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martedì 23 marzo 2010

La critica di Heidegger a Marx



Marx criticava la filosofia in quanto capace solo di interpretare il mondo senza cambiarlo. Ora si tratta, diceva Marx, di cambiare il mondo. Heidegger rispose a questa affermazione che per cambiare il mondo è necessaria una concezione nuova del mondo. E per questa nuova concezione è necessaria una interpretazione nuova del mondo. Una nuova interpretazione del mondo richiede un nuovo modo di pensare, e quindi ancora filosofia, una filosofia in grado di elaborare questo nuovo pensiero. Qui Marx ha sbagliato: credeva che bastasse intervenire razionalmente sulla società e sulla politica con la vecchia logica e il vecchio pensiero. I quali inevitabilmente hanno riprodotto i vecchi errori e le stesse disfunzioni. Invece bisognava pensare in modo nuovo, andando oltre la scienza, per ritrovare una trascendenza capace di restituire un senso al mondo.
"Con Marx", dice Heidegger, "si è raggiunta la posizione del nichilismo estremo". Nella riflessione di Marx l'uomo è alla radice del mondo: "la radice per l'uomo è l'uomo stesso". Ancora in Marx si legge: "la critica della religione finisce con la teoria per cui
l'uomo è per l'uomo l'essere supremo"
Ma se l'uomo è l'essere supremo per l'uomo, viene dato fondamento al fatto che tutto il resto non ha senso, che oltre l'uomo e la sua produzione non vi sia niente (nihil).
Il mondo non è un semplice contenitore di umani, un campo da trasformare e sfruttare a nostro piacimento. Il mondo ha un senso che va oltre l'uomo e le sue necessità, che richiede rispetto e cura in tutti i suoi aspetti. L'antropizzazione sfrenata del mondo è la nostra prima colpa, il nostro errore più grande.