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lunedì 7 novembre 2011

ELOGIO DELLA FRUGALITA'







L'eccesso è la cifra dell'uomo delle megalopoli. Insieme alla concentrazione demografica, alla ricerca continua di stimoli, di divertimenti, di relazioni, la vita dell'uomo delle megalopoli è centrata sul corpo e sul cibo. Il corpo viene allenato, stressato, curato, vestito, abbigliato, massaggiato, abbronzato, alimentato. Nelle megalopoli non c'è via di mezzo: o si sottopone il corpo ad una gratificazione a ripetizione e continua, oppure si cade nella depressione. Il tempo per fermarsi a riflettere o per stare con se stessi si è perso. In questa dualità tra l'ego inteso come corpo e il nulla della depressione, c'è in mezzo la metafisica del cibo. Il cibo è esaltato dovunque. In TV pullulano le trasmissioni culinarie. Salcicce, dolci e arrosti sono ormai nell'immaginario collettivo come le immagini sacre lo erano per i nostri antenati.Se non si mangia cibi elaborati, complessi, ricchi di grassi ed in quantità esagerata ci si sente infelici. Mac Donald e la Nestlè ci hanno fondato un impero. Ormai anche le altre culture, perfino antiche civiltà si stanno accodando alle nuove divinità: il corpo inteso materialmente come fruitore di consumi, e il cibo come manifestazione del proprio egocentrismo. Se non mangi al ristorante e non compri l'automobile vistosa non sei nessuno. L'anonimo non-consumatore non è previsto nel bestiario della megalopoli. E' sconvolgente come nel mondo sovrappopolato delle megalopoli si assista alla distruzione sistematica degli antichi valori, delle antiche credenze religiose, delle tradizioni sopravvissute per secoli. Le grandi migrazioni del XX-XXI secolo non sono che epifenomeno della civiltà delle megalopoli. Gli alti tassi di natalità sono funzionali ai grandi produttori di cibo e merci.Attratti dai richiami pubblicitari tutti abbandonano le famiglie, i luoghi, i rapporti, le culture tradizionali e si spostano alla ricerca di un miglior tenore di vita, cioè di una vita che curi il corpo, che dia le risorse per farlo star bene (automobile, casa accogliente, riscaldamento, vestiti, accessori,ecc.) e cibo per nutrirlo, cibo di ogni tipo, in quantità smisurata. La bibbia che esalta questo nuovo Eden è la TV, e più recentemente la rete. Il tempio della nuova trimurti è il supermercato, il nuovo luogo sacro delle megalopoli. Se l'uomo antico poteva avere ancora una porzione della mente per la spiritualità, l'uomo nuovo delle megalopoli l'ha eliminata del tutto. Persino il credente, l'osservante, ha relegato il sacro ai rimasugli di tempo, per poi dedicare tutto se stesso e tutta la vita a corpo e cibo. Attraverso i midia vengono gonfiati i desideri, le aspettative. Tutto questo genera insoddisfazione, e l'insoddisfazione viene curata con cibo, tanto cibo. L'ossessione per il cibo ha il suo rovescio nella mania per le diete. Le diete esistono per essere trasgredite. L'obesità è diffusa, e anche i bambini ne soffrono sempre di più. Gran parte delle malattie nella civiltà delle megalopoli sono da eccesso di alimentazione: obesità, diabete, aterosclerosi, malattie degenerative. Il circolo vizioso dello stress e del cibo è senza uscita: lo stress porta ad iperalimentarsi, ma il troppo cibo è a sua volta fonte di malessere e stress. I centri per dimagrire lavorano a pieno ritmo, come i ristoranti. La carne degli animali è l'apoteosi del cibo voluttuario. Abbiamo messo su veri e propri lager per animali, dove vengono fatti crescere in modo innaturale e tra i tormenti poveri animali che poi vengono uccisi per darci il piacere del cibo abbondante e colesterolico. Per procurare i mangimi alle vittime vengono affamate popolazioni e distrutti milioni di ettari di foresta ogni anno. Giusta punizione a questa crudeltà è l'infarto, il segno che un dio forse esiste. La bravura del Netter ci rende un drammatico quadretto ma veritiero dell'infarto nell'immagine riportata sotto il titolo. L'uomo, cicciottello, sta uscendo da un ristorante dove ha pasteggiato in abbondanza. Sta salendo le scale -un piccolo sforzo- e fa freddo. Ha una valigia e sta forse per prendere un treno: i ritmi frenetici della città lo stressano. Il dolore lo attanaglia all'improvviso e lo sguardo angosciato ci dice dell'abbisso che vede di fronte a se. Stress e iperalimentazione come prodotto della megalopoli e della sovrappopolazione.
Per combattere l'eccesso è utile la frugalità. La frugalità è un valore che può ridarci un equilibrio. Meno cibo può contribuire a ridarci una identità umana secondo natura. Mangiare meno, mangiare poco. Preferire i cereali, i legumi, le verdure, la frutta. Scegliere i cibi magri. Ridurre o meglio abolire la carne. Le proteine meglio se vegetali o di pesce. Coltivare il digiuno come esercizio di spiritualità. Bere l'acqua; riservare il vino, poco, alla festa. Dal cibo poi passare a curare gli altri eccessi: l'auto inutilmente grande, le spese inutili, i vestiti costosi, le case troppo grandi troppo scaldate d'inverno, troppo condizionate d'estate. I troppi viaggi. I troppi aerei. I troppi consumi. E' un piccolo passo verso un mondo migliore.

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