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sabato 27 febbraio 2016

La versione di Magdi

Ho ascoltato alcuni giorni fa una conferenza del giornalista italo-egiziano Magdi Allam per la presentazione del suo nuovo libro "Islam siamo in guerra". Allam parla di una terza guerra mondiale in cui il terrorismo islamico sta portando una minaccia mortale alla civiltà occidentale minata già nei suoi valori da una crisi economica devastante, da una perdita di valori in atto ormai da decine di anni e da una crisi demografica che potenzialmente potrebbe spopolare l'Europa (se non ci fosse il fenomeno immigratorio). Dice il giornalista parlando del nostro paese:
"Sul fronte demografico l'Istat ci informa che la differenza tra nascite e morti ha fatto registrare nel 2014 un saldo negativo di quasi 100.000 unità, che segna un picco mai raggiunto nel nostro paese dal biennio 1917-1918, negli anni della Prima guerra mondiale: E' come se fossimo usciti dalla Grande Guerra. Con la popolazione a crescita zero, il calo demografico è compensato solo dal flusso migratorio. L'invecchiamento della popolazione ha fatto salire l'età media a 44,4 anni. L'Italia corre ai ripari allargando le maglie della cittadinanza, concedendola a 130.000 stranieri nel 2013. Ma è del tutto ovvio che di questo passo la popolazione autoctona declinerà sempre di più, mentre aumenteranno gli immigrati che sono in prevalenza musulmani."
Magdi, da ex musulmano, vede nello stanziarsi di grandi masse musulmane in europa un pericolo grave per il futuro della nostra civiltà. La religione musulmana, afferma, è intrinsecamente violenta e sopraffattrice. Il loro Profeta Maometto era un predone che ricorreva alle armi e alle uccisioni per convertire e conquistare; "partecipò personalmente alla decapitazione di più di 600 ebrei della tribù Quraiza catturati a Medina" secondo quanto riferiscono i loro stessi testi sacri sulla biografia di Maometto (Sura). I musulmani utilizzano le democrazie occidentali ed in particolare Europee per infiltrarsi liberamente nelle nostre società e quindi prenderne il potere anche in virtù della forte immigrazione e dei tassi di natalità. Per la differenza demografica tra le nostre società e le nazioni musulmane abbiamo oggi in Europa (un continente di quasi 500 milioni di abitanti) solo 80 milioni di giovani, mentre nelle coste del nord africa e nei territori del medio oriente si affollano 350 milioni di giovani (solo l'Egitto ha 60 milioni di giovani). Mentre i nostri giovani, inoltre, sono demotivati, senza valori in cui credere, privi di entusiasmo, assolutamente alieni da idee di lotta e di conquista, abbiamo invece da parte dei giovani di religione musulmana forti motivazioni, un credo assoluto che li rende compatti al di la delle differenze nazionali di provenienza, fortemente combattivi e volenterosi di una rivalsa verso coloro che considerano ex conquistatori e responsabili della loro arretratezza. Sono inoltre cementati da un forte odio religioso inculcato nelle moschee. Attenzione, avverte Allam, questo non riguarda, come dicono molti in occidente, solo i terroristi, ma è una ideologia diffusa tra milioni e milioni di giovani arabi e musulmani. Ad esempio il movimento dei fratelli musulmani, considerato un interlocutore moderato da molti governi in Europa, avverte il giornalista, è invece un movimento che è ideologicamente orientato alla sopraffazione e alla conquista dell'occidente democratico con l'obiettivo della conquista del potere in Europa e poi nel mondo intero.La condanna dell'IS da parte di molte autorità religiose islamiche è più apparente, per dissimulazione, che reale; le voci di denuncia delle violenze sono deboli e la cultura religiosa diffusa vede invece con simpatia e favore l'espansione delle milizie jhadiste. Corollario di questa visione di Allam è la sua conclusione: l'Occidente deve tornare a crescere demograficamente favorendo la famiglia tradizionale, e tornare a credere nei valori del laicismo e della democrazia basati su leggi forti che escludano la tolleranza verso chi vuole affermare il proprio credo e la propria cultura con la violenza. Magdi se la prende con Papa Francesco che considera in preda ad un relativismo di valori che lo porta a favorire l'immigrazione massiccia e la costruzione nel nostro paese di sempre nuove moschee. A conferma della subalternità della Chiesa Cattolica all'Islam il giornalista ha ricordato che Papa Benedetto XVI è stato costretto alle dimissioni dalle violente reazioni del mondo musulmano dopo il suo storico discorso di Ratisbona in cui aveva condannato l'Islam come affetto da espansionismo violento riportando le parole dell'Imperatore Bizantino Manuele II Paleologo. Qualcuno è intervenuto dalla platea affermando che la cosidetta violenza che si trova nel Corano, come ad esempio l'incitamento ad uccidere gli infedeli, deve essere contestualizzata e interpretata non alla lettera ma alla stessa maniera di come alcune scene violente riportate dalla Bibbia sono reinterpretate dal cristianesimo. Il giornalista ha risposto che l'Islam non prevede una interpretazione del testo sacro, in quanto a differenza della Bibbia che riporta racconti ispirati in vari scrittori dalla divinità e quindi passibili di esegesi, il Corano è "parola di Dio" fattasi libro (Incartata, dice Allam, riprendendo l'idea della Incarnazione di Dio in Cristo) e non può essere soggetta ad alcuna interpretazione ma solo rispettata e adorata, pena l'apostasia che secondo tutte le maggiori autorità religiose islamiche continua a comportare la morte giustificata da loro sentenze (Fatwe). Un altro interlocutore, appartenente alla vasta schiera dei politicamente corretti, ha fatto notare che la predicazione di Allam contro l'immigrazione libera contrasta con il nostro essere Italiani, un paese che ha prodotto in passato milioni di migranti soprattutto verso le americhe. Ovviamente e giustamente qui Allam ha avuto gioco facile nel rispondere che mentre la nostra emigrazione era diretta in paesi ad esempio come gli Strati Uniti di giovane formazione e in pieno sviluppo economico, ricchissimi di spazi sconfinati, spopolati e tutti da costruire praticamente dal nulla, l'immigrazione diretta in Italia ed Europa sono movimenti di masse umane gigantesche verso paesi in fase post-industriale, in piena crisi economica, privi di crescita, sovrappopolati, completamente cementificati e urbanizzati, avviati ad un disastro ambientale e con un inquinamento da attività antropiche che ha raggiunto livelli da megalopoli cinesi o indiane.
Sono uscito dalla conferenza un po' preoccupato e un po' perplesso. Preoccupato per l'effettiva crisi generale della nostra civiltà che fino agli anni 60 del novecento ci sembrava in espansione e in continuo progresso. I pericoli di un mondo sovrappopolato, multiculturale e multietnico, pieno di potenziali conflitti, senza più una guida politica e dove gli unici poteri rimasti sono quelli della grande finanza speculativa, sono davanti ai nostri occhi e talmente evidenti che possiamo solo consatarli senza avere i mezzi reali per contrastarli. La mia perplessità riguarda invece le posizioni di Magdi Allam sul problema demografico. Il suo richiamo alla necessità di una maggiore natalità da parte di Italiani ed Europei autoctoni, anziché contrastare la sostituzione delle nostre popolazioni da parte degli immigrati rischia di portarci al collasso generale di una terra che non può tollerare un ulteriore aumento della pressione antropica e della cementificazione. C'è poca differenza se a distruggere il nostro poco suolo residuo saranno gli immigrati e i loro discendenti o noi stessi. Se a finire di inquinare l'aria e le acque e a distruggere le ultime foreste saremo noi o saranno i musulmani immigrati. In questo senso la distruzione della terra non ha differenza di razze né di culture, ma è antropica in senso lato. Mi sembra che Magdi Allam riduca il problema ad uno scontro tra religioni o tra religione e laicismo e non colga la profondità del problema. Non è che l'Occidente -anche quando era potente in piena espansione- avesse portato la Terra ad essere un giardino di delizie, tutt'altro. I principali inquinatori del pianeta fino a pochi anni fa appartenevano alla civiltà occidentale, e solo da pochi anni sono stati superati dalla Cina. Rispondere all'esplosione di natalità araba e africana con un aumento della natalità nostrana ha il sapore del detto biblico "muoia Sansone con tutti i filistei". Magdi si muove ancora all'interno della visione antropocentrica, in cui il conflitto è tra religione e religione, tra laicismo e ideologie. Mentre la verità è che il conflitto riguarda ormai la tracotanza umana e l'appartenenza alla natura: è la presenza umana sul pianeta che si contrappone a tutte le altre specie viventi e altera il significato stesso della vita sulla Terra.

sabato 6 febbraio 2016

La traslazione della salma

"I Cristiani sono adoratori di morti e di reliquie" (Giuliano l'Apostata, Imperatore)
Dal giornale La Stampa: "Questa mattina, ha raccontato il cappuccino Francesco Colacelli in video-collegamento con la Filmoteca vaticana, la salma del Santo è stata trasportata con «rito breve e semplice» dalla chiesa inferiore, dove è stata sistemata dal 2010, alla chiesa superiore del santuario nel foggiano. Il corpo di padre Pio è stato sistemato in una urna sul cui basamento è stata iscritta una frase cara al frate: «Con te io sia per il mondo Via, Verità e Vita e per te sacerdote santo, vittima perfetta». Per «evitare danni» che potrebbero essere causati da «vibrazioni e sollecitazioni» durante il trasporto da San Giovanni Rotondo a Roma, ha precisato Colacelli, la reliquia è stata accomodata su «materassini ammortizzanti» e sulla prima teca è stata posta una seconda teca per evitare ogni contatto con l’esterno. La traslazione verso Roma su un «mezzo furgonato», la cui sicurezza viene assicurata anche dalla prefettura di Foggia, inizierà domani mattina, e le spoglie di padre Pio sono attese in giornata nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Il giovedì 4 febbraio è previsto il suo spostamento nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Venerdì 5 alle 16, infine, una processione porterà padre Pio alla basilica di San Pietro in Vaticano, dove resterà fino alla mattina dell’11 febbraio, quando farà rientro nel suo santuario pugliese. "
La mia vuol essere una semplice descrizione antropologica di un episodio che getta luce su una umanità concentrata su se stessa, chiusa in "una teca" dove percepisce solo i propri bisogni, che nomina a propria divinità e idolatra un cadavere, che si muove e si emoziona non per le sorti del pianeta che sta distruggendo, ma per le apparenze di una mummia di cui si temono le pericolose "vibrazioni". Lo spettacolo, antropologico dicevo, di migliaia e migliaia di persone provviste di intelletto che si affollano e si sobbarcano immense fatiche per "vedere" la salma o, magari, riuscire a toccare la bara con la sua doppia teca. Un affollamento e una genuflessione dinanzi al nulla, al nichilismo di una salma che rappresenta in maniera plastica il nichilismo di masse di umani il cui destino è giustamente l'autodistruzione insieme ad un pianeta malato. Se qualcuno vuol capire cosa sia l'antropocentrismo non ha che da venire a Roma in questi giorni ed assistere a questo triste spettacolo. Ripeto, qui si sta parlando solo dal punto di vista antropologico. Non voglio discutere del fenomeno "Padre Pio" di cui non mi interessa nulla. Non un ateo, ma un eminente religioso come Agostino Gemelli, ebbe a definire il personaggio un impostore. Ma di questo non voglio discutere, non mi interessa. Quello che mi fa capire come questa umanità sia profondamente malata e avviata alla catastrofe è l'assurdità di questa riverenza e folle adorazione per una mummia incerata e la completa dimenticanza, la assoluta cecità con cui non si vuol vedere quello che accade alla natura, all'ambiente, alle specie viventi, alle foreste, ai paesaggi di questo disgraziato pianeta. Dietro questa apparente retorica della spiritualità, l'episodio della traslazione della salma di questo frate nasconde un'estrema materialità che porta di fatto a idolatrare il corpo come un feticcio, a farne un idolo da sottrarre alla naturale trasformazione della morte che ne consente il rientro nel grande ciclo della natura. Si adora il nulla e si disprezza la vita, le piante, gli animali e i luoghi e tutto ciò che rappresenta il sacro, l'apparire di una trascendenza che da un senso a tutto ciò che esiste. Questa umanità che si aggrappa ad una teca che contiene un proprio esemplare mummificato e poi continua a distruggere tutta la bellezza della natura da cui proviene e da cui trae il senso della propria vita, merita in pieno forse la propria fine.