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martedì 7 marzo 2017

Il ritorno dei muri

Come alle origini del medio evo, in seguito alla caduta dell'impero romano, torna ai nostri tempi la costruzione dei muri a difesa di intere nazioni, a difesa di frontiere, passaggi o valichi, a difesa di città o quartieri o singoli edifici. E' in atto un nuovo incastellamento come quando i feudatari si chiudevano in castelli con alte mura, torri e contrafforti. Anche nelle nostre moderne città si comincia a costruire muri. A Treviso si è costruito un borgo fortificato con un muro di cinta alto tre metri, e nonostante lo sgradevole effetto estetico le villette di abitazione sono state tutte vendute. Muri di protezione di quartieri o borghi sono presenti da alcuni anni ad Arese, Jesolo, Pordenone, Padova, Roma. Caseggiati isolati o ville di campagna cominciano ad essere blindati con muri, e le abitazioni di tutte le città si attrezzano con inferriate, grate a porte e finestre, telecamere, sistemi di allarme. La sorveglianza con telecamere o con ronde si sta diffondendo in tante cittadine specie nel nord italia indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni. Il fenomeno non è solo italiano, ma riguarda molti paesi europei e americani. Anche in oriente si costruiscono muri, e i nuovi quartieri sono sorvegliati da guardie e telecamere. I grattacieli asiatici, sempre più numerosi, hanno ingressi blindati con guardie e sistemi elettronici.
In un affresco sulla decadenza dell'Impero del IV secolo,lo storico della tarda latinità Ammiano Marcellino descrive nelle sue Storie una società in cui prevale il sentimento della fine di una grande civiltà, e soprattutto qualcosa che ci riguarda da vicino a noi moderni: una dilagante paura provocata da un potere sempre più corrotto, dalle devastanti incursioni dei barbari, dalla precarietà economica e della vita stessa. Nel mondo descritto da Ammiano c'è questo senso della fine, della precarietà di tutto: l'esercito romano, quello che era stata una delle più potenti organizzazioni militari della storia e che, insieme al grande corpus delle leggi del diritto romano, aveva assicurato sicurezza e protezione per più di cinque secoli, era ormai ridotto a bande disorganizzate e impotenti, agli ordini di generali che badavano più a se stessi che alla salvezza di quel che rimaneva dell'Impero. Ovunque erano corruzione, assassini, terrore e guerra. Fu in quel mondo, con quelle paure e in quelle condizioni, che le comunità cominciarono a rinchiudersi in se stesse, ad apprestare difese. Le campagne si spopolarono essendo divenute insicure e luoghi di agguati e razzie, e i borghi accolsero popolazioni impoverite in cerca di sicurezza. Si cominciarono a costruire muri perimetrali per proteggere la cittadinanza e le attività economiche e a edificare castelli per il ricovero delle truppe di guarnigione e per la protezione ultima delle popolazioni. Il muro -prima della vita e della proprietà- è sempre stato la difesa di una cultura, di una appartenenza. La cultura, minacciata dal venir meno delle istituzioni e dallo sfaldarsi delle classi colte, si ritrasse sia nei castelli dove veniva tramandata con opere d'arte e con le maniere di corte (la vita cortigiana), ma soprattutto nei conventi fortificati, in cui vennero allestite biblioteche e centri ammanuensi per la conservazione e la copiatura dei testi antichi, il grande patrimonio culturale della classicità. Mai opera umana fu più utile di quei muri: essi salvarono innumerevoli vite, preservarono comunità e individui, tradizioni e lavoro, conoscenze riguardanti la produzione artigianale e agricola. Salvarono società unite dalla stessa fede, il patrimonio religioso, usanze, costumi, opere d'arte e opere letterarie, conoscenze e documenti storici, saperi tecnici. Permisero di avere il tempo e le risorse intellettuali per copiare decine di migliaia di documenti e libri, preservando un patrimonio inestimabile che è giunto fino a noi. Città ricche di storia e d'arte, cinte di mura, sopravvissero alle scorrerie e alle predazioni. Tra le mura più famose ci sono quelle di Costantinopoli che permisero all'Impero romano d'oriente di sopravvivere nonostante i ripetuti tentativi di invasione da parte dei Turchi almeno fino alla caduta nel 1453.
Fa una certa impressione nel mondo di oggi, al tempo della tecnologia e del web, della democrazia e della globalizzazione, veder tornare i muri. Anche nel 900 abbiamo assistito alla edificazione di forti difese come la linea Maginot, o quella del muro di Berlino con il compito di impedire la fuga da parte dei cittadini della Germania comunista nella parte occidentale. Ma erano casi particolari legati a situazioni contingenti. Poi il mondo è radicalmente cambiato. Una esplosione demografica senza precedenti della specie umana ha creato le condizioni per nuove migrazioni di interi popoli, per una nuova diffusa povertà, per la messa in crisi di economie fino ad allora fiorenti. L'economia globalizzata ha creato nuove opportunità ma ha soprattutto messo in crisi le economie occidentali fino ad allora dominanti, i cui mercati erano cresciuti per decine di anni protetti da regole e accordi locali. L'esplosione demografica ha creato le premesse per la crisi del vecchio mondo delle democrazie liberali e fatto crollare quelle che erano appendici culturali dell'occidente, come il comunismo sovietico e cinese. Si è così materializzato in pochi decenni un mondo nuovo dove i vecchi confini nazionali hanno perso la loro funzione, i popoli hanno cominciato a spostarsi in base alle convenienze economiche, sono nate nuove potenze politiche e andate in crisi le vecchie. Intere aree del pianeta, come quella medio-orientale, si sono destabilizzate. Sono aumentate le guerre e il terrorismo. Gli stati non riescono più a controllare gli eventi su scala globale o locale. Le nuove precarietà e insicurezze, i nuovi pericoli incombenti reali o meno, portano alla richiesta di nuove protezioni e al ritorno della costruzione dei muri. Israele costruisce muri per difendersi dal terrorismo arabo. Un muro di metallo e filo spinato è stato costruito dall'Ungheria al suo confine meridionale. La Serbia costruisce un muro di filo spinato al confine con la Bulgaria e così fa la Bulgaria con la Grecia. Un muro finanziato dalla Gran Bretagna è in costruzione a Calais contro le invasioni di migranti dal sud. La Germania costruisce un muro virtuale finanziando la Turchia con sei miliardi di euro purché fermi i migranti siriani e medio-orientali. Nuove fortificazioni sono preparate dall'Austria al confine con l'Italia nel caso di aumento dei flussi di migranti. E barriere sono pure a Ventimiglia dove lo Stato francese blocca chi viene dall'Italia per recarsi in Francia. Un muro di migliaia di chilometri già esiste in parte, e verrà ampliato dal nuovo presidente Trump, tra Usa e Messico contro i migranti messicani e i trafficanti di droga sudamericani.
La costruzione dei nuovi muri non riguarda solo i confini nazionali. Si ricorre ai muri per proteggere quartieri di residenti da quelli di altre etnie e culture ritenute estranee o aggressive , come è successo a Padova o in alcuni rioni di Milano. Si creano quartieri ghetto separati dal resto della città. La gente si barrica nelle case e lo stato non sembra in grado di rassicurare i cittadini. Le ville isolate sono luogo di terrore per i residenti che vivono assediati da bande di rapinatori. Eppure basta chiedere ai nostri anziani, specie quelli che hanno vissuto nelle piccole città, per sentir ricordare che fino agli anni 60 del novecento ovunque si viveva con una certa sicurezza, spesso le case non avevano allarmi, le porte addirittura si lasciavano praticamente aperte. Le strade erano sicure e si viveva di notte nelle piazze e nei locali senza paure. Gli anziani che hanno vissuto in campagna ricordano con nostalgia le serate estive passate all'aperto, accompagnate spesso da bevute, canti e balli, in piccole comunità agricole in cui era forte un sentimento di partecipazione e di aiuto reciproco, dopo il lavoro nelle campagne. Viene da chiedersi se i muri servano effettivamente al mondo di oggi, consumistico e tecnologico, in cui domina l'economia di mercato globalizzata. E se siano legali nelle democrazie più o meno liberali dell'occidente in cui prevalgono i diritti e scompaiono i doveri. In un mondo di otto miliardi di abitanti con grandi possibilità di movimento e con confini labili, in presenza di una economia che non tollera più confini allo scambio di prodotti e consumatori, e in cui le risorse cominciano a scarseggiare, hanno ancora senso i muri? C'è ancora una cultura ed una appartenenza da difendere?
Le risposta è inesorabilmente negativa. I muri di oggi hanno un significato esclusivamente difensivo della proprietà e della vita. Ci si illude che possano difendere un relativo benessere che ancora distingue il nostro mondo sempre più assediato. Non sono il simbolo di una rinascita, ma di una disperazione. Non ci sono più valori da difendere. Non c'è più una cultura e un retroterra: da una parte e dall'altra del muro domina la stessa civiltà del denaro e del consumo. Tra chi sta dietro e davanti alle mura c'è solo una differenza di capacità economica ma lo stesso pensiero unico. Tutti puntano a soldi e consumi e da una parte del muro c'è chi vuole difendere i propri, e dall'altra quelli che assaltano il muro per appropriarsene. I muri serviranno temporaneamente, poi cadranno perché l'assalto delle nuove genti avviene in un deserto. Dietro le mura medioevali c'era da difendere il duomo cittadino, ricco di opere d'arte e di fede, e le tradizioni del luogo fatte di cultura lingua e storia. Oggi dietro i nuovi muri c'è solo un centro commerciale, villette di cemento di qualche speculatore, o un rivenditore di auto usate. Che cosa può difendere un muro se non c'è nulla da difendere? La sovrappopolazione non ci ha regalato solo i migranti alle porte. Ci ha anche massificato tutto quello che avevamo: cultura, storia, città, usanze. Tutto è diventato uguale e le periferie si assomigliano tutte. Squallido cemento per dormitori e centri commerciali in cui popolazioni stipate come polli di allevamento conducono una vita assurda e senza senso fatta di lavoro e consumo. I centri storici, quando rimasti, sono centri di attrazione turistica, specie di luna park venduti come si fa con la cultura oggi: un tanto al chilo. Costruito il muro, si venderanno anche quello.

107 commenti:

  1. Gran parte di questo è assolutamente voluto.

    Vedere:
    o - il kompagno Soros ;
    o - gli amici progressisti Clinton e No Borders del kompagno Soros
    o - la Grande Sostituzione
    o - vedere Mare Lorum e gli scafisti nostrani bianchi e rossi
    o - il lievismo;

    eccetera eccetera

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  2. Lorenzo, i tuoi richiami sono come al solito molto preziosi. Vedrò di scrivere più chiaro. Sul "piani di dominio del mondo" non sarei molto d'accordo. Gli eventi cui stiamo assistendo nell'arco della nostra vita sono fatti storici in cui agiscono forze di pensiero e di biologia che vanno oltre le opinioni e i desideri di alcuni individui o gruppi. Ridurre tutto a piani o complotti è riduttivo. Ci sono sicuramente interessi e forze finanziarie in campo. Ideologie e fazioni religiose. Ma niente di coordinato e di programmato a livello globale.Lo dico anche a UnUomoInCammino: la Grande Sostituzione è un fatto storico, non un disegno di menti diaboliche.

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    1. > niente di coordinato e di programmato a livello globale.

      Gruppi ristretti apologizzano e lavorano alla grande sostituzione al massimo livello possibile (ad esempio, documento NU Replacement migration: is it a solution to declining and ageing population?

      Sono portatori di interessi molto grandi che sfruttano l'esplosione demografica per i propri scopi speculativi, e lucrativi e moralisticheggianti (i più pericolosi).

      Tutto ciò che è oltre il livello artigianale vede nell'aumento dei consumisti (spesso feroci, vista la fame atavica di consumismo) invasori un buon metodo per la ripresa della crescita esponenziale del mercato, quindi dei fatturati quindi degli utili.
      Gli utili, nell'industria, vanno ai vertici (il tizio che lavora in uno stabilimento di una multinazionale, continua a pigliare lo stesso salario o stipendio anche se fatturato e utili aumentano).
      Vedere le varie apologie di uno di questi vertici, Howard Schultz, è in una multinazionale del lavoro schiavile di servi della gleba nei campi di caffè là che punta alla crescita del mercato ugualizzato qui.
      Uno per cui le banane in piazza Duomo a Milano la rendono uguale a Karachi o a e per cui un pakistano si possa spostare in Lombardia sentendosi più a casa. Un comunque sradicato le cui frustrazioni possano essere opportunamente veicolate verso il consumismo mitigativo prima e compulsivo poi, e possa così elevare, di botto, le proprie capacità consumistiche e acquistare brodaglie scure mmerigane e ingurgitarle a Milano.


      Prego notare che tutti i vertici martellano incessamentemente
      o - sul disastro della decrescita demografica e
      o - presentano lo tsunami migratorio come fantastico modo per uscire da fantomatici problemi dovuti ad essa.


      Il passo successivo è capire come mai questi "mecenati" non lavorino alla contraccezione, ad aborto, a sterilizzazioni e politiche del figlio unico nei paesi in esplosione demografica.
      Nella loro ottica tutto ciò che va contro una crescita esponenziale della popolazione va contro la crescita esponenziale di utili e potere dei vertici.

      Mi chiedo perché bisogni spiegare schemi e paradigmi che sono praticamente ovvi.
      L'ottundimento delle capacità di osservazione e critiche è funzionale a questi piani.

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  3. A me il testo proposto da Agobit non è sembrato per nulla "illeggibile" come dice Lorenzo, anzi mi è persino piaciuto in quanto affresco convincente della situazione attuale. Solo che, come al solito, Agobit traccia un quadro terrificante del nostro presente e futuro senza proporre alcunché per far fronte agli eventi. Il quadro è talmente sconfortante e tragico per le sue dimensioni che non ci sono rimedi - sembra suggerire Agobit. Ma allora rassegniamoci e buona notte, non possiamo fermare il mare con le mani. In effetti: che fare? Non si sa, non c'è futuro, viviamo alla giornata con la sensazione sempre più forte che saremo comunque travolti: miliardi e miliardi di individui premono e abbatteranno ogni muro, è illusione credere di poterli fermare. E chi è di parere diverso è contro la storia, anzi un razzista, un fascista, un populista.
    Io invece proporrei di fare un elogio dei muri. Senza muri, senza barriere, non ci si salva. Anche la nostra pelle è un muro che ci protegge dagli agenti esterni. La nostra casa, il conto in banca, sono "ancora" protetti da muri e barriere che ci permettono di sopravvivere. La retorica "antimuro" del papa e di altri imbecilli, in genere di sinistra, è falsa e infame. La Boldrini è un'infame, una parassita che non ha mai lavorato, non si è sporcata mai le mani, ed ha percepito e percepisce emolumenti scandalosi, e pretende di farci la morale. Lo "stile" delle nuove risorse in arrivo sarà domani anche il nostro stile di vita, ovviamente da poveracci - suggerisce la presidenta che vive nel lusso.
    I muri si erigono perché si avverte un pericolo. Il papocchio argentino dice che chi erige muri non è cristiano. Sì, non siamo più cristiani, non crediamo più nelle scemenze del cristianesimo. Ma vogliamo vivere, in modo possibilmente decente o persino bene. E poiché siamo o ci sentiamo minacciati apprestiamo delle difese: siamo per questo xenofobi e razzisti? Mi interesserebbe poi sapere a che servono gli eserciti europei, visto che non proteggono più i confini e il territorio, ma anzi vanno a prendere gli invasori e ce li portano in casa. Persino l'UE vuole un esercito comune, una forza d'intervento rapida che agisca in tutto il mondo. Ma se siamo tutti frateli e sorele che bisogno c'è di un esercito europeo?
    La morale comune - che ancora esiste e ci permette la sopravvivenza giornaliera - è il muro quasi invalicabile che ci protegge dalle insidie di altri esseri umani. Senza morale - senza muri - la vita sarebbe impossibile, sarebbe una guerra continua di tutti contro tutti.
    In conclusione, mi sento meglio con Lorenzo che con Agobit - che continua a non proporre niente, annuncia solo cataclismi.

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    1. "mentre dismettono le produzioni agricole"

      Guarda che l'agricoltura e l'alimentare italiano vanno alla grande, grazie alle importazioni di materia prima poco pregiata (ad esempio la soia ogm con cui si confezionano i mangimi per gli animali che poi forniscono prodotti doc) e all'esportazione di prodotti finiti di alta qualita'.

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    2. Fa bene Agobit a evocare cataclismi: ormai la follia antropocentrica é divenuta incontrollabile poiché é caduta in una fatale ridondanza: i problemi causati dalla complessità del mondo, si risolvono ricorrendo ad altra complessità. Da qui la negazione di soluzioni semplici e quindi di soluzioni tout court. La soluzione complessa, più complessa del problema, genera altre complessità cui porre rimedio, così all'infinito. Fino al punto in cui tutto collasserà su se stesso.

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    3. > prodotti finiti di alta qualita'

      Come gli speck altoatesini o i prosciutti di Parma fatti con cosci di maiali belgi (forse alla diossina).
      Una patetica finzione che cerca di introdurre un medio o mediocre livello di prodotti industriali che rispondano ai grandi numeri del globale.
      Prodotti che non possono che entrare in competizione coi prodotti artigianali fino ad annullarli, essi e filiera artigianale relativa.

      Un paradigma "intelligente" per i quali i produttori di parmigiano reggiano rischiano di chiudere se non venderanno ai cinesi.
      I cinesi che devono mangiare il parmigiano reggiano fatto a Bomporto oppure a Borgoforte e i contadini emiliani (e mantovani) che dipendono da questo.

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    4. > il parmigiano reggiano fatto a Bomporto oppure a Borgoforte
      Borgoforte non è in Oltrepò mantovano e quindi non è in territorio del parmigiano reggiano.
      Diciamo, allora Suzzara, per fare un esempio.

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    5. "La soluzione complessa, più complessa del problema, genera altre complessità cui porre rimedio, così all'infinito."

      Su questo qua dentro siamo piu' o meno tutti ben tristemente convinti.
      D'altra parte, potrebbe essere presa come definizione di "essere umano".
      Ma anche di "natura", a ben pensarci, nella quale troviamo complessita' inspiegabili che per la comprensione di noi umani vanno ben oltre la magia.
      L'essere umano e' solo piu' veloce nell'attuare di cambiamenti verso la maggiore complessita'.

      "Fino al punto in cui tutto collasserà su se stesso."

      La sensazione e' questa. Ma pure questa sensazione non e' una novita', la nascita del cristianesimo e' stato un periodo in cui i primi cristiani pensavano esattamente lo stesso. Aspettavano, ed erano convinti, che sarebbe crollato tutto a breve.

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    6. "Prodotti che non possono che entrare in competizione coi prodotti artigianali fino ad annullarli, essi e filiera artigianale relativa"

      Purtroppo questo e' l'esito indesiderato della tecnologia che aumenta la produttivita' e quindi la ricchezza complessiva.
      La mia teoria e' che man mano che la tecnologia aumenta la produttivita', sempre meno persone saranno addette alla produzione, e quindi sara' necessaria una sempre maggiore redistribuzione della ricchezza, attraverso tassazione o espropri, il che avra' effetti sociali devastanti, dato che avere un lavoro utile, che faccia sentire davvero utili agli altri, e' essenziale per l'equilibrio mentale dell'uomo. Se la tassazione complessiva adesso e' all'80 per cento del reddito, e se la gente, pur nella cornucopia dei beni materiali, e' assolutamente infelice e disadattata come dimostrano in ogni riga questi stessi nostri blog e coomenti, secondo me e' per questo. E il bello e' che piu' aumenta la tassazione e la redistribuzione, piu' aumenta per forza l'efficienza produttiva, che a sua volta richiede maggiore tassazione e redistribuzione (i prodotti qualcuno li deve pur consumare), in un circolo vizioso (vedi le recenti proposte di tasse sui robot, ma le tasse sui sempre meno produttori da cui le proteste delle varie leghe degli anni 80 e 90 cos'altro sono state finora?).

      Notare che per produttori intendo quelli che producono qualcosa di liberamente desiderato da altri, non i burocrati statali che impongono con la forza i loro dubbi servigi (magari usando l'ecologia come grimaldello) e intralciano e basta a scopo di prelevare la loro parte di reddito redistribuito senza fare nulla di utile, a cui si riferisce Lorenzo nei suoi strali.

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    7. "Se la tassazione complessiva adesso e' all'80 per cento del reddito"

      Ho sottinteso una cosa: gia' ora e' circa solo il 20 per cento della popolazione a produrre tutti i beni e servizi utili. Il resto fa fuffa che serve a giustificare la sua parte di redistribuzione di quanto prodotto dall'altro venti per cento. Negli usa l'agricoltura impiega un due-tre per cento della popolazione, e ormai anche la manifattura qualcosa come il 5 per cento (meno di venti milioni di addetti). In europa non e' molto diverso, la famosa "economia dei servizi" in gran parte si e' tradotta in pratica in "economia della burocrazia inutile".

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    8. > tecnologia che aumenta la produttivita' e quindi la ricchezza complessiva

      Prego: definire cosa si intende per ricchezza e cosa significa complessiva.
      Secondo: da molti anni la ricchezza (disponibilità di capitali e beni fisici) si sta concentrando. sempre meno persone sempre più ricche, il resto è costituito da sempre più persone sempre meno ricche. La ricchezza "complessiva" sta aumentando?

      > la gente, pur nella cornucopia dei beni materiali, e' assolutamente infelice e disadattata come dimostrano in ogni riga questi stessi nostri blog e coomenti,

      ?
      Io sono, mediamente, molto felice.
      La cosa che non mi va affatto sono il degrado, la violenza, la nocenza quotidiana, l'abrutimento, le barbarie, il pericolo dovuto alla grave criminalità diffusa che l'imposizione coercitiva di milioni di xeno (spesso ostili, storicamente ostili, come le masse islamiche) ai quali sono sottoposto nei territori nei quali vivo.

      Tutto questo viene fatto contro di me da uno stato che usa i miei soldi di servo del fiscoglebainpsinvasori contro di me.
      I catechisti masosadici dell'ortodossia, come razzisti (positivisti), poi non fanno altro che ricordarmi che i diritti degli invasori vengono prima dei miei, altrimenti sei un nazifascioleghista e altri tentativi patetici di offese.
      Quindi una persona si può anche arrabbiare perché le sue prospettive e realtà di vita sono in netto, sensibile, degrado.

      Aggiungo che in un contesto di progressiva automazione è assolutamente folle catapultare, portare fisicamente, realmente, traghettare milioni dei quali grande parte balordi, senz'arte ne parte e delinquenti (espulsi, di fatto, dai loro paesi) che non hanno alcuna prospettiva occupazionale qui e, peggio, entrano in conflitto coi le classi medie e basse dei paesi invasi.

      Per questo OGNI tentativo di contrastare questa guerra migratoria da una parte, e di frantumazione sociale (vedi lo speculatore finanziario massimo, il criminale Soros) dall'altra. MURI compresi.
      Il fatto è che il 98% delle persone applicano ancora ragionamenti civilistici basati sulla cultura locali quando sono in un contesto bellico a media intensità i uno scontro con culture storicamente nemiche (come quella islamica/nord africana).

      Infine, il processo di industrializzazione del cibo, del cibo tossico, come diceva il comunistone fornaio del nostro GAS, fa parte di quel processo di annullamento, distruzione e annichilazione delle culture, dei saperi locali.
      Egli diceva che, semplicemente, le persone non hanno più un metro di giudizio. A furia di mangiare cibo mediocre o pessimo e non avendo mai mangiato un prodotto di qualità, non sanno più cosa sia questo.

      Il due o tre per cento della popolazione in agricoltura
      o - in contesti di disoccupazione sempre più estesa ed elevata
      o - in contesti di cibo sempre più industrializzato, pessimo, tossico
      o - decontestualizzati (merdosi kebab pachistani a Rovereto di carne di tacchini tirati su con mangini marci in Bulgaria, gorgonzola in Siberia, pomidoro all'acqua paesibassesi in Calabria, etc.)

      è una follia anche dal punto di vista politico.
      Un non sense completo.

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  4. Ci sarebbe pero' un po' da dire che l'allarmismo, da parte sia della destra xenofoba che della sinistra ecologistica, ognuna a suo modo, e che nel nostro caso spesso si sommano, e' per il momento del tutto ingiustificato, del tutto virtuale e inventato.

    Entrambe queste "estreme" mestano una per creare carestie artificiali (con la decrescita imposta per legge, e le mille norme e regolamenti che ormai fanno uscire fuori di matto la gente), l'altra disseminando odio e creando gratuite occasioni di conflitto.

    La realta' statistica vera, per il momento, e' che non c'e' mai stata cosi' poca violenza e cosi' tanta ricchezza, nell'intera storia, perlomeno nei nostri paesi, ma forse nell'intero mondo (in percentuale al numero dei suoi abitanti).

    Ricchezza che deriva dal pacifico scambio e dal commercio internazionale di materie prime e prodotti, e dall'intelligenza..

    I nostri avi prossimi non avevano le serrature alle porte? Grazie tante, non avevano nulla, e quindi nulla da difendere ne' da rubare...

    Riconosciamo onestamente uno degli aspetti della faccenda: su questi siti sembriamo quei predicatori millenaristici che tuonano dall'alto dei loro pulpiti minacciando sfracelli, per vendere la loro mercanzia, che e' un paradiso o un inferno a seconda che ci si pieghi o meno ai loro dettami.

    O no?

    Non cambia mai nulla. Poi, che una di queste mercanzie "sfondi" e si imponga sul mercato, magari del tutto a caso, diventando per un po' il nuovo paradigma, finche' non ci si accorge che non valeva la pena e che era solo una delle ricorrenti follie di massa, e' nel destino delle cose.

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    1. quote: "La realta' statistica vera, per il momento, e' che non c'e' mai stata cosi' poca violenza e cosi' tanta ricchezza"

      Ma dove, su Marte?

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  5. In altre parole, forse e' proprio chi allarma di piu' circa la decadenza, che sta facendo di tutto per provocarla.
    Fosse anche solo sotto forma di atteggiamento mentale, che non ci vuole molto a riconoscere come francamente nichilista, da cui segue una reazione di comportamenti pratici e provvedimenti specifici, che sono molto piu' dannosi del presunto male che vorrebbero curare.
    Facendo un po' di autoanalisi, a questo si arriva, sia come persone che come societa'.
    Il nostro peggiore nemico e' dentro di noi.

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    1. Cosi' pero la discussione degenera.
      Mi astengo dal risponderti con lo stesso tono.

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  6. @Sergio
    Però non dici nulla sulla teoria, illustrataci da Lorenzo, del complotto. I processi migratori sarebbero voluti e guidati da una centrale internazionale che avrebbero pianificato la grande sostituzione (R. Camus). Chi sarebbero i complottisti? Dove risiedono? Chi c'è dietro di loro? La grande finanza fa i suoi interessi, non piani e complotti. Con queste teorie rischiamo di sviare dal problema e non vedere le cause vere: sovrappopolazione ed economia. Che poi ci sia anche della ideologia, in particolare da parte della chiesa di Bergoglio e della sinistra classica delle cooperative e delle ong che vede nell'immigrazione nuove opportunità è cosa ovvia. Ma sono interessi e non complotti pianificati. Sul fatto che non propongo nulla non è esatto: se indico le cause da lì si risale alle soluzioni. Radicamento dei popoli nei propri territori e valori. Oggi è la festa della donna: liberazione della donna su scala mondiale, istruzione e lavoro per le donne, liberarle dal ruolo di bestie da riproduzione. Legare gli aiuti ai paesi arretrati a politiche di contenimento demografico. E tante pillole e preservativi...

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    1. Sulla teoria del complotto secundum Laurentium non dico nulla perché non so cosa dire. Da anni si parla di mondialismo, che ci siano delle spinte in questa direzione mi sembra non evidente ma probabile, la globalizzazione è una realtà voluta dalle élite mondiali, da Stati Uniti, UE, adesso persino dalla Cina contraria al protezionismo. E cosa mi dici della Trilaterale, del Bilderberg e di altri gruppi filantropici che s'incontrano regolarmente per "fare il punto", anche a Davos? Penso che le élite ci siano, ci siano sempre state, e facciano soprattutto i loro interessi. Probabilmente un vero e proprio complotto non esiste, ma diciamo la convergenza di interessi di vari attori come quelli citati. Difficile credere che l'africanizzazione e l'islamizzazione dell'Italia e dell'Europa in così pochi anni sia un fatto spontaneo dovuto soprattutto all'incremento demografico. Gli Stati Uniti d'Europa non possono realizzarsi senza una certa omogeneizzazione della popolazione europea, l'euro e la libera circolazione hanno anche questa funzione. Sicuramente avrai sentito parlare del conte Kalergi e della sua visione della Paneuropa: finzione e bufala o realtà? Nessuno ne parla, ma esiste un ordine di Kalergi di cui sono state insignite fra gli altri persone come Merkel, Juncker, Schulz, Adenauer e persino papa Bergoglio, dunque il Gotha degli europeisti e mondialisti. Forse Winston Diaz ne sa qualcosa e può informarci.

      "Sul fatto che non propongo nulla non è esatto: se indico le cause da lì si risale alle soluzioni. Radicamento dei popoli nei propri territori e valori [...] Legare gli aiuti ai paesi arretrati a politiche di contenimento demografico. E tante pillole e preservativi..."

      Ah be', qui sei abbastanza concreto, mi fa piacere perché finalmente leggo qualcosa di propositivo e positivo. Però il radicamento dei popoli nei propri territori mi sembra difficile se non utopico, come pure il contenimento demografico di cui praticamente nessuno parla - perché la situazione è fuori controllo. Ma secondo Diaz non siamo mai stati così bene, almeno in occidente (però in Italia, l'ottavo paese industrializzato del mondo, e anche in Francia, il settimo paese - milioni di disoccupati o di gente che non arriva alla fine del mese). Ma poi, secondo la buonanima dello svedese Rosling e di Diaz l'esplosione demografica è una balla o una montatura eccessiva visto che il tasso di natalità cala ovunque a parte l'Africa.
      Bisognerebbe discutere "a bocce ferme". L'accoglienza è un dovere - secondo Bergoglio, Avvenire e i comunisti o ex comunisti, secondo la Boldrini dobbiamo accogliere anche i profughi climatici. Già Bergoglio a proposto o preteso che le parrocchie accolgano tot rifugiati (ma i parroci per quanto cristiani hanno risposto giustamente e naturalmente picche). A un certo punto però continuando l'andazzo ci diranno che dobbiamo aprire anche le nostre case, e non solo le seconde, altrimenti non siamo né cristiani né esseri umani. Ci dicono che i muri vanno abbattuti, che bisogna gettare ponti. Il comunismo che torna e che pensavamo definitivamente sconfitto. Chiamalo comunismo, socialismo o comunitarismo - vogliono tutti soldi e controllo sociale.

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    2. Sergio: "A un certo punto però continuando l'andazzo ci diranno che dobbiamo aprire anche le nostre case, e non solo le seconde, altrimenti non siamo né cristiani né esseri umani.

      A un certo punto (già raggiunto) sarò io a dir loro di andare a defecare (ho addolcito). Chi volesse unirsi al coro d'incitamento avrebbe gioco facile, basta essere un po' convinto delle proprie idee e, magari, un po' faccia di tolla, che non guasta mai. Tra l'altro, è da quel dì che non sono cristiano e quanto all'essere "umano" vien da osservare: "da che pulpito!".

      Il problema è che questi usano le leve della manipolazione finché funzionano, qualora dovessere non essere più efficaci stai pur certo che ricorrerebbero ad altre leve, meno "urbane" e più materiali. Come han fatto per millenni i loro predecessori con e senza baffetti.

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    3. "Questi dicono chiaro e tondo che stanno lavorando allo smantellamento degli Stati nazionali per "devolvere" ogni tipo di "sovranità" ad istituzioni "globali", a seconda dei casi a livello continentale o addirittura mondiale."

      Effettivamente il mostro da abbattere è lo stato nazionale. E anche intellettuali che ritenevi passabili, discreti, indipendenti (un Magris per esempio) si dicono schifati dai miasmi del neonazionalismo. Quale nazionalismo? C'è un paese in Europa che ha sogni espansionistici territoriali e si mostri particolarmente aggressivo (non tiriamo adesso fuori la Russia che si è ripresa la Crimea "regalata" all'Ucraina da Kruscev senza chiedere il parere dei Russi). Chi ama la propria patria (già il concetto di patria è fascista) passa per un nazionalista reazionario e pericoloso. Il concetto di nazione, come pure di famiglia, deve essere superato, estirpato. In prospettiva sarà abolita naturalmente anche la proprietà privata (questo significa no borders no nations). Già per San Paolo del resto dopo la venuta di Cristo non ci sono più ebrei e non ebrei, uomini e donne, padroni e schiavi - siamo tutti figli di Dio (però stranamente ci sono ancora padroni e schiavi, e gli schiavi facciano il piacere di obbedire ...).

      Letto oggi queste parole dell'antropologa e "antirazzista" Anna Maria Rivera, una delle penne del Manifesto:

      “Non una di meno” si chiama la rete che ha il merito di aver promosso la grande manifestazione nazionale contro la violenza di genere, svoltasi a Roma il 26 novembre scorso, nonché l’assemblea successiva e quella di Bologna del 4-5 febbraio. Che a loro volta hanno condotto allo sciopero dell’8 marzo. Se sarà fedele al suo nome, essa saprà costruire una coalizione tra native e migranti, capace di trascendere le nazionalità, le culture, le origini, le appartenenze.

      Trascendere nazionalità, cultura, origini, appartenenze? Ha dimenticato la famiglia, per la Chiesa la cellula fondamentale della società, per i comunisti il primo clan mafioso dell'esistenza umana.

      Stranamente poi Mattarellum e Renzi si dicono orgogliosi dell'Italia, della sua arte e cultura che rappresentano un patrimonio straordinario DA VALORIZZARE. Ovviamente per incrementare il turismo e accrescere il PIL. Come se ai turisti interessasero l'arte e la cultura italiana, le "città d'arte", i musei e altro vecchiume.

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    4. Ciao a tutti. Seguo sto blog da molto tempo, complimenti, interessantissimo il blog, come pure i commenti degli ospiti. Mi accingo a scrivere per la prima volta. @Agobit, scusa, ma perché distingui tra complotti pianificati e interessi? Io li vedo come la stessa cosa, ovvero i primi servono a perseguire i secondi.

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    5. quote: "Sicuramente avrai sentito parlare del conte Kalergi e della sua visione della Paneuropa"
      Un amico me ne ha reso edotta.
      Non è che accanto a Chiesa potresti aggiungere l'aggettivo cattolica?

      quote: " Il papocchio argentino dice che chi erige muri non è cristiano."
      Non sarebbe, anche qui, un poco meglio, il termine cattolico? Il papato NON E' una scemenza del cristianesimo, appunto perchè nel cristianesimo vero il papato NON ESISTE. Nel cristianesimo vero non si maltratta la popolazione locale per fare largo a nuovi venuti. Se poi vogliono chiamare cristianesimo la cittadinanza di serie B per chi è italiano o l'invenzione del papato, sta a noi non caderci dentro con tutte le scarpe.

      quote: "Stranamente poi Mattarellum e Renzi si dicono orgogliosi dell'Italia, della sua arte e cultura che rappresentano un patrimonio straordinario DA VALORIZZARE.
      E stanno finanziando la cultura? Stanno creando prospettive? Danno spazio a chi si laurea nelle belle arti e a chi fa il dottorato in archeologia, cioè chi è più in grado di ogni altro di preservare i beni culturali? Ops, ma Renzi è tornato?

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    6. @unaltrouniverso
      Non sono la stessa cosa. I piani organizzati richiedono appunto una organizzazione e un disegno complessivo. Credo che invece qui ci siano solo interessi che sfruttano processi spontanei o storicamente determinati da molteplici condizioni. Ad esempio non credo che dietro l'esplosione demografica africana o indiana ci siano piani o complotti. Sono al contrario frutto di un mancato piano di controllo demografico. O di errori ideologici, come l'azione deleteria della chiesa cattolica

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    7. "sono al contrario frutto di un mancato piano di controllo demografico. O di errori ideologici, come l'azione deleteria della chiesa cattolica"

      Esatto, che peraltro e' frutto della devastazione socioeconomica che ha portato il contatto con l'occidente (devastazione non in senso morale su cui ognuno ha le sue idee, ma in senso che ha modificato l'equilibrio che bene o male c'era prima, senza ancora portare ad una altro che lo sostituisca, visti appunto gli attuali risultati...).

      D'altra parte, storicamente, come gia' piu' volte detto, lo stesso identico percorso demografico l'abbiamo sperimentato anche noi in passato, e per primi: se fino all'800 l'occidente dominava il mondo era anche per la sua schiacciante pressione demografica che cercava "lebensraum" nel resto del mondo. L'italia resta uno dei paesi piu' densamente popolati del mondo, e lo e' non da oggi, bensi' da almeno un paio di millenni (rispetto naturalmente alle tecnologie agricole e sanitarie delle varie epoche).

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    8. @altrouniverso
      "ma perché distingui tra complotti pianificati e interessi? Io li vedo come la stessa cosa, ovvero i primi servono a perseguire i secondi."

      Occhio che bisogna stare molto critici quando ci si ritrova a supporre facili parallelismi, la tendenza forte della cognizione umana e' scambiare le correlazioni (cioe' le semplici coincidenze) per rapporti di causa-effetto.
      Il fatto che sembra che ci sia un complotto, che tutto accade come se ci fosse un complotto, non implica che davvero ci sia.

      Di solito supporre un complotto serve, eccome, a tutta un'altra cosa: a identificare un capro espiatorio a cui addossare tutte le colpe, evitando nel contempo ogni critica a se stessi, cosa molto comoda ma spesso anche molto disonesta, oltre che poco utile dato che non rimuove le vere cause del problema.

      Quando vedo una correlazione, questa e' la prima domanda che mi pongo.

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    9. Riguardo all'africa, bisogna dire che quando c'erano solo gli africani, restava il continente meno modificato (=devastato) dall'uomo, nonostante sia il posto in cui, secondo gli antropologi, c'e' da piu' tempo.

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    10. "se fino all'800 l'occidente dominava il mondo era anche per la sua schiacciante pressione demografica che cercava "lebensraum" nel resto del mondo."

      Sicuro? Io ho letto che la popolazione europea dopo la grande peste del XIV s. è rimasta piuttosto costante e bassa. Inghilterra e Francia dell'età napoleonica avevano ancora rispettivamente 9 e 22 mln di abitanti, o viceversa, non ricordo bene, comunque una miseria. Tanto che Ortega y Gasset (1863-1955) salutava con gioia, quasi con entusiasmo, l'incremento della sua epoca dopo così lunga stagnazione. Tuttavia anche nell'epoca della stagnazione, è vero, l'Europa esportò il surplus demografico, come ha ben mostrato Gunnar Heinsohn, lo studioso dello youth buldge e dei genocidi.
      Ma erano comunque altre cifre, non credo si possa parlare di "schiacciante pressione demografica" (o solo relativamente alle risorse, vedi l'Irlanda).

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    11. sergio:
      "Chi ama la propria patria"

      Ma tu, da "traslocato" in svizzera, quale consideri come tale?

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    12. "schiacciante pressione demografica"

      "schiacciante" e' sempre relativo alle risorse e quindi alle tecnologie adeguate per crearle e sfruttarle nel momento storico, nell'italia dell'ultimo millennio e' un continuo aumentare di popolazione con conseguente crollo dovuto a carestia e pestilenza, e il ripetersi del ciclo. Nell'italia del 1500 se non ricordo male si era arrivati al numero esorbitante per l'epoca di 16-18 milioni di persone che poi la peste e la carestia ridusse di nuovo a 11.
      Adesso ci sono un sacco di studi con dovizia di dati, in proposito, se li trovo ti passo gli estremi.

      Una cosa che tendiamo a rimuovere e' che il numero medio di figli per donna nella storia dell'umanita' e' quasi SEMPRE E DAPPERTUTTO stato di 6 cadauna, solo che prima della rivoluzione industriale e la scienza moderne ne morivano 4 prima di raggiungere l'eta' riproduttiva e cosi' si aveva l'equilibrio della popolazione.

      Questa che stiamo vivendo e' la prima volta nella storia dell'umanita' che la demografia viene contenuta consapevolmente, e infatti, africa esclusa dove siamo ancora ai soliti 6, il mondo nel suo insieme e' a 2.5 figli per donna o meno. Mai accaduto prima nella storia dell'uomo.

      Ovviamente la popolazione continua ad aumentare per effetto del crollo della mortalita' (i vecchi, cioe' i nati al tempo dei 6 figli per donna, sopravvivono piu' a lungo nonostante nascano pochi figli) e quindi di trascinamento delle intemperanze del passato, oltre che per l'africa che continua imperterrita "secondo natura". Ma una volta raggiunto il "regime" la popolazione dovrebbe almeno stabilizzarsi. O almeno cosi' si spera.

      Per quanto riguarda l'italia, ti avevo consigliato questo ottimo video sotto tutti gli aspetti che descrive bene il fenomeno relativamente al 1300:
      www.youtube.com/watch?v=m9HxeKY39BU

      Rosling lo conosci gia' ma a volte mi sembra quasi che ti dia fastidio sapere che il problema dell'incremento demografico verticale, al momento, in gran parte del mondo, e' risolto. Africa esclusa appunto, in cui si continua a fare i 6 figli per donna in media come e' tipico della specie umana in condizioni di equilibrio demografico "naturale", cioe' ottenuto tramite l'elevata mortalita'. Solo che la "mortalita' naturale", grazie alle tecniche importate dall'occidente, non c'e' piu' neanche in africa.

      Per quanto riguarda i nazionalismi, la patria, la famiglia, mi pare che essi rappresentino, politicamente e sociologicamente, il tipico cavallo di battaglia dei sostenitori dell'incremento ad oltranza della popolazione, sebbene ottenuto attraverso l'incremento delle nascite dei "locali" e non l'arrivo degli "immigrati". La stampa di destra la leggo anch'io, e quelli che conosco personalmente con 5 figli sono quelli ricchi e di destra, i poveri di sinistra figli ne hanno due, uno o nessuno (anche perche' la donna e' piu' emancipata...).

      Insomma mi pare che la nuova situazione renda incoerenti alcune posizioni e credenze che ci siamo formati magari 40 o 50 anni fa, e ora si esprimono in un guazzabuglio che non ha piu lo stesso senso.

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    13. A cavallo del '900, dall'italia sono scappati per fame circa 10 milioni di italiani su una popolazione complessiva di circa 30, italiani i cui discendenti nelle americhe e in australia oggi surclasserebbero per numero la stessa popolazione italiana. Nota che sono scappati dove c'era lebensraum da occupare, non in asia, ne' in africa che probabilmente era gia' terreno di caccia degli anglosassoni e dei francesi.

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    14. "Rosling lo conosci gia' ma a volte mi sembra quasi che ti dia fastidio sapere che il problema dell'incremento demografico verticale, al momento, in gran parte del mondo, e' risolto."

      Un po' è vero perché per me la situazione globale è tuttora allarmante nonostante il calo netto e probabilmente duraturo del tasso di natalità in tutto il primo mondo, tanto che si paventa persino la scomparsa degli italiani, degli europei, dei giapponesi ecc. al punto che dobbiamo per forza importare africani, vedi cosiddette politiche d'immigrazione e in un paese saturo come l'Italia.
      D'altra parte trovo anche tranquillizzante il fatto che il tasso di natalità dei paesi evoluti si sia ormai stabilizzato. Il fastidio in merito a Rosling e che le sue ottimistiche previsione, suffragate da dati e statistiche, facciano abbassare la guardia. Comunque la popolazione mondiale continua a crescere a dismisura e le previsioni sono costantemente al rialzo. Possibile però anche un crollo in paesi come l'Italia (in cui la quota di ultrasessantacinquenni - me compreso - comincia a preoccupare). Crollo che avrebbe anche devastanti conseguenze in campo economico, se improvviso e massiccio.

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    15. "Ma tu, da "traslocato" in svizzera, quale consideri come tale?"

      Risposta scontata. Ubi bene ibi patria. O anche: "La mia patria or è dove si vive, gli altri son poco lungi in cimitero." (Pascoli). Tuttavia ho ancora il passaporto italiano e non intendo acquisire quello svizzero - perché non sono svizzero. Sono perciò un déraciné o spostato, non completamente a proprio agio in questo paese superorganizzato che offre "prestazioni complementari" all'anziano che non arriva ai
      39'000 franchi di reddito all'anno (ca. 36'000 €). C'è chi dice che il concetto di patria o Heimat sia ormai superato. Viviamo come si dice in un'epoca post-eroica, chi è ancora disposto a morire per la patria? Ma patria (Vaterland) e Heimat non sono la stessa cosa. La Heimat è il posto che amiamo perché ci siamo cresciuti e lo conosciamo bene e vorremmo conservarlo o persino difenderlo. "La mia patria è il mondo" dicono alcuni (Pannella e soci). È un po' come dire che si vuole bene all'intera umanità (cioè a nessuno). "La patria è l'ultimo ricettacolo dei gaglioffi", dicevano gli internazionalisti. Eppure sono ancora tutti qui, neanche Veltroni che voleva fare l'Africano non smamma (perché sta meglio in Italia).

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    16. quote: "Una cosa che tendiamo a rimuovere e' che il numero medio di figli per donna nella storia dell'umanita' e' quasi SEMPRE E DAPPERTUTTO stato di 6 cadauna"

      anche di più

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    17. "facciano abbassare la guardia"

      Ma non credo, credo sia molto peggio presentare una situazione catastrofica e ormai irrecuperabile per cui l'unica cosa che resta da fare sia mettersi l'elmetto e prepararsi alla guerra, che e' la prima cosa che le persone piu' deboli di mente deducono da questi allarmismi.

      Dovremmo pensare all'effetto che hanno gli allarmismi e il diffondere la paura, magari solo allo scopo appunto di "non abbassare la guardia", anche su quel tipo di persone, prive di ottimismo umanistico cioe' fiducia nel fatto che i problemi siano risolubili con l'intelligenza e il dialogo. C'e' un sacco di gente che usa queste informazioni solo per tirar fuori dal suo profondo l'odio e il razzismo piu' tribali dandogli legittimita' razionale, e a girare nei gruppi sembrano anzi se non la maggioranza, quasi.

      Fra un po' va a finire che ripartono i pogrom, e devo dire con un certo rammarico che nei nostri gruppi di discussione i personaggi che dichiarano apertamente o fanno capire in modo implicito che questo sia l'unico modo sensato di reagire ai problemi non sono pochi, e nemmeno vengono redarguiti dagli altri, la "maggioranza silenziosa", che anzi sempre piu' spesso tace e/o si accoda.

      Questo e' un pessimo segno specie per chi crede, magari peccando di ottimismo, nella "de hominis dignitate".

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  7. OT

    È morto oggi Dànilo Mainardi, etologo. Aveva 83 anni. Io gli devo molto, non so voi.

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  8. non so chi sia, ma mi spiace comunque

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  9. anche io debbo molto a Mainardi. Ho ancora le registrazioni di vecchie trasmissioni tv in cui spiegava, come sapeva fare lui, le meravigli delle diverse specie viventi minacciate dalla crescita umana incontrollata. Insieme a Lorenz, e' stato per me molto importante.

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    1. Entrambi, Lorenz e Mainardi, preoccupati dell'incremento demografico, come pure un pezzo da novanta del panorama filosofico contemporaneo, Peter Sloterdijk. Come pure il teologo ex cattolico Eugen Drewermann, appassionato zoofilo che vede il mondo animale non umano sempre più minacciato dal sapiens sapiens (sic), die Krone der Schöpfung! Voces clamantes in deserto. Quo usque tandem?

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  10. Winston, con le miliardate attuali un tasso medio di 2,5 è parecchio grave, perché oltre a non consentire la necessaria RIDUZIONE numerica della popolazione ne comporta un ulteriore aumento. Aumento che, sebbene percentualmente inferiore rispetto al passato, essendo applicato ad una base più ben elevata è ben superiore a quello d'un tempo.

    L'Italia, in particolare, a causa della sovrabbondanza della popolazione dimorante rispetto alle possibilità del territorio, ha bisogno del tasso corrente ed ha bisogno che quel tasso non venga mortificato e reso inefficace dalle iniziezioni di alterità pianificate e implementate a livello dirigenziale in un vero e proprio progetto di zootecnia umana teso ad avvantaggiare i mandriani a scapito della mandria.

    Poi ognuno di noi "formichine impotenti" è libero di pensare quel che vuole, visto quel che vale nel contesto delle miliardate di cui sopra (0,000... quanti zeri prima d'una cifra significativa?). Una cosa è certa: quei merdosi mandriani non avranno vitelli generati dai miei lombi, né alcuno potrà mai considerarmi complice del meccanismo. Ognuno responsabile a livello personale delle proprie scelte.

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    1. "Aumento che, sebbene percentualmente inferiore rispetto al passato, essendo applicato ad una base più ben elevata è ben superiore a quello d'un tempo."

      Giusto, anche questo è da considerare. Si dice (si dice!) che grazie al calo del tasso di natalità ecc. ecc. la popolazione mondiale si stabilizzerà, non aumenterà più (si dice). Intanto però il numero globale aumenta in modo impressionante e si è passati dai 9 miliardi preventivati per fine secolo a probabili 11 o 12 miliardi o magari anche più. Certo noi non ci saremo per cui potremmo dire après nous le déluge. Ma mi piacerebbe sapere se qualcuno dei natalisti abbia almeno una vaga idea del livello a cui si attesterà la popolazione mondiale, che so, appunto 11 o 12 o 15 miliardi, oppure se per loro l'aumento può essere anche esponenziale, non bisogna essere pessimisti, non ci sono limiti alla creatività umana, anzi è proprio nelle difficoltà estreme che il genio umano fa le sue prove e sbalordisce. Per cui possiamo prospettare anche una umanità di 10 o 30 miliardi in alveari o termitai umani superorganizzati con una qualità di vita che manco ci sogniamo oggi. Sono già allo studio falansteri che occupano pochissima superficie e in cui possono vivere 30 o 50mile formiche umane con tutte le comodità immaginabili, comprese piste ciclabili da un punto all'altro dell'ecomostro. Però intanto la vita fa piuttosto schifo oggi vuoi per l'eterna insoddisfazione umana, vuoi per la oggettiva congestione di città e periferie, squallide da morire. Non parliamo poi delle megalopoli indiane o cinesi senza cessi e acqua pulita a sufficienza, Africa idem. Ma il Foglio e Avvenire ci dicono che la scarsa crescita economica o lo stallo sono dovuti proprio alla stagnazione demografica. Più gente più crescita più opportunità per tutti. Più rifiuti pure, ma anche i rifiuti sono un'opportunità (di crescita evidentemente). Qui si esce pazzi!

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    2. Il tasso di 2.5 comprende nella media l'africa che e' a 6 circa.

      Il problema piu' grosso oggi, dal punto di vista statistico-demografico, e' il calo della mortalita'. Tutti o quasi gli ultimi nati al tasso di 6 per donna sopravvivono. La stessa "tecnica" che ha reso possibile il controllo della natalita' e il crollo della fecondita', ha anche fatto crollare il tasso di mortalita', ma purtroppo i crolli dei due tassi producono effetti sfasati nel tempo, per cui la popolazione complessiva globale continuera' ad aumentare, salvo qualche catastrofe tipo una epidemia di quelle che da sempre spazzano ogni tanto le popolazioni troppo numerose, per cui tutte queste chiacchere che facciamo faranno ridere i posteri, che magari diranno "ma guarda questi vecchi babbioni idioti di cosa si preoccupavano per niente".

      Se pensi che sarebbe giusto di tagliare le medicine ai vecchi, credo che non molti sarebbero d'accordo, e anzi la maggior parte ti considererebbe un mostro di disumanita', un nazista sadico.

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    3. A proposito, non fa statistica, ma di quelli che conosco, quelli che provengono da famiglie numerose (fino alla generazione prima della mia erano considerate "normali" le famiglie con almeno 6 figli in tutta italia nord compreso), hanno pochissimi figli, noi quando ci ritroviamo fra cugini, su 20 la somma dei figli arriva se va bene alla meta' o meno, e vedo che questa e' una cosa abbastanza comune.

      E quando vedi che su 10 persone circa fra i 40 e i 70 anni c'e' un solo "erede" che avra' sul gobbone tutti questi vecchi o futuri vecchi oltre agli eventuali suoi figli, capisci cosa intendono i demografi quando parlano di allarme circa il crollo della popolazione in certe comunita'.

      40 anni fa era giusto preoccuparsi dell'esplosione demografica e quasi nessuno ci fece caso, ma ora se ne pagano le conseguenze: puo' darsi che lo stesso valga per il decremento drastico di oggi in certe comunita'.

      La natura aborre il vuoto, se lasci dello spazio libero c'e' subito qualcun altro che lo occupa, il che in qualche caso puo' portare in effetti a terribili tensioni etniche, se non fosse per il "piano kalergi" (che non era del tutto delinquenziale, dato che fu pensato mentre la vera delinquenzialita' in europa si stava sfogando con massacri etnici e ideologici sommari basati sui piu' fantasiosi pretesti).

      Ad avercela con kalergi sono i neonazisti, di solito, fateci caso.

      https://it.wikipedia.org/wiki/Richard_Nikolaus_di_Coudenhove-Kalergi

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    4. quote: "Se pensi che sarebbe giusto di tagliare le medicine ai vecchi, credo che non molti sarebbero d'accordo, e anzi la maggior parte ti considererebbe un mostro di disumanita', un nazista sadico."
      e in questo caso la maggior parte, per una volta, avrebbe ragionissima.

      quote: "E quando vedi che su 10 persone circa fra i 40 e i 70 anni c'e' un solo "erede" che avra' sul gobbone tutti questi vecchi o futuri vecchi oltre agli eventuali suoi figli, capisci cosa intendono i demografi quando parlano di allarme circa il crollo della popolazione in certe comunita'."
      il vero crollo di cui preoccuparsi è quello delle istituzioni pubbliche. se funzionassero tutte a dovere non ci sarebbe questo problema


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    5. quote: "Ad avercela con kalergi sono i neonazisti, di solito, fateci caso."
      eh bè, sulle orme di Garibaldi

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    6. "il vero crollo di cui preoccuparsi è quello delle istituzioni pubbliche"

      Ma di grazia come pensi possano funzionare se c'e' uno che contribuisce e assiste per ogni 10 che vengono contribuiti e assistiti? Quell'uno non ce la fara' mai, neanche coi robot, e' impossibile.
      In effetti nei decenni precedenti siamo stati abituati bene, oltre che dalla enorme disponibilita' di energia, anche dal fatto che la crescita demografica ha per un po' prodotto delle societa' in cui per ogni pensionato e ammalato c'erano 4 giovani che contribuivano per pagargli la pensione e per curarlo. Adesso che il trend si e' invertito, sia per carenza di giovani sia per l'enorme prolungamento della terza eta', sta succedendo il contrario, e ovviamente il vecchio sistema resta in piedi solo facendo debiti, consumando il patrimonio accumulato, per infine collassare (visto che chi presta i soldi vuole pure gli interessi, l'illuso).

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    7. "eh bè, sulle orme di Garibaldi"

      Qui dalle mie parti c'e' un'imprecazione, "maledetto garibaldi", che e' in uso per le sue presunte responsabilita' nell'aver aiutato l'unificazione d'italia e quindi aver reso possibile l'annessione ad essa della mia regione, che comunque prima e' stata per un breve periodo sotto il dominio napoleonico e poi austriaco (cosa che molto rimpiangono ancora, rispetto all'italia di roma e del centrosud, a dire il vero).
      Ma una adesione delle regioni italiane ad una confederzione europea sullo stile elvetico che lasci ad esse vaste autonomie sarebbe probabilmente molto preferibile all'italia imperiale attuale, e cio' e' molto di piu' compatibile coi piani di kalergi che di garibaldi. Ma a dire il vero forse garibaldi fu solo un poveraccio che venne strumentalizzato dal re del piemonte per perseguire i suoi piani di allargamento del suo regno.

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    8. quale stile elvetico, se appunto proprio la Svizzera sta fuori unione?

      quote: "(cosa che molto rimpiangono ancora, rispetto all'italia di roma e del centrosud, a dire il vero)."
      per forza, basti vedere come sta il Trentino. tutte le volte che sono stata a Bolzano respiravo tutt'altra aria. l'idea era andarci a vivere, qualora non fossi andata in Brasile.
      quote: "Ma di grazia come pensi possano funzionare se c'e' uno che contribuisce e assiste per ogni 10 che vengono contribuiti e assistiti? Quell'uno non ce la fara' mai, neanche coi robot, e' impossibile. "
      mica tanto impossibile. innanzi tutto l'uno che contribuisce è dovuto all'altissimo tasso di disoccupazione e non allo spopolamento (l'Italia spopolata l'hai vista?). il resto preferisco tacerlo perchè tanto non è scrivendolo qui che le politiche italiane cambiano, servirebbe solo a far scoppiare la bile a troppi di noi e preferisco evitare, tanto come qualcuno ha giustamente osservato, chi di noi è già anziano non farà forse in tempo a vedere un ancor peggiore sfacelo e chi come me non ci vive, in Italia, non potrà che piangere per gli amici che ci vivono

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  11. Non so se ci sia di mezzo il piano kalergi, ma quello che sta facendo il parlamento italiano è enormemente pericoloso per quel che resta del nostro paese. Il primo nemico dell'italia siamo noi stessi. Stanno per introdurre lo ius soli, e già sono aumentati a dismisura gli arrivi sulle nostre coste di donne agli ultimi mesi di gravidanza con la speranza o la certezza di generare figli italiani. Il parlamento ha poi approvato il primo step del "reddito di cittadinanza", che riguarda per ora i primi 1,8 milioni , nel cui testo di legge tra i requisiti non è prevista la cittadinanza italiana. La legge peserà sui contribuenti per ora un paio di miliardi l'anno. Ciò significa che il reddito (non a caso denominato reddito di inclusione) andrà quasi tutto agli immigrati a cui è richiesto solo una generica "presenza" di cinque anni sul territorio nazionale (difficile da certificare e che si baserà su autodichiarazioni). E' prevedibile che questa legge, come è accaduto nei paesi europei del nord che l'hanno già introdotta, costituisca un richiamo per ulteriori milioni di migranti.

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    1. Credo che il "disegno sottostante" sia sempre lo stesso degli ultimi decenni, alla luce del sole e senza nessun complotto, e si tratti delle politiche keynesiane della "domanda aggregata": cioe' la necessita' di avere tanti consumatori dotati di abbondanti mezzi di pagamento comunque "inventati", tali da poter far continuare il prosperare dei produttori.

      La colonizzazione culturale del mondo da parte dell'occidente persegue lo stesso obiettivo da secoli: la creazione di nuova domanda su nuovi mercati.

      Dal dopoguerra in particolare e' questa la politica economica mainstream, che in effetti ha prodotto tanta "crescita", altro che il neoliberismo e la supply-side economics, a cui i neokeynesiani infatti addossano, non del tutto a torto, la colpa della stasi economica. Se i consumatori sono liberi di scegliere cosa comprare e dotati solo di mezzi di pagamento reali, e non virtuali a debito/credito, sono molto piu' morigerati nei consumi. Dato appunto che devono pagare di tasca loro.

      Gli stessi 80 euro renziani seguono la stessa falsariga, tentato, testardo, cocciuto keynesismo fuori tempo massimo, nella speranza che basti spingere di piu' sull'acceleratore per aumentare all'infinito la velocita'. Il risultato infatti e' stato solo di crescita ulteriore del debito, senza aumento dei consumi.

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    2. Infatti uno dei misteri per me piu' grandi e' come possa sposarsi la politica economica del debito a oltranza per spingere la crescita economica, che e' tipica dell'economia della sinistra politica, con l'ecologismo e la decrescita, che e' tipico della stessa parte politica. Probabilmente la spiegazione e' semplice: si tratta semplicemente di dissonanza cognitiva, di ignoranza, di wishful thinking mascherato di razionalita'.
      Il tutto infatti si e' finora materializzato in una assurda crescita della decrescita, cioe' in maggiori consumi finalizzati a diminuire i consumi, e in maggiorato inquinamento nell'altrove per diminuire l'inquinamento locale.
      Dementi, che sarebbero solo da compatire se per ottenere a forza questo innaturale risultato non stessero promuovendo lo Stato di Polizia, fiscale e non solo.

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    3. Uno degli esempi che mi piace portare (io vado solo in bicicletta) sono le piste ciclabili che non usa nessuno: dalle mie parti vengono fatte con costi che a volte raggiungono il milione di euro al km, cifra spropositata con cui a suo tempo si fece l'autostrada del sole, non una pista ciclabile. A cosa servono? A far lavorare le millemila imprese e _soprattutto_ i professionisti che le progettano, la vera piaga del nostro tempo, alla fine oggi e' la tecnocrazia, piu' che la politica, quella che decide come spendere i soldi (specie quelli degli altri). Anche i soldi che non ci sono, che poi ti dicono che c'e' il debito perche' "hai vissuto al di sopra delle tue possibilita'". Tu!
      Ve lo dico a ragion veduta, conosco perche' vedo direttamente e personalmente le dinamiche che tengono in piedi questo ambaradan, ho conttto diretto col settore: si tratta di un effetto cumulativo di tante piccole cause che spingono tutte verso lo stesso risultato: consumare per produrre.

      Altro che complotto...

      La stessa cosa vale per l'edilizia privata e pubblica: senza l'arrivo dei milioni di immigrati i primi a collassare sarebbero gli enti locali, che sono gia' ampiamente sovradimensionati per una popolazione in stasi, figuratevi cosa sarebbe successo con lo spopolamento anche minimo delle citta' e delle periferie, cosa che avrebbe significato il crollo dei consumi di servizi e quindi delle entrate della amministrazioni comunali gia' in crisi iperglicemica da eccesso di personale inutile ma che mangia eccome. La gestione bizantina delle immondizie, con la balla sesquipedale del riciclo che chiunque conosca un minimo il settore sa essere solo una figura retorica, segue la stessa filosofia: consumare il piu' possibile portando a spasso le immondizie da un luogo all'altro, immondizie che alla fine, dopo mille trattamenti e giri "turistici", finiscono in un inceneritore a brescia o nei paesi del centro nord europa, dove ci produconoenergia elettrica, cosa che avrebbero potuto e dovuto fare gia' da subito in ambito locale, a km zero come si usa dire dagli stessi furbetti che le portano a spasso a scopo di lucro economico e politico, per dire....

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    4. "professionisti del settore" "tecnocrazia che comanda"
      "tante piccole cause che spingono tutte verso lo stesso risultato"

      La cosa che mi innervosisce oltremodo e' che, nelle discussioni con tutti questi equivoci soggetti, quasi mai hanno l'onesta' di dire "lo faccio perche' cosi' riesco a sbarcare il lunario, ci pago il mutuo e le tasse, con cui i miei soldi mi ritornano indietro con tanto di guadagno".

      Quasi sempre ritengono, anzi si inalberano a dire, col solito moralismo e ipocrisia che ammorbano il mondo temo da quando esiste l'uomo "moderno", che senza il loro intelligente, saggio e accorto operato crollerebbe tutto, sarebbe la catastrofe.

      La catastrofe, lo stratagemma con cui da duemila anni campa un sacco di gente senza fare nulla di buono.

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  12. quote: "Gli stessi 80 euro renziani"
    fortunati quelli delle categorie che han potuto averli. quel che andava fatto era anche la modifica della legge riguardante gli invalidi civili che perdono l'accompagnamento quando sono ricoverati in ospedale (la logica sarebbe: siccome i ricoverati mangiano e dormono, non hanno bisogno di quei soldi" e chi gli fa assistenza giorno e notte di cosa campa, di aria fritta? e se al ricoverato invalido devi prendergli la badante per fargli la notte perchè non ti puoi licenziare dal lavoro?)

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  13. quote: "Ubi bene ibi patria."
    in vita mia non ho mai visto un popolo più patriota di quello argentino (forse i rumeni li eguagliano o si avvicinano a tale patriottismo). ovviamente non ho girato tutti i paesi del mondo, non ne avrei il tempo in una vita (e francamente nemmeno le finanze), ma ove mi sono più a lungo soffermata ho avuto modo di vedere le differenze e gli argentini amano davvero il proprio paese. i miei parenti lo dimostravano apertamente.
    poichè è venuto fuori il punto patriottismo

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  14. LA DENATALITÀ È INEVITABILE E CULTURALE

    http://www.simofin.com/simofin/index.php/italia/12777-denatalita-cultura

    Testo interessante e non polemico: fotografa la situazione. Difficile però cambiare rotta, non basteranno nemmeno gli innesti di allogeni perché anche questi si adeguano in fretta alla tendenza degli autoctoni. Come si dice? Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Non si possono scatenare gli istinti più bassi - consumismo compulsivo, continua esaltazione della crescita economica - e poi lamentarsi che la gente vuole meno figli o non ne vuole affatto. Per forza, bisogna lavorare in due per permettersi tutti gli sfizi - elettronica, vacanze, auto, mutuo. Non è che la gente non abbia più figli perché manca il lavoro, non ci siano prospettive.
    I nostri nonni - magari anche i nostri genitori - hanno fondato una famiglia senza assicurazione e riassicurazione. Siamo ormai troppo comodi, preferiamo il comfort agli stress familiari. Fra parentesi, sembra sia successo qualcosa del genere anche agli antichi Romani che a un certo punto preferirono il lusso (anche le sfilate di moda, a credere al Fellini di "Roma") alla "scocciatura dei figli" (dixit Montanelli che di figli non ne ebbe nemmeno lui). Le civiltà nascono e muoiono, sembra una legge di natura, forse anche la nostra è al tramonto.

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    1. cCro sergio, condivido il tuo intervento e trovo interessante il concetto.
      Però oggi il problema demografico è tragicamente diverso.
      Una volta i troppi figli non erano mai un problema mondiale: le società giovani ed emergenti andavano semplicemente ad occupare i territori di quelle vecchie e in decadenza,
      Oggi però non sappiamo più dove andare: abbiamo un mondo solo e l'abbiamo occupato tutto.

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    2. "Per forza, bisogna lavorare in due per permettersi tutti gli sfizi - elettronica, vacanze, auto, mutuo. Non è che la gente non abbia più figli perché manca il lavoro, non ci siano prospettive."

      Mi pare che abbiamo gia' rimarcato fino alla nausea che oggi allevare un figlio preparato per le necessita' della vita contemporanea e' un onere pensantissimo sia per i genitori che per la societa', e che questo basta e avanza da solo per spiegare il motivo dell'attenzione nell'investimento parentale.
      Non si sfornano piu' figli a nastro come una volta che tanto gia' dalla fine dell'infanzia si arrangeranno e per male che vada combatteranno come carne da cannone per la loro tribu'.

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    3. Converrà rimarcare che l'autentico problema demografico odierno NON è certo dato dal razionale tasso di natalità finalmente & faticosamente raggiunto nelle Società occidentali, quanto quello costituito dalla tetragona PERSISTENZA di tassi di natalità elevati (anteriori al recente abbattimento della mortalità infantile media a seguito dei progressi medico-igienico-sanitari) in particolare nel Continente africano, la cui popolazione è prevista passare da UNO a QUATTRO mld. entro la fine del secolo presente...

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  15. quote:"anche questi si adeguano in fretta alla tendenza degli autoctoni"
    difficile. alcune culture sono troppo agli antipodi (vedere i rom, che altro che lavorare, nè in due nè meno) e finchè le amministrazioni elargiranno loro i privilegi che gli italiani non hanno (a meno che non dimostrino di essere nullatenenti e sfrattati, allora quantomeno anche gli italiani possono avere la casa popolare, almeno finchè ci ho vissuto tant'era), non si preoccuperanno del magro stipendio, men che meno del numero di figli (che purtroppo a loro servono per chiedere le indebite elemosine)

    quote: " auto,"
    non è uno sfizio, purtroppo, magari lo fosse. se non sei "automunito", come d'obbligo da scheda compilativa centri impiego, non ti chiamano per lavorare. e se sei impiegato pubblico "concorsato" e il tuo posto di lavoro è fuori mano, l'amministrazione potrà esortarti caldamente a comprarti la macchina (quando vivevo in Italia ci sono passata, per questo frangente). per rimanere in tema di sfizi, oramai neanche i prodotti elettronici lo sono più. il mio caro vecchio zio, che ne avrebbe fatto volentieri a meno, continuando a scrivere ancora con carta e penna, ha rischiato di non ricevere più la pensione di anzianità perchè l'INPS ad un certo punto ha cominciato a obbligare gli anziani a usare i codici di accesso, inviando il pin a casa, per il ritiro della pensione.

    quote: "Non è che la gente non abbia più figli perché manca il lavoro, non ci siano prospettive."
    in Svizzera dove sei tu, certo. in Italia la situazione occupazione è tragica

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    1. "continuando a scrivere ancora con carta e penna"

      Infatti, non ci rendiamo conto di quanto siano totalizzanti e autoritarie certe nostre scelte in quanto maggioritarie, maggioritarie nel senso che una volta superato il livello di soglia, TUTTI sono obbligati ad adeguarsi pena l'esclusione sociale cioe' la morte civile se non anche fisica.

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    2. In questo c'e' una violenza che non e' meno smisurata in quanto stoltamente inconsapevole.

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    3. Be', certo, per molti la macchina non è uno sfizio ma una necessità. Un mio amico dice addirittura che la macchina ormai fa parte dello standard comune, non è più un lusso. Dunque chi fa fatica a procurarsela e a mantenerla ha o avrebbe diritto a sovvenzioni statali, la macchina è nel pacchetto del welfare, come istruzione, sanità, alloggio popolare ecc. La nuova moda è l'inclusione, nessuno deve sentirsi escluso, tutti hanno diritto a ... a tutto, che lavorino o non lavorino, s'impegnino o non s'impegnino. Ogni desiderio è un diritto (umano).
      Siamo passati dal vecchio telefonino al computer tascabile di cui ormai nessun dodicenne non può fare a meno pena l'esclusione ("pensa tu, quello non ci ha nemmeno lo smartphone, poveraccio").

      Io sono all'antica e conservatore, amante della tradizione. Non ho mai avuto un cellulare, rifiuto lo smartphone e trovo insopportabili tutti questi scemi col loro scemofono ovunque, alla fermata, in treno, a cena. Dicono che ormai è una protesi necessaria, se non appunto sei escluso dal giro. In parte è vero, ormai insegnano l'uso dello smartphone anche ai vecchi dell'ospizio. Mah! Il computer, l'email e l'e-banking - non debbo più andare allo sportello alla posta - mi stanno bene, talvolta anche l'e-commerce, ma proprio una necessità non sono nemmeno queste cose. Chiaro, fino a un certo punto devi partecipare all'andazzo (le poste svizzere chiuderanno prossimamente 600 uffici, forse anche il mio). Ma a volte si può anche resistere o rinunciare. Il nostro Winston fa vita da spartano per esempio, niente auto e pedalare, che è anche salute.

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    4. Una lettera scritta a mano è cosa diversa da quella scritta al computer. Intanto procedi più lentamente, rifletti un attimo prima di mettere nero su bianco, non puoi cancellare e ricancellare, l'atteggiamento è dunque diverso, sei più raccolto, attento. Il computer invece è una mitraglia, se non sei contento cancelli in un baleno, parole frasi interi paragrafi. Ormai lettere a mano non ne scrive più nessuno, la cassetta delle lettere è sempre tristemente vuota. Ma una volta si scriveva soprattutto per comunicare qualcosa (stato di salute, affari) oltre che per esprimere sentimenti. Ma la comunicazione avviene oggi letteralmente alla velocità della luce, non devi aspettare giorni e settimane una risposta. Bisogna farsene una ragione, e poi questa velocità è anche pratica. Lo stesso si consiglia di fare ogni tanto una pausa, spegnere cellulare computer e televisione (poi ormai leggi sempre le stesse cose, tutte le parole sono consunte - diceva già decenni fa uno scrittore francese, adesso non ricordo il nome, quello del "Rinoceronte"). Le grosse novità che richiamano ancora l'attenzione sono incidenti aerei, attentati, guerre (ogni tanto anche qualche novità scientifica, la scoperta di nuovi esoplaneti).

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    5. L'autore de Il rinoceronte è Eugène Ionesco.

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  16. quote: "Infatti, non ci rendiamo conto di quanto siano totalizzanti e autoritarie certe nostre scelte in quanto maggioritarie, maggioritarie nel senso che una volta superato il livello di soglia, TUTTI sono obbligati ad adeguarsi pena l'esclusione sociale cioe' la morte civile se non anche fisica."

    voi siete fortunati a essere già pensionati. il peggio che deve ancora venire ve lo state risparmiando, almeno credo. avete molto di che ringraziare, avendo vissuto tra gli anni 50 e 90. guardate un po', tornando all'auto, la vera e propria trappola, per quanto messa inconsapevolmente, come dice Winston, in atto: giuridicamente non sarebbe obbligatorio prendere la patente, no c'è una legge che lo impone, nè tantomeno l'acquisto di un'auto. ma c'è l'obbligo per vie di fatto, dato, non ultimo, la scarsità dei mezzi pubblici. che se poi scioperano, ma bisogna andare a lavorare fuori città, i datori di lavoro non è detto che ne vogliano mica sapere: peggio per te che non hai la macchina! anzi, se la macchina non ce l'hai, nemmeno ti assumono. è raro, oggi in Italia trovare lavoro senza macchina. questo, forse, perchè negli anni 80, ero troppo piccola ma me lo ricordo, il benessere aveva spinto alla corsa eccessiva alla compera delle automobili ed era normale vedere che in una famiglia a momenti le auto superavano i componenti e in pochi sarebbero andati a piedi perfino dalla camera da letto al salotto (il salotto, altro lusso, questo si che è lusso, ma ricordo anche che negli anni 80 ben pochi di quelli che conoscevo ci rinunciavano). solo che non si può neppure fare una colpa a coloro che avendo vissuto la guerra (anche due, come i miei nonni) erano oramai stanchi di vivere in diciotto in un monolocale e dovendosi spostare senza nemmeno una bicicletta

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    1. "voi siete fortunati a essere già pensionati"

      Ehi, io non sono ne' saro' mai pensionato, m'impicco prima, piuttosto.

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    2. e perchè mai? dopo tanti anni di contributi? e per campare?

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  17. Claudio: "tetragona PERSISTENZA di tassi di natalità elevati (anteriori al recente abbattimento della mortalità infantile media a seguito dei progressi medico-igienico-sanitari) in particolare nel Continente africano, la cui popolazione è prevista passare da UNO a QUATTRO mld. entro la fine del secolo presente..."
    Purtroppo sul tema natalità si continua a ragionare con la Ragione localizzata: in Italia la natalità è bassa ecc. Nel mondo attuale questo tipo di discorsi non reggono più. Quello che avviene a Dacca o ad Abuja ha conseguenze su Roma, Milano o Varese o Canicattì senza alcun limite o confine. La globalizzazione è difficile da comprendere e si continua a ragionare con i criteri mentali di fine ottocento (o primi novecento, bene che va)...

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    1. "Si continua a ragionare con i criteri mentali di fine Ottocento"

      Buona parte delle responsabilità in qs. senso ritengo siano imputabili ai (mai del tutto sopiti e cmq. oggi potentemente risorgenti un po' ovunque) sentimenti clerico-nazionalisti e identitario-sovranisti, che (almeno su qs. terreno) tendono a saldarsi da una parte con l'ideologia turbo-capitalista della crescita illimitata e dall'altra con l'avversione neo-femminista & terzomondista rig.do a qualsivoglia ragionevole invito al ricorso a pratiche di birth control & family planning, vissuto come inaccettabile intrusione "maschilista" e neo-colonialista nella gestione della sessualità/riproduzione femminile e dei Paesi afferenti al c.d. Terzo Mondo...

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    2. ma non dovrebbe semmai essere l'incontrario? l'ideologia della crescita (moltiplicarsi dei popoli) illimitata non dovrebbe appartenere semmai alle economie non capitaliste? e l'intrusione maschilista potrebbe essere semmai sfavorevole alla contraccezione, almeno così pare -pare-

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    3. Il turbo-capitalismo (sfortunatamente) necessita di masse sempre più ampie di consumatori... Quanto al secondo tema, ad es. in occ.ne dell'ultima Conferenza onusiana su Popolazione e Sviluppo (tenutasi a Il Cairo nel 1994) ampie frange neo-femministe sono state oggettivamente convergenti con Chiesa cattolica, Paesi islamici e figure afferenti all'area marxista nell'ostacolare strenuamente ogni "accelerazione" nell'implementazione di pratiche di birth control & family planning nei Paesi afro-asiatici e latino-americani...

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    4. Oggettivamente la denatalita' va di pari passo con l'autodeterminazione femminile. E comunque, in quanto promotrici dell'autodeterminazione, non hanno torto ne' sono incoerenti nel rifiutare ogni imposizione autoritaria dall'esterno sull'argomento "gestione dell'utero". Per una volta, do' ragione a loro. I molti che in questi siti considerano l'utero una cosa da gestire collettivamente in quanto il suo uso ha effetti sociali, sono tranquillamente definibili nazi-ambientalisti. Sono tanti, e di solito sono talmente ignoranti (ma anche questo e' tipico) che non sanno di avere la stessa identica opinione dei nazisti del blut und boden, della terra e del sangue.
      https://it.wikipedia.org/wiki/Blut_und_Boden

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    5. Peccato che le misure proposte ad es. al Cairo si basassero essenzialmente sulla promozione di campagne di informazione/educazione contraccettiva, procreazione responsabile e salute riproduttiva... E cmq. il tasso di misandria aprioristico-dogmatica e di sessuofobia (spesso a sfondo lesbico) presente nei movimenti neo-femministi è notoriamente piuttosto elevato (non a caso, per riprendere la def.ne sopra presentata, qlcn. ha parlato/parla di nazi-femminismo)...

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    6. Non credo proprio che le femministe fossero contro il birth control, bensi' saranno state contro, giustamente secondo il mio modesto punto di vista, l'imposizione autoritaria al birth control, che e' molto diverso.

      Ai nostri fini resta poi il fatto, pratico, che queste di incremento demografico ne producono ben poco. Poi che opinioni abbiano e che stili di vita condividano all'interno del loro gruppo, riguarda solo loro.

      Oppure "dobbiamo fare una legge" contro il lesbismo e costringerle a sposarsi in chiesa e fare tanti figli? La personalita' autoritaria tipica a questo mira, quindi ci conviene non fomentarne troppo gli istinti e distaccarcene.

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    7. C'e' un articolo che spiega bene la faccenda qui, si sia d'accordo o no con esso:
      www.massimofini.it/articoli/lo-scontro-di-civilta-si-combatte-sulle-donne

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    8. > Quello che avviene a Dacca o ad Abuja ha conseguenze su Roma, Milano o Varese o Canicattì senza alcun limite o confine.

      ieri mi sono preso la briga per fare un paio di conti e due ricerche su dati storici su cosa succede in Alto Adige e in Trentino, stimolato (purtroppo!) da un articolo di propaganda e apologia natalista del Corriere.

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    9. il Trentino e l'Alto Adige, dati storici a parte, sono le più vivibili regioni italiane. se fossi in Italia sarebbe il posto che sceglierei per viverci (tra l'altro lo conosco abbastanza)

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    10. Ciò non toglie che siano diventate delle scatole di sardine.
      In una scatola di sardine, se queste fossero intelligenti, non realizzerebbero alcuna misura atta a favorire la creazione di altre sardinine.

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  18. Agobit, ma che fare se non entra in testa? se anche solo alcuni della generazione postbellica continuano a ragionare secondo i criteri degli anni settanta e da quell'orecchio proprio non ci sentono?

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  19. a quei tempi, neppure lontani, quello che avveniva a Dacca aveva solo conseguenze a Dacca, o forse ci si illudeva che tant'era

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  20. Infatti per modificare la geopolitica del pianeta non servono più missili e carri armati. Oggi le modifiche su scala mondiale della potenza politica ed economica avvengono, su scala temporale più ampia, avvengono con l'uso politico e religioso di ondate di spermatozoi che poi sono all'origine delle ondate di migranti e di lavoratori-produttori. Il ruolo della donna è relegato a mezzo di produzione, di natalità. Ho letto in un articolo di un centro studi sulla geo-politica che nei prossimi decenni si creeranno macro-aree economico politiche basate sui tassi di natalità, sui cambiamenti economici e sui flussi di migranti che stanno accadendo oggi. E' prevista un'area Anglo-americana di cui la brexit costituisce la prima conferma. Un'area asiatica con il predominio cinese, una russo-caucasica estesa in parte al medio-oriente, ed una euro-africana in cui l'europa sarà conglobata per ragioni demografiche e di declino economico.

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    1. Fatalita' e' piu' o meno la categorizzazione con cui le grandi multinazionali americane suddividono il mondo da decenni allo scopo di ottimizzare la gestione dei loro mercati. L'ibm in italia si chiama da sempre ibm-semea: sud europa - middle east - africa...

      "centro studi sulla geo-politica"... starei attento a queste fonti, il loro scopo non e' interpretare il mondo, e' marxisticamente cambiarlo per i loro fini. Tanto, su questo argomenti, ognuno puo' sparare qualsiasi fandonia, tutto e' possibile e verosimile.

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    2. Volevo sottolineare quanto i governi, i politici (compresi i verdi) ,i media e gli intellettuali siano ciechi e sordi di fronte agli effetti della sovrappopolazione. Per loro l'esplosione dei tassi di natalità non esiste e meno se ne parla meglio è. L'unica loro preoccupazione sono le culle vuote nel loro orticello. Per loro il mondo si trasforma per grazia di dio o solo in seguito alla crescita del pil. Invece il mondo sta cambiando vorticosamente proprio in seguito alla esplosione della popolazione e degli alti tassi di natalità in tante aree del pianeta i quali a loro volta influenzano il pil, le trasformazioni economiche, i commerci, il collasso ambientale e anche -pare- la grazia di dio.

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    3. "Per loro l'esplosione dei tassi di natalità non e' mai esistita"

      Se sostenessero questo, avrebbero ragione, i tassi di natalita' non sono mai esplosi.
      Quello che e' successo e' che sono implosi i tassi di mortalita', ed e' per questo motivo che e' necessario, di conseguenza, limitare di altrettanto i tassi di natalita', abbassandoli pero' a livelli a cui non sono mai scesi prima.
      Altrimenti quello che otterremo prima o poi, di certo, e' che i tassi di mortalita' torneranno agli elevatissimi livelli precedenti.
      Quindi l'assassino e' chi si si oppone al controllo delle nascite, non chi lo promuove.

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    4. Ma il problema e' che nelle attuali condizioni di globalizzazione il controllo delle nascite in un solo paese e' non solo sostanzialmente inutile a tutti, ma altamente dannoso al paese che lo dovesse praticare da solo, in quanto la sua popolazione si estinguerebbe solo per lasciare lo spazio da essa liberato ad altri che si sono guardati bene dal seguirne l'esempio.

      E' come uno che risparmia vivendo miseramente da formica per tutta la vita per poi morire e lasciare i suoi beni allo stato e alla chiesa, che di solito lo devolvono a loro volta alle cicale.

      In altre parole nelle condizioni globalizzate attuali abbassare il tasso di natalita' premia chi non lo abbassa (salvo esagerazioni), e punisce chi lo abbassa.

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    5. "...nelle condizioni globalizzate attuali abbassare il tasso di natalita' premia chi non lo abbassa (salvo esagerazioni), e punisce chi lo abbassa."

      E' vero se non si trovano meccanismi che responsabilizzino chi tiene i tassi alti. Quello più' naturale era, almeno fino a ieri, mantenere la validità' delle frontiere. Se i tassi di natalità' sono troppo alti le popolazioni soffrono lo squilibrio tra sovrappopolazione e risorse disponibili in loco. Ma se la migrazione dove si sta meglio diviene libera, manca il disincentivo a procreare: se non possono emigrare troppi figli divengono un peso per le famiglie. La possibilità' di emigrare (oggi viene definita un diritto) dei figli mantiene un equilibrio tra popolazione e risorse. Anche perché' le rimesse degli emigrati sono una risorsa per chi rimane e un incentivo a nuovi figli. Un circolo vizioso. Il crollo delle frontiere dovuto alla globalizzazione contribuisce quindi alla sovrappopolazione mondiale. Non rimane che sperare in un miglioramento delle economie dei paesi poveri e in un miglioramento della situazione delle donne (istruzione e lavoro). Ci sarebbero anche le politiche attive tese a favorire la riduzione delle nascite, come legare gli aiuti ai paesi poveri a politiche di controllo demografico. Ma questa, allo stato attuale, e' ancora fantascienza...

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    6. "Ma se la migrazione dove si sta meglio diviene libera"

      Nello spazio di una o due generazioni il "dove si sta meglio" diventa, per gli eredi degli emigrati, il luogo piu' deplorevole e squallido del mondo, tanto che preferiscono farsi esplodere che continuare a viverci.

      L'erba del vicino sembra sempre piu' verde, finche' non la si assaggia a fondo.

      Diciamoci la verita', il motivo per cui la gente occidentale fa pochi figli in occidente, e' che vive malissimo nonostante il profluvio di beni materiali: non si ascoltano in giro altro che malesseri e lamentele, e nello spazio di una generazione se ne accorge anche chi ci viene a vivere attratto dal luccichio della falsa pubblicita' di cui le nostre societa' (anche nel senso di s.r.l. e s.p.a.) sono maestre.

      Tutti quelli che sono stati in africa mi hanno raccontato che nonostante la poverta', la miseria e le malattie, li' la gente e' piu' felice di vivere di quanto lo sia qui. Il cosiddetto mal d'africa e' questo, gli abbiamo pure dato un nome. E' il richiamo dei luoghi ancestrali nei quali e per i quali la nostra specie si e' evoluta e adattata?

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    7. "Tutti quelli che sono stati in africa mi hanno raccontato che nonostante la poverta', la miseria e le malattie, li' la gente e' piu' felice di vivere di quanto lo sia qui. Il cosiddetto mal d'africa e' questo,"

      E' la tesi di Jared Diamond su cui mi pare si possa concordare.

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    8. quote: "Diciamoci la verita', il motivo per cui la gente occidentale fa pochi figli in occidente, e' che vive malissimo nonostante il profluvio di beni materiali"
      per la verità oramai, i beni materiali a cui accenni sono diventati pressochè utopici già da un pezzo per gran parte della popolazione. c'erano, adesso non più. per pochi, ancora si. ma tra anziani con ridicole pensioni da poco più di 300 euro (con gli affitti che costano il triplo), lavoratori part-time tra 400 e 700 (che coi tempi che corrono si devono pure ritenere fortunatissimi che un lavoro ce l'hanno, dato il 50% di disoccupazione) e tutti coloro a carico per il motivo appena illustrato (a meno che non siano delle gran facce di bronzo da pretendere, nonostante mantenuti, una vita lussuosa -vabbè, date le variabili umane ce lo si può bene aspettare, però dovrebbe essere una anomalia che Tizio che è a carico perchè disoccupato e non ha dove cascare morto, ma pretende da chi lo mantiene il galaxy J7, la tv da 50 pollici con tanto di abbonamento a sky e magari pure abbigliamento firmato-). se poi questo profluvio di beni materiali passa sotto il naso per finire in tasca altrui e si è costretti a vivere con pensioni sociali, stipendi minimi da part-time o si è a carico, restare single a casa di mamma per timore del futuro è tut'altro che stupido

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  22. riposto DAL blog di lumen:

    Cari Amici Bacchettoni ;) gustatevi questa:
    http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/multe-chi-si-fa-seghe-proposta-legge-texas-va-punita-143735.htm

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  23. quote: "In altre parole nelle condizioni globalizzate attuali abbassare il tasso di natalita' premia chi non lo abbassa (salvo esagerazioni), e punisce chi lo abbassa."
    ad un'occhiata superficiale che tenga conto di meri numeri infatti tant'è, ma c'è un ma: quando si ha a che fare con il contraddittorio genere umano, entrano in gioco troppi fattori al di là della pura logica numerica. nel caso di un disegno di sostituzione di popoli come quello paventato da Agobit e Salvini (che spero vinca future elezioni -se mi sono nel frattempo persa qualcosa sull'attuale politica e news chiedo venia, ma da un pezzo non so più cosa stia avvenendo in Italia, tranne le notizie dei continui sbarchi che essendo innumeri e plateali hanno smosso pure i media brasiliani-), il popolo considerato di serie B sarà servitore del privilegiato di serie A. E dato che si continua pur sempre ad avere a che fare con il contraddittorio essere umano, ci sarà chi preferisce la servitù della gleba all'estinzione così come il filosofo o l'idealista o quant'altro che non si azzarderebbe mai a pianificare un concepimento in tali circostanze -magari vivendo con mammà fino alla vecchiaia e non dovendo per questo essere criticato-, preferendo senza ombra di dubbio l'estinzione della propria linea successoria.
    quote:"inutile a tutti"
    quindi, per la ragione di cui sopra, è utile al beato estinto di cui sopra

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    1. @last nana's: "nel caso di un disegno di sostituzione di popoli come quello paventato da Agobit e Salvini"

      Come gia' detto sopra non credo assolutamente a un tale disegno, come non credo a Salvini. Mi sembrava di essere stato chiaro. La sovrappopolazione ha motivazioni insite nella natura umana e nel destino di padrone dell'universo che egli si e' dato. Derubricare il tutto a un complotto chi sa di chi e' un errore e una banalizzazione di processi storici epocali.

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    2. "nel caso di un disegno di sostituzione di popoli come quello paventato da Agobit e Salvini"

      Senti ma tu non sei una europea in sudamerica?
      Se si' come fai a dire cose del genere senza arrossire?
      Un amico mi diceva ier l'altro che la piu' grande citta italiana del mondo e' san paolo del brasile: conta 10 milioni di figli di emigrati (cioe' invasori) italiani.

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    3. mmmmmm: vorrei ricordare che in sudamerica non sto chiedendo nè case popolari, nè assegno di mantenimento, nè pubblico impiego senza qualifica e abilitazione in quanto i brasiliani sono costretti a sottoporsi a concorso pubblico. sto lavorando sia come insegnante di lingue straniere (con attestati che qui permettono di farlo senza surclassare i locali) che come articolista free-lance. mi pare che comunque anche gli antichi immigrati italiani a S. Paulo non hanno messo su organizzazioni criminali che maltrattino la popolazione locale e non sono certo stati loro i negrieri che trafficavano tra Africa e Brasile, ma il pane quotidiano se lo sono guadagnato con il duro lavoro. per la cronaca poi, mi ci trovo per un visto familiare (mio marito è patriota e non voleva restare lontano dal suo paese) e l'alternativa è quello da imprenditore (perchè il governo brasiliano vuole immigrati che portino soldi in patria, se non si è familiari dei cittadini). per di più non ho neppure figli che andrebbero a sostituire i brasiliani (i tempi sono brutti e come ribadito, ho praticato contraccezione a tappeto), che poi non sostituirebbero un bel nulla, sarebbero comunque figli di un cittadino brasiliano, sempre per la cronaca. premetto che i discorsi (e lo sottolineavo, se ricordi!) non avevano intenzione di essere razzisti, non ho forse sempre detto che il pesce puzza dalla testa e non dalla coda? e che ai bisognosi veri non va sbattuta la porta in faccia, di qualunque nazionalità siano. lo dico e lo ripeto. ma se a te fa piacere che gruppi assolutamente non bisognosi come i rom vivano alle tue spalle (eh, alle mie non più da un pezzo, ora le tasse le pago in Brasile), mentre tu paghi il biglietto del bus loro possono salire gratis, se tu non paghi l'acqua te la tagliano mentre loro ne hanno liberissimo uso, se la polizia sequestra quanto rubano e poi un giudice glielo restituisce, e bè, non è un problema mio. se una persona italiana viene pizzicata a lavorare come interprete senza abilitazione e viene denunciata per abuso di professione mentre lo stesso lavoro viene offerto giusto dall'amministrazione a una persona immigrata che ovviamente non ha neppure gli studi convalidati per poterlo fare, come ti sembra? pensare che avevo finito di dire in un altro post che i paragoni tra sistemi diversi sono deleteri, ma tant'è. anche se in Italia non ci vivo più non significa che il destino degli italiani abbia smesso di preoccuparmi. gli aiuti tra bisognosi (quelli veri) vanno condivisi, non si lascia scoperto il proprio connazionale che sta morendo di fame, dovendo quest'ultimo, a scarsità di risorse, avere la priorità. tu hai vissuto, se non erro, i decenni in cui si poteva lasciare fuori dalla porta di casa la borsa della spesa per non andare pesanti e dopo 2 ore la si ritrovava, mentre ora un anziano non è più sicuro a casa sua. e poi ci vogliamo stupire se gli italiani preferiscono evitare di pianificare gravidanze ? spiacente, ma non arrossisco. anzi ti dirò di più: se tu fossi un natalista o amante della globalizzazione (attenzione, non sto dicendo che lo sei, solo se fossi), rispetterei il tuo punto di vista perchè quello che davvero conta è che nessuno imponga il proprio forzatamente. una volta esposto, è esposto e se si è d'accordo va bene, se non lo si è, va bene lo stesso nel rispetto reciproco. se leggerai più sotto quanto abbiamo scritto io e Claudio, vedrai che i paragoni con le migrazioni dei secoli scorsi non si possono fare. ultimo domandone: a quanti italiani immigrati gli States e compagnia hanno offerto hotel a 4 stelle, resort, schede telefoniche e un tantum di dollari al mese, in quanto lasciavano i vecchi americani a morire per le strade? attenzione, non sto dicendo che si devono lasciare i bisognosi per strada...

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    4. ulteriore cronaca: quando mio marito, brasiliano doc, si trovava in Italia (e non a farsi mantenere dalle istituzioni, quanto per fare da badante a mia madre che aveva agonizzato 2 anni prima di andarsene), si mostrava seriamente e apertamente indignato per la poca considerazione riservata ai cittadini ITALIANI dalla propria stessa amministrazione. che dire di più?

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    5. Le migrazioni avvenute in un pianeta con un miliardo di umani sono cosa assolutamente diversa di quelle che avvengono in un pianeta di otto miliardi. Conta pure se si emigra in un territorio con due umani per km quadrato o in uno con trecento abitanti per km quadrato

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    6. anche le leggi (o in loro vece le consuetudini consolidate) non erano le stesse

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  24. scusa, mi deve essere sfuggito qualche tuo post.
    Per quanto riguarda Salvini, forse quantomeno una politica nuova porterebbe a miglioramenti, almeno spero. Le sinistre ultimamente non han fatto pochi danni e ora in Italia c'è molto meno lavoro e sempre più povertà.
    quote:"La sovrappopolazione ha motivazioni insite nella natura umana e nel destino di padrone dell'universo che egli si e' dato."
    epperò più si è e meno si è padroni di un bel niente perchè il convivere e il condividere presuppone l'abdicare da questo e quello ogni anno di più

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  25. constatazione puramente numerica: più si è più si deve dividere-più si divide e più ci si deve arrangiare alla meno peggio-arrangiarsi alla meno peggio spesso e ben volentieri significa anche rinuncia a opportunità-il che spesso significa:meno opportunità più povertà, anche se non necessariamente sempre

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  26. quote: "A causa della immigrazione regolare (quella illegale sfugge ad una quantificazione precisa e quindi non è compresa), il saldo demografico di crescita è consistito in circa 570.000 unità ogni anno, sempre a partire dal 2003. In sostanza, ogni due anni occorre trovare posto sul nostro già sovraffollato territorio (202 abitanti /kmq nel censimento 2012) per una nuova città delle dimensioni di Torino. Gli interessi della grande industria, dei gruppi finanziari e delle Banche (proprietarie di quasi tutti i giornali italiani) tendono ad identificare questa crescita come un fattore positivo per l'economia e una opportunità per il nostro paese. E' ovvio anche l'interesse dei costruttori, dei cementificatori, dei palazzinari e delle imprese che realizzano le infrastrutture sul nostro già martoriato e urbanizzato territorio, a vedere nella crescita della popolazione un ulteriore vantaggio e possibilità di affari (oltre che di corruzione).
    questo era nel post Il destino demografico dell'Europa (e dell'Italia) di settembre 2015.
    errore mio che con questo e simili avevo fatto confusione tra conseguenza e causa

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    1. Il crollo dei nativi italiani cominceremo ad averlo quando arriveranno a fine vita i baby boomers, e ci saranno solo i pochissimi nati negli anni successivi a sostituirli. Questo e' un fenomeno non piu' reversibile, dato che non si puo' far tornare indietro il calendario per far nascere meno baby boomers e piu' gente dopo.

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    2. "Questo è un fenomeno non più reversibile (...)"

      Auguriamocelo vivamente, tuttavia mi permetto di essere un po' meno ottimista al rig.do... Ad ogni modo, occorre(rebbe) finalmente rendersi conto che fenomeni strutturalmente inter/transnazionali come le attuali migrazioni di massa NON possono essere governati (e tantomeno risolti) facendo riferimento esclusivamente all'ottocentesco totem idealistico-romantico dello 'Stato nazionale'...

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    3. quote: "fenomeni strutturalmente inter/transnazionali come le attuali migrazioni di massa NON possono essere governati (e tantomeno risolti) facendo riferimento esclusivamente all'ottocentesco totem idealistico-romantico dello 'Stato nazionale'"
      e per forza, all'epoca non accadeva nulla di lontanamente simile. è la stessa storia di voler paragonare il neoliberalismo americano o il sistema bancario tedesco o ancora il diritto tributario scandinavo con l'amministrazione italiana: è come fare i paragoni con i marziani perchè quello che altrove funziona, in Italia non funziona (anzi, il neoliberalismo non sta mica funzionando neppure in America, che di danni ne ha fatti e continua a farne). Se in Finlandia pagano il decuplo di tasse rispetto a tutta Europa, i cittadini finlandesi non ne sono danneggiati perchè innanzitutto nei paesi scandinavi le amministrazioni non s'intascano i soldi pubblici, il che vuol dire che i cittadini hanno servizi pubblici invidiabilissimi. E dato che il tasso di povertà è uguale a zero è comprensibile. Ma i paragoni sono inutili e forse anche dannosi. Eppure si fanno, pur non andando fatti. Per copiare un sistema estero bisogna prima cambiare testa o è inutile. E i paragoni con l'ottocento dello Stato nazionale idem e bisogna pure fare grandi passi indietro per tornare a quando si stava meglio quando si stava peggio. E per i passi indietro bisogna egualmente cambiar testa (che tradotto in termini realistici significa papale papale: mettiamoci l'anima in pace)

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  27. Grazie per avermi ricordato il post del settembre 2015...sempre valido

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  28. figurati! più che mai amaramente attuale, sempre meno verde e sempre più palazzi. e più inquinamento. era per post nello stesso tono di questo (non ho il tempo di andarli a cercare per ulteriori anni addietro un per uno, purtroppo) che avevo associato il tuo punto di vista a quello di Salvini, scusami per averlo fatto, ma credimi che non intendevo affatto essere offensiva, anzi, tutt'altro! preoccuparci per il declino del proprio popolo sembra sempre più una rarità (è a questo che avevo associato il punto di vista delle destre politiche).di questi tempi a parabola discenente mi capita di pensare che ci sono fenomeni che in passato non accadevano mai. nessun governo, per quanto dittatoriale (almeno secondo quanto ho appreso dai libri di storia) o pubblica amministrazione si era mai lontanamente sognata di concedere maggiori privilegi ai nuovi arrivati che prima non avessero i propri concittadini o togliere alle formiche per dare alle cicale. un tempo nessun cittadino di uno stato doveva pagare bollette a non finire in quanto un popolo nomade che occupava un territorio non suo e per di più infastidendo i locali con continue richieste di elemosine indebite (i rom che chiedono sempre l'elemosina non sono poveri) e a volte pure rubando, restasse esentasse. un tempo chi lavorava diligentemente non era penalizzato a favore di chi risultasse nullatenente per essere spendaccione come una cicala. oggi succede questo e altro, ma essendo limitata dalla condizione umana è ovvio che non ci azzecco sempre sull'origine dei mali moderni

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  29. discendente, volevo scrivere, tastiera pessima, l'unica cosa che funziona a singhiozzo di un toshiba sat.
    che c'è un giro di affari dietro pare assodato, quindi il discorso del post sui palazzinari è ricollegabile a quello dei muri (di chi vorrebbe tornare ai tempi di 50 anni fa, di chi è stufo o di chi giustamente vorrebbe che si discernesse tra bisognosi veri, oppure quelli che vogliono solo fare nuove esperienze di vita o peggio chi si sposta da casa sua per andare a delinquere a casa degli altri -per chi cerca denari non fa però differenza).quanto ai palazzinari c'è però anche la questione dell'edilizia in grave crisi, il che significa che il giro monetario non può avere lunga vita. più inquinamento, più spese, più spese, meno soldi, ma forse non ci si arriva...

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