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sabato 25 gennaio 2020

La città dei porci

Ci sono immagini simbolo di tutta un' epoca e di una intera società : l'immagine simbolo della società' della sovrappopolazione sono i Pigs hotels che stanno nascendo in Cina come funghi dopo la pioggia. Siamo all'orrore e alla farsa coniugati in questo simbolo della produzione di massa nella società del consumo globalizzato. Su amene colline e con affaccio su verdi valli solcate da grigi fiumi pieni di tossici ed esalazioni velenifere sorgono rapidamente edifici e grattacieli che vanno dai sette ai quattordici piani, giganteschi, casermoni immensi di puro cemento e ferraglia, un pugno nell'occhio e allo stesso tempo tecnologia della morte senza precedenti (anche i campi di sterminio nazisti fanno qui misera figura con le loro casupole di legno e la somministrazione artigianale della morte). Annessi ai detti megaedifici sono infatti mattatoi meccanizzati perennemente illuminati al neon che lavorano di giorno e di notte in modo continuativo assicurando l'abbattimento e la macellazione di esseri viventi, mammiferi come noi, e la produzione di carne per migliaia di tonnellate al giorno. Gli animali, ammassati si dice nel numero di mille a piano, vengono nutriti di mangimi artificiali senza la minima possibilità di movimento o di vedere per anche solo un attimo della loro breve esistenza, un frammento di cielo, o un campo d'erba. Solo pareti di cemento, luci al neon, barre d'acciaio, sterco e liquami, questo e' il mondo che Homo sapiens sapiens riserva -per brama di denaro e per assicurare la produzione di massa ai suoi consumatori- ai milioni di maiali cui sono riservati i pigs hotels.
I cosiddetti “Pigs hotel”, hotel dei maiali, sono situati sul Monte Yaji, nella Cina meridionale, ma stanno rapidamente diffondendosi in tutta la Cina. Nella provincia del Fujian, la Shenzhen Jinxinnong Technology Co Ltd, prevede ulteriori investimenti (si parla di 40 milioni di dollari) per la realizzazione di due allevamenti a cinque piani a Nanping. Altre due aziende stanno costruendo megafattorie con grattacieli di numerosi piani per l'allevamento di maiali a Fujian. La produzione non e' solo riservata ai cinesi che hanno la carne di maiale come principale alimento. La produzione e' riservata anche in modo crescente all'esportazione (e' proprio di questi giorni il sequestro di dieci tonnellate di carne di suino avariata in una città del nord Italia, ritrovata nascosta in un doppio fondo di un autotreno). La società agricola privata Guangxi Yangxiang Co Ltd, gestisce sei allevamenti dai sette ai 13 piani. Sono gli edifici più alti del mondo di questo genere. Finora, la società ha speso circa 500 milioni di yuan, 58 milioni di sterline in totale,escludendo il costo dei suini. Anche in Europa sono stati costruiti allevamenti di maiali di massa, ma per ora gli edifici sono limitati a due o tre piani al massimo. In questo tipo di allevamenti il pericolo e' costituito dalle epidemie che possono comportare la perdita massiva dei capi di bestiame in pochi giorni. La convivenza forzosa e innaturale di tanti animali favorisce le epidemie, così' come sta accadendo con gli umani con l'ultima epidemia cinese favorita dalla convivenza di grandi masse umane negli spazi ristretti delle megalopoli cinesi (e la stretta convivenza tra animali, la cui carne spesso viene divorata cruda, con tali masse umane favorisce il passaggio di sempre nuove varianti dei virus all'uomo).
Come afferma Xu Jiajing, direttore dell’allevamento di Yangxiang, questo tipo di allevamenti e' molto conveniente dal punto di vista economico visto l' ottimizzazione dell'allevamento e della macellazione con l'economia in scala che consente il concentramento di tanti animali in spazi ristretti ma organizzati in modo industriale. La richiesta di carne e' del resto fortissima in quanto i centri rurali (dove prima l'allevamento era frazionato in tanti piccoli allevamenti sparsi nelle campagne) stanno sparendo e crescono le megalopoli dove milioni di persone vivono concentrate senza la possibilità' di avere i loro allevamenti o il cibo prodotto in loco. Alle megalopoli degli Homo corrispondono specularmente le città dei porci, destinati alla alimentazione di tanti umani che hanno perso ogni rapporto con la terra. Dice Xue Shiwei, vice chief operations officer di Pipestone Livestock Technology Consultancy, un’unità cinese di un’azienda di gestione agricola statunitense: “ La costruzione di grattacieli per maiali ancora più alti farebbe risparmiare sulla terra ma aumenterebbe la complessità della struttura,come tubature per acqua e liquami, e i costi per il cemento e l’acciaio sono molto più alti”, – ha affermato. Ma concentrare gli animali ottimizzando tempi e strutture potrebbe rendere economicamente vantaggioso anche edifici più' alti e organizzati con trasporti speciali riservati (autostrade e ferrovie apposite) come vere e proprie città. Tutto questo e' una vera parodia della società umana contemporanea, basata sulla sovrappopolazione e la concentrazione di masse di umani consumatori nelle megalopoli. Ma le vittime di queste mostruosità della produzione di massa non sono solo i poveri maiali. Anche le speculari megalopoli umane sono ormai metafora di una perdita fatale del senso della vita che riguarda in primo luogo l'uomo stesso. Ridotto anche lui ad un allevamento intensivo in cui ciò' che mangia è poco diverso dal mangime fetido dei maiali cinesi, e il cui mondo e' circondato da ogni parte dal cemento e in cui il cielo e' velato da fumi e nebbie di particolato, in cui l'aria e' irrespirabile e in cui le valli divengono discariche e i fiumi fogne tossiche. Il carnefice diviene così' sempre più simile alle sue vittime. Il pianeta terra, che Homo crede di dominare e possedere, diviene sempre più' un mondo di città di porci.