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venerdì 24 luglio 2015

Fenner: Estinzione prossima ventura


La posizione di Fenner è catastrofista, ma come definire la corsa che l’umanità ha intrapresa nell’ultimo secolo se non come una corsa verso la catastrofe? Soltanto una cecità ideologica assoluta e un modo di vedere il mondo basato su un  antropocentrismo irrazionale può nascondere i dati della realtà che abbiamo sotto gli occhi. Il mondo sta esplodendo. Prosegue il surriscaldamento del pianeta per le eccessive immissioni di carbonio in atmosfera; prosegue la devastazione dei suoli inquinati e cementificati; prosegue la sparizione delle foreste e delle zone verdi rimaste; prosegue l’estinzione di migliaia di specie ogni anno; prosegue l’eccesso di natalità della specie umana che sta producendo guerre, spostamenti di popoli alla ricerca di cibo, acqua e sostentamento, migrazioni, rivolte, nuovi odi e nuovi conflitti. Prosegue l’inurbamento massiccio con una vita umana sempre più priva di senso e massificata; prosegue l’aumento sconsiderato dei consumi, la produzione generalizzata di rifiuti, l’avvelenamento dei terreni e delle falde acquifere, la plastificazione dei mari. Il picco del petrolio e l’esaurimento delle fonti fossili sta portando ad un aumento dei prezzi dell’energia e ad una crisi economica che interessa ormai il mondo intero, mentre la natalità continua a crescere. Come negli organismi instupiditi e drogati che si avviano alla fine, si continua a farneticare che nascono pochi bambini, mentre l’umanità sta morendo proprio per l’eccesso demografico non più sostenibile dal pianeta. Riporto di seguito l’articolo del Corriere con l’intervista al Professor Fenner, un momento di lucidità e una voce che grida nel deserto contro la  stupidità e la cecità della maggioranza dei politici (e degli ambientalisti) intenti ancora a curare l’orticello di casa sperando che la catastrofe non bussi alla porta di casa. Ma già c’è puzza di fumo e si sente crepitare il fuoco intorno.

«Esseri umani estinti entro cento anni»

La catastrofica previsione del biologo Frank Fenner.
Cause: esplosione demografica e consumi fuori controllo

Frank Fenner
Frank Fenner
MILANO - La razza umana si estinguerà nel giro dei prossimi cento anni e così pure un sacco di specie animali. A dirlo è nientemeno che Frank Fenner, 95enne professore di microbiologia dell'Australian National University, ma soprattutto lo scienziato che ha contribuito a debellare il vaiolo. Stando all’eminente cattedratico, a far precipitare gli eventi saranno l’esplosione demografica e i consumi fuori controllo, due fattori ai quali gli uomini non riusciranno a sopravvivere, mentre a dare inizio alla caduta sarebbero stati i cambiamenti climatici.
IRREVERSIBILE - «L'homo sapiens sarà estinto probabilmente nei prossimi 100 anni - ha detto Fenner al giornale The Australian - e lo stesso accadrà per molti animali. È una situazione ormai irreversibile e penso sia davvero troppo tardi per porvi rimedio. Non lo manifesto perché la gente sta comunque tentando di fare qualcosa, anche se continua a rimandare. Di certo, da quando la razza umana è entrata nell’era nota come Antropocene (termine coniato nel 2000 dallo scienziato Paul Crutzen per definire l’era geologica attuale, in cui le attività dell’uomo sono le principali fautrici delle modifiche climatiche, ndr), l’effetto sul pianeta è stato tale da poter essere paragonato a una delle epoche glaciali o all’impatto di una cometa. Ecco perché sono convinto che faremo la stessa fine degli abitanti dell’isola di Pasqua. Attualmente, i cambiamenti climatici sono ancora in una fase molto iniziale, ma già si vedono dei considerevoli mutamenti nelle condizioni atmosferiche. Gli Aborigeni hanno dimostrato che potrebbero vivere per 40 o 50mila anni senza la scienza, la produzione di diossido di carbonio e il riscaldamento globale, ma il mondo non può e così la razza umana rischia di fare la stessa fine di molte altre specie che si sono estinte nel corso degli anni». La catastrofica e pessimistica visione di Fenner non sembra, però, trovare grande rispondenza fra i suoi stessi colleghi. «Frank può anche avere ragione - ha spiegato il professor Stephen Boyden, oggi in pensione, al Daily Mail - ma alcuni di noi hanno ancora la speranza che si arrivi a prendere consapevolezza della situazione e che, di conseguenza, si mettano in atto i cambiamenti necessari a raggiungere un vero sviluppo ecosostenibile».
CRISI GLOBALE - «La razza umana - gli fa eco Simon Ross, vice presidente dell'Optimum Population Trust - si trova ad affrontare delle autentiche sfide come i cambiamenti climatici, la perdita della biodiversità (ovvero, l’estinzione di alcune specie animali, ndr) e una crescita senza precedenti della popolazione». Ma c’è chi all’agghiacciante previsione di Fenner mostra in qualche modo di crederci e se la scorsa settimana il principe Carlo aveva messo in guardia dai pericoli legati alla crescita così impetuosa della popolazione mondiale, un altro scienziato, il professor Nicholas Boyle dell’università di Cambridge, si è spinto anche oltre, ipotizzando il 2014 come la data del "giudizio universale", spiegando (nel libro "2014: Come sopravvivere alla prossima crisi globale") che il mondo si sta infilando in una crisi globale senza precedenti, che avrà influenze estremamente più vaste dell’attuale crisi economica internazionale. Nel 2006 era, invece, toccato all’esimio professor James Lovelock lanciare l’allarme circa una diminuzione della popolazione mondiale nel prossimo secolo, quantificabile in 500 milioni di unità, a causa degli effetti del riscaldamento globale, sostenendo che nessun tentativo di cambiare il clima avrebbe davvero risolto il problema, ma avrebbe semplicemente permesso di guadagnare del tempo.


domenica 12 luglio 2015

Save The Children Use The Condom







La voce instilla nella coscienza l'adeguato senso di colpa. Se questi bimbi non hanno mangiato è colpa tua caro Europeo con la pancia piena e la macchina sotto casa. E poi non parliamo del becero periodo coloniale, lo sfruttamento passato e attuale da parte del capitalismo occidentale, dei poteri finanziari eccetera eccetera. Siamo d'accordo, anche se ci sarebbe molto da dire.  Ad esempio: senza il famigerato capitalismo sfruttatore ecc. ecc. che produce merci e derrate alimentari in quantità enormemente superiore a tutti gli altri sistemi, i poveri bimbi starebbero meglio? Mah! E senza il mercato globalizzato che ha portato ovunque produzione e distribuzione di prodotti alimentari e tecnologici, ci sarebbe meno fame e più sviluppo? Doppio Mah!!

Ma quel che lo spot non dice è che fare 7 o 9 o 12 figli per donna in posti che non riescono a sfamarne neanche uno è un comportamento criminale. Forse dire criminale è troppo forte per le anime belle e sensibili? Beh allora diciamo che è un comportamento incoerente e sbagliato. Ma la rabbia non è tanto contro le famiglie locali che sono spesso vittima di tradizioni e di culture arretrate e non consapevoli dei problemi attuali del pianeta. La rabbia è contro queste organizzazioni, come quella che ha ideato lo spot, che non fanno nulla per  andare alla radice dei problemi di queste famiglie disgraziate e di questi bambini. Non fanno nulla per educare le popolazioni di queste zone povere di risorse e di sviluppo alla procreazione consapevole, alla riduzione controllata della natalità, all'uso di metodi anticoncezionali. E poi si limitano a portare aiuti senza favorire la formazione e lo sviluppo locale di una economia più moderna, come hanno denunciato molti rappresentanti di quelle stesse popolazioni. Tutti conoscono le denunce  dell'economista originaria dello Zambia,  Dambisa Moyo,  riportate nel suo libro "Dead Aid" in cui si scaglia contro  gli aiuti portati a pioggia  ai paesi poveri, in quanto  hanno mantenuto la povertà e incoraggiato la corruzione. Nel libro l'economista africana  afferma che questa politica degli aiuti a pioggia deve cessare a favore di un concreto impegno a preparare e formare una classe di dirigenti e di tecnici in grado di rendere autonome le popolazioni locali ed in grado di sviluppare una economia moderna. Di questa diversa impostazione parte preminente ha una seria educazione sanitaria che consenta di controllare l'esplosione demografica e di indirizzare le risorse non a moltiplicare le bocche da sfamare ma verso la creazione di infrastrutture materiali e conoscenze tecnologiche.

La rabbia è contro i rappresentanti della FAO o dell'Unicef che fanno businnes su questi temi ricavandone laute  prebende per se stessi e le briciole per i bimbi africani o indiani.

La rabbia è contro le organizzazioni cattoliche che ostacolano l'educazione sessuale e la procreazione consapevole e contrastano la diffusione dei mezzi contraccettivi dietro le parole irresponsabili del Papa e della gerarchia cattolica.

La rabbia è contro le organizzazioni religiose radicali  islamiche che predicano la conquista di nuove terre con la moltiplicazione delle nascite: più mussulmani per diffondere l'islam nel mondo.

La rabbia è contro quelle organizzazioni laiche che credono di fare lotta politica in favore di un terzomondismo che veda diffondere povertà, arretratezza e sovrappopolazione pur di distruggere l'odiato mondo occidentale (su cui però lucrano ampiamente).

La rabbia è contro le elites locali che ritengono che la moltiplicazione senza limiti della popolazione sia un mezzo per la sopraffazione tribale di popoli vicini o per avere più potere nelle lotte politiche e militari. Tutto questo fa rabbia perché a pagarne le conseguenze non siamo solo noi europei ed occidentali. Ormai tutto il pianeta è a rischio, perché un ulteriore crescita della popolazione mondiale non farà che accelerare il collasso ambientale del pianeta.

Cambiamo allora lo slogan dello spot con una piccola aggiunta:



SAVE THE CHILDREN, USE THE CONDOM!

(Ringrazio Luca Pardi per aver coniato lui per primo il nuovo slogan)

martedì 7 luglio 2015

Una politica globale per la salvezza del pianeta: la distribuzione gratuita di anticoncezionali



L'idea potrebbe essere semplice. Distribuire gratuitamente a tutti i mezzi anticoncezionali, di qualunque tipo (consentito) e in ogni luogo. Che altro di meglio per dare una prospettiva di salvezza al pianeta? E' l'unica battaglia che può ancora (forse ) salvare la Terra. Insieme ad essa bisogna lottare per la decrescita dei consumi. Ma cambiare i consumi è una prospettiva lunga e complicata. Bisogna cambiare la cultura che vede al centro le aspirazioni ad un maggiore benessere, e cambiare la cultura è un processo assai lungo e difficile. Molto più semplice, rapido ed efficace, cambiare la natalità, con iniziative come quella in questione. Finora non esistono esempi di diminuzione volontaria dei consumi su larga scala, a parte i casi di forza maggiore come guerre e gravi crisi economiche. Anzi esistono esempi contrari: il crollo di regimi politici per l'aspirazione della popolazione a maggiori consumi, come il crollo dell'Unione Sovietica dimostra. Invece, di diminuzioni efficaci della natalità esistono numerosi esempi, come il crollo delle nascite in Europa e in America dopo lo sviluppo economico e l'instaurazione di regimi liberali basati  sul welfare. Cambiare la mentalità sulla natalità è più facile che cambiarla sui consumi. La diffusione gratuita dei mezzi anticoncezionali può essere un mezzo efficace. Per ora la distribuzione gratuita è stata attuata in Colorado e in alcuni altri stati appartenenti alla federazione Usa. L'esempio dovrebbe essere seguito da  altri stati in ogni parte del pianeta, in particolare quelli dove i tassi di natalità elevati mantengono una economia di sussistenza e la povertà generale. Ma la distribuzione gratuita  dovrebbe riguardare anche gli Stati con economie forti e popolazione in crescita (compresa la crescita per immigrazione). Inoltre bisognerebbe legare gli aiuti, portati dai paesi economicamente avanzati   a quelli arretrati,   alla concomitante distribuzione gratuita di anticoncezionali. Questi aiuti condizionati alla diffusione di mezzi anticoncezionali non sono politiche campate in aria; molte organizzazioni umanitarie che operano in paesi del terzo mondo già usano legare gli aiuti locali a programmi di educazione alla procreazione consapevole e alla distribuzione di anticoncezionali. Persino organizzazioni religiose (purtroppo non cattoliche ma di chiese riformate) portano avanti programmi di questo tipo. L'esempio per quel che riguarda la distribuzione di contraccettivi  potrebbe venire proprio dalla iniziativa del governo del Colorado, che prevede l'offerta di impianto gratuito di spirali o cerotti transdermici, pillole, profilattici  e altri mezzi che consentono di evitare gravidanze indesiderate. Per adesso si tratta di programmi locali, ma lo stesso tipo di iniziativa potrebbe costituire un modello da applicare agli aiuti internazionali specie per quelle popolazioni che hanno tassi di natalità vicini ai dieci figli per donna, ed in cui le risorse locali non consentono di sostenere questa crescita di popolazione esplosiva. Il costo di questi programmi, compresi i materiali impiegati, non è eccessivo; inoltre la minore natalità consente alla lunga di ottenere e utilizzare maggiori risorse locali indirizzandole a politiche di sviluppo di una economia più avanzata ed ecologicamente sostenibile. 
Riporto dal sito di Repubblica l'articolo che riguarda la distribuzione gratuita di anticoncezionali in Colorado.


WALSENBURG  - Anticoncezionali gratis per il controllo delle nascite. Da sei anni il Colorado ha scelto questa strada per aiutare teen ager e donne povere. Una politica che ha portato a un crollo del 42 per cento degli aborti fra le adolescenti. Un risultato positivo, ma ora i fondi per sostenere il programma scarseggiano e il governo ha lanciato una campagna per trovare nuove donazioni.

Sei anni fa il Servizio sanitario ha deciso di offrire l'impianto gratuito di spirali o di cerotti anticoncezionali per prevenire gravidanze non desiderate. In molte hanno detto di "Sì". Le adesioni sono state numerose e oggi i risultati sono sorprendenti. Gli aborti sono scesi e nello stesso periodo le ragazzine rimaste incinte sono diminuite del 40%. Contemporaneamente un'altra categoria a rischio ha tratto vantaggi da questa politica sanitaria: quella delle donne non sposate, al di sotto dei 25 anni, che non hanno ancora terminato le Superiori.

Funziona nei quartieri più poveri. I numeri sono sorprendenti, soprattutto nei quartieri e nelle aree più povere come, Walsenburg, una piccola città nel Sud del Colorado. Qui c'è poco lavoro e molti giovanissimi si trovano a dover affrontare il problema di un figlio non desiderato. Hope Martinez, una ventenne che lavora in un centralino, ha scelto di farsi impiantare una spirale. Un modo per evitare figli per almeno 3 anni. Ha un sogno: sposarsi più avanti e diventare un'igienista dentale. "Non voglio essere madre per un poco di tempo. Non è nei miei programmi",ha spiegato al New York Times.

Un figlio troppo presto. Sempre più ragazze fanno la stessa scelta. Nel 2009 nelle zone più povere nel 50% dei casi il primo figlio arrivava a 21 anni, ora l'età è salita a 24. Le donne preferiscono completare i loro studi e ottenere un posto di lavoro migliore. "Se vogliamo ridurre la povertà dobbiamo ridurre le gravidanze indesiderate", spiega Isabel Sawhill, economista del Brookings Institution che proprio su questo tema ha scritto un libro, Generation Unbound: Drifting Into Sex and Parenthood Without Marriage.

Adolescenti consapevoli. Per fortuna nel paese le adolescenti che rimangono incinte sono diminuite. In Colorado il programma voluto dal governo ha dato una spinta determinante a questo miglioramento. Dal 2011 al 2013 negli Stati Uniti, almeno un quinto delle signore tra i 18 e i 44 anni ha scelto di aderire al piano che offre una contraccezione gratuita.

Il problema dei fondi. In Colorado i risultati hanno superato le aspettative e il programma sta funzionando anche meglio, rispetto a quanto accade in altri Stati degli Usa. Ora però il piano potrebbe subire un rallentamento. Il fondo utilizzato per finanziare la contraccezione gratuita sta finendo. Le donne dovrebbero pagare di tasca propria il servizio, un problema al quale l'amministrazione Obama sta cercando di porre rimedio. E' un problema perché soprattutto sistemi a lungo termine come la spirale possono costare dagli 800 ai 900 dollari.

La soluzione contro gli aborti. Il programma, fondato grazie alla donazione della Susan Thompson Buffett Foundation, prende il nome dall'ultima moglie dell'uomo d'affari Warren Buffett. Il piano nasce da uno studio realizzato a St.Louis, che arrivava a una semplice conclusione: se le donne scelgono contraccettivi "a lungo termine", le gravidanze indesiderate e il numero degli aborti crollano.

mercoledì 1 luglio 2015

Sartori: la corsa verso il nulla



In una bella e chiara intervista sul "Fatto quotidiano" il politologo Giovanni Sartori parla a tutto campo dei problemi della società occidentale contemporanea e quelli, assai più rilevanti, dell'intero pianeta avviato ad una crisi irreversibile. Secondo il politologo sia la società umana che l'intero pianeta appaiono destinatati ad una "Corsa verso il nulla" come dice il titolo del suo ultimo libro edito da Mondadori. Al centro del problema riguardante il pianeta, Sartori come ripete ormai da anni -essendo rimasto uno dei pochi in Italia ad insistere sull'argomento- pone il tema della sovrappopolazione umana, la vera origine della crisi ambientale che sta minacciando la vita e la sopravvivenza della Terra. All'origine di questo dramma che sta volgendo in tragedia la storia del mondo, Sartori pone giustamente la rivoluzione tecnologica degli ultimi secoli che ha creato le premesse della rottura di quell'equilibrio tra uomo e natura che aveva retto il mondo nei secoli precedenti. Ma accanto alla tecnologia con le sue macchine che creano altre macchine, con la sua potenza che è ormai divincolata da ogni controllo, con la trasformazione irreversibile che sta producendo anche sull'essenza stessa dell'uomo fino a fargli perdere ogni contatto con la natura e massificarlo a numero e consumatore, accanto a tutto questo rimane l'assurda cecità umana di fronte al problema delle troppe nascite, della perdita definitiva del rapporto tra popolazione e risorse dei luoghi. Avviene così che l'acqua e il cibo non bastano più, non c'è lavoro e risorse ambientali per questo eccesso di popolazione che oramai è globale e riguarda tutto il pianeta. Le migrazioni epocali in atto   sono un epifenomeno di questo eccesso di natalità. Così come l'inquinamento della terra, dell'aria e delle acque, per lo sversamento dei rifiuti, dei tossici, dei fumi e delle sostanze chimiche necessarie a supportare sette miliardi di umani. Le acque ad esempio sono intossicate dai nitrati, all'origine di quella eutrofizzazione che sta soffocando migliaia di specie acquatiche. I nitrati nelle acque sono il prodotto dell'uso massiccio dei fertilizzanti di origine chimica usati ormai in quantità industriali da tutte le agricolture nel mondo. Infatti per soddisfare le esigenze di cibo per sette miliardi di persone non basta più la normale produzione di composti azotati fatta  dai batteri nitrificanti  presenti naturalmente nei terreni  agricoli (questa poteva essere sufficiente fino a che la popolazione mondiale era di uno o due miliardi). Oggi per produrre cibo per sette miliardi è necessario produrre nitrati chimicamente per via artificiale  -ad di fuori del ciclo naturale- e sversarli sui terreni agricoli come fertilizzanti chimici. Accanto al ciclo dell'azoto ci sono poi tutti i prodotti tossici come pesticidi e anticrittogamici (spesso derivati del fosforo e da altri potenti veleni cancerogeni) che servono ad assicurare che la produzione non sia compromessa da parassiti e altre malattie delle piante. Ormai i prodotti stessi dell'agricoltura massificata e industrializzata, hanno perso ogni rapporto con la natura, sono prodotti artificiali, gonfiati, chimicamente trattati, imbustati in plastica o inscatolati, venduti nei supermercati come merce massificata priva di sapore, colorata artificialmente, odorosa solo di chimica. Tutto questo  è collegato all'eccesso di popolazione e alle necessità di assicurare cibo  a miliardi di umani e guadagno alle multinazionali del cibo. A capofila di coloro che negano il problema e anzi parteggiano apertamente per aumentare ancora di più la natalità, Sartori mette espressamente il Papa (...un bel furbacchione) e la Chiesa cattolica in particolare, vera trincea di chi si oppone al controllo delle nascite. Ma il sovrappopolamento -dice Sartori- è la più drammatica crisi del nostro tempo. Dove li mettiamo? Cosa diavolo gli diamo da mangiare? Nell'intervista al Fatto, Sartori che non è un tipo di intellettuale che segue il politically correct imperante,  se la prende anche con Obama, un personaggio da quattro soldi dice il politologo, uno che se pur iscritto al mio corso alla Columbia University, non veniva mai a lezione. Uno che non ha capito il pericolo dell'Isis e ne ha consentito la formazione e il rafforzamento, limitandosi solo a proteggere i campi petroliferi e i propri interessi diretti e fregandosene di tutto il resto compreso le popolazioni indifese. C'è n'è poi anche per Renzi, uno che ti abbraccia e ti bacia, fa bei discorsetti per imbambolarti ma poi non combina niente se non cose di facciata e se la svigna dai problemi. Tutta la nostra civiltà occidentale, dice Sartori, è in forte declino perché non siamo più in grado di difendere i nostri valori. Non solo quelli tradizionali, ma soprattutto quelli collegati alla libertà e alla democrazia, fonte del nostro ruolo di occidentali nel mondo.  Non crediamo nella liberal democrazia e non ci sappiamo sobbarcare i sacrifici che comporta combattere per essa e difenderla. Anche a livello culturale, visto che siamo i primi a definire la libertà e la democrazia come valori relativi, sullo stesso piano di tutti gli altri compresi quelli dei tagliagole. Consentiamo così a tutti di fare quel che vogliono sulla nostra terra (si perché la terra e la appartenenza storica alla propria terra è un altro dei valori trascurati e abbandonati).  E' così che la civiltà del suk sta prendendo piede, mentre noi occidentali siamo immersi nei balocchi e non pensiamo ad altro che a spendere tempo e denaro in divertimenti e consumi inutili (anzi dannosi), incapaci ormai del minimo sacrificio, persino di sopportare il freddo o un po' di caldo, capaci di vivere solo nella bambagia e di giare la testa dall'altra parte in presenza di problemi sgradevoli.