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sabato 8 febbraio 2020

L'orrore neo-malthusiano

C'e' un fantasma che s'aggira in Europa, un incubo alla pari della shoah e del nazismo, un abominio assoluto. Si tratta del neo-malthusianesimo equiparato all'antropofagia e ai forni crematori. Lo dice il sindaco di cremona che si scusa perché' lui quel depliant non lo aveva proprio letto, anche se pubblicato dal suo comune. Che cosa contiene di tanto scandaloso e violento il depliant? Semplicemente accenna che per salvare il mondo dal riscaldamento climatico e' forse il caso di limitare il numero dei figli. Scandalo ! Orrore! Vergogna! Abominio e Assassinio! Tutta la stampa e' insorta unanime, le forze politiche di destra e di sinistra hanno denunciato ed esecrato il crimine ideologico, l'attentato ai diritti di Homo. I quali, secondo loro, sarebbero infiniti: infiniti in un pianeta finito! Solo per avere un'idea approssimativa del tenore medio delle reazioni all'infame depliant riporto qui di seguito un articolo del sussidiario-net giornale on line di orientamento cattolico e "de sinistra" (ma le reazioni di Lega e di Fratelli d'Italia sono perfettamente sovrapponibili):
MENO FIGLI PER AIUTARE IL CLIMA?/ Dopo c’è solo il cannibalismo del prof. Söderlund Pubblicazione: 08.02.2020
A Cremona un dépliant, subito ritirato, consigliava le quattro azioni individuali più efficaci contro il climate change, tra cui “fare meno figli” “No auto, no aereo, meno carne rossa, meno figli”: queste sarebbero “le quattro azioni individuali più efficaci per mitigare i cambiamenti climatici”, secondo un dépliant distribuito nel punto informativo Spazio Comune di Cremona e realizzato dall’associazione Filiera Corta Solidale, in collaborazione con l’amministrazione municipale (amministrazione di sinistra, Pd più liste civiche), con finanziamento della Fondazione Cariplo.
Un consigliere comunale dell’opposizione lo legge, e subito si scatena una tempesta di commenti e di scontri tra partiti al calor bianco, anche a livello nazionale. A livello locale la reazione è rapida e appropriata: il sindaco, Gianluca Galimberti, dichiara: “Non avevo visto il libretto prima della notizia. Quello che è stato scritto è profondamente sbagliato e stupido, grave e non condivisibile. Gli assessori hanno spiegato che è un contenuto estrapolato malissimo da un contesto più generale di uno studio. Verrà ritirato!”. La stessa Fondazione Cariplo, pur difendendo il progetto nel suo complesso, si chiama fuori, e conferma che “…la pubblicazione dell’opuscolo con questo tipo di contenuti mostra una grande superficialità nel trattare l’argomento demografico e chiediamo di ritirare la pubblicazione, così come ha già fatto il sindaco di Cremona, che ha anticipato la nostra richiesta. Riteniamo che la complessità degli impatti del cambiamento climatico debba essere comunicata diversamente e confidiamo nel fatto che si sia trattato di una grave svista”.
Certo, la contraddizione balza agli occhi, per un’area politica che oggi a livello nazionale riconosce l’emergenza natalità come priorità del Paese, e che sta proponendo l’assegno unico per i figli, un Family Act e la revisione delle politiche fiscali per sostenere la natalità (con tanto di sostegno – promesso – alle famiglie numerose!), e che invece a livello locale suggerisce di fare meno figli per proteggere l’ambiente.
L’errore di contrapporre natalità e tutela dell’ambiente purtroppo caratterizza troppa cultura ambientalista, ideologicamente legata a modelli di analisi socio-economica e ambientale ormai obsoleti, come le teorie neo-malthusiane, o le profezie del Club di Roma, degli anni Settanta, che prevedevano il totale collasso del pianeta in caso di popolazione mondiale superiore ai 3 miliardi di abitanti (sic!). Forse i primi a dover rileggere la Laudato Si’ sono proprio questi ecologisti estremi, per riscoprire che uomo e ambiente si salvano “l’uno con l’altro”, e non “uno contro l’altro”…
In fondo, anche il dépliant di Cremona è l’ennesimo esempio di cattivo uso della scienza, quando viene piegata a pregiudizi ideologici: i quattro punti del dépliant derivano infatti da uno studio dell’Università di Lund (Svezia), pubblicato nel 2017 sulla rivista Environmental Research Letters, in cui si misurava (con modelli teorici) l’impatto di diversi comportamenti tra cui anche l’impatto ecologico di “un nuovo essere umano”. Quasi un “gioco di simulazione”, che però diventava subito, nelle conclusioni dei ricercatori, un’indicazione di comportamenti virtuosi da proporre a tutti, compresa la geniale idea di “non fare figli, così non inquineranno”.
Dati discutibili, e soprattutto indicazioni operative totalmente arbitrarie, che sono state assunte acriticamente da chi ha redatto il volantino di Cremona, convinto che fossero “verità scientifiche”. E il rigore dello studio sta – al massimo – nei dati utilizzati, e non nelle conclusioni, che corrispondono a scelte valoriali dei ricercatori, e non possono essere rivendute come “le ricette scientifiche” per risolvere il problema. Questo è un uso “magico” della scienza, senza alcun discernimento. Altrimenti dovremmo dar retta anche a quel professore svedese alla Stockholm School of Economics, Magnus Söderlund, che nel settembre 2019 ha affermato, durante un programma televisivo, che il consumo di carne umana (!) al posto di quella animale potrebbe rappresentare una proposta sostenibile per limitare il riscaldamento globale. Ogni commento è superfluo (o no?). Il futuro dell’umanità e dell’ambiente sono indissolubilmente legati, e ciascuno di noi ha un compito sempre più grande di custodia del creato. Ma proprio per questo ogni persona è preziosa, e la soluzione non sarà certo il suicidio demografico, soprattutto in Europa, soprattutto nel nostro Paese.
Secondo l'articolista politicamente corretto, auspicare un controllo demografico ai fini di salvaguardare l'ambiente e salvare il pianeta dal riscaldamento climatico, sarebbe un "cattivo uso della scienza" piegata a fini ideologici! E' proprio vero che si usa affibbiare agli altri le colpe di cui si e' responsabili. Insomma secondo questi campioni del pensiero "non ideologico" (sic!) per custodire il creato ci vogliono più' esemplari di Homo. Otto miliardi non bastano. Tra l'altro, secondo costoro e secondo il linguaggio oggi comunemente usato, quando si parla di Homo si deve associare sempre il concetto di diritti, i quali sarebbero infiniti in un pianeta finito.I diritti, secondo questi pensatori non ideologici, riguardano solo la specie Homo dimenticando tutto il resto tra cui le specie animali e vegetali che convivono con noi (non si sa per quanto ancora) sul pianeta. Non c'e' pietà' per i koala australiani, gli elefanti e i rinoceronti africani, gli oranghi del Borneo, tutti esseri viventi con quasi il nostro stesso codice genetico destinati, con la crescita di Homo, allo sterminio e all'estinzione. Questi massacri non fanno orrore, fanno orrore invece l'uso dei preservativi o delle pillole anticoncezionali, l'educazione demografica, il rispetto per tutte le specie viventi; un rispetto che dovrebbe essere negato di fonte ai diritti del re dell'universo: Homo. Qui non siamo più' all'antropocentrico ma all'antropo-idiotismo: questa visione -ideologica?- degli antropoidioti auspica un numero di umani senza fine, anzi più' e' alto il numero di umani e più' il "creato" e' custodito e la natura salva. La cosa che stupisce e' che anche per la maggioranza dei cosiddetti ambientalisti quanto afferma il sussidiario-net, la chiesa, gli intellettuali, molti uomini di scienza, tutti i media e le forze politiche di destra e di sinistra, e' giusto e vero. I Verdi infatti, specie quelli europei, non vogliono sentir parlare di controllo demografico per salvare il pianeta. Conseguenza di questa posizione e' che secondo i verdi più' si figlia e più' il pianeta e' salvo. C'e' da spiegarsi, a rigor di logica, di come sarebbe possibile coniugare la decrescita dei consumi, mantra continuamente ripetuto da tali difensori dell'ambiente, con il fatto che agli attuali tassi di natalità' ogni dieci anni si aggiungono sulla superficie del pianeta un miliardo di consumatori in più'. Misteri della fede