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martedì 31 gennaio 2012

L'UNIONE EUROPEA IGNORA LA FUSIONE FREDDA E FINANZIA QUELLA CALDA





Ricevo dal Professor Vincenzo Valenzi e pubblico la sua lettera con la importante notizia del finanziamento della Commissione Europea al Progetto Iter, ancora tutto teorico e privo di riscontri sperimentali oggettivi. Si tratta di un finanziamento importante (1,3 miliardi di euro) che rischia di finire in un nulla di fatto, proprio mentre in tutto il mondo parte la ricerca avanzata -ormai in fase quasi operativa- sulla Fusione Fredda (LENR). Che l'Unione Europea sia come la vecchia Unione Sovietica, finita in mano ai burocrati di Stato privi di fantasia e lucidità e con la testa volta al passato?

La ricerca salverà l’Italia ?
Mentre l’università di Bologna rescinde il contratto con Andrea Rossi che con il vecchio preside della Facoltà di scienze Sergio Focardi, ha realizzato l’impossibile miracolo della fusione fredda (il tutto per 500.000 euro ancora non pagati da Rossi) “regalando” agli americani il più grande affare scientifico e tecnologico degli ultimi tempi, in altri circoli scientifici si festeggia il nuovo assegno di 1,3 Miliardi staccato dalla UE per l’ITER.
Come fiuto per gli affari da parte dei board scientifici che orientano l’autorità pubblica italiana ed europea non c’è che dire. Freddi ma non fusi, davanti a qualche milione di euro da investire per verificare nel giro di qualche mese una delle grandi fonti energetiche su cui hanno messo le mani americani e cinesi e che vedranno sul mercato già un milione di Ecat nel prossimo autunno, si investono invece senza battere ciglio 1,3 miliardi per lo sviluppo di ITER che lasciamo alla lettura dell’intervista ad Angelo Tuccillo responsabile ITER all’ENEA Fusione nucleare Made in Italy: l'Enea ci spiega il Progetto Iter , che racconta con scarso senso del tempo gli obiettivi del progetto, e di cui diamo qualche stralcio emblematico
Lo scopo è cercare i regimi più utili per aumentare il margine di successo del primo esperimento di reattore a fusione, che è appunto ITER. Ancora una volta, lo sottolineo, si tratta di un esperimento, non di una macchina con finalità di produzione energetica del tipo di un reattore a fissione nucleare sul cui funzionamento si sa abbastanza. L’esperimento mira a individuare la validità concettuale della fusione termonucleare finalizzata alla produzione energetica,

Così davanti all’accelerazione impressa da Rossi e Focardi ai pioneristici lavori di Fleischman e Pons (che per primi hanno realizzato il Sole in provetta come dimostrato da Widom e Srivastava in una delle conferenze bersagliate dagli “eroici telefonisti romani”, Angelo Tuccillo se la cava con un’improbabile ironia affermando:
Non esprimo pareri diretti su esperimenti, come quello da lei citato, che non conosco nei dettagli, ma vorrei ricordare un principio basilare ed irrinunciabile della ricerca scientifica: qualsiasi esperimento per essere riconosciuto ed accettato deve essere RIPRODUCIBILE, non vorrei sembrare polemico nel ricordare l’esperimento di Pons e Fleischman.

Premesso che da F&P ci sono stati molti sviluppi riferiti da Francesco Celani a Ginevra al WSEC http://www.focus.it/scienza/ecco-la-fusione-fredda-1915_C12.aspx , che a COHERENCE da Yogendra Srivastava http://vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=13826%3Afusione-fredda-inizia-la-corsa-allloror&catid=5%3Aultime&Itemid=121&lang=it ha dimostrato, dati alla mano, la natura nucleare delle reazioni e della loro riproducibilità, si impone qualche riflessione per l’’Autorità Politica e governativa in primis italiana.
Una riflessione grave davanti al dramma pubblico di migliaia di camionisti esasperati (che rappresentano l’iceberg della crisi delle imprese italiche) e strozzati dai costi dell’energia.
Si può continuare a fare cosiddetta grande scienza (ITER ecc) con miliardi per
l’esperimento che mira a individuare la validità concettuale della fusione termonucleare finalizzata alla produzione energetica, Come già detto sopraITER non produrrà energia usabile, per questo dovremo aspettare i risultati di DEMO e a seguire il reattore. Con un po’ di ottimismo possiamo prevedere questo obiettivo dopo la prima metà del secolo.
Tutto ciò mentre non si fa niente per tenere in Italia quello che il genio italico ha creato rescindendo un contratto che bisognava finanziare a occhi chiusi al vecchio preside della facoltà di scienze di quella storica università L'Università di Bologna divorzia da E-Cat

Non ci sono parole, ma crediamo che ci sia bisogno di un’assunzione di responsabilità (ben oltre la deresponsabilizzazione diffusa in cui viviamo) da parte delle forze dirigenti del Paese che rischia la beffa di dover importare oltre al gas russo e al petrolio arabo anche gli E cat americani o cinesi, che sulla malfamata in Italia Fusione Fredda si sono gettati senza freni.
Prof.Gianni Degli Antoni
Professore Emerito Università Milano
Centro studi di Biometeorologia Onlus Roma
Prof.Vincenzo Valenzi
Vice Presidente eLIUM www.lium.ch

29 gennaio 2012

domenica 29 gennaio 2012

Energia da Fusione Fredda: partono i Cinesi




In tutto il mondo e' aperta la corsa alla Fusione Fredda o LENR. In America si muove la NASA, inoltre pare che negli Stati Uniti sia già avviata la produzione dell'Ecat di Rossi. In Grecia c'è la Deflakion con il suo Hyperion. In Giappone ci sono Arata e i suoi collaboratori, la Toyota e la Mitsubishi. In Italia oltre a Rossi e Focardi, c'e Piantelli, i seguaci dello scomparso Professor Preparata, Celani e i collaboratori dell'IFN di Frascati. Ma ora si muovono anche i Cinesi. Pare che contatti siano in corso per la produzione in grande numero degli Ecats in Cina, utilizzando anche sistemi robotizzati (allo scopo di abbattere i costi). Ma in Cina si lavora anche sulla ricerca per copiare o migliorare il sistema di produzione di energia con LENR. Ma le novità sono continue. Recentemente un certo Chan, un giapponese (secondo altre fonti si tratterebbe di un cinese) di cui si sa poco a parte ciò che lui stesso dichiara, ha annunciato sul web di aver realizzato una macchina a fusione fredda basata sul sistema Nichel-Idrogeno che ha dimostrato di funzionare in autosostentamento. Il sistema si basa su un contenitore in acciaio contenente olio minerale e il nucleo LENR formato da una serie di lamine stratificate. L'olio, una volta riscaldato alla temperatura necessaria, funzionerebbe da catalizzatore per il sistema nichel-idrogeno. Il tutto sarebbe inoltre sotto un campo di "Radio Frequency transmission". Secondo altre fonti il catalizzatore di Chan sarebbe invece il ferro (tracce di ferro erano state rilevate anche nell'E-cat di Rossi). Chan ha promesso di aggiornare in tempo reale sul suo sito i progressi della sperimentazione. Ma le conferme debbono ancora arrivare e sulla serietà del tentativo non si può ancora dire nulla. Un dato comunque e' certo: gli studi sulla Fusione Fredda stanno avendo una grande accelerazione in tutto il mondo.

venerdì 27 gennaio 2012

L'OSSERVATORE ROMANO: LA SOVRAPPOPOLAZIONE E' UN SUCCESSO GLOBALE DI SPECIE





Dall'Osservatore Romano (organo del Vaticano) del 3 novembre 2011:

LA SOVRAPPOPOLAZIONE DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA
Al fine di evitare il collasso di un pianeta sempre più popolato e sfruttato è indispensabile — dicono alcuni — una profonda trasformazione dei modelli culturali dominanti, passando dal consumismo sfrenato delle opulente società occidentali a una nuova sostenibilità e a una «decrescita felice», cioè una iniziativa che preveda la diminuzione dei consumi di pari passo con quella demografica. È quello che emerge dalla lettura del rapporto del Worldwatch Institute di un anno fa, in cui si riparlava di esplosione demografica globale, ormai presentata come l’origine di tutti i mali.
L’occidente dovrebbe in sostanza accollarsi il grave peso di una riduzione dei consumi, e in cambio chiederebbe ai Paesi emergenti — che ovviamente tali sono perché è proprio il consumo a dettarne crescita ed emersione — una “moderazione” della propria demografia. L’occidente in questo campo ha già dato, è il sottinteso. Infatti, se si domanda a una qualunque coppia italiana perché non ha figli, la risposta in genere è sempre la stessa: è impossibile, non possiamo permettercelo. Ma se ci si spingesse in India, per esempio a Bangalore — dove buona parte della popolazione vive in miseri fabbricati senza acqua e con un buco per terra come latrina, ma ciononostante continua a mantenersi su una media di due o tre bimbi per nucleo familiare — si vedrebbero le cose da un altro punto di vista.
Questi bambini, infatti, non sono destinati a una vita di privazioni e umiliazioni. In impeccabili uniformi li si incrocia la mattina diretti a scuola con in spalla degli enormi zaini pieni di cultura, mica miseria. Ecco, si direbbe che nessuno abbia insegnato loro ancora quella parola, e ciò che ne consegue. Sono invece solari, come amano dire i giovani oggi quando sono positivi e di ottimo umore. Quando poi capita di incontrarli di ritorno a casa dopo la lezione di inglese pomeridiana non sembrano affatto coscienti di tornare a toccare nel vivo quella che un certo occidente insiste a chiamare miseria. Sono raggianti. Li rivedi poi verso sera giocare a cricket con un bastone raccolto per strada e una palla di gomma, mica di cuoio, mentre fanno salti mortali per schivare capre, mucche e i loro enormi escrementi. Sono la prova vivente che, anche senza iphone e motorino, la vita merita di essere vissuta.
Cosa significa overpopulation? Gigantismo, crescita eccessiva. Se per gigantismo pensiamo a una crescita abnorme, per esempio l’ipertrofia di un arto, è facile intuire la sciagura che ne può conseguire per la salute dell’intero organismo; ma se invece pensiamo al gigantismo che colpisce alcune persone, portando a un accrescimento ben oltre la media, ma proporzionato, cioè di tutti gli organi del corpo, allora possiamo trovarci di fronte non a un handicap, ma addirittura a un vantaggio.
Verrebbe allora da pensare che vi possa essere in una parte del mondo molto ristretta una crescita “abnorme” di popolazione e dunque, per continuare il parallelo, nociva a un sano ed equilibrato sviluppo, e mantenimento, non solo della stessa ma di tutto il pianeta. Bene. Dov’è che nel mondo avviene tutto ciò? Gli esperti indicano in proposito sempre e solo due parti del mondo: l’Africa subsahariana e l’Asia. Questo gigantismo morboso avverrebbe, ad esempio, in India e in Cina: indiscutibilmente i Paesi più popolati della terra, con più di un miliardo di abitanti a testa.
Ma l’Europa, intesa come continente, quante persone ospita? Le stime, includendo la Turchia, parlano di oltre 850 milioni. Perché allora, quando si parla di sovrappopolazione, si fa riferimento all’India e alla Cina e non al continente europeo? Si dirà che quello che conta è la densità di popolazione. Ma la Cina ha una densità che è quasi la metà di quella della Germania. Qualcuno sosterrà che è l’India il problema. È vero, la sua densità è di un terzo maggiore di quella tedesca, ma sostanzialmente analoga a quella giapponese. Nessuno però osa mai citare il Giappone quando si indica la necessità di “sfoltire” la popolazione mondiale.
Allora, quando si dibatte di sovrappopolazione di cosa si sta parlando? Forse delle previsioni di crescita futura e del tasso di fertilità: l’India ha un tasso di fertilità pari al 2,6, gli Stati Uniti del 2,1. Tutta qui la tragedia? Un mezzo punto di fertilità in più? Perché la Cina neanche vale menzionarla: grazie alla «pianificazione di crescita», langue a un misero 1.7, sufficiente neppure al ricambio generazionale. Tuttavia, sia per l’India che per la Cina non si fa che parlare di sovrappopolazione. Vale la pena chiedersi di quale sovrappopolazione si stia parlando.
Il problema non è il gigantismo demografico e non lo è mai stato, neppure nel lontano 1968, quando il bestseller The Population Bomb sconvolse le coscienze di milioni prevedendo catastrofi planetarie. Niente di tutto questo è avvenuto. Forse il punto non è allora arrestare la crescita — è appena nata la Seven Billionth Baby — ma semmai come continuare a crescere. Puntare su uno sviluppo che non privilegi una parte ma il tutto, trasformando quello che i “dottori” predissero come una malformazione-catastrofe in un successo globale di specie.
Cristian Martini Grimaldi
3 novembre 2011

COMMENTO DEL CURATORE DEL BLOG: mentre tutto il pianeta è devastato da una spaventosa polluzione di tossici e gas per le attività e le produzioni necessarie a sostentare sette miliardi di umani, il Vaticano si chiede...di quale sovrappopolazione stiamo parlando! Il problema, secondo la Chiesa Cattolica è uno solo: COME CONTINUARE A CRESCERE. E si dice preoccupata per i "miseri" tassi di crescita dei due miliardi di cinesi e dei quasi due miliardi di indiani. CAVOLO: NE VA DEL SUCCESSO DELLA SPECIE. Si gioisce per la SEVEN BILLION BABY...a quando la TEN BILLION BABY? E le risorse del pianeta? E l'acqua? E il consumo degli idrocarburi? E i gas serra? E le malattie? E le foreste? E le megalopoli sempre più intossicate e invivibili?E le specie viventi che si estinguono a raffica per colpa nostra? E il mondo ridotto a discarica? E le migrazioni per fame? Sciocchezze. Guardate i bambini indiani: sono raggianti in mezzo alle discariche e bevono gioiosi l'acqua piena di liquami putrefattivi. Non come i nostri che vogliono l'i-phone, cattivacci. Secondo l'Osservatore Romano la catastrofe ambientale non è il problema. Il problema, secondo i preti, è togliere i PRIVILEGI di una parte dell'umanità, a favore delle altre. Ma non ci stanno pensando già i Cinesi ( e ora anche gli Indiani)? Ora l'i-phone non lo producono loro? Secondo il giornale dei preti il mondo sarà più felice quando tra i liquami ci sguazzeremo noi. Potremo così ridere anche noi, come i bimbi indiani, mentre respiriamo i vapori miasmatici. Forse aveva ragione Nietzsche quando, nell'Anticristo, denunciava la necrofilia della chiesa, il suo prosperare solo in mezzo ad una umanità derelitta e devastata dalla miseria e dal degrado.
La chiesa cattolica, insieme ad altre religioni antropocentriche, e' uno dei principali pericoli per il pianeta, per la sua sopravvivenza e per la sua vivibilità. Non e' un caso se essa e' interessata da scandali e corruzioni. Ha perso infatti ogni spiritualità per divenire una organizzazione dedita alla riproduzione su scala industriale di umani, ad una carnalità e materialità che non ha precedenti nella storia.

martedì 24 gennaio 2012

FUSIONE FREDDA: L'ECAT GIA' IN PRE-VENDITA SUL SITO DI ROSSI






Sul sito web di Andrea Rossi è già possibile prenotarsi per l'acquisto della centrale a Fusione Fredda da 1 Megawatt. E' inoltre annunciato l'inizio delle vendite dell'Ecat da 10 Kw (uso domestico) a fine 2012- inizio 2013. I prezzi sono adeguati anche per imprese medio-piccole per la centrale da un Megawatt: un milione e mezzo di dollari, invece per quelli domestici si parla di 500 euro o poco più.

Dal sito Ecat.com:

ECAT.com now accepts sign-ups for pre-orders for the following products:
ECAT 1 MW units, current price $1,5M (For sale now, 4 months delivery)
ECAT 10kW Home units (Will be available in 2012/2013, waiting list available now)
The fuel cost will be negligible. Check out the ECAT energy cost calculator to determine the costs and savings of a customized ECAT solution for your home or business.
Technical specification of the ECAT 1 MW unit can be found in the menu on the left. The design and functionality is in rapid evolution at the moment which means that there will be regularly updates in the specifications of the products. As a registered customer you will be kept up to date with the latest technical advances as they happen.
The sign-up is not binding and no payment will be necessary until a final order is agreed upon. Pre-order sign-up customers will be prioritized when the first generation of products is rolled out.

sabato 21 gennaio 2012

CRISI ECONOMICHE E SOVRAPPOPOLAZIONE: L’ILLUSIONE ECONOMICISTA




Dopo la crisi del ‘29 J. M. Keynes propose l’intervento dello Stato , la regolamentazione e l’indebitamento pubblico per far ripartire l’economia, assicurando allo stesso tempo distribuzione delle risorse e giustizia sociale. La politica economica keynesiana sostenne l’economia di guerra (tra cui la necessità di produzione delle armi e munizioni) durante il secondo conflitto mondiale. Già sul finire degli anni sessanta, dopo il boom economico del dopoguerra, la politica di intervento pubblico ( definita economia mista per il fatto che molte imprese erano di proprietà pubblica) cominciò a mostrare i limiti in quanto incapace di assicurare lo sviluppo. Da una parte infatti l’impresa pubblica era incapace di rinnovarsi, fino a trasformare le imprese pubbliche in enormi carrozzoni inefficienti e dispendiosi, dall’altra la necessità di stampare denaro per far fronte alle crescenti spese dello stato e per sostenere le politiche sempre più gravose del welfare, portava all’inflazione, alla perdita del potere d’acquisto, alla mancanza di sviluppo e a nuova povertà. Si generò non solo la stagnazione economica, ma per la prima volta nella storia , la contemporanea presenza di recessione e inflazione. In genere infatti l’inflazione caratterizzava le economie in espansione, mentre in quelle in stagnazione si verificava la deflazione. Dunque l’interventismo statale keynesiano aveva creato un nuovo mostro economico e sociale mai visto prima: la STAGFLAZIONE, cioè la contemporanea presenza di una grave recessione con una pesantissima inflazione. Siamo negli anni settanta del secolo scorso e gli economisti keynesiani erano con le spalle al muro, alla ricerca di teorie e strategie per uscire fuori dalla crisi.
Fu allora che si rivalutò il pensiero di un economista che si era sempre opposto a Keynes, il Professor Von Hayek, il quale aveva sempre denunciato i pericoli dell’intervento statale e del welfare portato all’estremo. Egli proponeva una ricetta basata su quattro idee base: 1) meno Stato con privatizzazione delle imprese pubblice. 2) Deregulation. 3) Riduzione delle aliquote fiscali. 4) Moneta stabile. Una carismatica donna conservatrice inglese giunta al potere in Inghilterra, la Tatcher, impose le nuove regole al suo paese imprimendo una svolta storica all’economia mondiale. Contemporaneamente Von Hayek otteneva il premio Nobel per l’economia. Negli Usa saliva al potere un altro liberista, il presidente Reagan, che rendeva mondiale la rivoluzione del libero mercato, della riduzione delle tasse, di meno stato e più libertà. Seguì una rivoluzione epocale mai vista nella storia: la caduta del comunismo e del muro di Berlino, la globalizzazione dei mercati, il trionfo monetarista e del potere finanziario. Paesi per anni vissuti ai margini dell’economia divennero nuove potenze economiche e produttive come la Corea del Sud, altri paesi asiatici, Taiwan, la Cina stessa e perfino l’India. Il vento liberista si espanse in tutta l’europa dell’est ex comunista. Ma la mancanza di regole nazionali e internazionali fece crescere a dismisura i mercati finanziari senza una corrispondente crescita della base materiale produttiva e dell’economia reale. Gli Stati seguirono solo in parte le teorie neo-liberiste, in particolare mancarono di tagliare fino in fondo le spese dello Stato e il welfare, e ciò portò ad un forte indebitamento pubblico delle principali economie occidentali, con ricorso sempre più massiccio a prodotti finanziari. Si crearono così bolle finanziarie caratterizzate da prodotti tossici basati sul nulla . Mancò una adeguata guida internazionale ai processi economici come era avvenuto con Bretton Wood subito dopo la guerra. Nel 2007-2008 la bolla finanziaria è esplosa facendo fallire banche e mettendo sul lastrico risparmiatori e investitori e dando luogo ad una crisi economica gravissima che sta sfociando in una grave recessione.
Che cosa accomuna le grandi crisi economiche del ’29, degli anni ’70 e quella odierna? Alla base c’è l’illusione economicista, cioè che il mondo intero nella sua complessità sia riducibile all’economia, e che basti quindi assicurare lo sviluppo economico in ogni sua declinazione (sia statalista che liberista) per avere un mondo migliore. E’ la stessa cosa della illusione politicista, cioè che con semplici tecniche politiche di intervento sociale sia possibile assicurare lo sviluppo sociale e il benessere. L’illusione economicista non ha considerato che il terreno materiale su cui l’economia doveva intervenire non era affatto un territorio vergine e infinito su cui agire senza limiti e indiscriminatamente. Al contrario ogni politica economica doveva essere inquadrata in un contesto ambientale che negli ultimi secoli, ma in particolare negli ultimi decenni era divenuto sempre più fragile e precario. Nel ’29 l’economia e la produzione dovevano far fronte a poco più di un miliardo di persone. Oggi l’economia deve funzionare in presenza di un mondo di sette miliardi e più di umani. E’ cambiato tutto, ed il pianeta non è più quel territorio in gran parte incontaminato da civilizzare, ma un contesto ambientale degradato in cui le attività umane hanno stravolto ogni aspetto materiale, di risorse, di estetica, di vivibilità, di salubrità, fino a mettere in pericolo la sviluppo, la qualità di vita degli uomini e la sopravvivenza stessa del pianeta. In pochi decenni abbiamo bruciato miliardi e miliardi di tonnellate, una quantità inimmaginabile di idrocarburi, accumulati nel sottosuolo per milioni di anni –dilapidando la riserva energetica che avrebbe dovuto bastare per centinaia di anni, ed inquinando la terra, le acque e l’aria del pianeta in maniera irreversibile. Nella follia del potere smisurato dell’uomo, nazioni e Stati hanno dato luogo a produzioni di materiali ed estrazioni dal sottosuolo e dall’ambiente di minerali altamente tossici che hanno avvelenato l’ambiente in maniera irreversibile. Nel delirio che il potere economico andasse insieme con la potenza militare , negli ultimi sessanta anni, nazioni e Stati di ogni colore di destra e di sinistra hanno fatto esplodere nell’atmosfera centinaia di ordigni nucleari disperdendo scorie radioattive a testimonianza della stupidità dell’Homo Sapiens Sapiens. Abbiamo creduto che l’economia e la politica sociale potessero tutto, dimenticandoci che là fuori, fuori dalla ristretta ottica dell’antropocentrismo, il pianeta era sempre più intossicato, con territorio e risorse in esaurimento, soggetto ad una pressione di una massa umana sempre più gigantesca e insostenibile per le piante, gli animali e l’ambiente residuo. E’ ovvio che bisogna rivedere e cambiare le economie di libero mercato o stataliste basate sullo strapotere dell’uomo e sulla negazione della natura, dobbiamo creare nuovi modelli economici in cui si torni ad una ruralità che negli ultimi decenni era stata abbandonata, si fermi il consumo di territorio e la cementificazione, si intensifichi la ricerca su tecnologie eco-compatibili. Ma soprattutto bisogna fermare subito, il più presto possibile, la crescita demografica e puntare su strategie di rientro dolce verso l’obiettivo dei due miliardi di umani.

giovedì 19 gennaio 2012

COSTA CONCORDIA: SIMBOLO DEL NAUFRAGIO DEL PIANETA





Si è stata colpa del comandante Schettino, che in cabina di comando se la faceva con la moldava ventenne, e voleva fare il "fico" sfiorando il Giglio con la nave. Si gli ufficiali si sono dati alla fuga per primi, mentre tranquillizzavano la plebe: "state calmi, è tutto sotto controllo". Tutto ciò concesso, a voi sembra normale che un superbarcone alto come un grattacielo e lungo tre campi di calcio se ne vada a zonzo per il mediterraneo con un carico di duemilaquattrocento tonnellate di combustibile (idrocarburi grezzi) e quaranticinque metri cubi di olio minerale per i motori, una quantità enorme di metalli tossici (tra cui piombo e mercurio) per lo stoccaggio elettrico, oltre a tutto il resto, SOLO PER PORTARE A SPASSO, LETTERALMENTE A SPASSO, quattromilacinquecento esemplari di HOMO SAPIENS SAPIENS (SIC!) al solo scopo di SOLLAZZO, puro SOLLAZZO? Evidentemente siamo impazziti tutti, siamo usciti non solo metaforicamente dalla rotta tutti quanti, tutti e sette i miliardi di SAPIENS SAPIENS del pianeta. E' CHIARO, LAPALISSIANO, che prima o poi incontriamo lo scoglio, l'Iceberg, o non so che cavolo altro contro cui la nave Terra va a sbattere. FORSE GIUSTAMENTE, nel senso non di giustizia divina, ma di giustizia degli esseri viventi, della natura tutta. Schettino ha trovato il suo scoglio, ma se lo andava cercando. Noi della NAVE TERRA stiamo sbarellando fuori dalla rotta da un bel pezzo, e CI STIAMO CERCANDO LO SCOGLIO CHE CI SFONDA LA FIANCATA. E prima o poi, molto più prima che poi, lo scoglio lo troveremo. Il BOTTO è vicino. Per farci solleticare dalla brezza marina sul barcone pieno di folle festanti e cariche di cibo, andiamo in giro con un bombolone di migliaia di tonnellate di petrolio. E QUESTO CI PARE NON SOLO NORMALE, PURE BELLO! Il tutto dentro un lago (PERCHE' IL MEDITERRANEO E' UN LAGO) di incomparabile e ormai fragilissima bellezza. Per lo meno per le parti rimaste dallo scempio generale delle coste, dell'inquinamento, delle discariche marine ecc. Per tutti i mari del globo viaggiano migliaia e migliaia di enormi cisterne galleggianti piene di idrocarburi e sostanze tossiche per soddisfare le esigenze e la voracità di sette miliardi di sapiens sapiens. I cieli sono intossicati dal cherosene degli aerei, dai gas serra, dai fumi di scarico. La terra e le acque sono allo stremo, cariche di inquinanti e rifiuti, di diossine e di particolati. Ormai tutto il pianeta è come la CONCORDIA-TITANIC e l'UMANITA' TUTTA CI BALLA SOPRA ARROGANTE E INCOSCIENTE, ma la fuori sembra già di vedere qualche scoglio del Giglio...

mercoledì 18 gennaio 2012

UN MONDO DI STERCO




L’uomo è il principale produttore di sterco al mondo. Ogni giorno vengono prodotti milioni di tonnellate di sterco e urina con gravi problemi ambientali. Sembra che 4 miliardi di esseri umani sono senza gabinetti o servizi igienici, il che favorisce malattie ed epidemie. Molte grandi città sono sprovviste di depuratori. Il Mediterraneo è una fogna a cielo aperto in quanto vi si riversano le deiezioni di centinaia di milioni di persone. A tutte queste deiezioni prodotte da sette miliardi di umani vanno aggiunte quelle di miliardi di animali bradi, e quelle degli animali rinchiusi in allevamenti intensivi, conseguenza delle necessità alimentari della eccessiva popolazione umana. Si ritiene, erroneamente, che lo sterco sia biodegradabile e quindi innocuo. Se questo è vero per piccole quantità, il livello di sterco e urina raggiunti in seguito all’eccesso demografico è invece altamente pericoloso. Infatti l’azoto e il fosforo sono nutrienti essenziali per le piante, ma possono degradare la qualità dell’acqua, provocando l’eutrofizzazione. Inoltre l’ammoniaca può essere pericolosa per la salute dell’uomo e degli animali a concentrazioni elevate ed è un precursore delle polveri sottili in atmosfera. Essa contribuisce inoltre alla acidificazione del suolo e l’eutrofizzazione delle acque. Anche l’idrogeno solforato derivato dallo sterco è pericoloso per l’uomo e gli animali. Il metano emesso con le feci è un gas che contribuisce all’effetto serra in maniera più potente rispetto all’anidride carbonica. Ci sono studi internazionali che dimostrano il contributo enorme all’effetto serra da parte del metano prodotto dalle bestie d’allevamento. Esistono prove di tossicità riguardo ai più di 300 gas odorosi derivati da composti (come scatolo, indolo ecc.) originati dal letame. Per non parlare delle minacce alla salute umana dovute ai patogeni delle feci come Salmonella, Escherichia coli, Campylobacter e protozoi parassiti come Cryptosporidium e Giardia. La convivenza di milioni di persone nelle megalopoli pone seri problemi di smaltimento delle feci e delle urine. Molte malattie infettive e parassitarie sono dovute ad inquinamento ambientale da escrementi non trattati, così come le infestazioni da vermi. Ormai i corsi d’acqua, fiumi e laghi vicini ai grandi centri abitati sono fogne a cielo aperto, canali di letame maleodoranti e fortemente inquinanti. Lo sversamento dei fiumi nei mari prospicienti ha ridotto l’ambiente marino a fogna a cielo aperto, con alterazione irreversibile della qualità delle acque anche per la contemporanea presenza di tossici chimico-industriali.
Le grandi megalopoli (ma anche le città intermedie) convivono in stretta vicinanza con colossali discariche in cui si producono gas tossici e liquami altamente inquinanti (percolati) con degrado dei terreni circostanti, delle acque e dell’aria, spesso irrespirabile e fonte di malattie respiratorie oltre che di fastidiosi odori. Le strade e autostrade vedono il quotidiano trasporto di furgoni di rifiuti che vanno verso i luoghi di scarico o di trattamento. In pratica tutto il pianeta è sempre più ridotto a contenitore di sterco e rifiuti, a enorme discarica delle attività e delle polluzioni di ben sette miliardi di umani e di animali afferenti a quelle attività. Prima che il pianeta sia seppellito dallo sterco e dai gas putrefattivi, occorre fare qualcosa. La Svizzera ha costruito molti impianti di depurazione in maniera che ogni scarico individuale è connesso ad un depuratore. Ma a parte il costo proibitivo per molti paesi, dovremmo trasformare tutto il pianeta in un grosso impianto di depurazione per consentire ad altri miliardi di umani lo scarico dei propri escrementi, e ciò non basterebbe ad evitare gli effetti inquinanti. Dobbiamo aspettare di essere sommersi dalla cacca per far sì che politici e verdi si rendano conto che è ora di ridurre la crescita umana?

martedì 17 gennaio 2012

GIOVANNI SARTORI: LA TERRA SCOPPIA




Riporto questo articolo di Giovani Sartori scritto nel dicembre 2000. Riletto più di un decennio dopo non si può non notare che, nonostante tutto il presunto catastrofismo, il mondo è andato ben peggio delle previsioni in questi dieci anni. Innanzi tutto i sette miliardi non si sono raggiunti nel 2015 come dice Sartori, ma ben prima: nel 2011. Poi non ci sono descritte la terribile realtà delle megalopoli in piena espansione (oggi la maggioranza degli umani vive in questi mostruosi agglomerati), né la vertiginosa esplosione dell'inquinamento ambientale. Sartori si limita a constatare l'esaurirsi delle risorse ambientali, ma la polluzione dovuta all'attività umana non si limita ai gas serra e oggi gran parte delle terre sono inquinate da tossici e particolato che, dieci anni fa erano sottovalutati.


Siamo incoscienti e siamo in troppi
Giovanni Sartori


Questa volta il ventesimo secolo si chiude davvero, e con il primo gennaio 2001 comincia davvero il ventunesimo secolo. Ma facciamo bene a festeggiare il giro del millennio due volte. Perché se la follia umana non troverà una pillola che la possa curare, e se questa pillola non sarà vietata dai folli che ci vogliono in incessante moltiplicazione, il "regno dell'uomo" arriverà a malapena al 2100. Tra un secolo, di questo passo, il pianeta Terra sarà mezzo morto e gli esseri umani anche. Chi vuol esser lieto lo sia subito. Perché la certezza del domani è incerta (lo è sempre) per ciascuno di noi, ma è invece certa per la specie, per l'Homo sapiens. A meno, dicevo, che non venga sollecitamente scoperta una pillola anti-follia. Tutti sanno, anche se fanno gli struzzi, che il pianeta Terra è finito, e che perciò non può sostenere una popolazione a crescita infinita. E la "non sostenibilità" del nostro cosiddetto sviluppo è ormai sicurissima.
L'unico punto non sicuro della catastrofe ecologica in corso è quello del buco nell'ozono, che ci potrebbe "bruciare" lasciando penetrare i raggi ultra-violetti. Questo buco ha raggiunto una estensione pari a tre volte quella degli Stati Uniti. Ed è importante non solo di per sé, ma anche perché costituisce ad oggi l'unico pericolo che siamo stati in grado di fronteggiare. L'ozono viene distrutto dai gas usati per la refrigerazione e come propellenti nelle bombole. Non era difficile proibirli, e dopo tredici anni gli effetti di questa proibizione (che risale al 1987) sembra che si stiano facendo sentire. Però la persistenza dei gas in questione nella stratosfera è stata prevista male (si è rivelata maggiore del pre-visto), e quindi non è sicuro che tra mezzo secolo il buco nell'ozono non ci sarà più. Comunque, su questo fronte ci possiamo aspettare un miglioramento. Ma su tutti gli altri ci possiamo solo aspettare peggioramenti.
Cominciamo dall'effetto serra, e cioè dal riscalda-mento della Terra provocato dall'anidride carbonica, dai carburanti e dal carbone. Qui non siamo a nulla.
La Conferenza dell'Aja di questo novembre (2000) non ha nemmeno ratificato la modesta riduzione entro dieci anni delle emissioni nocive concordata nel '97 a Kyoto. Così l'anidride carbonica aumenta sempre più a dispetto del fatto che i suoi effetti sul cambiamento del clima siano sempre più evidenti e devastanti. Tra questi effetti c'è la crescita del livello dei mari man mano che i ghiacci polari dell'Antartide si liquefano; ma soprattutto e nell'immediato c'è una diversa piovosità, che da un lato provoca disastrose inondazioni e dall'altro crea vaste zone di siccità.
Il fatto è che l'acqua è sempre più insufficiente. Già oggi più di cinque milioni di persone muoiono ogni anno, nelle zone di alta povertà, perché devono acqua contaminata. Già oggi oltre un quinto della popolazione mondiale soffre la scarsità di acqua potabile. Nel 2025 si prevede che 2 miliardi di individui non disporranno di acqua bevibile. Si capisce, possiamo togliere l'acqua all'agricoltura e sfruttarla meglio. Ma non è così che la spostiamo da dove c'è a dove non c'è. Ed è risibile ritenere che potremo rimediare desalinizzando i mari.
C'è poi la desertificazione o comunque l'erosione del top soil, della copertura vegetale e organica che fertilizza il suolo (un accumulo di 2 centimetri che richiede mille anni). Ad oggi circa 2 miliardi di ettari di terra arabile e da pascolo - un'estensione pari a quella di Stati Uniti più Messico - risultano degradati. Il che mette a rischio l'alimentazione di circa un miliardo di bocche da sfamare. E si calcola che se la desertificazione e degradazione del suolo continueranno al ritmo attuale, tra cinquant'anni l'Africa perderà metà della sua terra coltivata mentre la sua popolazione salirà (se i più sopravvivessero) a due miliardi di persone.
C'è infine la distruzione delle foreste. Gli alberi non solo ossigenano l'aria assorbendo l'anidride carbonica, ma salvano anche il top soil frenando lo scorrere delle acque piovane, e per di più aumentano le riserve di acqua di falda consentendo l'infiltrazione delle piogge nel sottosuolo. Eppure la deforestazione continua alla grande. Abbiamo già perduto i quattro quinti delle foreste che esistevano prima che l'uomo si dedicasse alla loro distruzione. E quasi metà dell'ultimo quinto è a rischio: ché 16 milioni di ettari di bosco (due volte l'Australia) vengono tagliati ogni anno; una devastazione che non è certo compensata dalla riforestazione. Anche perché gli alberi tagliati per produrre carta sono ripiantabili; ma non lo sono gli alberi che sono eliminati (al 60 per cento) da chi cerca nuova terra da coltivare per sfamarsi.
Tutto questo perché? Perché succede? I deserti che crescono, e i pesci, gli animali, gli alberi, la terra coltivabile e l'acqua che decrescono, tutto questo immane insieme di disastri non è certo causato dal biossido di carbonio, vulgo, dall'anidride carbonica che c'era fino a cinquant'anni fa (che è benefica e necessaria), ma dal suo sproporzionato aumento; un aumento a sua volta causato, in ultima analisi, dalla sovrappopolazione, da una esplosione demografica che ancora nessuno ferma.
Nel 1500 eravamo ancora 500 milioni in tutto; all'inizio del '900 eravamo 1 miliardo e 600 milioni; oggi siamo 6 miliardi. In un solo secolo la popolazione del mondo si è più che triplicata. L'Unicef denunzia il dramma di 30.000 bambini che muoiono ogni giorno di malattie curabili. Non fa dramma, invece, che ogni giorno la popolazione del mondo cresca di più di 230.000 persone; il che fa circa 7 milioni al mese, e 84 milioni all'anno. Ogni anno nascono così più di due Spagne. Di questo passo nel 2015 saremo già cresciuti di un ulteriore miliardo; e nel 2050 saremo, si prevede, 9-10 miliardi.
Siamo impazziti? Sì, chi asseconda un siffatto formicaio umano deve essere impazzito. Si risponde che il calo delle nascite nei popoli sottosviluppati avverrà
"naturalmente" (quando? Quando saremo 15 miliardi?) con lo sviluppo economico. Ma assolutamente no. Anche perché l'aumento incontrollato delle nascite è, circolarmente, causa ed effetto di povertà e di sottosviluppo. E poi, attenzione, quando saremo, in ipotesi, il doppio di oggi (12 miliardi), la Terra vivibile sarà, in ipotesi, la metà di oggi. Non so se il ventesimo secolo sia stato lungo o corto. Ma temo di sapere che se il giro del millennio non ci farà lestamente aprire gli occhi, il ventunesimo secolo sarà un secolo corto.

31/12/2000

lunedì 16 gennaio 2012

Anche il CERN riconosce le LENR

A First at CERN
by Steven B. Krivit
One of the most conventional high-energy physics institutions in the world, CERN, the European Centre for Nuclear Research, is interested in one of the most unconventional disciplines in science, low-energy nuclear reactions.

An interesting sequence of events has just occurred:

Dec. 7, 2011: Lewis Larsen publishes a paper on Slideshare discussing a possible relationship between low-energy nuclear reactions and unexplained observations with the Large Hadron Collider at CERN.

Jan. 12, 2012: Francesco Celani gives a slide presentation at the World Sustainable Energy Conference 2012. Slides 2-13 are actually from David Nagel, who has presented these same slides for many years. Slides 14 and 15 are from NASA. Slides 16-22, however, a table of excess heat claims, appear to be an original compilation by Celani.

In his conclusion, Celani cites two theoretical models which rely on the "weak force;" Widom-Larsen and Takahashi.

Jan. 16, 2012: Celani reports in an e-mail to LENR researchers that he has received an invitation to speak at CERN about LENR.

"The key point is that CERN changed from [being] fully negative to [having] deep interest," Celani wrote.

(Dal sito di Steven B. Krivit)

Anche la NASA conferma le ricerche sulla Fusione Fredda



I ricercatori della NASA confermano la generazione di energia in eccesso da reazioni LENR. Queste reazioni sembrano, dal video messo in circolazione dalla NASA, studiate e ingegnerizzate direttamente dai ricercatori dell'Ente americano, senza riferimenti diretti agli altri metodi esistenti (tra cui quello basato sull'E-Cat di Rossi). Si parla infatti esplicitamente di "NASA's Method for Enhancement of Surface Plasmon Polaritons and Sustain LENR in Metal Hydride Systems". L'importanza del documento sta nella conferma del fatto che ormai anche Enti di primaria importanza come la NASA lavorano su sistemi di produzione d'energia LENR precedentemente descritti come Fusione Fredda.

domenica 15 gennaio 2012

INTERVISTA A CELANI: FUSIONE FREDDA, DA ARATA A ROSSI



Dall'Intervista del Prpfessore Celani a Radio 24 (del 27 dicembre 2011).

FUSIONE FREDDA BUFALA O NUOVA SCIENZA?

UN NUOVO ARTICOLO DI GIANNI DEGLI ANTONI E DEL PROFESSOR VINCENZO VALENZI
Sempre maggiori evidenza in tutto il mondo dimostrano l'insufficienza del modello mainstream della fisica delle particelle. La realta' delle LENR e' ormai documentata tutti i giorni da nuove ricerche. Non e' solo l'e-Cat di Rossi a dimostrare l'incongruenza tra i dati sperimentali e le leggi della fisica conosciute. Ma i critici sono tenaci e insistono sulla inconsistenza scientifica, sulla mancanza di replicabilita', sulla mancanza di un modello teorico alternativo.Tuttavia il dibattito rimane aperto e sempre più entusiasmante, anche perché sempre più rappresentanti qualificati della scienza ufficiale si schierano per la possibile realta' delle LENR. Quale contributo odierno, allego l'articolo dei professori Degli Antoni e Valenzi apparso sul sito di Villaggio Globale:

Fusione Fredda - E dopo il Voodoo metteremo al rogo i ricercatori?
Mentre il mondo scientifico cerca di capire, verificare, dibattere, contestare scientificamente alcuni risultati raggiunti da studiosi di pregio del mondo accademico italiano, e mentre il mondo industriale acuisce la sua attenzione, alcuni divulgatori  continuano ad usare un metodo che è tutt'altro che divulgativo

Gianni degli Antoni, Professore emerito, Università di Milano; Vincenzo Valenzi, Vice presidente LiUM, Bellinzona



Nel mentre Francesco Celani alla conferenza Onu sull'energia in corso a Ginevra ha presentato lo stato delle ricerche sulla fusione fredda, nel mentre la Rai in una sua inchiesta fa il punto sulla Fusione Fredda e sulle ricerche sull'Ecat con una lunga intervista al prof. Sergio Focardi già preside della Facoltà di scienze di Bologna che negli ultimi venti anni ha lavorato sulla FF  pubblicando i risultati su riviste come il «Nuovo Cimento», continua il tentativo di  banalizzare e ridurre il tutto a pseudoscienza.
Scrive oggi, a proposito dell'Ecat di Rossi Focardi la divulgatrice di scienza del «Sole 24 Ore», Sylvie Coyaud, dopo un titolo emblematico «Kit anti-bufale» e una sintesi che dire maliziosa è poco, con una benevolenza (si fa per dire) quando scrive (sulla base di non si sa quali dati) che: «A merito dell'e-cat, va detto che non emette le pericolose radiazioni che normalmente risultano dalla fusione tra due atomi».
Una benevolenza dicevamo equivoca (della serie nessuna radiazione = acqua fresca = bufala ) nel mentre Focardi proprio nell'Intervista alla Rai nell'analizzare i dati sperimentali a dimostrazione della natura nucleare della reazione riferisce di raggi gamma in quantità misurabili (misurate anche nel sistema Piantelli Focardi da Lino Daddi già capo del Gruppo di Fisica dell'Accademia Navale di Livorno) e schermate con una lastra di piombo dentro l'Ecat che blocca tali radiazioni rendendolo usabili (in prima approssimazione) nelle abitazioni.
A fronte della sobrietà, del rigore formale di Sergio Focardi (pregheremmo la giornalista Sylvia Coyaud di risentire con attenzione); ci troviamo con i consigli per i risparmiatori dove si associa alla scienza Voodoo una della più importanti scoperte degli ultimi vent'anni che vede centinaia di scienziati in prima linea con istituzioni scientifiche pubbliche e private come Infn, Enea, Accademia Navale, Università (Perugia, Siena, Milano, Bologna, ecc.), grandi industrie come Stm, Pirelli, Moratti, ecc.) solo in Italia, con la Navy Lab negli Usa, la Toyota Mitsubishi in Giappone solo per citarne alcuni dei grandi protagonisti della ricerca di questi vent'anni ispirata in primis dal genio italiano della Fisica Giuliano Preparata... Ci tocca invece leggere i consigli tristanzuoli che avevamo già sentito nella lunga discussione internettuale da Camillo Franchini, Giancarlo Ruocco e C. che difendevano la cosiddetta scienza ufficiale, cercando disperatamente di impedire che normali attività scientifiche potessero svolgersi nelle sedi istituzionali nel tentativo di delegittimare la qualità scientifica dei temi proposti da fior di colleghi come Allan Widom, di Boston, di Yogendra Srivastava, Francesco Celani Infn ecc. con attività un po' troppo disinvolte e mettendo sotto i piedi un minimo di dialettica accademica che paradossalmente ha trovato ospitalità presso il mondo militare che ha ospitato gli ultimi eventi di Coherence sulla Fusione Fredda.

Che ci azzecca quindi, come direbbe il Tonino nazionale, la Fusione Fredda e la scoperta di Focardi Rossi con la «Voodoo Science» riportata di seguito dalla divulgatrice del «Sole 24 Ore» che scrive: «Prima di investire i risparmi, suggerisco di usare un paio di arnesi del mio mestiere. Il primo è Voodoo Science di Robert Park che non è tradotto. Ne faccio un'estrema sintesi con l'avvertenza che una scoperta/invenzione può essere valida anche se i sintomi sono uno o due, da tre in su la probabilità scende a zero:
- la scoperta è annunciata direttamente sui media;
- l'inventore/scopritore dice che potenti istituzioni cercano di sopprimerla;
- l'effetto scientifico addotto è al limite del rilevabile;
- la scoperta si basa su aneddoti e non su dati;
- lo scopritore afferma che la sua credenza è plausibile perché dura da secoli;
- ha lavorato in isolamento;
- deve ricorrere a una nuova legge di natura per spiegare un'osservazione».

Il tempo è galantuomo e la verità tende a imporsi in particolare una verità critica come quella di Focardi e Rossi che poi è il frutto ultimo (ma ne sono annunciati molti altri) della scoperta di Fleischmann&Pons.
Nell'impropria corsa all'oro della Fusione Fredda l'Italia sarebbe in Pole Position, ma vediamo che continua la lotta di quanti si sono opposti con tutte le forze e con tutti i mezzi leciti e illeciti.
Il mondo ha bisogno di energia e di salute e i fatti scientifici si imporranno nel mondo militare e forse prima ancora sul mercato dove la sete di energia è tanta e le famiglie e le imprese vivono il lungo e freddo inverno con i serbatoi al minimo se non a secco, nel mentre le grandi compagnie petrolifere staccano dividendi storici.
Compito del mondo scientifico è di fare tutte le attività utili al perfezionamento della nuova tecnologia energetica.
Compito dell'Autorità Politica sarebbe quello di proteggere gli interessi nazionali in un settore strategico come la Ricerca&Sviluppo nel campo dell'energia.
Vedremo se il Belpaese sarà in grado di sprecare quest'altro dono del Genio italico oppure se il buonsenso, l'amore per la verità e la scienza prevarranno dandoci almeno in questo caso i frutti straordinari del grande genio scientifico e industriale italiano.

venerdì 13 gennaio 2012

SOVRAPPOPOLAZIONE E TBC RESISTENTE AI FARMACI





Riporto dal Corriere della Sera:


A Mumbai una nuova forma di tubercolosi resistente a tutti i farmaci
Il ceppo avrebbe colpito già una dozzina di persone. Ogni malato potrebbe contagiarne dalle dieci alle venti all'anno


Il batterio della tubercolosi
MILANO – L’India è la nazione con il numero di casi di tubercolosi più alto al mondo e conta circa 1000 morti al giorno. E nelle ultime settimane è arrivato a Mumbai un focolaio del tipo TDR-TB, inattaccabile dai farmaci noti, isolato nei fluidi corporei di dodici pazienti.

TOTALMENTE RESISTENTE - L’acronimo TDR sta per totally drug resistant, ovvero totalmente resistente ai farmaci e dunque non solo ai due medicinali di prima linea (la rifampicina e l'isoniazide), ma anche quelli di seconda linea e quindi totalmente incurabile. Attualmente, come spiega Zarir Udwadia dello Hinduja National Hospital and Medical Research Centre di Mumbai, dei dodici casi confermati tre sono già morti. Un paziente ha già contagiato la propria figlia e si calcola che la velocità di contagio sia di circa dieci-venti persone all’anno. Già la tubercolosi estensivamente resistente ai farmaci (XDR-TB) è un problema significativo, soprattutto in Paesi con bassi standard sanitari, anche perché nel caso del batterio tubercolare la resistenza ai farmaci usati in prima istanza è molto più grave, poiché in questi casi si ricorre a farmaci di seconda linea, molto tossici, molto costosi, poco efficaci e in alcuni casi introvabili. E’ chiaro dunque che la resistenza totale rappresenta una minaccia notevole ed è un po’ come tornare all’era pre-antibiotico. La resistenza totale era stata rilevata in passato solo in alcuni malati di prigioni siberiane e successivamente, come spiega Paul Nunn, coordinatore del dipartimento STOP TBC dell’Oms, erano comparsi due casi totalmente resistenti in Italia nel 2007 e quindici in Iran nel 2009.
LA TUBERCOLOSI - Il batterio che causa questa patologia, Mycobacterium tuberculosis, venne identificato e descritto nel 1882 da Robert Koch. Detta anche mal sottile o consunzione, la malattia richiama un’atmosfera quasi ottocentesca e la letteratura pullula di eroi o eroine che morirono per questa malattia (basta pensare alla Boheme per esempio). In realtà si tratta di una patologia antichissima: resti scheletrici mostrano che gli uomini preistorici avevano la tubercolosi già nel 4000 a.C., e tracce di decadimento dovuto alla TB sono state ritrovate nella spina dorsale di alcune mummie del 3000-2400 a.C. Ma l’aspetto inquietante del problema è la possibilità che si riaffacci l’impossibilità di curare una malattia che rimane ancora oggi molto diffusa. Secondo le stime due miliardi di persone, cioè un terzo della popolazione mondiale, sono stati esposti all’agente patogeno della tubercolosi, mentre annualmente 8 milioni di persone si ammalano e 2 milioni muoiono in tutto il mondo. L’inesistenza di un antibiotico risolutivo avrebbe risvolti drammatici, soprattutto in un Paese come l’India, dove lo stato del sistema sanitario e le piaghe sociali aggraverebbero il problema. Uno studio condotto a Mumbai ha mostrato recentemente come solo 5 medici provati, su un campione di 106, sono stati in grado di prescrivere la terapia corretta a un ipotetico paziente affetto da MDR-TB (ovvero da tubercolosi multi resistente), con il rischio oltretutto di amplificare ulteriormente la resistenza dei batteri. Solo l’1 per cento dei pazienti con MDR-TB ha infatti accesso diretto al trattamento pubblico e la maggior parte dei malati si rivolge a medici del settore privato che, nel Paese asiatico, è privo di una regolamentazione che ne garantisca l’affidabilità e la professionalità. Emanuela Di Pasqua

Ovviamente nessuno riporta le cause cui va ascritta questa nuova forma di TBC resistente a tutti gli antibiotici. Nessuno riferisce che i nuovi Micobatteri si sono sviluppati in presenza di miliardi di persone che vivono in assemblamenti mai visti nella storia: le moderne megalopoli composte da cinque-dieci milioni (e anche più ) di abitanti stipati a vivere come polli da allevamento in spazi ristretti e sovraffollati, degradati dal punto di vista igienico e ambientale, in presenza di tossici che riducono le difese immunitarie della popolazione. Inoltre l'uso massivo, da parte della popolazione, anche per interessi commerciali delle grandi imprese chimico-farmaceutiche, di antibiotici, distruibuiti e consumati ovunque anche per patologie di nessuna rilevanza, non fa che selezionare ulteriormente ceppi batterici sempre più virulenti e aggressivi. Questa eccessiva concentrazione di masse umane in spazi sovrappopolati fu una delle cause determinanti dello sviluppo e della diffusione dell'AIDS, ed oggi è alla base della recrudescenza di malattie batteriche e virali che si credevano estinte o in via di remissione come la TBC. L'estrema mobilità delle persone in maniera addirittura massiva e incontrollata, come nelle migrazioni di massa, non fa che accentuare il fenomeno nel senso della diffusività e della virulenza.
E' urgente una politica demografica che, con la riduzione della concentrazione abitativa e della coesistenza in ambienti inidonei e degradati, con un migliore sviluppo per un uso più congruo delle risorse, e con una minore necessità di migrazione, possa consentire un rientro del rischio di forme infettive multiresistenti.

mercoledì 11 gennaio 2012

L'ABSTRACT DELL'INTERVENTO DI CELANI ALLA ISEO-WSEC CONFERENCE DI GINEVRA

L'anno internazionale dell'energia si è aperto il 10 gennaio a Ginevra con la "Iseo-Wsec Conference", che farà il punto su tecnologie, programmi e prospettive e ha il compito di preparare un'agenda per la prossima conferenza internazionale sui cambiamenti climatici. Un compito difficile, visti i risultati del vertice di Durban (Sudafrica, novembre 2011), dove ancora una volta si sono registrati il rifiuto di Usa e Cina di adottare le linee guida del Protocollo di Kyoto. E, peggio ancora, si sono contate le defezioni di Canada, Russia e addirittura del Giappone ("patria" del Protocollo), che hanno in quell'occasione deciso di ritirare la propria adesione.

Il programma completo dei lavori dell'Iseo-Wsec Conference è online, in inglese, sulle pagine dell'Iseo (International Sustainable Energy Organisation, mentre Wsec sta per World Sustainable Energy Conference).

In questa pagina ospitiamo invece l'abstract dell'intervento di Francesco Celani, che il 10 gennaio ha illustrato i progressi nell'ambito delle nuove reazioni nucleari (materia condensata, reazioni nucleari a debole energia, fusione fredda). Francesco Celani, che i lettori di Focus e Focus.it conoscono per le sue ricerche nell'ambito della fusione fredda (vedi) e per l'appello a Andrea Rossi per un test scientifico dell'E-Cat (vedi), è primo ricercatore all'Istituto nazionale di fisica nucleare (Laboratori nazionali di Frascati) e vicepresidente della IsCmns, la International Society for Condensed Matter Nuclear Science, associazione scientifica che promuove gli studi, lo sviluppo e le applicazioni in questo ancora controverso ambito della fisica.

ISEO-WSEC Conference 2012: abstract dell'intervento di Francesco Celani

ISEO-WSEC Conference 2012, Ginevra 10-12 gennaio 2012
Condensed Matter Nuclear Science: i progressi nella produzione di eccessi di energia - Siamo in vista di applicazioni pratiche?
Francesco Celani
INFN-LNF - Istituto nazionale di fisica nucleare, Laboratori nazionali di Frascati
ISCMNS - Vicepresidente della International Society of Condensed Matter Nuclear Science

Il 23 marzo 1989 il mondo scientifico internazionale, e non solo quello, è stato profondamente sorpreso dall'annuncio di due scienziati - dei quali uno di fama mondiale, Martin Fleischmann - che affermavano di avere rilevato energia in eccesso, misurabile e inspiegabile, in processi di elettrolisi prolungata di acqua pesante con barre di palladio come catodo. A tale fenomeno, che non può essere attribuito a normali reazioni chimiche o fisiche, è stato impropriamente dato il curioso nome di "fusione fredda", richiamato forse dalle affinità con i fenomeni di "fusione catalizzata da muoni", previsti nel 1952 da Andrej Sacharov e misurati nel 1956 da Luis Walter Álvarez (Nobel per la fisica 1968): entrambi i fenomeni avvenivano a temperatura ambiente (perciò "fredda") e non, come di consueto, a diversi milioni di °C.

* I risultati, a parte l'entusiasmo iniziale, sono stati generalmente considerati con grande scetticismo dalla maggior parte della comunità scientifica perché del tutto inattesi (non contemplati dalle teorie) e poco riproducibili. Come conseguenza, solo pochi ricercatori e un pugno di istituzioni hanno continuato a studiare questi fenomeni e ottenuto - spesso per caso - alcuni risultati buoni e di elevata qualità scientifica.

* Tra questi ricordiamo la NASA e John Bockris (della Texas A&M University), che già nel luglio del 1989 stavano investigando sui fenomeni di fusione deuterio-deuterio (D-D) con emissione di neutroni (ossia sulle interazioni forti). Non furono trovate evidenze di tali fenomeni, ma la NASA definì inspiegabile il comportamento del tubo di palladio quando veniva riscaldato alla temperatura di 350 °C e veniva attraversato da flussi di gas idrogeno (H2) o deuterio (D2). In breve, il comportamento energetico (produzione di calore) del sistema era del tutto inatteso quando attraversato da deuterio, mentre rientrava nella normalità quando attraversato da idrogeno. In quell'occasione la produzione di calore è stata rilevata nelle fasi sia di ingresso sia di uscita del gas e, per il modo in cui era impostato l'esperimento, l'effetto era in contraddizione con ogni precedente esperienza scientifica! Questi risultati, che risalgono appunto al 1989, non sono stati comunicati alla comunità scientifica fino al 2004, in seguito a una circostanza fortuita che ha permesso di ritrovare il rapporto fino a quel momento chiuso in un cassetto. Nel dicembre 2009 è stato effettuato un esperimento simile, mirato a riconfermare le anomalie termiche rilevate nel 1989. I risultati, grazie a strumenti migliorati e specifici, erano di qualità ancora migliore. Anche in questo caso i risultati non sono stati resi pubblici fino ad agosto 2011, quando il documento è stato trovato sul web. Recentemente, i "top-researcher" della NASA si sono dimostrati più "aperti" sui risultati ottenuti "in casa".

* Questi sono due episodi, ma in questi anni almeno un migliaio di ricercatori - soprattutto in Giappone, in Italia, negli Stati Uniti, in Russia, India, Francia, Germania - hanno portato avanti ricerche in questa direzione, generalmente con pesanti vincoli di budget. Per i risultati, i modelli e i metodi particolarmente innovativi voglio citare, tra i tanti i lavori pubblicati, oltre a quelli del nostro gruppo, quelli di Srinivasan, Preparata-Del Giudice, Takahashi, Hagelstein, Storm, Chubb-Chubb, Kubre, Piantelli-Focardi, Iwamura, Miley, Mizuno, De Ninno-Violante, Kozima, Larsen-Widom, Li, Biberian, Huke... In definitiva, e nonostante le "condizioni avverse" in cui si è trovata la ricerca in questo campo, i progressi dal punto di vista scientifico sono stati notevoli e, per quanto riguarda la teoria, sta assumendo sempre maggiore consistenza un modello basato sulle interazioni deboli.

* Un grande passo in avanti si è verificato quando Yoshiaki Arata (Università di Osaka, Giappone), nel 2002, ha iniziato a usare nano-materiali (Pd, a dimensioni di 5-20 nm) dispersi in una matrice anti-sinterizzazione (ZrO2) e a contatto con deuterio pressurizzato. I risultati di Arata sono stati i primi ad essere completamente riproducibili (A. Takahashi, A. Kitamura, Giappone) anche usando materiali prodotti da industrie indipendenti (Santoku KK). In seguito i risultati sono stati ulteriormente migliorati, anche grazie a nuovi materiali (basati su ZrO2-Ni-Pd), sempre di dimensioni "nano", come quelli prodotti da Brian Ahern (Usa) e inizialmente sviluppati da Arata.

* Recentemente, da parte di gruppi che operano in Italia e in Grecia, sono state fatte affermazioni sulla produzione di grande potenza in eccesso utilizzando polveri nichel micro- e nanometriche nell'interazione con idrogeno (H2) ad alta pressione. I risultati dichiarati sono interessanti, ma dobbiamo sottolineare che entrambi i gruppi hanno finora rifiutato di sottoporre a test indipendenti i rispettivi metodi perché, secondo loro, soggetti a vincoli commerciali e/o brevettuali. Perciò allo stato attuale non possiamo dare credito scientifico al loro lavoro. Nel novembre 2011 ho chiesto ad Andrea Rossi, dalle pagine di una diffusa rivista scientifica (Focus), di poter validare uno dei suoi dispositivi da 10 kW, ma neppure l'intervento del premio Nobel Brian Josephson è stato sufficiente a ottenere il benestare per un test scientifico indipendente.

* Tuttavia, nonostante le apparenti contraddizioni e con così tante testimonianze raccolte finora da importanti scienziati seri fino ad ora, credo che la realtà delle reazioni nucleari a debole energia potrebbe essere presto riconosciuta dall'intera comunità scientifica. Questo aprirebbe la strada all'esplorazione completa del loro potenziale per le applicazioni pratiche e la sostenibilità a lungo termine di questa fonte di energia praticamente infinita.

* In queste settimane il nostro gruppo, lavorando con filamenti lunghi e sottili, la cui superficie è rivestita da micro-nano particelle, ha ottenuto nuove e consistenti conferme di un fenomeno raramente approfondito in esperimenti precedenti: la specifica lega utilizzata (Cu-Ni), che ha di solito coefficiente di temperatura positivo (PTC) della resistenza, se assorbe grandi quantità di idrogeno assume un coefficiente negativo. Tale fenomeno è correlato alla produzione di "calore anomalo" e aumenta con l'aumentare della temperatura. Se sarà possibile tenere sotto controllo questo evento-chiave, che può essere rilevato con strumentazione semplice, potrebbe essere possibile un lavoro sistematico, in tutto il mondo, per trovare il materiale ottimale e le migliori condizioni operative.

(Dal sito: Focus.it)

TROPPE VACCINAZIONI





Le vaccinazioni rappresentano il prototipo della stimolazione del nostro sistema immunitario; e se esse sono generalmente sicure e meritorie per aver contribuito alla eradicazione di molte malattie endemiche...non possiamo non considerare la possibilità che inducano fenomeni autoimmunitari nei soggetti vaccinati. Un'associazione probabile è stata evidenziata nei riguardi della Sindrome di Guillain- Barré con la vaccinazione contro l'influenza suina del 1976, della porpora immune trombocitopenica con il vaccino anti-morbillo-parotite-rosolìa e della miocardiopericardite con la vaccinazione anti-vaiolosa. Il sospetto dell'induzione della sclerosi multipla da vaccinazione anti-Epatite B, che dopo studi prolungati era stato considerato inattendibile, viene ora rivalutato ( Salemi S., D'Amelio R. : Could autoimmunity be induced by vaccination? Int. Rev. Immunol. 2010; 29 (3): 247-69.)
Una recentissima osservazione su due casi di anemia emolitica autoimmune, insorta dopo vaccinazione antinfluenzale, ripropone un problema molto discusso nell'ultimo decennio, quello dell'eventuale induzione di manifestazioni autoimmunitarie da parte dei cosidetti adiuvanti (Montagnani S. : Autoimmune hemolytic anemia following MF59-adjuvanted influenza vaccine administration: a report of two cases. Ann. Pharmacother. 2011; 45(1):8.)
Ricordiamo che un adiuvante è un agente in grado di stimolare il sistema immunitario e di incrementare la risposta a un vaccino, senza svolgere di per sé un effetto antigenico specifico. Ma come funzionano gli adiuvanti? Probabilmente essi sono dotati di mimetismo (mimicking specific sets) rispetto ai cosidetti PAMPs (Pathogen-associated molecular patterns), molecole appartenenti a gruppi microbici che sono riconosciute dalle cellule del sistema immunitario innato, attraverso i loro recettori (Toll-like receptors). Poiché il sistema immunitario è evoluto assumendo la capacità di riconoscere queste strutture antigeniche presentate dai patogeni , la presenza dell'adiuvante può fortemente incrementare la risposta innata nei riguardi del vaccino stimolando l'attività delle cellule dendritiche , dei macrofagi e dei linfociti mimando una infezione naturale. In soggetti geneticamente predisposti questo fenomeno può scatenare malattie autoimmuni!
Al riguardo, è stata a lungo discussa la cosidetta "Sindrome della guerra del Golfo", che è una malattia di cui hanno sofferto i veterani che combatterono questa guerra nel 1991, caratterizzata da sintomi che comprendono disordini al sistema immunitario, sindrome da fatica cronica, perdita di controllo muscolare, cefalee, vertigini e perdita dell'equilibrio, problemi di memoria, dolore muscolare e alle articolazioni, indigestione, problemi dermatologici, ecc. E' stato rilevato che, durante l'operazione Tempesta nel deserto, il 41 % dei soldati statunitensi e tra il 57 % e il 75 % dei soldati inglesi furono vaccinati contro l'antrace. Nel 2002 venne pubblicato uno studio che collegava lo squalene, un coadiuvante sperimentale dei vaccini, a individui che mostravano i sintomi clinici della "sindrome della guerra del Golfo" (Asa P.B. : Antobodies to squalene in recipients of antrax vaccine. Exp. Mol. Pathol. 2002; 73 (1): 19-27.)
In patologia sperimentale è stato rilevato che gli adiuvanti del vaccino per l'antrace hanno provocato in topi alterazione dei neuroni motori e artrite cronica mediata dai linfociti T (Petrik M.S.et Al. : Aluminium adjuvant linked to gulf war illness induces motor neuron death in mice. Neuromolecular Med. 2007; 9 (1): 83-100. Carlson B.C. et Al. : The endogenous adjuvant squalene can induce a chronic t-cell-mediated arthritis in rat. American Journal of Pathology 2000; 156: 2057-65.)
Un altro interrogativo è quello della efficacia e della sicurezza delle vaccinazioni effettuate in soggetti già sofferenti di patologie autoimmuni, sia per il sospetto di una minore attività, sia per il timore di aggravamento o riattivazione della malattia immunitaria...
(Da un articolo del Prof. Augusto Vellucci, già primario infettivologo, sulla rivista Diagnostica n.5 - 2011).

E' appena il caso di ricordare che la necessità di un alto numero di vaccinazioni è in rapporto con una pianeta con alta densità demografica, con una mobilità accentuata e con l'affollamento dei luoghi di vita ordinaria. In un mondo sovrappopolato, in cui si stanno sviluppando megalopoli che prevedono la stretta convivenza di milioni di persone, con migrazioni in atto di intere generazioni alla ricerca di una sussistenza per carenza di risorse nei luoghi di provenienza, la trasmissione di malattie già conosciute o di nuove forme infettive è facilitata e altamente pericolosa. Non è un caso, come l'articolo dimostra in base ad una vasta documentazione scientifica, che in presenza di tante vaccinazioni cui siamo costretti, stiano in forte aumento le malattie autoimmunitarie e degenerative. All'aumento dei tossici e degli inquinanti determinato dal boom demografico e dalla conseguente attività umana degli ultimi decenni, si aggiungono quindi l'incremento sia delle malattie infettive (ad esempio tbc e virosi) sia delle nuove patologie autoimmuni e degenerative e delle forme già conosciute. Anche il corpo umano risente del degrado generale del pianeta, come il resto dell'ambiente.

lunedì 9 gennaio 2012

CRISI ECONOMICA MONDIALE E SOVRAPPOPOLAZIONE




Riporto qui di seguito parte del primo capitolo della nuova edizione del libro di Thomas L. Friedman: “Caldo, piatto e affollato” in cui viene apertamente proposto un parallelo tra la crisi strutturale dell’economia occidentale e la crisi ambientale del pianeta. Come in campo economico abbiamo assistito alla bolla finanziaria dei SUBPRIME, così in campo ambientale è la bolla demografica che ha creato le condizioni dei “titoli tossici” che stanno devastando il pianeta.

“Il 15 giugno del 2005, mentre l’economia mondiale marciava a tutta velocità, il giornale satirico ‘The Onion’ pubblicò la storia che segue, a proposito di alcuni lavoratori cinesi e delle merci che producevano gli americani. Sebbene si tratti di una storia inventata, come molte di quelle che compaiono su ‘The Onion’ , essa raccontava alcune verità essenziali:

FENGHUA, CINA – Lunedì scorso Chen Hsien, un impiegato della Fenghua Ningbo Plastic Works Ltd., una fabbrica di materiali plastici che produce utensili leggeri per uso domestico, ha espresso il suo scetticismo per ‘la colossale quantità di robaccia che gli americani sono soliti comprare’. ‘Spesso , quando ci viene assegnato un nuovo ordine, poniamo, per dei TRITAVERDURE, io mi dico: Non è possibile che qualcuno comprerà questa roba’ racconta Chen durante la pausa pranzo in un cortile. ‘Un mese dopo, ecco che riceviamo un ordine per lo stesso prodotto, ma questa volta in un quantitativo tre volte superiore. Com’è possibile che qualcuno abbia bisogno di simile robaccia?’.
Chen, ventitrè anni, ha lavorato allo stampaggio a iniezione da quando la fabbrica ha aperto, nel 1996, e si è posto frequentemente queste domande durante la sua settimana di lavoro, che supera le 60 ore e gli permette di guadagnare l’equivalente di 21 dollari.
‘Ho sentito dire che gli americani possono comprare tutto quello che vogliono, e ci credo, se penso alle cose che fabbrico per loro’ dice Chen. ‘E ho sentito dire che, quando non vogliono più un oggetto, semplicemente lo buttano. Mi sembra uno spreco davvero deprecabile.’
Fra gli oggetti che Chen ha contribuito a produrre ci sono: contenitori per borse di plastica, recipienti per fare la frittata con il microonde, lenti di ingrandimento fosforescenti, porta-documenti con motivi natalizi, astucci per lenti a contatto a forma di animale e ganci da parete adesivi.
‘A volte un oggetto prodotto in questa fabbrica non somiglia a niente che abbia mai visto prima’ dice Chen. ‘ Una volta abbiamo fatto una cosa che sembrava un mestolo, però aveva dei buchi nella coppa e un manico piegato di novanta gradi. Il caposquadra ci ha spiegato che si trattava di un porta- lattine da usare in automobile. Se sei così fortunato da possedere una macchina, allora siediti comodo e goditi il viaggio. La bibita la puoi anche tenere per dopo. ‘
Chen aggiunge: ‘ Un porta- tazza non è una cosa indispensabile da possedere’.
Chen mostra una perplessità analoga per le decine di migliaia di pela-ananas, visiere di plastica, porta stuzzicadenti e cagnolini di legno con le rotelle alla cui produzione egli stesso ha contribuito.
‘Perché c’è richiesta di così tanti articoli per la cucina?’ chiede Chen. ‘Posso capire la necessità di avere un buon wok, un bollitore per il riso, uno per il tè, qualche utensile, le ceramiche della Good China, una teiera fornita di colino e magari un thermos. Ma tutte queste cose in più, gli americani, dove le mettono? Quante volte useranno un porta-tacos…?’ Chen aggiunge che molti di questi oggetti si rompono già dopo essere stati usati alcune volte.
‘Non sono costruiti per durare molto a lungo’ spiega. ‘ Probabilmente perché così gli americanipossono tornare a comprerne altri…’

La satira di ‘The Onion’ coglie in forma caricaturale il meccanismo più importante che ha innalzato lo standard di vita in tutto il pianeta durante gli ultimi tre decenni: l’intima relazione fra i consumatori americani e i produttori e i risparmiatori cinesi. Alla base, il meccanismo di crescita cino-americano funziona così: noi in America costruiamo sempre più negozi, per vendere sempre più merci, prodotte in fabbriche cinesi sempre più numerose e alimentate da una sempre maggiore quantità di carbone. Tutte queste vendite hanno prodotto più dollari, che la Cina ha usato per comprare un numero sempre maggiore di buoni del Tesoro americano, cosa che ha consentito alla Federal Reserve di rendere l’accesso al credito sempre più facile per un numero sempre maggiore di banche, consumatori e imprenditori, in modo che sempre più americani potessero comprare più case. Tutte queste vendite hanno fatto salire alle stelle i prezzi delle case, cosa che ha fatto credere ad un numero sempre maggiore di americani di avere sempre più denaro per comprare sempre più beni (prodotti in fabbriche cinesi sempre più numerose e alimentate da una sempre maggiore quantità di carbone), cosa che ha fruttato alla Cina sempre più dollari per comprare più buoni del Tesoro americano, da poter rimettere di nuovo in circolazione in America per creare sempre più credito, così che più gente potesse costruire più negozi e comprare più case…"


Il capitolo continua analizzando il fenomeno dei subprime e della bolla finanziaria a cui hanno dato luogo.
Anche con la sovrappopolazione abbiamo avuto un fenomeno analogo. Fino a che c’erano risorse vergini da sfruttare la crescita demografica ha provocato danni ma senza mettere a repentaglio la sopravvivenza del pianeta: l’industrializzazione forzata, il colonialismo, le guerre per il controllo del petrolio sono tutti aspetti di questo fenomeno. Ma ora anche per il boom demografico ci sono i TITOLI TOSSICI. La crescita demografica continua a ritmi esplosivi (pur essendosi spostata dall’occidente in altre aree del pianeta –come avvenuto per la produzione materiale-) senza che vi siano più le risorse vergini da sfruttare per sostenere in futuro una simile crescita. Praticamente anche per la demografia stiamo seguendo i principi noti nel mondo della finanza come IBG/YBG: quando le cose andranno male, io non ci sarò e tu non ci sarai. Ciascuno ritiene di poter fare ciò che crede a breve termine, senza doversi preoccupare di cosa accadrà a lungo termine, quando Madre Natura ci metterà con le spalle al muro. Si assiste anche qui alla creazione di bolle inflazionare: si creano debiti ambientali in un pianeta che non ha più risorse ambientali. Quando i debiti arriveranno a scadenza, ci sarà il botto. Come faremo ad assicurare produzione e smaltimento per molti più miliardi di abitanti rispetto a oggi, su un pianeta che già adesso non è in grado di sostenere il livello di inquinamento ed esaurimento delle risorse naturali?

domenica 8 gennaio 2012

Fusione Fredda: Ulteriori precisazioni di Celani

Caro Daniele,

Ti chiedo ancora una volta la cortesia di inviare alcuni miei, brevi, commenti al tuo Blog.

*Come al solito, risponderò in ordine sparso e purtroppo a solo una limitata parte delle domande, alcune realmente utili per lo sviluppo dei nostri esperimenti: ringrazio in anticipo gli autori dei messaggi.

*Nei prossimi 6 giorni sarò impegnato a Ginevra, quindi NON Ti disturberò più.

A) La nostra potenza di ingresso precedentemente era di 90-160W.

A1) Attualmente, da quando abbiamo ottenuto evidenza sperimentale del fenomeno di NTC (Coefficiente di Temperatura Negativo della Resistività) apparentemente CORRELATO con una sorgente imprevista di energia, la potenza di ingresso è stata via-via ridotta fino agli attuali 50-60W.

B) Ricordo che normalmente i metalli si comportano come PTC, cioè la loro resistività AUMENTA all'aumentare della temperatura.

B1) NON abbiamo fenomeni di "resistenza dinamica negativa", come scoperto, alla fine degli anni '60 dal Premio Nobel Leo ESAKI (Giapponese): DIODO TUNNEL.
In altre parole, in tale caso, all'aumentare della tensione di polarizzazione del diodo si ha un primo tratto "normale", cioè la corrente aumenta all'aumentare della tensione, successivamente, superata una certa tensione, si ha un brusca RIDUZIONE della CORRENTE, fino ad un certo valore minimo (=> Resistenza Dinamica Negativa).
Superato tale minimo, il tutto si ricomporta normalmente come un usuale diodo a semiconduttore, che tutti ben conosciamo. Il tutto dipende debolmente dalla temperatura, entro un certo intervallo.

C) È curioso (o significativo???) il fatto che la moglie di Esaki sia una "fans" della Fusione Fredda.
Ho avuto modo di saperlo personalmente poichè impegnati in un Congresso Nazionale della Società Italiana di Fisica e mia moglie (Giapponese e Chimica esperta di nanoparticelle) ha parlato a lungo con la moglie di Esaki...

C1) Altra coincidenza: Leo Esaki e Brian Josephson (noto "fan" della CMNS) hanno ottenuto il premio Nobel lo stesso anno (1973).

C2) Forse i fenomeni di Tunneling, in senso lato, potrebbero essere coinvolti: ci stiamo pensando........

D) Poichè utilizziamo calorimetria a flusso, come giustamente ricordato da un blogger, essa è AUTOCALIBRANTE. In altre parole, si riescono agevolmente ad effettuare misure assolute di potenza (il nostro fluido di raffreddamento è acqua ultrafiltrata e decalcificata). Il flusso viene mantenuto a monte costante tramite l'azione combinata di 2 pressostati ed un capillare.
Inoltre, per ulteriore sicurezza:

D1) Il flusso dell'acqua viene misurato COSTANTAMENTE tramite flussimetro per acqua (3 tau=5 secondi) e regolarmente, ogni 2-3 ore, l'acqua in uscita viene raccolta e pesata (indeterminazione della bilancia 0.1g, FS=2000g; peso tipico dell'acqua 900-1100g).
La indeterminazione sulla potenza in uscita è generalmente inferiore ad 1W e tiene conto delle indeterminazioni dei due termometri (termocoppie corazzate di tipo K in SS) oltre che di variazioni ambientali. Primo dell'utilizzo le termocoppie (tipo ad alta risoluzione) sono state da me caratterizzate per verificarne le specifiche. Inoltre, circa ogni 1-2 mesi, senza toglierle dall'apparato, vengono ricontrollate sugli 0 utilizzando acqua in ingresso opportunamente riscaldata o raffreddata.

D2) Il sistema, prima dell'utilizzo con Idrogeno e/o Deuterio, viene a lungo caratterizzato con He, Ar, Xe, e loro miscele, oltre all'aria ed il vuoto.

D3) Per completare la descrizione, ripetutamente pubblicata, noi in genere abbiamo tre fili:

D3A) il primo è cosidetto ATTIVO,
D3B) il secondo è dello stesso materiale del primo ma con praticamene assenti trattamenti superficiali di nano-coating,
D3C) il terzo è Platino ultrapuro ed è usato come RIFERIMENTO.

E) Combinando, e STUDIANDO, la risposta con le varie combinazioni riusciamo a capire, con un certo margine di sicurezza, se è presente una qualche anomalia termica.

F) Ovviamente, poichè non abbiamo mai ottenuto, a livello costante, eccessi di potenza così elevati tipo Rossi e/o Defkalion, siamo sempre molto prudenti nell'esporre i nostri modesti risultati.

G) NON ABBIAMO ANCORA il Controllo del fenomeno PTC-->NTC, ma solo più o meno vaghe ipotesi di lavoro.

H) Quanto avremo risolto il punto G, ritengo che non dovrò andare a Ginevra, come in questi giorni, ma dovrò allungare il viaggio di altri (circa) 2000 km, sempre verso il freddo Nord...

A parte scherzi, Ti ringrazio per il lavoro che stai facendo per me.

Francesco CELANI

(Dal Blog 22passi di Daniele Passerini)

Nota del curatore del Blog:
Allego l'indirizzo web con le Slides dell'intervento che domani Celani farà al congresso di Ginevra: http://www.22passi.it/downloads/WSEC2012%20Present.pdf

sabato 7 gennaio 2012

Precisazioni di Celani sugli esperimenti LENR



Precisazione del Professor Celani sugli esperimenti LENR da Lui effettuati:

Caro Daniele, Cari Ruggero e Raymond,

ho appena letto (su 22passi) alcuni recentissimi commenti sul fenomeno, da noi ri-trovato in maniera macroscopica, del PTC-->NTC.

Rispondo, come purtroppo è mia abitudine, in ordine sparso, aggiungendo anche qualche commento e togliendomi alcuni sassolini dalle scarpe.

a) Sono REALMENTE FELICE che nel blog si ritorni a parlare di SCIENZA e stia scemando la inutile e sanguinosa Guerra Civile tra pro e contro E-Cat e/o Defkalion! Non ci sono elementi scientifici certi forniti dagli Autori: è tutto tempo perso!!!

b) il filo che stiamo utilizzando è uno molto più grande, come diametro, dei soliti nostri 50-100micron-metri. La lunghezza è praticamente la stessa (CIRCA 70-80cm). Il diametro nominale iniziale è 200micron-metri. La densità è circa 8g/cc (per confronto, il Pd è 12g/cc)

c) Il filo viene trattato con una serie di opportuni cicli ad alta temperatura (fino a circa 900°C) in aria per provocare sub-micro strutture superficiali. Il ciclo si ottiene con semplice Joule heating.

In alcuni casi viene aggiunto anche un leggero coating, sub-micrometrico, come descritto anche nella nostra (lunga) presentazione a ICCF16 (Chennai, 4-11 Febbraio 2011).

d) I tipici risultati di comportamento del filo, trattamenti e foto con il SEM (Microscopio Elettronico a Scansione) sono già stati oggetto di una pubblicazione SCIENTIFICA come è nostra abitudine: Comunicazione al Congresso Annuale della Società Italiana di Fisica che, quest'anno, si è tenuto a L'Aquila dal 25 al 30 Settembre 2011. L'abstract era stato inviato alla fine di Maggio 2011.

e) Tutti i documenti della mia presentazione* Ti sono già stati inviati ad Ottobre 2011. Se si sono smarriti Te li re-invio. Fammelo sapere entro domani!

* NDR. I documenti a cui si riferisce Celani sono i seguenti:
Sviluppo di catalizzatore ternario, skeleton type, per studi su anomalie termiche nei sistemi Metallo-Idrogeno ad alta temperatura - Francesco Celani, M. Nakamura, Gianluigi Zangari, A. Spallone, A. Nuvoli, E. Purchi, E. Marano, B. Ortensi, E. Righi, G. Trenta, F. Micciulla, S. Bellucci.
Studio di anomalie termiche e/o nucleari con lega Pd-Y in atmosfera di Deuterio e D2-Ar gas fino alla temperatura di 900°C - Francesco Celani, M. Nakamura, A. Spallone, A. Nuvoli, E. Purchi, B. Ortensi, E. Righi, G. Trenta.

f) Il punto chiave del fenomeno OSSERVATO è il seguente:

f1) se si utilizza come gas di scambio Elio, Argon, Aria (pressione circa 6 Atmosfere), la resistenza del filo AUMENTA all'aumentare della temperatura (comportamento classico PTC);

f2) se si utilizza come gas di scambio l'Idrogeno oppure il Deuterio, si ha una LEGGERA (max. 1-2%) riduzione della resistenza che comunque riaumenta a temperature maggiori di circa 500-600°C. Comportamento "leggero" NTC. Il calore anomalo misurato è molto basso e di difficile quantificazione (comunque della frazione del Watt).

f3) Nei casi in cui invece, per motivi NON ANCORA COMPLETAMENTE COMPRESI e quindi non da Noi controllabili, si ha una riduzione MACROSCOPICA della resistenza, ad esempio del 30% passando da temperatura ambiente a circa 500°C, si ha una MACROSCOPICA (2-10W ed oltre) emissione di potenza che non può essere ascritta a fenomeni convenzionali.

f4) Nel caso "buono" del punto f3), il calore anomalo è durato anche oltre 20 giorni finché NOI non abbiamo deciso di spegnerlo.

La potenza media in eccesso è stata di oltre 5W.

g) Ho l'opinione che ci siano in gioco fenomeni di elettromigrazione protonica, come acutamente ipotizzato da Valeria (non ne conosco il Cognome).

h) Per concludere, l'attuale POSSIBILE INTERPRETAZIONE è che il fenomeno venga attivato partendo dalla superficie (sicuramente sub micrometrica) con l'azione di uno o più "agenti" da identificare e che poi si propaghi verso l'interno fino a spessori per ora non noti.

* Concludo ringraziandoTi per l'attenzione prestatami e pregando sia Te che Ruggero e/o Raymond, se lo riterrete opportuno, di pubblicare quanto da me scritto, ovviamente (come al solito) in maniera integrale.

* Purtroppo NON amo i Blog poiché le persone che vi scrivono generalmente utilizzano dei nick-name.

Devo comunque riconoscere che, non poche volte, ho avuto modo di apprezzare, ed utilizzare, delle idee molto valide scritte dalle persone che frequentano i Vostri blog.

Peccato che non utilizzino, generalmente il loro vero Nome e COGNOME!

Grazie di Tutto e BUONA BEFANA (sono ancora in tempo...).

Francesco CELANI

(Dal Blog www.22passi.blogspot.com)

Commento del curatore del Blog: in base alla precisazione del Professor Celani, parlare di REPLICABILITA' del fenomeno è un po' forte e non ancora giustificato. Si può certamente parlare di CONFERMA di un comportamento anomalo del sistema Nichel-Idrogeno, con produzione di eccesso di calore, in certe determinate condizioni di energia immessa. Del resto tali anomalie di comportamento con produzione di energia in questo sistema e in sistemi simili, sono ormai certificate non solo dagli esperimenti di Piantelli e Focardi e da tanti altri ricercatori italiani, ma da innumerevoli ricercatori in tutto il mondo. Non esistono a tutt'oggi spiegazioni in base alle teorie "mainstream". La non facile replicabilità e la imprevedibilità delle risposte del sistema al variare delle condizioni, fanno permanere aperto il campo alle ricerche e a successive integrazioni e modifiche. Possiamo tuttavia confermare che ci sono elementi ben fondati sulla possibilità di sviluppo di nuove tecnologie energetiche che fanno sperare in un futuro di migliore coesistenza tra l'uomo e il pianeta.

venerdì 6 gennaio 2012

FUSIONE FREDDA: FRANCESCO CELANI ANNUNCIA LA RIPRODUCIBILITÀ

Il Professor Celani ha reso noto che nel suo intervento in programma al prossimo WSEC (Worldwide Susteinable Energy Conference) che si terra' dal 10 al 12 gennaio 2012 a Ginevra, annuncerà una importante novità frutto del suo lavoro sperimentale sulle LENR basato sul sistema Nichel-Idrogeno. In pratica si tratta della riproducibilità del fenomeno studiato da Rossi e Focardi con il loro E-Cat, che prevede la produzione di energia sotto forma di calore in maniera controllabile e pulita. Riporto la dichiarazione del Professor Celani allegata alla sua relazione alla Conferenza:

In these weeks our group, working with long and thin wires having the surface coated with micro-nano-particles, get re-confirmation of a phenomenon, by us, seldom observed in some previous experiments: the specific alloy used (Cu-Ni), that usually has Positive Temperature Coefficient (PTC) of the resistance, if absorbs large amount of Hydrogen, changes to Negative TC. Such phenomenon is correlated to anomalous heat production and increases as the anomalous heat increases. If such key phenomenon will be kept under full control, because its behaviour can be observed with simple instrumentation, it can be open the door to systematic work, worldwide, to find the “optimal” material and operating point. 

(Dal sito www.22passi.blogspot.com di Passerini)

giovedì 5 gennaio 2012

Una risposta alla crisi economica e ambientale: ripartire dai campi.


Riporto qui di seguito un articolo di Carlo Cambi sulla nuova ruralità quale risposta alla crisi economica e ambientale. Tornare ai campi e ad un nuovo concetto di agricoltura ci può far ritrovare un rapporto con la natura che abbiamo perso. Non solo l'economia si può giovare dei prodotti "unici" che offre il nostro paese, ma l'utilizzo delle aree verdi per la nuova ruralità può sottrarli al triste destino della cementificazione.

IL VERO SVILUPPO RIPARTIRÀ DAI CAMPI
Stiamo vivendo un tramonto economico. Non per la crisi in se, ma per la crisi del modello che ci hanno imposto: mercatista, consumista e industrialista. Con il primato della finanza sul reale. Ci hanno trascinati in una deriva che ha reso il nostro operare lontanissimo dal naturale, che ci ha intossicati con il presentismo e ha avvelenato il pianeta con il produttivismo. Stiamo amaramente scoprendo che la globalizzazione, che pure ha i suoi lati positivi, c'impone di ripensare i nostri comportamenti come consumatori e i nostri orizzonti come uomini economici. E' un tramonto apparentemente cupo. Ma eccolo: il raggio verde. C'è la possibilità di immaginare partendo dai campi un nuovo modello di sviluppo: più armonico, più compatibile...Vi e' la necessita di ridare alla terra, intesa come agglomerato geo-antropico, il giusto valore. Del resto i numeri confortano: un quarto del nostro Pil viene dall'aggregato campagna-agroalimentare-turismo. E l'export se ne avvantaggia con un valore prossimo ai 20 miliardi di euro. E' questo un punto di forza del paese che tuttavia non riesce ad emergere nella sua valenza. Gli ostacoli sono di natura politica (questo sistema e' così frazionato da non riuscire a fare lobby), di natura culturale (si guarda solo al manifatturiero senza considerare che ormai l'industria pur importante e' minoritaria dal punto di vista della produzione di ricchezza) e di miopia tecnico-scientifica. Si continua a pensare che la ricerca sia solo quella indirizzata alle tecnologie scambiando un mezzo per il fine.
Ci servono invece la ripresa di studi di antropologia, di sociologia, di economia rurale per disegnare un quadro compatibile di sviluppo e ci serve innovazione tecnologica da applicare alle produzioni agricole, a quelle agroalimentari e al servizio dei beni cultuali che sono il nostro principale attrattore turistico. del resto l'agricoltura ha mostrato di essere il solo settore anticiclico (ha aumentato l'occupazione di quasi il due per cento il che significa trentamila unita' in un solo anno), prospettive di lavoro ci sono nei segmenti dell'artigianato (in quello alimentare segnatamente, e basta citare il caso dei fornai) ma serve uno scatto in avanti nella consapevolezza del valore della ruralità. La green economy e' ormai un paradigma di studio e di azione negli Stati Uniti, lo diverrà a livello mondiale perché e' una esigenza ineludibile. Tra trenta anni la popolazione mondiale arriverà a 9 miliardi. Serve ragionare di risorse alimentari e di mantenimento di quelle naturali su scala planetaria.
Il modello che stiamo vivendo adesso ha la prospettiva corta. E' ben strano che il Paese che ha avuto in Marsilio Ficino l'ispiratore del Rinascimento, il teorico dell'armonia tra uomo e Creato per sfruttare la ricchezza della fysis (della natura) e che in forza di quella corrente di pensiero esercito' un potere culturale ed economico mondiale con una piccola signoria, non si ponga alla testa di un progetto di green economy. E' uno spreco di risorse non puntare sulla ruralità per inventare un modello di sviluppo più compatibile. Ma forse il filo che lega Montefalco e Firenze e' una sottile fibra d'intelletto lungo la quale far passare non un'illusione ottica, ma un diverso sguardo sul futuro: il raggio verde.
(da un articolo del Professor Carlo Cambi sul quotidiano Libero del 10 settembre 2011, in occasione del Convegno sulla Ruralità tenuto a Montefalco e all'Expo Rurale di Firenze).

martedì 3 gennaio 2012

SUSANNA TAMARO: SE IL CUORE INDICA LA STRADA SBAGLIATA

L'ultimo deludente libro di Susanna Tamaro: L'Isola che c'è.


Anni fa cominciai a leggere "Va dove ti porta il cuore" ma mi fermai a meno della meta'. La melassa dolciastra della banalità mi blocco' gli ingranaggi celebrali e mi venne anche la nausea. Buttai il libro su uno scaffale con un vaffa... mentale. Anni dopo lessi sul Corriere alcuni articoli della Tamaro di argomento ecologico e in difesa degli animali: mi piacquero e li ritagliai. Mi sembravano denunce sensibili, ben fatte, come quella sul "pianto dell'agnello" o quella sul disastro ambientale del Golfo del Messico. Recentemente ho acquistato l'ultimo libro della TAMARO: "l'Isola che c'e'". L'autrice fa una buona diagnosi della malattia del pianeta, ma al momento della terapia si affida all'acqua di Lourdes: il pianeta si può salvare con l'amore e con Gesù Bambino.
Verrebbe da esclamare: Gesù!
Contesto alla radice questo buonismo d'accatto. L'amore, eletto a idolo, conduce ai campi di concentramento e agli stermini di massa.L'amore poi, declinato in maniera tanto generica, non ha alcun senso e va bene solo per le prediche parrocchiali. Sono d'accordo invece con Jonas, non e' l'amore che ci può salvare, ma il Principio Responsabilità. Il principio di reponsabilita ci può guidare nel mondo della civiltà tecnologica e del potere assoluto antropocentrico, riportandoci ad un rapporto più equilibrato con la natura. Solo il principio responsabilità mi fa considerare le conseguenze delle mie azioni per tutto il pianeta e per le generazioni che verranno. I fondamenti dell'etica vanno ripensati in base ai nuovi doveri verso la natura, e spesso questi doveri possono andare CONTRO l'amore assolutizzato per il mio prossimo che e' limitato al qui e ora. L'amore rimane valido per la coscienza individuale, non ne va fatto un idolo generalizzante. I grandi slanci antropocentrici portati avanti sotto le insegne dell'amore finiscono tutti allo stesso modo: col potere dei preti e della fede antropomorfa, o con i poteri terrigni delle ideologie totalitarie. TAMARO per salvare l'agnello lo porta dal macellaio: per salvare il pianeta distrutto dalla sovrappopolazione si affida a chi predica contro il controllo delle nascite, contro la pillola e l'uso del preservativo. Il messaggio finale dell'ultimo libro della TAMARO e' il seguente: il pianeta affonda? Non preoccupatevi, prolificate liberamente e amatevi l'uno con l'altro che poi ci pensa Gesù Bambino.