Durante l'Angelus del 5 febbraio scorso, il papa ha fatto un chiaro discorso sull'imminente spopolamento della terra. Il papa ha parlato del nichilismo che l'aborto e la contraccezione stanno portando nelle nostre società moderne . E l'Osservatore ha subito commentato le parole del papa: "non si deve scomodare un demografo per analizzare il fatto che la natalità sia scesa sotto il tasso di sostituzione dopo la legge sul divorzio del 1970 e che sia crollato dopo quella sull'aborto varata nel 1978". La visione cattolica è di un mondo in pieno crollo demografico, in via di desertificazione e spopolamento,dove hanno la meglio idee estranee alla religione che guardano alla salvezza della natura e non a quella dell'uomo come figlio di dio. Ecco allora i temi che il papa costantemente ripete ad ogni occasione, le nuove idolatrie, il vitello d'oro da offrire alle masse spaesate e depresse dalla crisi economica e dalla perdita delle appartenenze: la mitologia del bambinello, del neonato che simboleggia la rinascita e la centralità' dell'uomo come dominatore del cosmo. Il papa richiama alla sacra immagine della madonna come archetipo della donna madre che fa della gravidanza l'atto puro della salvazione eterna, e ne fa l'icona della Hybris natalista salvatrice del mondo dalla desertificazione e dal nichilismo. Per il cattolicesimo, come per le altre religioni monoteiste, il mondo e' proprietà dell'uomo e interamente al suo servizio. Il discorso che il papa sottintende è chiaro: la secolarizzazione ha portato a questa crisi senza sbocco. Il papa non si è fatto scrupolo di ricorrere persino all'ecologia in una enciclica sulla preservazione della natura .L' enciclica esprime una ecologia distorta e paradossale in cui la natura non è quella che descrive la scienza, in equilibrio precario e soggetta a limiti fisici. Si tratta di una natura divinizzata, generata da dio per la gloria dell'uomo, e solo in questo senso meritevole di conservazione. Una natura, secondo il papa, senza senso se priva dell'uomo e che va protetta solo in quanto proprietà da trasmettere ai (si spera) numerosissimi discendenti. Nella enciclica si percepisce l'artificio con cui, attraverso una ostentata preservazione di alcuni aspetti esteriori del mondo naturale, si vuole reintrodurre una fede totalizzante che contrasti il laicismo della scienza. Nella visone del papa e dei nuovi integralisti, solo la natalità può riportare l'ordine divino. Senza la natalità in costante crescita il mondo è deserto e spopolato, privo di senso. Siamo in piena follia natalista, in cui la mistificazione la fa da padrona: si vuol far passare per un mondo in via di spopolamento e desertificazione un pianeta di otto miliardi di umani. L'intenzione laica di porre un freno alla natalità incontrollata è considerata un abominio. Solo accennare a questo, è percepito dai cattolici e dal papa come puro nichilismo,un auspicare la desertificazione del pianeta. Di qui la lotta senza quartiere a contraccezione e aborto. In questa nuova visione natalista per contrastare la secolarizzazione vanno superate tutte le pregresse divisioni tra conservatori e progressisti all'interno della chiesa. Esemplare in questo senso è quanto avvenuto nella cosiddetta "guerra dei preservativi" che ha riguardato il sovrano Ordine di Malta. Un episodio ha riacceso un conflitto intestino nell'Ordine di Malta che vedeva contrapposti il Gran maestro Festing e il gran Cancelliere Von Boeselager. Il gran Cancelliere, vicino alle posizioni sociali del papa, è molto stimato, ma con l’arrivo quale cardinale patrono dell'Ordine del porporato americano conservatore Raymond Leo Burke, Festing trova un alleato. L’occasione per la resa dei conti è una storia accaduta nel 2013, quando Boeselager, non ancora Cancelliere, si occupava delle iniziative assistenziali nel mondo. Una ONG che collabora con i Cavalieri di Malta aveva distribuito dei preservativi in Myanmar. E lui, secondo l’accusa, ne sarebbe stato a conoscenza. Il papa, che ricordiamo è un gesuita e come tutti i gesuiti si intende di propaganda e media, timoroso dello scandalo, ha imposto a Festing di minimizzare per il momento, in attesa dei riscontri di una commissione incaricata riservatamente di valutare il caso. L’Ordine però resiste e Festing rimuove dalla carica Von Boeselager. Bergoglio decide allora di nominare una commissione d’inchiesta ufficiale sulla rimozione appena avvenuta e ne affida la guida all’arcivescovo Silvano Tomasi. Il Gran Maestro Festing controbatte in modo durissimo, con un comunicato nel quale rivendica l’autonomia dei Cavalieri, non riconosce alcuna legittimità alla commissione e impone ai vertici dell’Ordine di non collaborare. Gli investigatori vaticani, grazie a molte testimonianze e documenti, scoprono che a Francesco non è stata raccontata la verità e che il rapporto sul caso dei condom non sarebbe stato riportato correttamente e integralmente. Boeselager, conlcude la commissione, non ha responsabilità: appena venuto a sapere della distribuzione dei preservativi aveva interrotto la collaborazione con l’ONG. A quel punto Francesco imponeva al Capo dell'Ordine le dimissioni e, di conseguenza, il reintegro del Gran Cancelliere con la promessa di essere più' aderente alle disposizioni papali. Il cardinale Burke nelle ore successive tenta di dissuadere Festing dalle dimissioni, mettendosi dunque apertamente contro il Papa. Alla fine prevale l'ordine di Bergoglio: mettere tutto a tacere. Non è più tempo di divisioni e si deve essere tutti compatti, specie nei temi caldi della lotta a contraccezione e aborto, nella nuova chiesa destinata a rievangelizzare l'occidente . In gioco c'è la grande lotta alla secolarizzazione e la conquista delle sterminate periferie delle megalopoli in crescita.
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martedì 21 febbraio 2017
Il Papa e la guerra dei preservativi
In occidente c'è qualcuno che crede ancora nel dio cristiano, e fino a qualche decennio fa erano sempre meno. La religione stava divenendo fenomeno marginale per bacchettoni. Ma recentemente qualcosa e' cambiato: una idolatria monoteista come quella ebraica e cristiana, l'islam, ha lanciato il guanto di sfida alla modernità'. I quattro aerei dirottati da islamisti contro le torri gemelle e pentagono nel settembre 2001 è stato il segno della nuova sfida. L'immensa immigrazione di masse islamiche hanno portato altra benzina al fuoco del ritorno religioso. Nell'ultimo decennio il secolarismo ha subito una battuta d'arresto. Il papa argentino ha capito subito che le nuove masse di migranti costituivano una grande opportunità' per un cattolicesimo in agonia. La modernità' stessa forniva i mezzi per la rimonta integralista del cristianesimo, che anziché vedere nell'islam un concorrente, lo considera un alleato contro la secolarizzazione. La globalizzazione ha messo in crisi l'occidente laico e l'insicurezza diffusa crea nuovi potenziali credenti. L'economia in crisi, le difficoltà' del ceto medio impoverito, la sfida del jhadismo, lo spostamento delle produzioni e dei mercati, la crisi energetica hanno modificato il mondo. La superstizione religiosa si ripresenta, dopo duecento anni di illuminismo, più' forte e agguerrita che mai.
La popolazione del pianeta è di otto miliardi e le megalopoli crescono a macchia d'olio trasformando il paesaggio globale. Il papa della crisi della Chiesa ha capito che per salvare la chiesa deve cavalcare le trasformazioni impetuose che stanno investendo l'occidente e il pianeta. La nostra società, quella delle sconfinate periferie delle grandi città europee è abissalmente cambiata rispetto alla società che negli anni settanta votava per il divorzio e l'aborto e lasciava vuote le chiese. Ora nascono in tutte le città occidentali nuove moschee e le chiese tornano ad accogliere fedeli. Nuovi integralismi fanno da avanguardia ad un ritorno alla religione di massa e la CEI ha ripetutamente parlato della necessità di un nuovo spirito missionario questa volta nelle città dell'occidente secolarizzate. Le periferie delle grandi città occidentali stanno divenendo luoghi in rapida crescita demografica e con forti dinamiche sociali, in cui masse immense di nuovi poveri senza appartenenze e di molteplici etnie sono terreno fertile per una nuova evangelizzazione. Qui la chiesa può tornare ad avere un ruolo addirittura più forte di ogni ideologia politica. Nello spaesamento e nella mancanza di valori delle nuove masse la chiesa vede la possibilità di riappropriarsi di un potere che aveva perso. Se le chiese vuote nelle città laiche e borghesi del passato erano un segnale di morte per la religione, nelle bainleu in forte espansione e prive di riferimenti c'è la rinascita della fede e la rivincita religiosa sull'illuminismo. La modernità secolarizzata è in un vicolo cieco. Ecco allora le nuove mitologie della salvezza: natalità e sbarchi. Uno dei primi atti del nuovo papa, dopo le dimissioni di Benedetto -altro segno della crisi - è stato quello di andare a Lampedusa per lanciare il messaggio: voi che arrivate non siete un problema, ma siete la salvezza. Per voi e per noi, anzi più per noi, uomini senza fede in crisi irreversibile. L'Italia , fa intendere il papa, e tutta l'europa non hanno confini perché non hanno più storia. L'Italia e l'europa come terra promessa per le migrazioni epocali, solo così possono ritrovare un senso e una ricrescita nella fede. Nascite e sbarchi sono la salvezza di un mondo che era diventato senza dio e dedito solo al profitto. La concezione religiosa alla base di questa visione è un delirio antropocentrico in cui la natura non ha più senso. Ma qui è in gioco un pensiero totalizzante che riporta la chiesa al centro, con un compito di salvezza ed un messaggio globale che le restituiscono un ruolo che aveva perso. Il papa in occasione del recente natale ha voluto piantare un barcone, uno di quelli usati dai migranti, a san pietro; e subito qualcuno propone di portare un barcone davanti al duomo di Milano: sono i simboli di un nuovo significato della città. Da luogo identitario e di appartenenza storica, residenza di una classe media prevalentemente laica, a luogo di accoglienza per la nuova povertà globale nel tempo dell'esplosione demografica. E', secondo la chiesa, una rivincita dell'uomo, proprio quando la crisi ambientale stava ponendo in crisi il ruolo dell'uomo in un pianeta inquinato. Una occasione imperdibile per una chiesa di nuovo protagonista. L'esplosione demografica africana è una benedizione per chi vede nella natalità la nuove opportunità per una rivincita religiosa sul laicismo e sulle critiche ecologiche all'antropocentrismo.
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