La notizia è
ufficiale: per la prima volta un reattore LENR (a cosidetta “fusione fredda”)
ha ottenuto un brevetto negli Usa. Si tratta del reattore sviluppato da George
Miley , Professore emerito di Ingegneria nucleare ed elettronica all’Università dell’Illinois- Usa ( Us Patent Office: Patent n° 8227020 del 24 luglio scorso). Non si
conoscono ancora le implicazioni che comporta questo brevetto, ma si tratta
certamente di una buona notizia per il Professor Miley e le LENR. Sembra che il
brevetto ottenuto da Miley citi una serie di possibili applicazioni della
tecnologia (gli studi sono stati condotti in collaborazione con la Nasa per lo
sviluppo di sistemi di produzione di energia per le navicelle spaziali).
L’aspetto affascinante del lavoro di Miley è che egli è in grado di generare
calore senza riscaldare il dispositivo con resistenza elettrica. Miley ha
iniziato un’impresa commerciale a Champaign (Illinois) all’inizio di
quest’anno, chiamata Lenuco, con l’intento di passare in tempi -si spera brevi-
alla produzione dei nuovi reattori.
Dalle
pubblicazioni reperibili sul sito dell’Università dell’Illinois si possono
ricavare alcune caratteristiche del nuovo reattore LENR. L’apparecchio ha
alcune somiglianze con l’E-Cat di Rossi, ma ci sono importanti differenze
riguardanti le nanoparticelle contenenti Palladio e per la composizione e la costruzione della
cella. L’apparecchio utilizza gas di Deuterio (ma può essere impiegato anche
idrogeno) che viene messo a contatto con fitte nanoparticelle di Palladio,
producendo 1479 J di calore, ben al di sopra del massimo esotermico di 690 J
che si otterrebbero da ogni possibile e concepibile reazione chimica. Il guadagno di
energia è virtualmente illimitato a causa della potenza di ingresso
trascurabile del carico di gas. E’ stato misurato nelle prove un Cop di 70 dopo 4 ore di funzionamento (Cop iniziale, dopo pochi
minuti dall’accensione, di 7).
Le
nanoparticelle sono fabbricate da studenti della Unità di laboratorio di ricerca sui materiali
dell’Università dell’Illinois. In uno dei primi esperimenti riportati il carico di 60 psi di gas D2 ha causato
l'aumento di temperatura da ca. 20 oC a ca. 50 oC. L'ulteriore aumento di
temperatura da ca. 50 oC a ca. 140 oC si è verificato durante lo scarico del
gas (nessuna quantità di energia, sia termica che elettrica,è stata immessa dall'esterno).
Alcuni
prodotti di reazione sono leggermente radioattivi quale He4 prodotto dalla
reazione D-D e il decadimento beta produce possibili raggi gamma, ma con il loro corto raggio, la
radiazione da entrambi i prodotti può facilmente essere contenuta senza
necessità di dispendiosi sistemi di isolamento.
L’apparecchio
attuale è ancora ingombrante e di un certo peso, ma sono in studio sistemi di
miniaturizzazione che consentano di sfruttare l'enorme energia rilasciata dalla
reazione Lenr in un sistema estremamente compatto e con la possibilità di
produrre energia per lungo tempo.
Il
caricamento del gas nelle nanoparticelle consente al reattore di lavorare a
temperature elevate e quindi di
assicurare un buon coefficiente di conversione tra energia termica ed
elettrica.
(Dai siti : www.lpi.usra.edu ; www.lenr-coldfusion.com)
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