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sabato 22 settembre 2012
DALLA CINA UN NUOVO PERICOLO PER IL MONDO
Da notizie di stampa si apprende che nel prossimo Congresso del Partito Comunista Cinese che si terrà a ottobre del 2012 a Pechino (ma qualcuno parla di slittamento di qualche mese per difficoltà interne di leadership), è all'ordine del giorno la proposta di revocare la legge cinese del "figlio unico". Si tratterebbe di una vera tragedia per il pianeta. La legge che ha imposto il figlio unico in Cina, in vigore da più di trent'anni, ha infatti determinato secondo stime attendibili una popolazione attuale di circa 500 milioni di cinesi in meno rispetto a quella che si sarebbe prodotta senza la legge, il che significa un minor impatto ambientale della popolazione umana della Terra con minor immissione di CO2 nell'atmosfera, minor cementificazione e devastazione ambientale, minor emigrazione verso i paesi occidentali, minor distorsione dei mercati con minor mano d'opera a prezzi bassissimi, minori polluzioni di tossici ambientali ecc. Purtroppo si sentono, anche nei media occidentali, commenti che plaudono alla probabile decisione del PCC di revocare la legge. Rai news ad esempio ha commentato: in Cina si sente la necessità di più bambini e si comincia a guardare alla famiglia numerosa come ad un diritto...
Ciò dimostra in primo luogo la difficoltà che la cultura di salvaguardia del pianeta ha ad affermarsi, anche da noi in occidente e presso un pubblico intellettualmente dotato. La verità è del tutto diversa da quella che traspare dai midia del politically correct: la fine della politica del figlio unico in un paese di un miliardo e mezzo di abitanti significa una futura prossima esplosione demografica che porterà in pochi anni la Cina a due miliardi di persone con la conseguente necessità di aumento della produzione, del consumo di energia (cioè carbone, gas e petrolio come sta già avvenendo), dei consumi, della cementificazione e della emigrazione verso altri paesi. Tutto questo in un pianeta dove gli scienziati prevedono prossime catastrofi per lo scioglimento dei poli, per il riscaldamento globale, per l'effetto serra da combustione di idrocarburi, per l'aumento di fumi e particolati e sostanze tossiche immesse nell'ambiente, per l'esaurimento delle fonti idriche, per il consumo di altre risorse in via di esaurimento, ecc.
Segnali drammatici per il problema sovrappopolazione provengono anche da altre regioni della Terra, in particolare dall'Africa dove è prevista l'esplosione demografica più devastante nei prossimi decenni: da settecento milioni a due miliardi di abitanti. Qui il disastro è collegato al ritardo economico, al mancato sviluppo, all'assenza di politiche sanitarie e di igiene della gravidanza, alla totale assenza di cultura ambientale e di controllo demografico, complici le religioni nataliste come quella islamica e quelle cristiane che si stanno diffondendo in tutto il continente (anche per l'assenza di una cultura laica in grado di tenere testa a quella religiosa). L'Europa e l'Occidente hanno in questo caso una grave responsabilità perché con la fine del colonialismo si sono ritirate dal continente con il senso di colpa e lasciando libero spazio agli integralismi. L'Occidente si è limitato alla politica dell'aiuto fine a se stesso (politica dei "sacchi di farina") senza avere la lungimiranza e la capacità di iniziare e guidare in Africa un processo di sviluppo culturale e scientifico in grado di contrastare i facili messaggi degli integralismi religiosi.
Il rischio che il Congresso del PCC interrompa uno dei pochi esperimenti demografici che hanno avuto successo negli scorsi decenni (quello indiano è stato quasi un fallimento), espone il pianeta Terra ad una accelerazione verso il collasso ambientale globale; sarebbe necessario una pressione politica e culturale verso la Cina che però nessuno sembra in grado di attuare.
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No, caro Agobit, non è possibile !
RispondiEliminaMi rifiuto di credere ad una simile dimostrazione di masochismo.
Ma perchè poi ?
Quale sarebbe il motivo di questa retromarcia ?
La pressione del popolo cinese o quella esterna della cultura natalista occidentale ?
I dirigenti cinesi del dopo-Mao hanno sempre dimostrato, nelle loro scelte, di avere le "palle", ed i risultati in campo demografico gli stavano dando ragione.
La Cina, quindi, avrebbe potuto fare da modello per tutti gli altri paesi, che magari (forse) prima o poi avrebbero capito.
Ed invece...
Un mio vecchio compagno delle medie era cinese,viveva in italia e si è trasferito per lavoro a Shanghai.
RispondiEliminaA quel che mi ha riferito l'altro ieri la legge del figlio unico non vale per tutti,per esempio lui e la sua ragazza sono figli unici,possono quindi avere più di un figlio.
E poi ci sono zone del paese dove tale restrizione non c'è. Un pò come le nostre regioni a statuto speciale.
Adesso staremo a vedere,in ogni modo me l'aspettavo non poteva essere solo la cina a sacrificarsi,e sopratutto non fate l'errore di pensare che il TFR tornerà vicino o sopra il 2.0 ,no la donna cinese che vive nelle grandi metropoli,che ospitano ormai gran parte della popolazione del celeste impero,è emancipata,non dico a livelli occidentali ma ci è molto vicina.
Altra cosa che non si legge mai è che ogni cultura maschilista (e la cina lo e') si esprime in maniera diversa a seconda delle latitudini,e per loro la parte che riguarda la cura dei figli da parte del padre è davvero limitata,anche perchè occuparsene non è visto di buon occhi dagli altri uomini (in parte mi trovo pure io d'accordo)
Quindi non credo che al maschio cinese interessi avere più di un figlio,non almeno se si intende che dovrà comportarsi come il suo omologo occidentale,ovvero costretto a sopperire al ruolo della madre impegnata con la sua carriera. No scordatevi che permetteranno questo.
La decisione di rivedere la legge,se ci sarà,dovrebbe essere motivata sopratutto dallo squilibrio frà generi che si è creato e ampliato negli ultimi decenni.
In ogni modo,accetto scommesse,per me quel paese anche senza limite al nr. di figli non va sopra i tassi di riproduzione italiani. Eh lo so che però si tratta di un miliardo e 300 milioni,ma del resto era impossibile pensare che avrebbero continuato con quella politica,che è oltre il dimezzamento della popolazione,se applicata per parecchi decenni.
Non sarei così sicuro che la liberalizzazione del numero dei figli in Cina sia scevra di conseguenze demografiche. Gran parte della popolazione cinese vive nelle campagne e il fenomeno di urbanizzazione, per quanto massiccio, non ha ancora modificato in maniera radicale la società. Quando fu decisa, nel 1979, l'introduzione della legge del figlio unico (con successive modificazioni che l'hanno resa meno rigida) la situazione era che ogni anno la Cina aumentava di 30 milioni di abitanti -differenza tra nati e morti-. La situazione era insostenibile sotto tutti i punti di vista. Ritornare a quell'ordine di cifre sarebbe drammatico e questa volta non solo per la Cina.
RispondiEliminaOvviamente quando si parla di rivedere la politica di controllo demografico,in un mondo sovrappopolato,le conseguenze ci sono e sono negative.Ma questo lo davo per scontato.
RispondiEliminaVista l'ineluttabilità della cosa possiamo solo discutere su quale sia il male minore.