Translate

giovedì 19 gennaio 2023

L'Affare del Carbonio (Parte Seconda)

( La seconda di copertina del Testo: Dialoghi sul Clima, Rubettino editore, 2022)
Se qualcuno crede ancora al mondo immaginato dai Verdi come il regno dell'uguaglianza e dei popoli al potere, del ritorno all'agricoltura di una volta, alle biciclette e alla mobilità senza auto inquinanti, alla decrescita del Pil e dell'uso del denaro, alla Terra tornata libera dalle emissioni, e governata da cittadini solidali riuniti in associazioni verdi "senza scopo di lucro"; se crede ancora ai paesi fondati su economie non capitalistiche e con sistemi energetici rinnovabili, paesi in cui i potentati economici non contino nulla e tutto sia nelle mani di famiglie ecologicamente pure,che vivano nella natura, che credano nella felicità e non nel denaro...beh allora si leggano questa seconda parte dell'articolo del professor Mario Giaccio pubblicato sul libro : "Dialoghi sul Clima" (Editore Rubettino 2022) a cura del professor Prestininzi. Scoprirà così che Cappuccetto Rosso non esiste e che la cosiddetta Rivoluzione verde, a differenza delle rivoluzioni del passato che videro la partecipazione attiva delle popolazioni e degli svantaggiati ed emarginati dai vari sistemi di potere, è condotta invece in prima persona dai grandi poteri bancari e finanziari mondiali, dai governi autocratici e antidemocratici delle potenze economiche e politiche emergenti, dall'Onu dominato dagli esperti a prevalenza terzomondista e antioccidentali, e vedono nel popolo bue solo la massa da manovrare, da indottrinare con i nuovi social di proprietà di miliardari e tecno-capitalisti. Gli individui -secondo costoro- sono materiale da manipolare e da incanalare verso una visione in cui la propria appartenenza ad un paese e ad un territorio è azzerata, e il cittadino è un apolide provvisto di POS: un consumatore ecologicamente risanato, un cittadino globale, un codice a barre senza nome e senza volontà, guidato dalla Grande Mente Verde Carbon Free. La Grande Mente ha capito una cosa sostanziale: gli appartenenti alla specia Homo hanno bisogno di credere in qualcosa, in una grande illusione, in una prospettiva di salvezza ontologica: nel tempo della tecnica e della tecno-economia, la vecchia religione con un dio monocratico non serve più, serve una nuova religione, quella che riscatta l'umanità dal carbonio, questo demone liberato dai miasmi della vecchia industria e dall'energia degli idrocarburi. I grandi affari si fanno sempre sotto la maschera di una grande fede ideologica. Il popolo bue deve cambiare antropologicamente: ogni caratteristica che possa riportare ad una appartenenza o a un gruppo, come la lingua, la religione, la cultura delle origini, le tradizioni locali, o addirittura il sesso, viene demonizzata e neutralizzata, in favore di una "persona" neutra e priva di storia che possa solo reclamare i diritti che attengono al buon consumatore ecologicamente corretto. Per essere un buon consumatore bisogna essere carbon free, rivolti esclusivamente al compito di ridurre le emissioni di carbonio, pena la distruzione del mondo in una palla di fuoco, il nuovo inferno del riscaldamento globale. Tutto ciò che è stato prima non conta, e la storia non solo è azzerata ma addirittura neanche nominata: si è accettati nel nuovo mondo green solo in quanto privi di storia, di una determinazione che ci venga dal passato. Il progresso tecnologico è guardato con sospetto dai nuovi poteri: anche le tenologie non sono tutte uguali, vanno accuratamente selezionate in base alle idee della Grande Mente. Buona lettura.
IL CARBONIO: IL NUOVO ORO DELLA GREEN ECONOMY
CHI GOVERNA IL CLIMA
La conferenza COP 21 di Parigi (del dicembre 2015) segnò l'avvio della politica della Finanza Verde. Benché la raccomandazione di instaurare un sistema finanziario green fosse già contenuta nel famoso rapporto commissionato nel 2006 dal governo britannico al sopra citato economista Nicholas Stern (Stern 2007), fu alla Cop 21 di Parigi che per la prima volta l'espressione Green Finance comparve in un documento finale. Nell'articolo 2 dell'accordo si parla del settore finanziario; da argomento per scienziati e industriali, il tema diventa finanziario: " Gli obiettivi climatici saranno raggiunti solo se inizieremo a riorientare i flussi di capitale verso un mondo a basse emissioni".
Altre iniziative sono sorte in seguito alla Cop 21, fra cui: il "Network for Greening the Financial System" (NGFS), per convincere e coinvolgerele banche centrali e le autorità istituzionali nelle politiche favorevoli a una finanza verde; il "Gruppo di Esperti ad Alto Livello sulla finanza sostenibile" (HLEG) per elaborare le politiche della UE (per i dettagli si veda Celani et al. 2020).
Nello stesso anno della Cop 21, il Financial Stability Board (FSB) della Bank for International Settlements, presieduto allora da Mark Carney (presidente uscente della Banca d'Inghilterra) ha creato una Task Force di informativa finanziaria per il clima, la "Task Force on Climate-related Financial Disclosures" (TCFD) per consigliare "investitori, finanziatori ed assicurazioni sui rischi legati al clima". La TCFD ha 31 componenti ed è presieduta dal miliardario Michael Bloomberg (patrimonio stimato 59 miliardi di dollari, 2021); fra i componenti della TCFD vi sono (in ordine approssimativo di ricchezza):
ICBC (Industrial and Commercial Bank of China) è una banca cinese il cui maggior azionista è lo Stato. Per patrimonio totale è la più grande banca del mondo: con un total assets di4,32 trilioni di dollari USA (2020); ha superato JP Morgan Chase (ora al secondo posto). Secondo Fortune Global 500 è la quarta azienda per fatturato (105,4 miliardi di dollari nel 2018) e la prima al mondo per profitto: 44,7 miliardi di dollari; utile netto 43,42 miliardi.
JP Morgan Chase è la seconda banca del mondo con una capitalizzazione di mercato di oltre 420 miliardi di dollari; dollari in custodia 25,4 miliardi (2019); fatturato 100 miliardi (2017); utile netto 24,4 miliardi di dollari.
Black Rock è la più grande società di investimento del mondo con sede a New York.Domina la proprietà azionaria delle principali borse valori del mondo, dei principali azionisti delle maggiori compagnie petrolifere e delle maggiori compagnie carbonifere mondiali. Gestisce un patrimonio di 7 trilioni di dollari (2020) (è più del pil della Germania e della Francia messi insieme) di cui un terzo in Europa. Fatturato 4,2 miliardi di dollari (2018); utile netto 4,3 miliardi di dollari.
Barclays Bank PLC è una banca internazionale britannica, presente in oltre cinquanta Paesi; svolge servizi finanziari, bancari e assicurativi. Nel 2020 risulta: Total assets 1,35 trilioni di sterline; patrimonio netto totale 66,88 miliardi di sterline; fatturato 21,77 miliardi di sterline; utile netto di 2,46 miliardi di sterline.
HSBC (The Hongkong and Shanghay Banking Corporation Limited) è la più grande banca di Hong Kong, opera nella regione Indo-Pacifico e in altre zone del mondo. E' autorizzata dall'Autorità monetaria di Hong Kong a emettere banconote in dollari di Hong Kong. Patrimonio 1 trilione di dollari (2017); fatturato : 53,8 miliardi di dollari (2018); reddito 32,93 miliardi di dollari (2017).
La Swiss Re (Swiss Reinsurance Company) è la seconda società di riassicurazione mondiale e una delle principali società di assicurazioni del mondo e di altre forme di trasferimento di rischi assicurabili. Totale attivo: 238,6 miliardi di dollari; fatturato: 49,31 miliardi di dollari; utile 727 milioni di dollari.
ENI S.p.A. è una multinazionale italiana collocata fra le sette maggiori compagnie petrolifere del mondo. Nel 2020 risulta : total assets di 109,64 miliardi di euro; un fatturato di 44 miliardi di euro; capitalizzazione di mercato 36,08 miliardi di dollari. Secondo la classifica Fortune Global 500 del 2020, è posizionata al 24° posto del settore energetico.
Dow Chemical Company è una multinazionale del settore chimico. All'epoca della creazione del TCFD era la seconda più grande industria chimica del mondo, dopo BASF. Nel 2016 ha fatturato 48 miliardi di dollari con un utile netto di 4,4 miliardi di dollari. Nel 2017 vi è stata la fusione con la DuPont, sciolta dopo due anni.
BHP Billiton è la maggiore società mineraria al mondo. Proviene dalla fusione della società australiana Broken Hill Proprietary Company con la società inglese Billiton. Total assets 104,8 miliardi di dollari; ricavi 43 miliardi (2020); reddito netto 8,74 miliardi (2020); patrimonio netto 48 miliardi di dollari. CO2 emessa negli ultimi 5 anni: 83 milioni di t.
Tata Steel è una multinazionale indiana fra le principali aziende produttrici di acciaio a livello mondiale (13 milioni di tonnellate di acciaio all'anno). E' nella lista delle 500 più grandi società del mondo. Nel 2021 risulta: patrimonio 33 miliardi di dollari; reddito netto 1 miliardo di dollari; rediito operativo 2,8 miliardi di dollari; patrimonio netto 9,7 miliardi di dollari. E' ovviamente uno dei maggiori emettitori di CO2 (110 milioni di tonnellate negli ultimi 4 anni).
Generation Investment Management LLP (Generation IM) è una società di servizi finanziari e di gestione degli investimenti presieduta da Al Gore e co-fondata con il capo dell'Asset Management della Goldman Sachs, il miliardario David Blood, nel 2004. La finalità è di raccogliere investimenti sui fondi comuni di investimento e altri investimenti cosiddetti "sostenibili" gestiti dalla società. Il valore dei fondi investiti al 31-12-2020, era di 22,4 miliardi di dollari.
Greta Thunberg è collegata all'organizzazione di Al Gore. Greta e Jamie Margolin sono "consulenti speciali per i giovani" e fiduziarie della ONG svedese "We Do not Have Time". Quest'ultima è "piattaforma di recensioni" e "rete di social media" per tutti coloro che vogliono cercare di contrastare "il riscaldamento globale che minaccia la nostra esistenza". La piattaforma è stata fondata dal promotore di Greta, Ingmar Rentzhog, leader del Climate Reality Project di Al Gore (il progetto è partner di We Do not Have Time), che fa parte della Task Force del CEPS (Center for European Policy Studies) con sede a Bruxelles, che intraprende ricerche "per portare a soluzione le sfide che l'Europa deve affrontare oggi". Il Centro, nel 2019, disponeva di un'entrata di 7,3 milioni di euro. Il Climate Reality Project è un'organizzazione senza scopo di lucro volta all'educazione e alla difesa dai cambiamenti climatici, proviene dalla fusione di due gruppi ambientalisti, l'Alliance for Climate Protection e The Climate Project, entrambi fondati da Al Gore.
In relazione al TCFD, Philip Hammond, già Cancelliere dello Scacchiere britannico dal 2016 al 2019, nel 2019 ha pubblicatoun opuscolo di 43 pagine "per rendere più ecologici i sistemi finanziari": Green Finance Strategy - Trasforming Finance for a Greener Future. In esso si afferma : "Una delle iniziative più importanti che emergono è la Task Force del Financial Stability Board che ha lo scopo di fornire informazioni finanziarie relative al clima (TCFD), essa è supportata da Mark Carney e presieduta da Michael Bloomberg. Le istituzioni partecipanti (alla Task Force) rappresentano 118 Trilioni di dollari di assets a livello globale".
La Green Finance Initiative è stata lanciata nel gennaio 2016 dalla City of London Corporation e dal governo del Regno Unito, con l'obiettivo di indirizzare trilioni di dollari per investimenti "verdi". E' stata messa in atto per garantire che la City di Londra possa mantenere l'egemonia sul sistema finanziario "verde". Si tratta di finanziare alcuni mezzi (è esclusa l'energia nucleare) per ridurre le emissioni di carbonio o aumentare l'efficienza delle risorse. L'iniziativa può vantare: 100 miliardi di sterline di investimenti nel settore dell'energia pulita del Regno Unito; 80 Green bond quotati alla borsa di Londra (per 24 miliardi di dollari); 2 miliardi di sterline raccolti dalle piattaforme di crowdfunding per Green Investment; l'85% è la quota di Londra sul mercato mondiale del carbonio. Nel settembre del 2017 il governo britannico ha incaricato la Green Finance Initiative di istituire una Green Finance Taskforce. L'obiettivo è di aiutare a procurare gli investimenti necessari per la strategia industriale della crescita pulita del Regno Unito; di consolidare a livello internazionale la leadership del Regno Unito negli investimenti "puliti", ecc. La Green Finance Taske Force è guidata dall'ex sindaco della City di Londra, Sir Roger Gifford e ha 17 membri esperti nell'ambito della comunità finanziaria (Report 2018).
Una iniziativa importante della Taskforce è stata quella di caldeggiare la creazione di un nuovo Istituto: il "Green Finance Institute". La raccomandazione è stata accolta e il Cancelliere dello Scacchiere ne ha dato l'annuncio il 21 giugno 2018. E' stato quindi istituito nel 2019, come parte integrante della visione futura dei servizi finanziari del Regno Unito, che aspira ad essere leader mondiale nel settore della finanza sostenibile.Infatti, il nuovo Istituto è finanziato dagli stessi promotori della Green Finance Initiative (la City of London Corporation e il Tesore del R.U.). Il Cancelliere ha detto: " il Regno Unito è già in testa in questo mercato, con quasi 80 geen bond che hanno raccolto più di 24 miliardi di dollari in sette valute...Ma se vogliamo raggiungere insieme i nostri obiettivi climatici globali, dovremo mobilitare 90 trilioni di dollari entro il 2030". La finalità dell'Istituto è quella di accelerare la transizione verso un'economia pulita, resiliente e sostenibile dal punto di vista ambientale, convogliando i capitali progressivamente su vasta scala verso obiettivi di economia reale che creeranno posti di lavoro e aumenteranno la prosperità di tutti.
Rhian-Mari Thomas, ex banchiere di Barclays e amministratore delegato del Green Finance Institute, ha dichiarato: "Il rischio sistemico posto dalla crisi climatica ai servizi finanziari richiede un'azione decisa e una rapida svolta verso le opportunità offerte dall'economia a zero emissioni di carbonio. Buone intenzioni, discussioni, slogan e affidamento sull'eroismo di singoli individui non potranno raggiungere la dimensione della trasformazione richiesta. Per finanziare la transizione globale può riuscirci soltanto una mobilitazione di capitali mirata alla creatività e all'innovazione e con le competenze del settore finanziario". Ossia: il capitalismo finanziario produrrà nuovi titoli e strumenti derivati in cui investire la liquidità delle banche centrali. Una parte di questi titoli sarà acquistata dalla BCE. Il presidente del Green Finance Institute è Si Roger Gifford, che è anche a capo della filiale britannica della banca svedese Skandinaviska Enskilda Banken (e della Camera di Commercio Britannico-Svedese) che finanzia in parte IKEA, la cui direttrice generale delle public relation, Daniela Rogosic, fa parte dell'Advisory Board di "We Don't Have Time" di Ingmar Rentzhog.
La deputata Alexandria Ocasio-Cortez, nella proposta di legge sul Green New Deal, presentata al Congresso. degli Stati Uniti insieme ai senatori Ed Markey e Bernie Sanders nel 2019, ha indicato un importo simile a quello indicato dal Cancelliere dello Scacchiere, fatte le proporzioni tra i due paesi, per "riorganizzare completamente l'economia statunitense": circa 100 trilioni di dollari. I consiglieri di Alexandria includono il co-fondatore dei justice Democrats,Zack Exley, che era finanziato, tra gli altri, dalla Open Society Foundations e dalla Ford Foundation. Fra i modi per reperire tale somma la stessa Alexandria ha suggerito il semplice aumento del circolante: "I finanziamenti proverrebbero principalmente da alcuni enti pubblici, tra cui la Federal Reserve statunitense e una nuova banca pubblica o sistema di banche pubbliche regionali e specializzate" (Celani et al. 2020) (Sull'effetto inflazionistico generale americano e non solo, dovuto alla semplice stampa di dollari e al suo effetto di generale impoverimento della popolazione di lavoratori e pensionati dell'occidente è scesa una cortina di silenzio. Ndr).
Il primo indice globale di titoli ambientali di livello superiore è stato promosso dalla Goldman Sachs, l'onnipresente banca di West Street. The Goldman Sachs Group, Inc. è una dellee più grandi banche d'affari del mondo, con sede legale a New York e filiali nei principali centri finanziari mondiali. Si occupa principalmente di investimenti bancari ed azionari, di risparmio gestito e altri servizi finaziari. Sottoscrizioni di titoli di debito, gestione delle risorse finanziarie, consulenze aziendali ecc. Il patrimonio gestito è di 1,3 trilioni di dollari (2019) , con un fatturato di 32 miliardi e un utile netto di 4,3 miliardi di dollari (2017). E' facile reperire notizie sulle frodi perpretrate ai danni dei propri risparmiatori e dei propri clienti negli Stati Uniti e in Inghilterra dalla Goldman Sachs; sulle strategie segrete di acquisto e vendita di titoli e assets per conto di clienti selezionati; vendita di titoli garantiti da mutui, mascherando conflitti di interesse con i propri clienti tramite omissioni materiali ed errori nelle documentazioni; ecc. L'indice, denominato CDP Environment EW e CDP Eurozone EW, si propone di attirare fondi di investimento; sistemi di pensioni statali dei dipendenti pubblici della California, come il CALPERS (California Public Employees' Retirement System) e degli insegnanti statali della California, come il CALSTRS con un patrimonio complessivo di oltre 600 miliardi di dollari da investire, ovviamente in obiettivi accuratamente scelti dal CDP. Il CDP è finanziato, oltre che dalla Goldman Sachs, da altri investitori fra cui: HBSC; JP Morgan Chase; Bank of American Corporation: è una multinazionale bancaria e di servizi finanziari. E' la seconda grande istituzione bancaria degli US, dopo JP Morgan Chase. Patrimonio 2,8 trilioni di dollari (2020); fatturato 91,24 miliardi di dollari (2018); utile netto 28,14 miliardi di dollari (2018). American International Group Inc. (AIG), è una società finanziaria e assicurativa multinazionale americana attiva in più di 80 Paesi. AIG risulta al 60° posto nell'elenco Fortune 500 del 2018. Nel 2020: patrimonio 586 miliardi di dollari; fatturato 43,34 miliardi, reddito netto 5,97 miliardi. State Street Corp è società statunitense di servizi finanziari e bancari, è una della maggiori società di gestione patrimoniale al mondo con 3,15 trilioni di dollari in gestione nel 2019 e 34,36 trilioni in custodia e amministrazione. Patrimonio 315 miliardi di dollari (2021), fatturato 11,98 miliardi; reddito netto 2,43 miliardi (2020).
Fra le società più quotate nell'indice CDP vi sono (oltre alla Goldman Sachs):
Alphabet Inc. è una holding statunitense, fondata nel 2015, alla quale fanno capo Google LLC e molte altre società controllate. Nel 2020 risulta: total assets 319,6 miliardi di dollari; fatturato 182,5 miliardi; utile netto 40,27 miliardi. E' divisa in settori in base agli interessi, ad esempio: investimenti finanziari (Google Ventures, Google Capital), biotecnologie (Calico), robotica (Google X Lab), ricerca e sviluppo, ecc. La società proprietaria di Google è molto interessata al clima, infatti ha annunciato una nuova politica per inserzionisti, editori e per You Tube, che vieterà la pubblicità e la monetizzazione di contenuti che contraddicono il "consolidato consenso scientifico sull'esistenza e le cause del cambiamento climatico". Questa politica impedisce la libera circolazione del pensiero e delle opinioni e impedisce il dibattito libero tra idee diverse. Impedisce anche di usufruire di dati scientifici empiricamente validati, quando non conformi al pensiero unico consentito e alle direttive di Google.
Microsoft Corporation, è una delle più importanti aziende di informatica al mondo e anche una delle più grandi aziende per capitalizzazione azionaria, circa 1,4 trilioni di dollari nel 2020; il fatturato è di 143 miliardi di dollari, con un utile netto di 44,3 miliardi di dollari.
ING Group (Internationale Nederlanden Groep) è un gruppo bancario olandese. Fatturato 17,64 miliardi di euro (2020); utile netto 4,96 miliardi di euro. Nel 2007 era il maggiore gruppo finanziario del mondo.
Diageo PLC è una multinazionale inglese operante nel settore delle bevande alcoliche. Fatturato 12,9 miliardi di sterline, utile netto 4 miliardi (2019).
Philips è una azienda multinazionale olandese . E' stata per 120 anni tra le maggiori aziende al mondo nel settore elettronico, ma a partire dal 2011 si è orientata verso le tecnologie della salute. Fatturato 24,52 miliardi di euro (2016); utile netto 1,49 miliardi di euro (2016).
Danone è una multinazionale francese di prodotti alimentari. Fatturato 25,3 miliardi di euro, utile netto 1,92 miliardi (2019). Nonostante faccia parte delle società più quotate all'Indice CDP (Indice globale dei titoli ambientali) l'associazione ambientalista Hall of Shame l'ha posta al settimo posto delle imprese manifatturiere più inquinanti.
Continua nella Terza Parte. Tratto dal Libro: Dialoghi sul Clima, editore Rubettino 2022, pag. 32-41.

domenica 15 gennaio 2023

L'Affare del carbonio. (Parte Prima)

Nella più completa sopraffazione delle voci discordi, senza alcuna libertà di dibattito, con l'arroganza delle nuove ideologie, nella mistificazione dei dati e degli studi, prosegue il lavaggio del cervello a tutta la popolazione in particolare nei paesi occidentali, sul cosidetto cambiamento climatico che sarebbe dovuto alle emissioni del carbonio. Poche sono le voci libere che reclamano almeno un franco dibattito alla luce di dati scientifici corretti liberamente discussi. Una importante voce libera è il nuovo libro a cura del professor Prestininzi uscito alla fine del 2022 dall'Editore Rubettino: "Dialoghi sul Clima" tra emergenza e conoscenza. Riporto di seguito alcuni passi dell'importante capitolo sull'Economia e finanza delle politiche climatiche, ad opera di Mario Giaccio, già professore di Tecnologia ed Economia delle Fonti di Energia all'Università G. D'Annunzio di Pescara. A parte la contraddittorietà e la non univocità dei dati sul riscaldamento climatico e soprattutto i dubbi più che giustificati dai dati scientifici sulla sua origine dalle emissioni antropiche, l'articolo rivela i giganteschi interessi economici e politici in gioco, e il ruolo delle potenze geopolitiche emergenti che vogliono togliere all'Europa e all'intero occidente il primato economico e tecnologico, sottrarre risorse e reindirizzarle, dietro lo schermo e la scusa dei cambiamenti climatici, verso i nuovi interessi e centri di potere. Gli argomenti sono sempre gli stessi: le emissioni dei paesi occidentali enfatizzate ipocritamente, in quanto i dati esposti nell'articolo mostrano una realtà ben diversa, e il silenzio completo sul vero fronte che pone a rischio la biosfera, e cioè la sovrappopolazione della specie Homo e i suoi inauditi tassi di crescita che vedono i paesi emergenti (alcuni dei quali ex -terzo mondo, attualmente in forte sviluppo) , in prima linea. Purtroppo il cancro pseudoecologista alberga principalmente in occidente, e gli ideologi del carbon free sono protagonisti della politica in casa nostra, e stanno distruggendo le economie dei paesi democratici approfittando della uniformizzazione del pensiero e della repressione del dibattito da parte dei poteri finanziari e delle autocrazie che guidano la politica mondiale. Gli utili idioti seguaci di Greta e gli esperti prezzolati dell'Onu hanno la coda di paglia, perché nei vari studi sulle emissioni (tutta colpa ovviamente dei paesi democratici occidentali) non inseriscono mai il dato sulla popolazione e sul numero di nascite per donna, che porterebbe a guardare in tutt'altra direzione per spiegare l'origine dell'inquinamento ambientale - compresa la CO2- e sulla causa del disastro della biodiversità e l'esaurimento delle risorse naturali. Ma veniamo all'articolo.
PREMESSA
"Si ricorda che l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è stato fondato nel 1988. Pubblica report scientifici e "Istruzioni per i politici" sull'argomento clima. Elabora modelli per dimostrare che l'anidride carbonica, emessa con l'uso dei combustibili fossili, produce un riscaldamento globale. Il protocollo di Kyoto è un accordo internazionale, firmato nel 1997, per limitare le emissioni ritenute responsabili dell'effetto serra. E' entrato in vigore nel 2005. I partecipanti al protocollo si impegnarono a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 5 % rispetto ai livelli del 1990. In atmosfera vi sono 3000 Gt (miliardi di tonnellate) di CO2, negli strati superficiali dell'oceano ve ne sono 3600 Gt. La CO2 emessa dall'uomo nel 1990 ammontava a 22,3 Gt, quindi l'incidenza era dello 0,74 %. Pertanto, la riduzione proposta , sulla quantità globale di CO2, è dello 0,037% (il 5% dello 0,74 %). Nel 2019 la cO2 emessa dall'uomo è stata di 34,2 Gt, pertanto dal 1990 al 2019 si è avuto un incremento delle emissioni del 53% (dal 22,3 a 34,2) (altro che riduzione del 5%!-ndr). Sono di seguito riportati i sei emettitori che forniscono il 68,5 % delle emissioni globali nel 2019:
CINA 9,92 Gt. (29,0%)
USA. 4,97 Gt. (14,5%)
EU (28 stati). 3,47 Gt. (10,0%)
INDIA. 2,48 Gt. ( 7,2%)
FEDERAZIONE RUSSA. 1,53 Gt. ( 4,5%)
GIAPPONE. 1,12 Gt. ( 3,3%)
L'Europa , nella conferenza di Parigi (Cop 25) del 2015, dichiarò di voler ridurre del 20% le proprie emissioni entro il 2020 e del 40% entro il 2030 (rispetto ai dati del 1990). Si noti che le emissioni europee, dal 1990 al 2007, per 17 anni sono rimaste praticamente le stesse. Dal 2009 al 2019 le emissioni europee si sono ridotte dell'11 %, quindi una media dell'1 % all'anno. La riduzione non è dovuta alle politiche green, bensì alla grave crisi economica iniziata nel 2008 e innescata dai mutui subprime americani e del trasferimento delle produzioni industriali fuori dall'Europa, segnatamente in Cina. Pertanto, la produzione industriale e i consumi di energia europei sono diminuiti. L'Europa acquista i beni dalla Cina e quindi risparmia le proprie emissioni. Quanta CO2 produce la Cina come conseguenza della produzione di beni esportati verso l'Europa? A fronte della diminuzione dell'1,0 % all'anno, l'Europa "emette" , tramite la Cina, il 16,6% all'anno in più delle emissioni proprie. Quindi la diminuzione delle emissioni europee è di gran lunga superata dal surplus di CO2 incorporata nei beni importati dalla Cina. L'Europa continuerà a finanziare con le proprie importazioni l'industria fortemente emissiva dei Paesi extra UE. Una rassegna sulla circolazione "commerciale" dell'anidride carbonica a livello mondiale è riportata da Peters et al. (2012). Le stesse produzioni, se fossero attuate in Europa, produrrebbero molta meno anidride carbonica; infatti, se si esamina e si confronta il mix energetico delle fonti energetiche primarie in Europa e in Cina, si nota una differenza molto evidente: il mix energetico cinese è fortemente spostato verso i combustibili fossili (carbone principalmente). Pannelli e pale eoliche sono in produzione, ma esportate in quasi totalità in occidente (evidentemente sono i primi a non crederci). Anche se l'Europa riducesse del 40 % le proprie emissioni per il 2030, il risultato sarebbe "invisibile", infatti l'Europa (nel 2019) ha prodotto 3,47 Gt di CO2, ossia il 10% delle emissioni globali, ossia lo 0,11% di tutta l'anidride carbonica presente in atmosfera: il risparmio del 40% sulle attività considerate dall'Europa (il 45%) influirebbe sul quantitativo totale do CO2 atmosferica per lo 0,020% (il 40% del 45% dello 0,11%) in 10 anni! Se in atmosfera ci sono 400 ppm di CO2, lo 0,020% di 400 è= 0,080 ppm (ossia 8 parti per miliardo all'anno!) quantità difficilmente apprezzabile, infatti le oscillazioni naturali dell'anidride carbonica sono quasi 1000 volte superiori a tale quantità: variano da 3 a 6 ppm (giorno/notte, primavera/autunno). Quindi, supponendo che la presenza di CO2 in atmosfera sia dovuta esclusivamente alle azioni dell'uomo, la finalità dell'Europa è ridurre la CO2 atmosferica da 400 ppm a 399,92 ppm in dieci anni.
IL MERCATO DELL'ANIDRIDE CARBONICA
Tenendo conto delle suddette quantità, l'apparato economico-finanziario messo in atto sembra spropositato per un risultato che appare privo di significato. Da ciò si evince che non vi è attinenza con le fluttuazioni climatiche, le azioni proposte sembrano più verisimilmente indirizzate a delle politiche finanziarie. Vediamo quindi quali sono i mezzi proposti e/o utilizzati dall'Europa per raggiungere tale risultato. L'accordo di Kyoto propone due sistemi per sensibilizzare le Nazioni verso il ruolo del carbonio:
1) ETS= Emission Trading System: è il sistema di scambio commerciale delle quote, o permessi di emissione, di anidride carbonica emessa. Si basa sul cosidetto cap end trade: si fissa un limite (cap) alla quantità totale di emissioni che ciascun paese può emettere; le aziende soggette all'accordo, se superano la quota assegnata, possono acquistare sul mercato (trade) i permessi di emissione da quelli che emettono di meno. In pratica, il produttore di CO2 non necessariamente deve ridurre le proprie emissioni, ma può comprare i permessi di emissione in modo da rientrare nei limiti assegnatigli. Un esempio di tale meccanismo è l'acquisto, da parte della FIAT Chrysler Automobiles, di permessi di emissione da altre società del settore, in particolare da Tesla e da Toyota. La FIAT, poiché supera il limite assegnatole, dovrebbe pagare una multa intorno ai 2 miliardi di dollari. Pertanto, ha acquistato crediti di carbonio: nel 2017 ha acquistato da Tesla crediti per un valore di 279,7 milioni di dollari; nel 2018 per ulteriori 103,4 milioni di dollari. Tesla ha permessi in esubero perché produce automobili elettriche: ha fatto della vendita di permessi di emissione un vero affare e inoltre gode di incentivi pubblici per la sua produzione.
2) CDM: Clean Development Mechanism. E' il sistema della "compensazione" (offset), che permette ai produttori di CO2 di finanziare progetti di compensazione o di riduzione di emissioni in altri paesi, invece di ridurre le proprie emissioni. Una delle tipologie più comuni è quella di piantare eucalipti in un luogo lontano dal quale è localizzato l'impianto che emette CO2: gli alberi, crescendo, dovrebbero assorbire l'anidride carbonica emessa dall'opificio industriale, ad esempio la British Petroleum ha impiantato alberi a Sao Josè do Buriti in Brasile, per compensare le emissioni di una delle più grandi raffinerie di petrolio d'Europa, localizzata nelle vicinanze di Grangemouth in Scozia. E' ovvio che quando gli alberi muoiono restituiscono tutta l'anidride precedentemente sottratta all'atmosfera, solo in modo diluito. Inoltre vengono alterati i sistemi naturali dove questi alberi vengono impiantati. In questo modo le aziende dei Paesi industrialmente avanzati possono rinviare i costi necessari per adeguarsi a casa loro. L'utilizzo degli offset per ridurre (?) le emissioni di gas serra è come cercare di perdere peso pagando qualcun altro per fare la dieta. I gravi danni umani e ambientali prodotti dal Clean Development Mechanism, con la letteratura specifica, sono riassunti in Giaccio, 2019.
.....
Il mercato mondiale del carbonio si è aggirato, nel 2020, intorno ai 220 miliardi di euro, l'Europa detiene il 90 % di questo mercato.Uno studio di Bruyn S. et al. (2010), effettuato nei primi anni di attuazione dell'ETS, ha evidenziato che il costo di acquisto dei permessi di emissione è stato trasferito interamente sui consumatori attraverso l'aumento dei prezzi in fattura. Nel 2008-2012 si è consentito ai produttori di energia elettrica di accollare ai consumatori il futuro costo dell'adeguamento attraverso l'aumento dei prezzi in bolletta, consentendo accumuli di risorse finanziarie che oscillano tra i 23 e i 71 miliardi di euro. Inoltre: per erogare sussidi alle rinnovabili i consumatori italiani hanno pagato, con le bollette elettriche, 13,4 miliardi di euro netti all'anno (Rapporto GSE, 2014)
. ......
LA TRASFORMAZIONE DEL MERCATO
Dopo la crisi economica si è avuta una riduzione dei prezzi della compravendita delle emissioni. La Comunità Europea è interventuta ritirando delle quote, il che ha contribuito a risollevare i prezzi del carbonio, ma la loro tenuta sembra essere dovuta principalmente a due fattori:
1) La trasformazione progressiva del mercato del carbonio in un mercato finanziario che attrae operatori, non soggetti all'ETS, aventi finalità speculative o interessati a offrire servizi finanziari legati ai permessi di emissione.
2) L'aspettativa di una nuova regolamentazione del mercato, che ha creato attesa per il rialzo dei prezzi e ha indotto gli operatori finanziari a non abbandonare il mercato del carbonio.
La maggior parte del mercato dei crediti che rappresentano i permessi di emissione di CO2 nell'ambito del sistema di scambio istituito a livello comunitario (ETS), è diventato un mercato a termine: in teoria si può contrattare anidride carbonica non ancora prodotta.La maggior parte delle contrattazioni sul mercato a termine riguarda i prodotti Future ad un anno. I Future possono essere negoziati con tre finalità: copertura dei rischi, speculazione e arbitraggio. Dice il rapporto GSE: gli andamenti dell'ultimo anno hanno mostrato come l'interesse del mondo finanziario abbia costituito un elemento di continuità per il mercato dei crediti e quindi del meccanismo ETS (2014). In pratica, se non ci fossero stati gli operatori esterni e la speculazione, il sistema ETS sarebbe crollato.
I PARADOSSI DELLE POLITICHE EUROPEE SUL CLIMA ED ENERGIA
I due sistemi proposti hanno degli inconvenienti. Il meccanismo dell'ETS ha provocato l'effetto contrario a quanto si proponeva: i permessi costavano poco quindi alle imprese forti consumatrici di energia non conveniva investire per ridurre le emissioni. La Germania per esempio, ha incrementato la sua produzione di energia elettrica dal carbone: nel 2013 ha raggiunto 162 miliardi di chilovattora, il livello più elevato dal 1990. Il meccanismo CDM ha contribuito scarsamente a limitare le emissioni a livello globale. I due sistemi sono risultati convenienti per i movimenti finanziari speculativi. Da uno studio Nomisma Energia (2016) , risulta che la crescita delle rinnovabili in Europa è avvenuta a discapito delle centrali a gas (-30%) , piuttosto che di quelle a carbone o a lignite (-12 %). Questo andamento ha ridotto di oltre la metà i benefici che si sarebbero potuti ottenere se la quota di gas fosse rimasta quella di prima: le emissioni si sarebbero ridotte di 180 milioni di tonnellate annue, invece dei 70 milioni regisdtrati. Si è detto prima degli inconvenienti del basso valore dei prezzi delle quote carbonio; tali prezzi hanno subito un forte incremento a partire dal 2018: si è passati dai 5,5 euro del 2016 ai 60 euro del 2021. La produzione termoelettrica italiana (con una quantità di CO2 emessa di 600g a KWh) ha avuto un incremento del costo di produzione di 5,5miliardi di euro. Non è sicuro che l'alto livello dei prezzi sosterrà le fonti rinnovabili. E' sicuro invece che l'aumento del costo di produzione industriale dell'energia elettrica, di 5,5 miliardi di euro , si riverserà totalmente sul consumatore. Se si fa riferimento all'esperienza storica , le produzioni europee diventeranno ancor meno competitive a vantaggio dei produttori extra UE, dove si ricorre a fonti energetiche poco costose e altamente emissive. Sono inoltre allo studio da parte della commissione europea altre misure come i finanziamenti per il clima di 18 miliardi di euro l'anno (a favore di paesi che utilizzano idrocarburi e hanno alti tassi di natalità -ndr). L'intenzione dell'Europa di spendere 10 miliardi l'anno per utilizzare una parte della CO2 dell'atmosfera per il recupero secondario del petrolio 8operazione che una volta le industrie facevano a spese loro). L'inutile lotta per il clima fa diminuire la spesa per finalità sociali, infatti nel bilancio UE del 2020 è previsto un aumento della spesa destinata a "lottare contro la CO2" fino a un totale di 30 miliardi di euro. Ma a questo aumento dei fondi destinati a salvare il climaa, corrisponde una diminuzione dei fondi destinati all'agricoltura, una volta considerata da proteggere per motivi sociali. Riassumendo: il volume di denaro messo in movimento in Europa, direttamente o indirettamente, per la lotta contro la CO2 è di oltre 500 miliardi di euro all'anno, tutto questo per far diminuire di 8 parti per miliardo, all'anno, la quantità di CO2 in atmosfera. Vi è da ricordare un ulteriore movimento di euro, è quello delle frodi fiscali. Il mercato dell'anidride carbonica si presta bene a questo tipo di frode perché non vi è movimentazione materiale: il tutto avviene senza emettere bolle di accompagnamento, senza un effettivo trasporto, senza una logistica, in altre parole non vi è traccia materiale dell'operazione. Il passaggio di proprietà di una quota, tra le due controparti, è tecnicamente realizzato con il trasferimento di un data base elettronico dal venditore a quello dell'acquirente. I conti sono iscritti nel cosiddetto Registro delle Quote.L'Europol stima che la perdita fiscale, dovuta alle frodi dei crediti di carbonio nel periodo compreso tra giugno 2008 e il dicembre 2009 si è aggirata intorno ai 5 miliardi di euro. La percentuale di scambi legata ad attività illecite dovrebbe aggirarsi intorno al 90 % (Ufficio Europeo di polizia 2012). Si noti che il succitato rapporto non è stato mai aggiornato e, a oggi, se si va sul sito Europol, si ritrova ancora il dato del 2012. O non si sono più verificate frodi dopo quel periodo o le frodi non vengono più segnalate.
IL CLIMA E IL RILANCIO DELLA FINANZA MONDIALE
A livello mondiale si riscontra la tendenza al disinvestimento dai combustibili fossili, ad esempio le compagnie di assicurazione ed i fondi pensione non inestono più nel comparto carbone, petrolio gas. E' ovvio che questi disinvestimenti non hanno niente a che vedere con la riduzione delle emissioni di carbonio, infatti se c'è qualcuno che vende ci deve essere qualcuno che acquista e quindi gli investimenti nel settore fossile restano gli stessi (in verità aumentato perché siamo in una fase di espansione dell'utilizzo fossile). Ci guadagnano ovviamente le imprese di altri settori. La Banca Mondiale ha stimato nel 2017 che gli investimenti nel settore energetico debbono essere incrementati a 700 miliardi di dollari all'anno fino al 2030 per limitare l'aumento della temperatura globale sotto a 2 gradi Celsius. Così concludeva Nicholas Stern alla Cop 21 di Parigi: " Gli investitori vedono nel cambiamento climatico la nuova svolta economica da cui estrarre valore". Le stime sulla spesa sono tuttavia in aumento. Nel dicembre 2017 Macron ha ospitato un Summit per un patto Finanza- Clima. Nel rapporto finale si denunciava il caos climatico e finanziario verso il quale si dirige l'umanità. I promotori chiedono di riorientare la politica monetaria per finanziare la transizione energetica (transizione....parola magica delle nuove elites ecoideologiche -ndr). La corte Europea stima che occorrano poco più di 1110 miliardi di dollari d'investimenti privati e pubblici all'anno, assicurando che questi investimenti daranno molti profitti. Per reperire tali fondi si propone una Tassa sulle Transazioni Finanziarie e una Tassa sulla CO2. Si propone inoltre che: l'emissione di nuova moneta debba essere messa al servizio della lotta contro gli "Sconvolgimenti climatici"e che il dumping fiscale europeo deve essere contrastato, creando una Contribuzione Clima del 5 %, che è semplicemente una ulteriore tassa (i cui profitti dovranno essere destinati ai paesi che risentirebbero dei cambiamenti climatici, tutti -guarda caso- ad alta nalatiltà e in crescita demografica - ndr). Supponendo che si debba ancora emettere (o ritirare) la moneta per le sue funzioni classiche (ad esempio per equilibrare la domanda e l'offerta di danaro nelle fase espansive - recessive dell'economia), le nuove emissioni per gli sconvolgimenti climatici finanzierebbero l'intera economia o andrebbero ai settori esposti agli sconvolgimenti? L'espansione monetaria avverrebbe per prevenire lo sconvolgimento o dopo che l'evento si è verificato? Se si verificasse uno sconvolgimento climatico dannoso chi dovrebbe decidere l'intervento della banca di emissione? Un comitato di climatologi o di economisti o di finanzieri? (L'emissione di nuova moneta non porterebbe ad un'alta inflazione a carico delle popolazioni europee? Sul fatto che le nuove Economie Green comportino pesanti ricadute a carico diretto dei cittadini europei e a vantaggio invece delle banche e della finanza è ben evidente dalla nuova legislazione europea sulla case, che porteranno entro il 2030 ad affrontare ingenti spese per realizzare il salto di qualifica energetica agli appartamenti, una vera patrimoniale i cui reali vantaggi sono ancora da dimostrare-ndr)
Continua nella seconda parte