dal rapporto del Ministero dell’agricoltura ovvero la continua sottrazione di suolo la quale sta creando seri problemi alle produzioni agricole minacciando la sicurezza alimentare della nostra popolazione. E’ un tema per certi aspetti inedito nel panorama culturale del nostro bel Paese, che richiede la più totale attenzione da parte delle forze politiche, istituzionali e dei cittadini per evitare di trovarsi a dipendere per il proprio fabbisogno alimentazione da paesi di altri Continenti.
    Il disegno di Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo di suolo presentato dal Ministro dell’agricoltura, rappresenta un atto di notevole importanza: esso pone fine ad un uso incontrollato del terreno da parte dei comuni, determinando “ l’estensione massima di superficie agricola edificabile sul territorio nazionale ”. Si tratta di una legge di grande valore storico in quanto a ogni comune sarà posto un limite massimo di utilizzo di suolo per funzioni diverse da quelle agricole. Siamo ancora in tempo ?
    Giuseppe Sarracino
    Agronomo
    Dal sito www.salviamoilpaesaggio.it

2 commenti:

  1. << la continua sottrazione di suolo la quale sta creando seri problemi alle produzioni agricole minacciando la sicurezza alimentare della nostra popolazione >>

    L'Italia è carente di tante cose, a cominciare dall'energia, ma l'agricoltura NON dovrebbe essere tra queste.
    Se ci riduciamo a perdere anche l'autonomia alimentare siamo proprio degli sciagurati !

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  2. Cementificazione e non solo. Ora ci mettono anche i "parchi" fotovoltaici e eolici. La terra ad uso agricolo è sempre meno. Eppure potrebbe essere la salvezza della nostra economia. Stiamo invadendo tutti gli spazi, distruggendo tutto...ma come dicono preti e natalisti delle varie risme (tra cui molti cosiddetti ambientalisti) siamo pochi, troppo pochi. La Terra, la povera Terra, secondo costoro, può ancora contenerci a decine di miliardi...

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