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venerdì 1 giugno 2012

NIETZSCHE: PERCHE' L'OCCIDENTE DISTRUGGERA' IL PIANETA


Dio è morto. I luoghi, gli alberi, le montagne, gli animali, le piante, i laghi non hanno un artefice, non hanno più niente di sacro. Un tempo a chi bruciava un bosco era riservato il sacrificio con il fuoco per aver offeso il sacro: "sacer esto" era la formula con cui veniva disposta la pena (dal latino arcaico: sia riconsegnato al sacro, sia sacrificato). Oggi gli diamo in premio la licenza edilizia per edificare sul bosco appena bruciato. Non c'è più alcun dio, nessuna legge. O meglio c'è un piccolo dio mortale, un surrogato di dio: l'uomo stesso. L'uomo occidentale frutto della metafisica che da Platone, passando per Cartesio, Kant, Schopenauer, Hegel, è culminata come atto finale in Nietzsche,  ha distrutto tutti i valori proclamando dio se stesso. Questo piccolo dio mortale non riconosce valori, se non quelli che crea con la sua asserita libertà,  cioè una volontà sfrenata senza limiti perché considera il mondo un semplice sfondo per la sua azione,  roba per lui, a sua completa disposizione. L'uomo-dio crede di avere il pianeta, le cose, tutte le cose del mondo in suo volere. Non riconosce limiti. Non c'è più nessuno che gli si possa opporre. Ma...questo piccolo dio, arrogante perché si crede padrone assoluto, non si accorge di essere pure lui un oggetto tra gli oggetti. Anche lui è a disposizione, come tutte le altre cose del pianeta. La potenza che domina il mondo, che lo sta globalizzando secondo una cultura uniforme che rende uguali città e uomini di tutta la terra, pur provenendo dall'uomo, ha perso la sua umanità. E' ormai un meccanismo senza controllo che stritola le persone e distrugge le cose in un delirio di potenza. Viene dall'uomo ma lo domina, l'uomo è un suo mezzo. Questa immane potenza che ci domina tutti è la Tecné degli antichi Greci, la Tecnica che oggettivizza il mondo, lo rende matematico, manovrabile, trasformabile, manomissibile, adoperabile, utilizzabile. La tecnica che ci domina ci rende la vita comoda ma gli toglie senso. La vita dell'uomo è senza più alcun senso. La metafisica occidentale sfocia così, con Nietzsche, nel nichilismo di ogni valore, di ogni significato, di ogni senso delle cose, facendo dell'uomo stesso un oggetto tra gli oggetti.  Pure lui un mezzo come tutto il resto. Non ci sono fini. Dove stiamo correndo tutti? E' un ciclo continuo, un eterno ritorno in cui tutto si ripete, tutto ciò che è stato tornerà, in un circuito folle che non ha sbocco.  La potenza della Tecnica ci da l'illusione di un eterno presente ma ci toglie ogni avvenire. Ci illude che la morte non esiste, che la tecnica medica ci renderà longevi, forse eterni. Qualcuno ci crede fino al punto di farsi surgelare. Nietzsche deve ricorrere ad un artifizio, ad una utopia per avere ancora fiducia in un avvenire: l'Oltre-Uomo, un essere che possa gestire e controllare la potenza che si è scatenata nel mondo e che lo sta trasformando irreversibilmente. Ma il destino di distruzione del pianeta è segnato. Persi i valori che ci univano alla natura come parte di essa, che ci permettevano di rispettare un bosco, una fonte, un fiume, una spiaggia, non resta che la devastazione di tutto in una artificialità generale del pianeta in balia della tecnica planetaria. L'uomo si crede signore, in un delirio di volontà di potenza, reclama diritti, solo diritti e non riconosce più doveri. Rispetta solo se stesso. Considera il mondo un puro contenitore da riempire, un oggetto da trasformare e stravolgere. Ma l'oltre-uomo rimane utopia, la qualità degli uomini non migliora. Solo la quantità aumenta in maniera innaturale e paradossale. L'oltre-uomo è nei numeri, nei sette miliardi di umani. Ma l'uomo in grado di dominare il proprio destino, non si vede né si vedrà mai.

4 commenti:

  1. Caro Agobit, tu dici "Ma il destino di distruzione del pianeta è segnato".
    Non darei all'uomo tutto questo potere.
    Se proprio ci impegniamo, possiamo al massimo estinguere la razza umana. Ma forse neppure questo, estingueremo solo l'attuale civiltà del benessere.
    La natura (intesa come totalità dei viventi) è molto, ma molto più resiliente di noi, in quanto può manifestarsi e rigenerarsi in mille forme.
    Magari (forse) noi non ci saremo, e questo, molto egoisticamente, mi dispiace.

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    1. caro Lumen, la presenza umana sullaterra é ormai una infestazione parassitaria che terminera' come tutte le infestazioni: con lamorte dell'ospite. Inquesto caso la biosfera del pianeta. Con l'effetto serra, ad esempio, uno dei principali prodotti della sovrappopolazione umana, il punto critico del ciclo del carbonio prevede, una volta superato, la trasformazione irreversibile della terra in un pianeta estremamente caldo con una estesa coltre di anidride carbonica. Come Venere.

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  2. cosa c'e' di male nell'uomo che controlla la Natura? Io trovo che sia l'unica speranza per la sopravvivenza dell'informazione in un universo che e' destinato a morire se non lo si capisce e manovra. C'e' bisogno della manipolazione ma intelligente e non come quella che stiamo attuando al presente. Forse bisogna trovare un nuovo criterio per giudicare ciò che e' giusto da ciò che non lo e'. Invece di liquidare tutto (anche l'informazione biologica - e non - alla fine dell'universo) con il vivere secondo natura bisogna trovare un'altro valore. Io penso di averlo trovato. Il bene e' nell'usare l'energia finita di questo universo per conservare, possibilmente in eterno, l'informazione biologica. Il ricordo di ciò che e' stato permane solo facendo in modo che ciò che e' stato continuerà a stare, mutato sicuramente, ma a esistere per sempre. L'ho chiamata Energesimo questa mia filosofia perché più che una filosofia e' quasi una religione, nel senso buono del termine. Continuare a vivere pedissequamente secondo natura ci porterà a una estinzione prematura tra 5 miliardi di anni, quando il nostro benamato sole si trasformerà in gigante rossa distruggendo la terra e i pianeti interni. Agobit e' questo che vuoi?

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  3. Il suo senso escatologico è commovente. Il cosmo è indifferente.

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