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mercoledì 27 giugno 2012

IL SILENZIOSO PIANTELLI, VERO PADRE DELLA FUSIONE FREDDA IN ITALIA


Riferisce un suo studente, che nel 1995 il Professor Piantelli aveva già sviluppato un reattore a fusione fredda basato sull'idrogeno gassoso e una matrice metallica di nichel. Lo sconcerto dello studente fu enorme quando si accorse che la macchina funzionava senza immissione di elettricità dall'esterno: provava a toccarla ma scottava talmente da far male. Eppure non c'era immissione di energia, non era collegata ad elettricità, nè era stata messa sotto il sole o su un fornello. Chissà cosa avrebbero pensato a quei tempi i detrattori della fusione fredda di questo scaldabagno ad energia nucleare, come costoro definiscono  i vari prototipi in studio nel mondo (tra cui l'E-cat di Rossi). Il prof. Piantelli, insieme al prof. Focardi realizzò un prototipo di questa "pila" intorno alla prima metà degli anni '90 in seguito ad alcuni fenomeni anomali che aveva osservato durante un esperimento di laboratorio eseguito nel 
lontano 1989. Si tratta tuttavia di un processo profondamente diverso da quello messo a punto per la prima volta da Fleischmann e Pons.
Recentemente la cella, coperta da 2 brevetti, ha superato con successo un periodo di test di oltre 10 mesi dove ha continuato a funzionare costantemente. Alimentata da  una cella con una potenza elettrica di 29 Watt. I risultati sono stati molto promettenti in quanto l’energia fornita in uscita è stata mediamente di 35 Watt con punte di 70 W. Oltre all’eccesso energetico, nel lungo periodo di test sono stati rilevati diversi fenomeni che indicano l’avvenimento di reazioni nucleari quali emissione di raggi γ, e residui di trasmutazioni con formazione di elementi originariamente non presenti all'interno della cella. Eppure, a differenza di Rossi, Piantelli non ha fatto pubbliche dimostrazioni, non ha pubblicizzato più di tanto  i risultati senza dubbio sorprendenti per i fisici mainstream. Anche il gruppo di Piantelli  sta pensando a  realizzare un prototipo pre-industriale di generatore di energia  basato su reazioni nucleari a bassa energia. Certo, con tutte le cautele del caso, con molto studio e molti esperimenti svolti silenziosamente nei laboratori ben identificati e di istituti conosciuti, con relazioni e pubblicazioni presso strutture scientifiche, insomma con uno stile diverso da quello di Rossi. Grazie ad alcuni finanziatori privati Piantelli e i suoi collaboratori hanno quasi pronto un prototipo funzionante.  Il prototipo è studiato per avere una potenza di circa 40 kW termici e 7 kW elettrici ed è previsto un tempo variabile per la realizzazione che potrà oscillare da uno a due anni in base alle difficoltà che si riscontreranno durante la costruzione. Successivamente verrà impostato il lavoro per la linea produttiva della macchina e l'apparato industriale necessari.  Per quest’ultima fase è prevista la creazione di una società (Nichenergy) che, almeno negli intenti attuali, sarà aperta anche ai piccoli investitori, ovvero a tutti coloro che sono interessati a far sviluppare e investire in tale tecnologia, realizzando un azionariato di tipo popolare.  Già lo scorso giugno, quindi circa un anno fa, Daniele Passerini notava come Piantelli e la figlia avessero appena presentato una domanda di brevetto per:




metodo e apparato per generare energia mediante reazioni nucleari di idrogeno adsorbito per cattura orbitale da una nanostruttura cristallina di un metallo (nichel).
se il ricercatore senese bruciasse nel tempo Andrea Rossi e la Defkalion nella gara dei brevetti, alla fine i tempi di sviluppo della tecnologia applicata diventerebbero secondari. Alcuni slide degli esperimenti effettuati da Piantelli sono stati presentati alla Conferenza per L' International Society for Condensed Matter Nuclear Science e sono riportati qui
Certo, sebbene non vi siano ancora evidenze definitive che confermino le LENR, il fatto che anche in Italia ricercatori di grande professionalità come il Professor Piantelli e  Focardi, e nel mondo come i professori Hagenstein, Arata, i professori dell'Università di Osaka, i ricercatori della Nasa, e tante altri siano impegnati nelle ricerche e confermino l'evidenza delle nuove energie, rendono il fenomeno della fusione fredda qualcosa di serio e comunque meritevole di essere attentamente studiato e la definizione  di "scaldabagni pseudo-nucleari" potrebbe ritorcersi contro  i cattedratici che l'hanno ironicamente coniata. Non sono mancate in passato episodi di incomprensione versdo nuove teorie che successivamente si sono rivelate valide.  La famosa lettera dei mille scienziati mainstream contro il piezonucleare del professor Carpinteri, colpevole di aver ricevuto finanziamenti pubblici per le sue ricerche, esprime una mentalità che, paradossalmente, è lungi dall'essere scientifica, visto che nella scienza le ipotesi debbono essere esplorate senza pregiudizi pesudo-accademici. Non è possibile esprimere ancora alcuna certezza definitiva sulle LENR, però non è possibile neanche tollerare veti pregiudiziali in base alle opinioni dei gruppi di potere che gestiscono università e istituzioni.  

 

domenica 24 giugno 2012

FEYERABEND: UN ANARCHICO CONTRO IL POTERE DELLA SCIENZA

In un libro memorabile:"Sull'orlo della scienza, pro o contro il Metodo", Paul Feyerabend e Imre Lakatos si affrontarono in un combattivo dibattito sulla natura della scienza. Feyerabend non nega che esista un "progresso" scientifico e che la comodita' della vita sia migliorata grazie ad esso. Tuttavia contesta le rigidità del "metodo" scientifico e la sua natura violenta rispetto all'umanità e alla natura. Feyerabend spara a zero sul potere scientifico: quando la scienza si istituzionalizza diviene potere e il potere genera uniformità e violenza. Il cosiddetto "metodo scientifico" così come sviluppato originariamente nel mondo occidentale e' la causa di fondo della spaventosa uniformizzazione planetaria della civiltà tecnologica, della riduzione di tutti i valori a quelli economici, della reificazione della natura e della riduzione dell'uomo stesso a cosa tra le cose. La scienza ha distrutto intere culture, ridotto gli uomini ad automi che non vivono più per se stessi ma per la grande macchina che ci domina tutti. L'uomo e' così divenuto quell'animale che si appropria delle cose e le trasforma per costruirci sopra un potere. La scienza stessa e' divenuta mezzo di potere e coloro che siedono sugli scranni di Universita e istituzioni si sono autocostituiti in oligarchia. per il filosofo austriaco la scienza istituzionalizzata va ribaltata e le cattedre universitarie e istituzionali vanno mandate all'aria e contestate alla radice. "Ho pochissima simpatia per l'educatore o il riformatore morale che considera le sue squallide elucubrazioni come se fossero un nuovo sole che illumina la vita di chi vive nelle tenebre; detesto i cosiddetti insegnanti che cercano di stuzzicare l'appetito dei loro allievi finche', senza più nessun autocontrollo ne' rispetto di se', si rotolano nella verità come maiali nel fango; provo solo disprezzo per tutti i bei piani che rendono le persone schiave nel nome di "Dio" o della "verità" o della "giustizia"o di altre astrazioni, specie se chi li ha perpretati e' troppo codardo per assumersene le responsabilità e si nasconde dietro una presunta "oggettività" ... Dico che Auschwitz e' la manifestazione estrema di un atteggiamento che e' ancora in pieno sviluppo in mezzo a noi...Si rivela nella distruzione della natura e delle culture "primitive" senza neppure un pensiero per coloro le cui vite sono state così svuotate del loro significato; nella colossale presunzione dei nostri intellettuali, nella loro convinzione di sapere esattamente quello di cui l'umanità ha bisogno e nel loro persistente tentativo di rimodellare le persone secondo la loro penosa immagine, nell'infantile megalomania di alcuni fra i nostri medici che ricattano i oro pazienti con la paura, li mutilano e poi li perseguitano con parcelle esose, nella mancanza di sensibilità di molti cosiddetti ricercatori della verità che torturano sistematicamente gli animali, ne studiano le sofferenze e ricevono premi per la loro crudeltà. La migliore istruzione consiste nell'immunizzare le persone contro i tentativi sistematici di fornire loro un'istruzione". (Feyerabend:"Addio alla ragione" pag. 319 e seg.). Abbiamo bisogno di pensatori come Feyerabend che prendano a calci le incrostazioni di idee e i totem che abitano nel nostro cervello (spesso insinuati dentro di noi dal potere costituito) bloccandoci il pensiero e impedendoci di guardare il mondo con occhi nuovi capaci di rinnovare e di rispettare allo stesso tempo, in primo luogo la natura e gli altri esseri viventi. Anche perché questo e' il solo modo di rispettare noi stessi. Criteri troppo rigidi dell'episteme tecnico-scientifica hanno portato al nostro egoistico antropocentrismo e hanno danneggiato la ricchezza e la varieta' del mondo.

mercoledì 20 giugno 2012

RIO 2012: IL TRISTE CARNEVALE AMBIENTALISTA




La situazione dell’ambientalismo nel mondo è alla frutta. Al summit dei governi della conferenza di Rio ci sono pochi capi di Stato, tra cui il premier cinese, Raul Castro e l’iraniano Armadinejad. Insomma quelli che, tra i primi inquinatori al mondo, hanno bisogno di mettersi un fiore all'occhiello.   Non ci va Obama, non ci va la Merkel, non ci va Cameron, non ci va Putin...e non ci va persino Monti. Della conferenza di Rio 2012 sullo sviluppo sostenibile e l'economia verde non frega niente a nessuno. Con ragione, infatti si tratta della solita zuppa.  Gli obiettivi su cui si sono registrati evidenti progressi nelle riunioni preparatorie sono appena quattro su novanta.  La pesca delle sardine, qualche riserva da salvare, un po di rinnovanili..Il protocollo di Kyoto è bello che fallito. Anzi del protocollo di Kyoto non ne parla più nessuno, meglio tacere.  Ovviamente Cina, India, Stati Uniti e tutto il resto del mondo continuano a bruciare gas e petrolio e carbone fottendosene beatamente di quello che pensano gli ambientalisti, anzi aumentando le combustioni giorno per giorno, come indicano le statistiche ufficiali dei vari paesi. Le associazioni degli ambientalisti, riunite in parallelo alla conferenza dei governi, in una convention denominata la Cupola dei popoli (sic!), non stanno conciate meglio. Le proposte che presentano sono da flebo di Prozac: decrescita economica (non, per carità, demografica!) e green economy che non si sa bene cosa significhi. In pratica si tratta di curare la povertà con …ulteriore povertà. Distribuendo la povertà anche alle aree attualmente più sviluppate, secondo le eminenze grigie ambientaliste, si avrà un mondo migliore.   Un'altra preoccupazione degli ambientalisti  è la progressiva urbanizzazione della popolazione mondiale: nel 2010 la popolazione urbana mondiale ha superato quella delle campagne. Le varie anime ambientaliste, tra cui Wwf e Greenpeace, sono preoccupate dal fenomeno, perché la civiltà delle megalopoli sarà fortemente inquinante e difficile da gestire, sia socialmente che economicamente. Il modello cittadino delle megalopoli  in effetti confligge con l’idea che loro hanno del futuro, popolato di fattorie, massaie, mucche al pascolo, campi fioriti, pannelli solari e mulini a vento (si tratta in effetti della generazione del “Mulino Bianco”).  Inoltre la necessità di sfamare città di dieci-venti milioni di abitanti richiede uno sfruttamento intensivo delle campagne rimaste, con deforestazioni e uso massiccio di prodotti chimici. Ma il pensierino facile facile che le megalopoli siano frutto dell’eccesso demografico pare non sfiorare minimamente le eccelse menti ambientaliste.   Anzi, con la decrescita economica proposta dai verdi,  i poveri cittadini delle megalopoli saranno condannati  non solo a vivere come polli in allevamento intensivo, ma pure con minori risorse di merci e benessere sociale. Abbiamo imparato dal novecento che le ideologie possono creare l’inferno sulla terra, promettendoci il paradiso. Nel ventunesimo secolo l’ideologia dei verdi ha fatto un passo avanti: ci promette direttamente l’inferno.

venerdì 15 giugno 2012

TIZIANO TERZANI: DISTRUGGERE LE RADICI E’ DISTRUGGERE SE STESSI. IL CASO DELLA CINA E DEGLI ALLEVATORI DI GRILLI.




TIZIANO: Nel 1966 comincia in Cina la rivoluzione culturale che vuole distruggere il passato perché possa nascere una Cina nuova. Cominciano le distruzioni spaventose per mano delle guardie rosse, e comincia la repressione. Bastava che tu avessi un libro che non era approvato dal partito e venivi accusato di essere un revisionista, un controrivoluzionario, e spedito per anni a fare il lao gai nei campi di lavoro. Se tu pensi a cosa questi fregnoni di giovani iconoclasti hanno bruciato, distrutto! Cose incredibili. Entravano nei templi, mamma mia! Entravano nelle case dei poeti, della gente e disfacevano ogni cosa, il loro lavoro, le cose belle che possedevano. L’idea che il “vecchio” fosse di impedimento al “nuovo” poteva essere giustificata dal punto di vista ideologico (… ) il vecchio che Mao voleva distruggere perché diceva che incatenava il paese al suo passato! Ma questo “vecchio” sono le radici della Cina; senza questo “vecchio” la Cina non sarebbe più la Cina!
E infatti la Cina oggi non è più la Cina, da quando quell’assassino ha eliminato le radici della sua antica cultura. Invece di fare un comunismo o un socialismo cinese, Mao ha voluto distruggere tutto quello che era cinese per creare una società completamente nuova. E questo è spaventoso. Mao ha finito per distruggere la Cina e la visione di oggi la vedi.
FOLCO: Il comunismo non ti interessava più?
TIZIANO: No, basta. Come soluzione ai problemi dell’umanità quella formula era proprio fallita. La mia grande crisi comincia in Cina. Ho capito subito che era stata una trappola. In Vietnam lo avevo annusato, ma sai, ero in mezzo alla rivoluzione, casini…E da allora è stato tutto un declino. Non ho più scritto un vero pezzo politico. La politica proprio non mi interessava più, avevo capito che la politica non era la soluzione a nulla.
FOLCO: E’ in Cina che il socialismo ti ha definitivamente deluso?
TIZIANO: Si, certo. Ma soprattutto mi ha deluso la politica stessa come strumento di cambiamento. Capisci così come poi si arriva alla grande delusione con la materia, con l’operare sul corpo sociale di un paese.  Perché questo operare non serve, non porta a fare un passo avanti. Anzi,  porta a fare tanti passi indietro, verso la miseria, il dolore, la morte e la distruzione. E lì bisogna ragionare. Era soltanto il maoismo a creare in me questa delusione, o era la constatazione, ormai così ovvia, che non è possibile creare un uomo nuovo, che è sacrilega  quest’idea? La verità è che c’è una natura umana che non può essere combattuta. C’è una natura umana che è individualista, che è egoista, e che non accetta questa limitazione dei propri diritti, della propria libertà di espressione. Bisogna riconoscerlo. Perché tu puoi dare a tutti la stessa ferrea ciotola di riso, puoi dare a tutti lo stesso vestito, e tanti ci credono e tanti partecipano al tuo progetto. Ma c’è sempre una parte che vuole due vestiti, due ciotole di riso, e la libertà di fare quello che vuole. Questo però il comunismo lo nega per cui crea una contraddizione che diventa omicida. Così si arriva alla  violenza perché quelli che credono nel sistema reprimono quelli che lo minano. Per questo ci sono stati i massacri di Pol Pot, il gulag dei sovietici e i campi di lavoro dei cinesi.
FOLCO: Vuoi dire che i pochi che hanno cercato di cambiare l’uomo erano tutti…
TIZIANO: …assassini, grandi assassini. C’è qualcosa di sacrilego nell’idea di voler creare l’uomo nuovo che è di tutti, tutti i rivoluzionari. Lenin, Stalin, Trosky, Mao hanno tutti avuto questo stesso sogno. Ma l’uomo è quello che è, è il frutto di un’evoluzione e non puoi fermare l’evoluzione, come non puoi fermare l’acqua che scorre nel fiume… Lo vedi che cosa sono diventati? Banditi, banditi! (Ride). Stanno facendo della Cina una seconda Taiwan, una brutta imitazione di Hong Kong in cui tutti corrono per far soldi…
FOLCO: Non servono le rivoluzioni?
TIZIANO: E da qui il mio passo verso l’unica rivoluzione che serve, quella dentro di te. Le altre le vedi. Le altre si ripetono, si ripetono in maniera costante, perché al fondo c’è la natura dell’uomo. E se l’uomo non cambia, se l’uomo non fa questo salto di qualità, se l’uomo non rinuncia alla violenza, al dominio della materia, al profitto, all’interesse, tutto si ripete, si ripete, si ripete. (Il Babbo riflette a lungo). Lentamente in Cina ebbi una reazione che fu questa: invece di cercare l’uomo nuovo mi resi conto che c’era un uomo vecchio, cinese, che era meraviglioso; e che quella era stata una cultura stupenda con una grandezza e con una ricchezza che proprio mi colpivano. Allora mi sono messo in cerca di quell’uomo vecchio, della meraviglia che era stata la vecchia Cina e di quel che ne rimaneva.
(…) E infine ho fatto la grande scoperta dei grilli.
FOLCO: Infatti! Io della Cina mi ricordo soprattutto i grilli.
TIZIANO: Si, voi eravate bambini. Era bellissimo! Tu pensa, un popolo che dedica il suo tempo –Mao avrebbe detto che “spreca” il suo tempo, e in parte non aveva torto_ ad allevare i grilli fuori stagione per poter sentire d’inverno, quando fuori nevica, la voce della primavera.. Perché il grillo dove sta? Sta al caldo, in una piccola zucca vuota, che è la sua casa, nella tasca interna della tua giacca. Il tappo è d’avorio intarsiato o a volte anche di giada, bellissimo.
Tutti questi erano i divertimenti dei mancia. Di nuovo, la cosa che mi affascinava era che i cinesi non prendevano la prima zucca dell’orto e la mettevano a seccare. No! Quando la zucca veniva fuori dalla terra la mettevano in uno stampo di argilla nelle cui due metà erano incisi dei simboli, così che la zucca crescendo, premesse nei vuoti  dell’incisione e quando si aprivano le due metà lo stampo avesse impresso sulla zucca i caratteri della lunga vita o della felicità. Ma te lo immagini?
Alcune zucche invece venivano fatte crescere in forme perfettissime su cui poi venivano incisi con ferri infuocati paesaggi o scene di saggi nelle montagne. Tu, questa zucca la tenevi nella giacca e nel freddo della notte, mentre scrivevi una poesia o bevevi il tè nel tuo piccolo si he yuan, la tua casa col cortile, sentivi il cri-criii del grillo che ci stava dentro. (…)
Noi eravamo amici di Wang Shixiang, detto “Mobilia Ming Wang” perché era l’unico ad aver scritto sulla mobilia della dinastia Ming e l’unico ad aver scritto sull’arte di allevare i grilli. Ho imparato tanto da lui: come allevarli, cosa era buono per loro,cosa non era buono. Andavamo a trovarlo nella sua casa fatiscente con un cortile pieno della spazzatura dei suoi inquilini coatti. Lui era un uomo di una cultura straordinaria e gli avevano messo in casa dei caconi del partito che venivano dalla provincia. Se ne sfottevano di lui e della sua cultura. Noi siamo stati di nuovo tra i primi  che lo andavano a trovare,  che lo apprezzavano, e lui ci adorava e mi introdusse poi all’altra grande passione che ebbi – e che non durò  tanto perché dopo fui arrestato- i piccioni. Avevamo un piccolo allevamento di piccioni!
Tu immagina una civiltà che è capace di pensare che se a un piccione gli leghi sulla coda un fischio che, come puoi capire, deve essere leggerissimo o il piccione non vola, quello emette un suono nell’aria. Se poi tu fai fischi di vario tipo e ogni fischio è di per sé uno strumento musicale con tanti buchi, con tanti suoni, e se tu hai tanti piccioni con tanti fischi tutti diversi, e lasci questi piccioni liberi per l’aria, senti allora la musica dei pianeti – wuuu!...Ma che grande civiltà! Quando tu scopri queste cose  non puoi che ammirarla profondamente, e capire come invece quel puzzone di Mao trovasse tutto questo orribile. Perché erano tutti giochi che facevano i ricchi, i cittadini, non i contadini. Quelli avevano poco da fischiare, fischiavano se avevano da mangiare.  Ma io a tutta questa bellezza non resistevo. Era più forte di me. Allora, quando sentivo che un vecchio in un villaggio fuori Pechino aveva ricominciato a fare i fischi io –via! Partivo la domenica con la macchina a cercarlo, per vedere i fischi che faceva.  Erano stati proibiti e ora ricominciavano a farli. Era il momento in cui le cose cambiavano. Ritornavano i grilli, i fischi, i piccioni.
Ma vedi, non ero giornalista, no? I miei colleghi la domenica magari andavano a cena dall’ambasciatore, parlavano col segretario del partito; io invece andavo ai mercati e, secondo me, alla fine ho capito più io della Cina, cioè la Cina mi è venuta addosso di più. Per questo puoi capire che quando i cinesi mi hanno cacciato mi hanno davvero punito, mi hanno tolto una grande gioia di cui solo l’India mi ha poi ripagato…

(Tiziano Terzani: “La fine è il mio inizio”, Longanesi 2006, pag.217 e seg.)

La scomparsa della Cina dei grilli, la scomparsa della millenaria cultura cinese non ha dato origine all’uomo nuovo. Ha preparato il campo alla Cina di oggi. Ha dato origine a  quell’orribile apparato tecnologico e produttivo che schiaccia l’uomo e la sua dignità, per ridurlo a un produttore puro, ad un mercante assetato di denaro. La Cina di oggi è un paese  in cui tutto perde di significato per lasciare il posto ad una uniformità posticcia che somiglia sempre di più all’aspetto peggiore dell’occidente. Le sue città diventano simili alle peggiori città occidentali, con tanto asfalto e tanto cemento. Lo smog intossica tutti. I luoghi millenari vengono stravolti, i paesaggi divengono irriconoscibili. La potenza della tecnica planetaria continua così la sua distruzione di cultura e di civiltà. agobit


venerdì 8 giugno 2012

FUSIONE FREDDA: LA RIVOLUZIONE GIAPPONESE




Subito dopo l’annuncio di Fleishman e Pons, in Giappone la Mitsubishi cominciò gli esperimenti per riprodurre la fusione fredda a scopo industriale. Gli esperimenti non diedero risultati affidabili, soprattutto in fatto di riproducibilità, fino al 2002, quando il Professor Arata – un noto fisico dell’Università di Osaka- scoprì l’importanza dell’uso dei nano-materiali. Un altro problema delle celle a “fusione fredda”  era  che una notevole quantità di energia elettrica utilizzata per attivare la reazione veniva dissipata dall'elettrolita sotto forma di semplice riscaldamento. Per questo motivo Arata sviluppò un nuovo tipo di reattore che utilizzava il gas di deuterio ad alta pressione e una particolare cella senza elettrolita e senza alimentazione elettrica, la quale permetteva di superare la dispersione termica e raggiungere un maggior grado di efficienza. Il nuovo   protocollo  si avvaleva di  un originale sistema composto da particolari nano-particelle di Palladio disperse in una matrice di zirconio (2008). La Mitsubishi insieme alla Toyota hanno ripreso con notevole interesse le sperimentazioni sulle celle a fusione fredda negli ultimi anni, portando ad un nuovo metodo realizzato  con la  collaborazione di ricercatori delle Università di Osaka e Iwate, tra cui il Professor Y. Iwamura. Il sistema, molto innovativo, prevede l’utilizzo di gas di D2 ad alta pressione che viene fatto passare attraverso nano strutture di Pd in strati alternati a quelli di Ossido di Calcio. L’interfaccia tra gas di Deuterio e nanostrutture di Palladio viene caricata con Cs (Cesio, peso atomico 133, num. Atom. 55), il quale viene trasmutato durante la reazione in Pr (Praseodimio peso atom. 141, num. Atom. 59). I ricercatori della Mitsubishi-Toyota, grazie alle scoperte di Arata, hanno abbandonato l’elettrolisi e invece forzano gas di deuterio a permeare un sottile strato di Cesio (o Stronzio) depositato su pellicole di Ossido di Calcio e Palladio, mentre vengono periodicamente analizzati la natura delle reazioni dell’interfaccia attraverso uno spettroscopio a raggi X.  L'efficienza energetica della cella è molto alta, sembra superiore a tutte le altre in sperimentazione nel mondo. Dopo un periodo di 1 settimana circa,  il Cesio appare essere trasmutato progressivamente in Praseodimio e lo Stronzio in Molibdeno, con anomalie di composizione isotopiche rappresentate da una addizione di 4 nuclei di deuterio al nuclide originale. Se il deuterio viene sostituito con l’Idrogeno non vengono osservate trasmutazioni. Il Professor Iwamura e collaboratori escludono che i prodotti osservati siano dei contaminanti originariamente presenti nei materiali utilizzati. Un grafico che spiega il metodo è riportato qui.    L’aspetto rivoluzionario del metodo non riguarda solo la produzione di energia, ma anche le trasmutazioni accertate e potenziali, che permettono la produzione di  materiali rari di cui la tecnologia ha sempre più bisogno. Un altro campo di applicazione è l’utilizzo del metodo per la trasmutazione degli scarti radioattivi delle centrali nucleari in materiali con minore radioattività e di minor durata, facilitando lo smaltimento. Il metodo è utile anche nella produzione di Uranio a partire dal Radio, trasmutazione potenzialmente utile  per assicurare  la fornitura del combustibile per le centrali di quei paesi che hanno pochi giacimenti di Uranio.
La conferma dell’esistenza delle LENR e l’efficienza del metodo hanno indotto il governo Giapponese a finanziare e accelerare  la ricerca sulla Fusione Fredda. Una bella differenza con le politiche energetiche del governo italiano. Anche se, come riporta il sito americano “The Mastrrrr Company”: “As of July 2005, the governments of Italy and Japan are discussing funding a 25 Million Euro research and development project to determine if Mitsubishi's cold fusion research efforts can be expanded to remediate hazardous nuclear waste, by turning radioactive elements into non-radioactive elemento”.


venerdì 1 giugno 2012

NIETZSCHE: PERCHE' L'OCCIDENTE DISTRUGGERA' IL PIANETA


Dio è morto. I luoghi, gli alberi, le montagne, gli animali, le piante, i laghi non hanno un artefice, non hanno più niente di sacro. Un tempo a chi bruciava un bosco era riservato il sacrificio con il fuoco per aver offeso il sacro: "sacer esto" era la formula con cui veniva disposta la pena (dal latino arcaico: sia riconsegnato al sacro, sia sacrificato). Oggi gli diamo in premio la licenza edilizia per edificare sul bosco appena bruciato. Non c'è più alcun dio, nessuna legge. O meglio c'è un piccolo dio mortale, un surrogato di dio: l'uomo stesso. L'uomo occidentale frutto della metafisica che da Platone, passando per Cartesio, Kant, Schopenauer, Hegel, è culminata come atto finale in Nietzsche,  ha distrutto tutti i valori proclamando dio se stesso. Questo piccolo dio mortale non riconosce valori, se non quelli che crea con la sua asserita libertà,  cioè una volontà sfrenata senza limiti perché considera il mondo un semplice sfondo per la sua azione,  roba per lui, a sua completa disposizione. L'uomo-dio crede di avere il pianeta, le cose, tutte le cose del mondo in suo volere. Non riconosce limiti. Non c'è più nessuno che gli si possa opporre. Ma...questo piccolo dio, arrogante perché si crede padrone assoluto, non si accorge di essere pure lui un oggetto tra gli oggetti. Anche lui è a disposizione, come tutte le altre cose del pianeta. La potenza che domina il mondo, che lo sta globalizzando secondo una cultura uniforme che rende uguali città e uomini di tutta la terra, pur provenendo dall'uomo, ha perso la sua umanità. E' ormai un meccanismo senza controllo che stritola le persone e distrugge le cose in un delirio di potenza. Viene dall'uomo ma lo domina, l'uomo è un suo mezzo. Questa immane potenza che ci domina tutti è la Tecné degli antichi Greci, la Tecnica che oggettivizza il mondo, lo rende matematico, manovrabile, trasformabile, manomissibile, adoperabile, utilizzabile. La tecnica che ci domina ci rende la vita comoda ma gli toglie senso. La vita dell'uomo è senza più alcun senso. La metafisica occidentale sfocia così, con Nietzsche, nel nichilismo di ogni valore, di ogni significato, di ogni senso delle cose, facendo dell'uomo stesso un oggetto tra gli oggetti.  Pure lui un mezzo come tutto il resto. Non ci sono fini. Dove stiamo correndo tutti? E' un ciclo continuo, un eterno ritorno in cui tutto si ripete, tutto ciò che è stato tornerà, in un circuito folle che non ha sbocco.  La potenza della Tecnica ci da l'illusione di un eterno presente ma ci toglie ogni avvenire. Ci illude che la morte non esiste, che la tecnica medica ci renderà longevi, forse eterni. Qualcuno ci crede fino al punto di farsi surgelare. Nietzsche deve ricorrere ad un artifizio, ad una utopia per avere ancora fiducia in un avvenire: l'Oltre-Uomo, un essere che possa gestire e controllare la potenza che si è scatenata nel mondo e che lo sta trasformando irreversibilmente. Ma il destino di distruzione del pianeta è segnato. Persi i valori che ci univano alla natura come parte di essa, che ci permettevano di rispettare un bosco, una fonte, un fiume, una spiaggia, non resta che la devastazione di tutto in una artificialità generale del pianeta in balia della tecnica planetaria. L'uomo si crede signore, in un delirio di volontà di potenza, reclama diritti, solo diritti e non riconosce più doveri. Rispetta solo se stesso. Considera il mondo un puro contenitore da riempire, un oggetto da trasformare e stravolgere. Ma l'oltre-uomo rimane utopia, la qualità degli uomini non migliora. Solo la quantità aumenta in maniera innaturale e paradossale. L'oltre-uomo è nei numeri, nei sette miliardi di umani. Ma l'uomo in grado di dominare il proprio destino, non si vede né si vedrà mai.