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venerdì 24 marzo 2017

La rivoluzione robotica

C'è una rivoluzione alle porte. Non è Lenin e neanche una rivoluzione politica. Come sempre nella storia dell'umanità non è la politica che porta le grandi innovazioni, ma la tecnologia. E' una rivoluzione tecnologica che cambierà la nostra vita e quelle di otto miliardi di umani. Si parlerà di questo al CeBIT, la Fiera della Intelligenza Artificiale che si tiene in questi giorni ad Hannover. Quale opportunità si aprono con la digitalizzazione della mobilità, della salute, delle comunicazioni, delle armi, e di tutto il mondo che ci gira intorno? E' prossima la creazione di umanoidi artificiali che sostituiranno l'uomo nelle fabbriche, nei servizi terziari, nel commercio, nell'assistenza domestica. Tre mila aziende di settanta paesi ci mostreranno quello che avverrà non fra decenni ma nel prossimo futuro. Tutta l'economia verrà rivoluzionata. Chi starà fuori dalla tecnologia digitale e la robotica rientrerà nel medio evo e nuove economie surclasseranno le vecchie. Nel campo della vita individuale un robot fornito di AI ci affiancherà nei compiti quotidiani e risolverà molti problemi nella vita di tutti i giorni. Nei paesi in cui la decrescita demografica costituisce un problema verranno superate molte tematiche sulla mancanza di forza lavoro: nelle fabbriche e nelle case, nella mobilità e nella medicina ci saranno i robot a svolgere i compiti umani. Lo faranno meglio di noi, costeranno di meno e consumeranno meno e saranno meno inquinanti di un esemplare di homo s. L'intelligenza artificiale accelererà la ricerca e si produrranno nuove scoperte e nuovi prodotti. La fusione tra intelligenza artificiale e intelligenza biologica porterà nuove opportunità di innovazione tecnologica. E' in pieno sviluppo il machine learning che permette alle macchine intelligenti di sviluppare esperienza e farne tesoro durante l'attività. Il tedesco German Aerospace Center ha creato un robot capace di imparare ed eseguire compiti di elevata ingegneria, grazie anche alla capacità di immagazzinare milioni di dati che l'intelligenza umana deve invece consultare volta per volta. I big della Silicon Valley, da Google a Facebook stanno investendo milioni di dollari sulla realtà virtuale e sulla realtà aumentata, con grandi risvolti, non solo per l'entertainment, ma anche per la medicina, l'architettura, la meccanica, le comunicazioni. L'AI sta cominciando a vivere nelle nostre case grazie all'assistente virtuale e alla gestione dei sistemi; ma la tecnologia si sta espandendo su nuovi orizzonti come la smart city: mobilità sicurezza ed ecologia per le nuove megalopoli. Infrastrutture urbane e standardizzazione dei sistemi, industria e business sarà tutto collegato. 5 miliardi di persone saranno presto connesse in cui i sistemi cittadini e gli oggetti quotidiani saranno tutti collegati in rete. Ciò consentirà di gestire il tempo, di guidare con sistemi robotici gli autoveicoli, di fornire servizi tutti on line e in maniera automatica. Guida autonoma ed auto elettrica smaltiranno il traffico e libereranno le città da molto inquinamento. I droni e i robot volanti svolgeranno molte mansioni tra cui la sorveglianza, l'esplorazione spaziale, la guerra senza l'utilizzo di umani.Ormai la gestione dei conflitti armati è al 50 % di tipo informatico. Chi sa criptare meglio i propri sistemi e attaccare quelli degli altri può determinare l'esito di un conflitto. Saranno più frequenti gli attacchi Hakcer e, come dimostrato dalle recenti elezioni americane, ci saranno problemi di sicurezza e di lotta al cybercrime.
Le nuove tecnologie basate su AI e robotizzazione stanno cambiando la geografia economica e politica mondiale. Il peso economico e lo sviluppo industriale si spostano verso le aree a più alto tasso di innovazione e ricerca nel settore, come il Giappone e la Cina. Vecchie economie strutturate ma con minor tasso di innovazione stanno declinando verso posizioni più arretrate come l'Europa (in cui tiene ancora solo la Germania) e, in misura minore, gli Usa. Chi gestirà meglio le innovazioni e la tecnologia guiderà i cambiamenti economici e di riflesso la politica planetaria.
Che impatto avrà la nuova rivoluzione sul problema dei problemi: la sovrappopolazione della specie umana e l'effetto devastante delle attività umane sul pianeta? Forse la chiave per superare gli effetti e le cause dell'esplosione demografica di Homo è proprio nella tecnologia. Un mondo dove l'AI e i robot sostituiranno l'uomo in molte funzioni appare una via di uscita al collasso ecologico in cui oggi ci troviamo. Una terra dei robot sarà un pianeta più razionale e più ordinato e avrà meno egoismo e più equità. I sistemi inquinanti potranno essere messi sotto controllo e regolati in maniera più efficiente per evitare i danni ambientali. L'innovazione tecnologica non è incompatibile con un ritorno alla natura, anzi ne è la premessa necessaria in presenza di una popolazione umana che ha superato tutti i limiti e che sta mettendo a rischio la sopravvivenza della vita sul pianeta.
L'utopia agreste è ancora molto forte tra i cosidetti verdi. Ma la loro idea di ritorno all'agricoltura e ad una economia sostenibile è basata sulla negazione di un ruolo al progresso tecnologico. Questo è quanto pensano la maggioranza degli ambientalisti, autocondannandosi ad un ruolo di retroguardia e di nostalgici. Progresso tecnologico significa economia di sviluppo, ed è assolutamente all'opposto del concetto di decrescita economica fine a se stessa. Gli ambientalisti ortodossi credono che il mondo si possa salvare con un salto indietro alla civiltà contadina. Con ciò commettono un doppio errore d'ordine politico e filosofico. Errore politico perché ritengono che le masse popolari possano accettare una società con più agricoltura e meno tecnologie, e quindi più povera (e questo in presenza di una crescita costante della popolazione, cui la maggioranza degli ambientalisti non si oppone!). Una regressione ad una economia a bassa tecnologia è teoricamente possibile ma al prezzo di un governo repressivo che controlli autoritariamente la vita dei cittadini, regoli e imponga le tipologie di consumi, reprima le tecnologie e ne impedisca l'applicazione. Errore filosofico perché giudicano la tecnica una variante dipendente dall'azione umana. La civiltà della tecnica è invece oggi indipendente dalle scelte politiche. La ricerca e l'avanzamento delle tecnologie possono essere rallentate e ostacolate, ma il progresso tecnologico è l'elemento su cui poggia la società contemporanea, ne è il suo fondamento.Quello a cui assistiamo ai giorni nostri, le guerre in atto, i processi di globalizzazione, i nuovi fondamentalismi, la massificazione delle megalopoli e le migrazioni di massa, sono tutti fenomeni che sono il portato di un confronto tra tecnologia e le culture laiche o religiose tradizionali, tra economia globale e società locali. La globalizzazione non è che l'aspetto eclatante con cui si manifesta questa autonomia della tecnica nel mondo attuale. La robotizzazione è componente essenziale di questo processo di autonomia della potenza tecnica, anzi ne è l'aspetto caratterizzante insieme alla ricerca di nuove fonti energetiche.
Un ritorno alla agricoltura è auspicabile. Abbiamo bisogno di ritrovare un rapporto con la terra e i suoi prodotti. Ma questo ritorno non sarà una restaurazione di un mondo che non c'è più. Sarà invece uno sviluppo di nuove tecnologie per una agricoltura completamente diversa dal passato. Abbiamo assistito nel 900 alla meccanizzazione dell'agricoltura e all'avvento della chimica nelle campagne. Ma quello che è in arrivo sarà una rivoluzione ancora più grande. La terra potrà essere coltivata da mezzi robotizzati, con un controllo umano a distanza, tecniche di raccolta e lavorazione dei prodotti completamente automatizzate e su economie di scala. E queste innovazioni non riguarderanno solo l'agricoltura ma anche gli altri settori dell'economia. L'industria proprio ai nostri giorni sta cambiando rapidamente in maniera da rivoluzionare tutti i processi di produzione. Le fabbriche produrranno molto di più e avranno bisogno di un numero assai inferiore di addetti rispetto ad oggi. Produzione, imballaggio e trasporto dei prodotti saranno organizzati da macchine e autonomizzati. Le incombenze domestiche potranno essere svolte da umanoidi tecnologici e non sarà più necessario guidare le auto. Treni ed aerei avranno guide automatiche robotizzate. Queste innovazioni tecnologiche saranno una grande opportunità per un rientro demografico della specie umana. Esse rendono possibili politiche che prevedano una riduzione costante e controllata della natalità senza allo stesso tempo creare problemi di mancanza di mano d'opera, declino economico o carenza di assistenza per gli anziani. Il prodotto interno lordo può essere così mantenuto a livelli costanti, o ridotto e modificato in base alle esigenze ecologiche, senza costi sociali per le popolazioni. In presenza di automazione e robotizzazione verranno meno molte esigenze della società sovrappopolata di massa quali: necessità di dare lavoro aumentando i posti e la produzione, assicurare le pensioni dei vecchi con il lavoro di un numero sempre crescente di lavoratori, aumentare i guadagni e le transazioni economiche, espandere l'edilizia per città sempre più grandi, aumentare la costruzione di infrastrutture e la cementificazione del territorio, aumentare i consumi e la produzione di rifiuti. La robotizzazione comporta che i compiti di una società complessa vengano svolte da macchine che non richiedono consumi ulteriori e non producono rifiuti,che possono funzionare secondo standard ecologici programmati, che possono variare la produzione senza innescare crisi di sotto o sovra produzione, e senza necessità di aumentare costantemente la produzione, garantendo così un minor impatto ambientale con minor inquinamento, una ridotta immissione di carbonio in atmosfera, un minor uso di energie inquinanti da fonti non rinnovabili. Se, come previsto dagli esperti, tra qualche decennio sarà possibile disporre di energia nucleare pulita da fusione, le macchine robotizzate potranno funzionare con energia elettrica assolutamente pulita e non inquinante, priva completamente di emissioni di carbonio e risolvere così il problema del riscaldamento atmosferico. Una economia carbon free con un numero minore di consumatori e un pianeta più pulito e verde potrebbe assicurare una qualità della vita umana migliore degli attuali modelli, all'interno di città più piccole inserite in un contesto ambientale con più verde, in cui anche gli animali possano ritrovare un ambiente di vita naturale. Robot e intelligenza artificiale possono convivere con piante e animali in un ambiente naturale che ridarebbe senso anche alla presenza umana. Non tutto è positivo nell'avvento della rivoluzione robotica. Ci saranno nuovi poteri e nuovi pericoli. Chi produrrà queste macchine avrà anche un enorme potere sulla società, e potrà indirizzarne gli aspetti politici ed economici. Chi controllerà le grandi multinazionali della AI e delle fabbriche di robot? C'è il rischio che, come già vediamo oggi con i gestori dei social network, che questi nuovi poteri controllino le nostre vite attraverso le nuove macchine. Come sempre nella storia umana si aprono nuove prospettive e insieme ci saranno nuovi rischi. A meno che le nuove macchine intelligenti -come accade in certi film di fantascienza- si rivelino migliori dell'animale uomo.

38 commenti:

  1. Articoli come questo mi fan venire tanta, tanta voglia di medioevo...

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  2. premetto innanzi tutto che questa risposta non vuole avere un tono polemico, ma unicamente constatatorio (si può usare il termine?). semmai la vera polemica è rivolta al sistema parlamentarista italiano (sembra che non c'entra, ma c'entra) per i motivi che seguiranno inevitabilmente:
    nell'Italia nepotista e clientelista però la robotizzazione a questi livelli sembra lontana anni luce (non invece nei paesi virtuosi, dove un panorama robotizzato ci può ben stare). mancherebbero i soldi, innanzi tutto per comprare robot in quantità industriali (non dico costruirli, perchè quello lo farebbero all'estero, non in un paese ove i tagli alle università non si contavano e ove la ricerca, almeno in alcune aree -come la biologia- non è finanziata dallo Stato. infatti l'articolo menziona Hannover, che sarà la città della conferenza, la Germania e ovviamente gli States che hanno sempre il naso ficcato dappertutto come il prezzemolo (Silicon Valley e poi google e facebook sono ovviamente prodotti americani). i buchi potranno tapparli anche in nordeuropa, ma come si fa in un paese come l'Italia o la Grecia o persino la Francia -caso che la Francia a livello di occupazione stia come al 2006- dove la disoccupazione ha battuto il record mondiale della storia a riempire buchi occupazionali inesistenti? in Italia non mancano i lavoratori, manca la volontà di creare posti di lavoro (che non siano gli attuali che riguardano l'insegnamento e gli uffici postali) e soprattutto la volontà di rendere operativo l'articolo della Costituzione sul diritto al lavoro. una gran beffa fu l'aver deciso per una Costituzione programmatica anzichè precettiva. mentre quest'ultima è automaticamente operativa, la C. programmatica ha bisogno di leggi ordinarie parlamentari per poter mettersi in moto. e se dal 1948, anno di fondazione, il Parlamento italiano si guardò bene dall'emanare la dovuta legge ordinaria, figuriamoci se lo farà mai dopo circa 70 anni, scordiamocelo. dunque non ci sono buchi da coprire, solo cattiva volontà incallita e se ora con una crisi peggiore del crollo del 29 non ci sono più soldi per pagare un manovale, figuriamoci se ci sono quelli per mettere in circolazione un robot AI. se in Italia si potesse sarebbe la gioia degli ingegneri, che non sarebbero più disoccupati, innanzitutto. e dei programmatori informatici. e di chiunque sia un professionista della meccanica. i robot vanno anche riparati, infatti. e poi degli analisti di sistema, insomma, tutti gli esponenti delle scienze creative. certo, per me che sono grande apprezzatrice di Asimov, che sin da piccola amavo cartoni animati e film ripieni di simpatici robotini, è indubbiamente interessante, ma nessuno di noi vive in un'area "robotizzabile". sulla guida dei veicoli avrei però delle remore: non oso immaginare i disastri se un guasto meccanico nell'intelligenza artificiale avvenisse durante una corsa in auto, in autobus, in treno, ecc.

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    1. E di tutte quelle persone oggettivamente un po' limitate (e sono TANTE) che non potrebbero accedere a quelle meraviglie e che, anzi, ne sarebbero sostituite, cosa ne facciamo? Valuta questa domanda "birichina" nell'ottica di quella "cultura" del mercato (anzi, del Mercato) nella quale ci hanno ficcato a forza infarcendoci dei soliti dogmi tipici di qualsiasi altra impostazione magica/religiosa. Fuffa per intortare gli sprovveduti. Funziona, a vantaggio solo di chi sprovveduto non è, ovvero le dirigenze, i mandriani nelle loro stratificazioni di potere.

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    2. "quelle persone oggettivamente un po' limitate che non potrebbero accedere a quelle meraviglie"

      E' gia' da un bel pezzo che la stragrande maggioranza della gente serve solo come consumatrice di merci e servizi utili, in cambio dei quali restituisce burocrazia vessatoria tassatoria e redistributrice, salvo cio' che si fa sfuggire, noi compresi, nei "servizietti" forniti dalla "valle del silicio".
      La "rivolta dei produttori" iniziata trent'anni fa e' definitivamente sepolta dai "diritti dei consumatori".

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    3. non ha pubblicato, l'account se n'è uscito, scusate tanto, ma qui abbiamo continuamente corti circuiti che poi fanno le sorprese.
      per persone oggettivamente limitate si dovrebbero intendere anziani che vivono soli e disabili? se si, la tecnologia nuova dovrebbe servire innanzi tutto a farli vivere meglio (immaginiamo l'anziano in casa solo che si sente male, se ha il robot casalingo può chiamare i soccorsi e l'anziano è salvo). semmai il vero problema è lo scontrarsi con l'egoismo istutuzionale che potrebbe pensare a tutt' altro anzichè ad anziani e disabili.

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    4. ps: ho pensato alle due categorie di cui sopra perchè, appunto, oggettivamente e non soggettivamente

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    5. Per "persone un po' limitate" intendo quella maggioranza di persone che non è propriamente brillante e non potrebbe indossare gli abiti dell'ingegnere e neppure quelli del tecnico, poiché a malapena riesce ad accendere un televisore. Sia ben chiaro che non ho un atteggiamento negativo nei loro confronti più di quanto possa avere un atteggiamento negativo nei confronti di chi è un po' "mingherlino". NON siamo tutti uguali, e va bene così -- ad ognuno il suo, tutti possono apportare il loro prezioso contributo (l'ingegnere vivrebbe nella merda senza il lavacessi o, in alternativa, dovrebbe smettere per tot ore a settimana di far l'ingegnere per lavarsi il cesso. In conseguenza di ciò e nonostante le categorie oggi date per scontate che affermano pelosamente il contrario, quello del lavacessi non è un "mestiere umile" bensì un "mestiere utile").

      Ora, conoscendo le intenzioni medie dell'animale umano ed essendo consapevole dell'assioma per il quale il processo dell'ascesa lungo la scala sociale distilla il meglio delle capacità e il peggio delle intenzioni, ho la certezza (già provata da decenni d'applicazione) che la ricchezza oggettivamente ottenibile tramite l'automazione finirebbe concentrata in poche mani e usata per soggiogare ancor più i "sottoposti" costringendoli ad una ancor maggiore ricattabilità. Aspettarsi che qualche sistema di potere ponga un freno a questo stato di cose (ripeto: già comprovato dai fatti) è pura ingenuità o piena malafede, dal momento che chi incarna qualsiasi sistema di potere rientra nella categoria "distillata" di chi ha "scalato" la società.

      P.S. Le "persone limitate" mi stanno parecchio sull'anima solo quando interpretano il ruolo furbetto ed odioso del piangi e fotti, ovvero quando abbinano i limiti (da considerare con la massima naturalezza come espressione d'una condizione di nascita sulla quale non hanno controllo) alla bassezza (sempre frutto d'una scelta deliberata e finalizzata). Che costoro siano pochi o parecchi non cambia la natura del discorso.

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    6. quote" (l'ingegnere vivrebbe nella merda senza il lavacessi o, in alternativa, dovrebbe smettere per tot ore a settimana di far l'ingegnere per lavarsi il cesso. In conseguenza di ciò e nonostante le categorie oggi date per scontate che affermano pelosamente il contrario, quello del lavacessi non è un "mestiere umile" bensì un "mestiere utile")."

      mi hanno allevata secondo il principio per cui bisogna vergognarsi a rubare, non a lavorare onestamente, per quanto umile (o utile) sia il lavoro. mia madre diceva che anche il re senza il lavacessi poteva morir mangiato da pulci e pidocchi, il che non l'ho mai messo in dubbio. l'amara realtà è però che a livello istituzionale un ingegnere vale molto di più di un lavacessi, è più riconosciuto ed è pagato meglio sul lavoro. ciò non toglie che non metto comunque in dubbio quanto mi è stato insegnato, continuo a pensare che mia madre aveva ragione.
      quote: "Ora, conoscendo le intenzioni medie dell'animale umano"
      quote: " il ruolo furbetto ed odioso del piangi e fotti"
      ma qui abbiamo l'uomo che fa proprio l'animale...

      purtroppo gli scrocconi ci sono stati e continueranno ad esserci. il punto è che immancabilmente, sempre, riescono a trovare il classico pollo da spennare, è incredibile che non trovino chi sappia dirgli di no

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  3. Diventeremo 10 miliardi o più. La tecnologia sarà sempre più invasiva, sostituirà lìuomo in sempre più campi. Non solo lo affiancherà; lo sostituirà proprio. L'altro giorno vedevo con quale orgoglio alcuni parlavano delle auto che vanno sole. Ma quale orgoglio? Per me è orribile.
    Mi viene da domandarmi: quale senso avrà la vita? Una vita dove a dirci se abbiamo fame o sete sarà un robot, dove a guidare sarà lui...quale il senso?

    Ci si domanda,oggi,quale sia il senso della vita di un childfree. Ma la vita è gusto,coloqi,luce, questo,a mio avviso, è il senso. Ci sono molti genitori vuoti e senza senso della vita, incastrati in una vita che non dà loro nulla. La "mistica della genitorialità" non è reale.

    Un futoro di macchine e robot che ci sostituiscono, ci priverà dei colori,sensazioni,emozioni,gusto,...
    Credo che la tecnologia sia na gran bella cosa, non auspico il ritorno alle capanne. Ma come in tutte le cose c'è un limite.
    Sostituirci dovrebbe essere il limite.

    Ma d'altronde se non capiamo che 7 miliardi sono già troppi e non ci autolimitiamo, non capiremo nemmeno che ci priveremo del significato della vita.

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    1. Il mondo occidentale e' gia' sostanzialmente "robotico" da un pezzo, basta guardare a quanto pochi sono gli occupati nell'agricoltura e nella manifattura in occidente grazie alla meccanizzazione: sono il 10 per cento della popolazione totale, se non meno. Mettiamo anche che un altro 20 per cento dia servizi utili a qualcuno o a qualcosa, tutto il resto della gente serve solo a consumare quanto prodotto, cioe' non serve a niente. Un uomo non puo' vivere sapendo che non serve a niente, e se ci riesce e' solo inventandosi pretesti per costringere gli altri con la forza a consumare quanto da lui prodotto, in termini di cose, burocrazia o servizi, che e' la cosa che succede gia' da decenni pure nel nostro paese e sta creando tante tensioni sociali.
      Inoltre, se solo una frazione della popolazione produce tutto, diventa necessario redistribuire massicciamente il "prodotto": ma redistribuire che ne so l'80 per cento vuol dire tassare l'80 per cento: nessuna societa' puo' sopravvivere libera e a lungo in tale situazione, neanche agli schiavi era sottratto tanto prodotto, in nessun momento della storia.

      E se gia' da adesso stiamo da cani nonostante il profuvio di beni sia materiali che di servizi, ci sara' un motivo... e non potra' che peggiorare, perche' la redistribuzione e tassazione massicce costringono i produttori ad aumentare sempre di piu' l'efficienza produttiva, aggravando intrinsecamente e sempre di piu' il problema.

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    2. quote: "Un uomo non puo' vivere sapendo che non serve a niente"
      un uomo responsabile no (ma quest'ultimo si adopera in tutti i modi per non mangiare quello che si chiama il pane della pigrizia), ma quelli che amano buttarsi stile oca morta sulle spalle altrui per campare ci riescono eccome, senza farsi neppure il minimo scrupolo riguardo alla scrocconeria. e siccome a guardar caso questi ultimi trovano sempre, sempre, sempreeeee il pollo di turno che li finanzia (ma perchè succede in continuazione? non è incredibile che chi ama vivere da cicala e/o da parassita debba sempre trovare la formichina, che appunto fa una vita da formichina per risparmiare, che non sa mai dire di no? e che quindi ha risparmiato per dare alla cicala? per parassita intendo non quello che pur adoperandosi in tutti i modi e accontendandosi di qualsiasi impiego non importa quanto umile, usurante e malpagato non riesce proprio a trovare lavoro solo perchè non ha le conoscenze giuste, ma quello che di lavorare non ha proprio voglia e ciononostante cerca di fare la bella vita vivendo a scrocco oppure scialacqua per le sigarette e/o le slot machine i soldi che dovrebbero andare per mangiare e poi grida che ha fame e ciononostante trova a disposizione il bancomat umano).
      forse per i pochi occupati nell'agricoltura c'è un fattore socio-storico: ai tempi anteguerra, da quello che i miei nonni sapevano e anche i bisnonni, i braccianti lavoratori della terra (ovviamente altrui) godevano di uno status sociale peggiore di quello degli schiavi egizi: sfruttati, mal pagati e senza prospettive per il futuro. e quando, oramai vecchi, non ce la facevano più a lavorare (sempre che non tirassero le cuoia prima, una volta spremuti come i limoni), eccoli sulle spalle di figli e nipoti che ovviamente, date le premesse, sarebbero finiti a far la stessa vita grama. ricordo un'anziana cara amica di mia madre che raccontava che il marito, che proveniva da una famiglia di braccianti, durante la guerra aveva passato letteralmente la fame. lui, i fratelli e il padre (la madre era deceduta) rimanevano giorni interi senza mangiare. ovviamente i padroni della tenuta non facevano la stessa miserabile vita. certo che appena potevano scappavano in città in cerca di un posto in fabbrica con stipendio assicurato. noi al loro posto avremmo fatto la stessa cosa.

      ps: Winston, ti avevo poi risposto a quel che volevi sapere nella sezione dell'articolo precedente a questo, con minuzia di particolari. essendo amante della chiarezza, non vorrei che fossi rimasto con il dubbio in sospeso

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    3. "quote: "Un uomo non puo' vivere sapendo che non serve a niente""

      "un uomo responsabile no"

      Oggi come oggi e' pieno di gente, anche e soprattutto sui gruppi di ecologia ed economia, quelli che vanno per la maggiore, che e' molto peggio che irresponsabile: non potendo/volendo ammettere di non servire a niente e a nessuno, se non a se stessa, si inventa ogni specie di narrazione, di favola, per ingigantire la propria importanza, quando possibile tradotta in corso universitario.

      La "societa' dei servizi" e' in gran parte la societa' della fuffa e della dittatura burocratica, ma nessuno e' disposto ad ammetterlo quando tocca i suoi interessi. Con l'aggravante che spesso, essendo tale "fuffa" riconosciuta come tale da tutti tranne quelli che la "producono", deve essere propinata con la coercizione della legge su mandato di quegli stessi, lobbisticamente organizzati, che si credono e fanno credere di essere tanto importanti. Circolarmente. Il mondo dell'ecologismo politico e' tutto cosi', se c'e' qualcuno di intelligente _e_ onesto e' il proverbiale ago nel pagliaio. Ma vale in tutti i campi, ormai, proprio a causa del fatto che le nostre vite materiali sono fatte ormai quasi completamente di superfluo, di inutile, tanto che e' diventato quasi impossibile distinguere cio' che lo e' da cio' che non lo e'.

      Siamo utili solo come consumatori, il destino dell'uomo, il parassita apicale, si puo' dire compiuto.

      Il pensiero postmoderno non e' per caso se trova terreno fecondo in questa epoca di cornucopie: in qualsiasi altra avrebbe trovato poco a cui aggrapparsi (sebbene la tendenza alla narrazione, alla favola, sia connaturata all'uomo, chissa' forse proprio per quella oscura consapevolezza di essere solo un parassita, unita alla capacita', insopportabile e quindi inammissibile, di rendersene conto: parassiti sono sempre gli altri, per l'uomo (e la donna, ovviamente).

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  4. Carissima Laura, è un piacere rivederti.
    l'Italia robotizzata pare però utopica per i motivi di cui sopra.

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  5. Articolo prezioso e incoraggiante, che ha (quantomeno) il pregio di mostrare piuttosto chiaramente due tesi generalmente osteggiate/sottaciute:
    1) ogni seria (possibile) via d'uscita dalle attuali serie criticità ecologiche, economico-sociali ed energetiche deve impiegare (certo in maniera intelligente) i frutti del progresso scientifico-tecnico anziché demonizzarli/ostracizzarli in nome del (comunque improbabile) ritorno a una vaga "età dell'oro" sepolta in un più o meno lontano passato;
    2) le Società occidentali contemporanee per mantenere i loro attuali standard economico-produttivi NON hanno alcun reale bisogno di sempre più massicce iniezioni di immigrati NE' di rialzare i propri attuali tassi di fecondità: lo stesso concetto di 'lavoro' cui da tempo siamo abituati, sembra destinato a subire una profonda trasformazione.
    Insomma, pur nutrendo alcune riserve sul 'determinismo tecnologico' postulato nell'Articolo, quest'ultimo mi sembra presentare una delle prospettive più ragionevoli e meno utopiche oggi in circolazione su tali complesse e delicate questioni...

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    1. 1) da grande amante della tecnologia vedo i robot favorevolmente
      2) temo che le massicce iniezioni di immigrati non abbiano proprio nulla a che fare con l'ansia mediatica da infecondità. tutte le discussioni europee sull'annichilimento della cultura patria temo che si sarebbero fatte ugualmente (tipo il togliere l'albero di Natale dalle scuole perchè offende i musulmani -ma se ci va un italiano, un portoghese, uno spagnolo, ecc. ad es. in Iran a pretendere che spariscano i dipinti raffiguranti Maometto, si becca, se va bene l'espulsione immediata, se poi è pure un Pinco Pallo Qualunque può far la fine di Giulio in Egitto. quindi che storia è questa che gli organismi europei calano le braghe ad ogni richiesta di un popolo ospite? anzichè rispettare le norme altrui vogliono imporre le loro a casa degli altri con il benestare dell'amministrazione locale. altro che timore d'infertilità.

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    2. >che storia è questa che gli organismi europei calano le braghe ad ogni richiesta di un popolo ospite?

      E' una delle infinite inversioni della realtà da parte dei kompagni.
      Una volta era l'ospite ad adeguarsi agli usi della casa dell'ospitante, ora i catechizzatori sostituzionisti all'ortodossia (per cretini) predicano che è l'ospitante a doversi adeguare all'ospite.

      > in Iran a pretendere che spariscano i dipinti raffiguranti Maometto
      I mussulmani sono iconoclasti.

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    3. qualche simbolo riguardante Maometto o l'islam, anche se non tutte le frange, pare che però ce l'abbiano. ne ho letto qualcosa sul libro "Ho combattuto per Allah" dell'autrice tedesca Johanna Al-Sain
      quote: "E' una delle infinite inversioni della realtà da parte dei kompagni."
      per il comunismo bolscevico sarebbe stato inammissibile

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    4. Il comunismo e il marxismo sono l'oppio che ha tentato di sostituituire quelli tradizionali.
      Un insieme di teorie strampalate e che non stanno in piedi (vedere i vari paradisi del comunismo e del marxismo reali) che partono da assiomi storti (in particolare dall'ugualismo ancor prima illuminista, poi dalla morale, prego osservarne la genealogia, secondo Nietzsche) per costruire teoremi e corollari ancora più storti.

      Le religioni tradizionali cercano di dare una qualche risposta al mistero per molti terrificante della morte, il ciarpame marxista è ancora più scadente e non affronta neppure quella questione, rimanendo comunque la sua connotazione settaria, di fanatici dissociati dalla realtà e dalle leggi della fisica, della biologia, dalla storia, dalla conoscenza, dai LIMITI della REALTA'.

      Concludo con il sarcasmo di Raymond Aron "Non essere comunisti a vent’anni significa non avere cuore. Essere comunisti a quarant’anni significa non avere cervello."

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  6. Mah, la robotizzazione potrebbe gia' da da anni sostituire completamente la burocrazia, eppure una frazione sempre maggiore della popolazione e' occupata in essa, a sfornare sempre nuove leggi e regolamenti in un crescendo esponenziale, altro che rossiniano (quasi esclusivamente su pretesto ecologico - giustizialista, peraltro).
    Quindi questo paradiso del futuro non lo vedo proprio, io vedo solo un sempre maggiore auto-inlooparsi in una camicia di forza che sta rendendo la gente feroce e isterica, sempre piu' propensa ad ammazzare e fracassare tutto, oltretutto antropologicamente impossibilitata ad ammettere di essere essa stessa il mandante di tale complotto che la schiaccia.

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  7. Se la via di uscita alla crisi planetaria è tecnologica, noi come Italia ci stiamo castrando. La ricerca in Italia è ad uno stadio da sottoscala (basta vedere i laboratori dell'università per constatarlo). Il pauperismo di scaturigine cattolica e di implementazione marxista da cui siamo storicamente afflitti è oggi virato sul "verde" vintage. Affrontiamo il futuro con la zappa e l'orticello. Anziché detassare i profitti se reinvestiti in ricerca e innovazione, tartassiamo la classe media per dare i bonus bebè e retribuire le Ong che fiancheggiano i trafficanti di umani. L'Italia spicca in queste battaglie di retroguardia e di suicidio sociale ed economico. Non è un caso se FCA Chrysler, Impregilo, Salini si traferiscono all'estero come sede fiscale e attività (Impregilo sta costruendo il nuovo canale di Panama mentre in Italia riscuote solo penali per mancati lavori causa politica). Ora c'è stata l'Eureka! Tassare i robot. Così potremo comprare più navi per il trasbordo e dare più pensioni a politici, funzionari pubblici e magistrati. Anatomia di un suicidio

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    1. Non c'è nessun motivo ragionevole perché la tecnologia, che è stato il primo propellente della crescita demografica fuori controllo, improvvisamente, diventi la panacea o la cura rispetto all'esplosione tumorale della specie umana della quale è causa.

      Jared Diamond ricordava, che nei suoi studi sistematici sul crollo delle culture, ha osservato SEMPRE cinque fattori fondamentali e critici:
      o - interdipendenza
      o - insostenibilità demografica
      o - cambiamenti demografici
      o - anacronismi morali e ideologici (pregasi osservare i martellamenti su crescita, "doni, ricchezze, fratelli giosiosi, islam religione di pace, pagatori di pensioni" e altre scemenze del genere, oltre che alla litanie crescitiste, oltre al tecnoteismo che noto anche qui)
      o - rapporti conflittuali con le culture confinanti.

      Prego osservare che non solo li abbiamo tutti e cinque ma che di molti di essi c'è addirittura un'apologia folle.

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    2. > o - cambiamenti demografici

      -> o - cambiamenti climatici

      Scusate l'errore.

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  8. tra i tagli più massicci ci sono stati quelli imposti alle università. il pauperismo è oramai l'Europa che lo impone con la oramai famosa austerity. solo che l'Italia l'ha recepita colpendo università e ricerca (e anzi, già 25 anni fa, cioè quando si era ancora ben lontani dagli attuali livelli, a detta del mio insegnante di pianoforte già allora la ricerca scientifica nel campo della biologia non era affatto finanziata dallo Stato). pare che invece la Germania si sia guardata bene dal farlo. il punto è che appena esce una direttiva europea l'Italia la recepisce in maniera deleteria e così nascono anche patentini per coltivare la terra, normativa sui cookies, sulla privacy (ovviamente negli altri paesi d'Europa le direttive vengono applicate diversamente e non in danno dei cittadini) e tra poco tassa sulla barba e sul berretto come nella Russia d'altri tempi

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    1. > lo impone con la oramai famosa austerity

      Non esiste il pauperismo, ovvero non più di quanto esista il cicalismo, la dissipazione e il furto generazionale.
      Nessuno sistema, neppure quelli statuali, possono essere in perenne deficit.
      I bilanci, in sistemi resilienti, sani a medio lungo termine, possono essere solo in sostanziale pareggio: puoi fare degli investimenti (andare in deficit) ma poi devi recuperare (ammortamento). Inoltre devono esistere dei margini di sicurezza.

      Qui invece abbiamo la demagogia del debitismo, interi sistemi che dovrebbero risolvere i problemi di debito facendo più deficit.
      Come osservava Massimo Fini, si tenta di risollevare il ronzino stramazzato dal doping (crescitista) con più dosi di droga (debitista).

      Guarda caso i sostituzionisti - crescitisti trombonano da mane a sera sulle fantastiche opportunità di aumento del PIL dovuto alla ripresa della crescita demografica da invasione per sostenere la quale, fanno schizzare alle stelle spese e relativo aumento di deficit o richiedendo a pugni sul tavolo di toglierle dal bilancio.
      Peraltro, una demagogia per cretini, come osservavo (non c'è nulla da rallegrarsi ad essere più mandibole con una torta stabile o che diminuisce).

      Considerato il non dicibile debito (ecologico, quello finanziario è una rappresentazione di questo) dovremmo fare anni di spartana austerità per recuperare un po' e DIMINUIRE il debito.
      Altro che critiche all'austerità.

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    2. quote: "dovremmo fare anni di spartana austerità per recuperare un po' e DIMINUIRE il debito"
      seriamente, non crederai che funzionerà con i politici che l'Italia si ritrova da un pezzo?

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    3. che si ritrova da un pezzo al potere

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    4. Jorgen Randers ha sottolineato il problema della democrazia demagogica o delle demagogie democratiche: sistemi umani (che per ragioni bioevolutive) hanno una psicologia che predilige sistematicamente scelte a risultato immediato anche quando sono evidentemente catastrofiche a medio e lungo termine.
      Egli faceva l'esempio di una ridotta tassa proposta alcuni lustri fa, in un paese scandinavo, che avrebbe permesso investimenti per affrancarsi dal consumo di combustibili fossili.
      Essa fu rigettata da danesi o norvegesi in quanto avrebbe impedito loro di farsi una settimana di vacanza sul mar Rosso (o qualcosa del genere).

      In quanto a dissipazione dissennata del patrimonio di biocapacità e di insensata crescita demografica in Brasile siete messi peggio che altrove.
      Non è affatto un solo problema italiano.

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    5. "una psicologia che predilige sistematicamente scelte a risultato immediato anche quando sono evidentemente catastrofiche a medio e lungo termine"

      Forse perche' e' piu' saggio cosi'. I risultati a lungo termine non sono mai catastrofici, o lo sono sempre, a seconda del punto di vista, nel senso che cosa succeda a lungo termine nessuno lo sa, e di certo c'e' solo che saremo tutti morti. Anzi nemmeno questo e' certo, visto che la gran parte dell'umanita' preferisce cullarsi nell'illusione della vita eterna, fosse pure all'inferno (che e' sempre per "gli altri"), fino al punto di mettere in croce chi si azzarda a mettere il dubbio (paradossalmente).
      Insomma smettiamola con queste minacce di rovina e perdizione "se non si fa quello che dico io", che la vitaccia e' gia' abbastanza grama cosi', dobbiamo sopportare gia' abbastanza fardelli. Se di psicologia si vuole parlare, cosa si dovrebbe dire di questi atteggiamenti francamente morbosi.

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    6. > Insomma smettiamola con queste minacce di rovina e perdizione

      Beh, ci si può sempre cullare col tranquillismo giulivo.
      Intanto i fornitori del nostro GAS non ci portano più le conserve di pesce perché... non ce n'è più.
      Non stiamo mica parlando di metafisica, eh!? o che non riusciamo a passare dal furbofono 8.20 al 8.21 release plus, a soli 900 euri di spesa.

      Esopo, 2600 anni fa, aveva già capito tutto.
      Peccato poi che le cicale all'inizio dell'inverno...

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    7. Oggi tocca ai pesci, domani tocchera' a noi.

      Il furbofono 10.0 consiglia di non perdere tempo in velleitarismi, e soprattutto di non _eccedere_ con gli atteggiamenti da millenaristi, che il risultato se va bene e' di farsi ridere dietro, mentre se va male e' di essere presi alla lettera (prendere alla lettera e' la caratteristica dei deficienti, e ce ne sono molti specie in rete, votano, diventano violenti, e bisogna tenerne conto quando si parla e si scrive) e che venga spedito al potere qualche nazista "blut und boden" che "risolve" il problema a modo suo. Gia' successo. Con molto discutibile successo. Da questo possibile evolvere i cui fra l'altro ci sono molti segni, mi dissocio recisamente, per questo sono critico.

      Per il resto se il pesce scarseggia, mangiare fagioli e lenticchie, bisogna imparare ad adattarsi.

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    8. Comunque gia' da tempo, al fine di preservare l'ecosfera, viene proposto di lasciare intatti ampi spazi di territorio, ad esempio in "meta della terra" di Wilson (bel libro, era allegato a le scienze), oppure in questo articolo per una volta non con le approssimazioni da blog:
      http://lorologiaiomiope-national-geographic.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/03/11/grandi-opportunita/

      Ma come pensate che sia possibile una cosa del genere, quando anche dove gli "ecologisti" vincono le elezioni, alla fine si prende la multa se non si sfalcia il prato perche' "ci sono i ragni, che paura!", e ci si vede aumentare le tasse o espropriare la terra se non la si coltiva in modo da renderla sufficientemente produttiva per le esigenze di una collettivita' sempre piu' famelica?

      Il periodo in cui si pagavano gli agricoltori per non produrre, grazie all'incremento di produttivita' della "rivoluzione verde" non durera' a lungo (a parte che, per non lasciare senza lavoro trattoristi, industria meccanica e il resto dell'ambaradan, la terra la si faceva coltivare lo stesso ma per gettare via il prodotto, in modo da non far "recedere" l'economia...). Altro che "meta' della terra"...

      Diamo troppa importanza alle chiacchere, c'e' completa dissociazione fra cio' che le persone dicono e cio' che fanno. Le persone dicono e fanno cio' che loro conviene, ma si tratta di due ambiti completamente distinti fra di loro, quello del dire e quello del fare.

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  9. E i robot sarebbero la soluzione per salvare il mondo e garantire all'umanità altri 1.000 anni di radioso futuro? haahh ahh, non fatemi ridere!!! Non sono contro la tecnologia sic et simpliciter, ma basta leggere i commenti precedenti per capire che i robot rappresentano altri bisogni indotti dalle multinazionali che li propinano. Quando ero adolescente, 40 anni fa, credevo alle promesse che i robot (di allora) ci avrebbero reso la vita facile e ci avrebbero quasi del tutto affrancati dai lavori pesanti, hahaha hahaah! L'agricoltura robotizzata poi avrà ancor più bisogno di energia, fertilizzanti, antiparassitati, disserbanti, senza contare che il robot, quando si rompe, quanto ti costa ripararlo?
    Già ora considero un handicappato uno che ha una auto col cambio automatico, figuriamoci un'auto che si guida da sola; è "tecno-barocco".
    Se questo sarà il nostro futuro, quando tutta la mia vita sarà gestita da un robot allora la vita sarà ancora più inutile, fredda e richiusa su se stessa di adesso. Avevo dei dubbi nel lasciare per sempre questa società tecnocratica occidentale e trasferirmi dove la vita è più umana, ma ora, leggendo articoli come questi, non ho più dubbi. Guardate questo vecchio film per avere un'idea https://it.wikipedia.org/wiki/Riusciranno_i_nostri_eroi_a_ritrovare_l%27amico_misteriosamente_scomparso_in_Africa%3F

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    1. Infatti, cio' di cui non ci si rende conto e' che vivere circondati dai robot non puo' non avere influenza sul carattere umano, che assomigliera' sempre di piu' a quello di un bambino capriccioso circondato da troppi giocattoli, che a quello di un dio. D'altra parte, man mano che procede l'artificializzazione delle esistenze, la percezione del mondo che gia' da tempo abbiamo e' di un mondo del tutto virtuale, proiezione delle nostre (spesso equivoche) fantasie.

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    2. Se vi piacciono le speculazioni su questo tema inserite in un contesto fantasioso, procuratevi una (ponderosa) copia del ciclo dei "Fabbricanti di universi" di P.J. Farmer. Letteratura di intrattenimento, certo, ma ogni lettura lascia qualcosa a chi legge, per poco che sia.

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    3. quote: "assomigliera' sempre di piu' a quello di un bambino capriccioso circondato da troppi giocattoli, che a quello di un dio."
      il che non sarà certo una novità, succede dacchè mondo è mondo. robot o meno, l'essere umano sarà sempre un bambino capriccioso e incontentabile. mai avuto il carattere di un dio, impossibile che succeda. semmai può diventare maturo e responsabile come i pochi virtuosi che ancora riescono a rendere i loro (altrettanto pochi) territori vivibili, ma non lo farà perchè gli manca la buona volontà. troppi capricci, quelli si

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    4. Un bambino viziato e capriccioso con in mano giocattoli tecnologici con i quali la sia capacità ecocida è aumentata esponenzialmente è, oggettivamente, un problema.
      Non mi pare intelligente rifornire dei bamboccioni dementi di maggior tecnologia distruttiva e di energia per attivarla.

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  10. Arturo, nessuno di noi ha scritto che i robot salveranno il mondo. ovviamente non potranno impedirne il declino, ma tutt'al più che i robot possono rendere più facile il vivere, se solo si andasse in via politica e amministrativa nella giusta direzione (dunque scordiamoci dell'Italia e di paesi messi pure peggio)

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