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venerdì 7 dicembre 2018

L'ideologia natalista

Si avvicina il natale, festeggiamento del dominio dell'uomo sul pianeta attraverso la simbologia del neonato e della madre che partorisce. Ovviamente, come sottolinea Nietchsze nel suo "anticristo" dove nasce il bambinello? Nella mangiatoia delle bestie e coperto dal tetto della stalla. La messa in scena evangelica e' fondamentale ai fini della ideologia che sottende da duemila anni la rappresentazione: le nascite debbono riguardare in primo luogo i poveri, gli strati popolari. La stella cometa e prima ancora la narrazione simbolica della annunciazione (non a caso ripresa continuamente nella iconografia e nell'arte medioevale e rinascimentale di ispirazione cattolica) esprimono la protezione divina e l'indirizzo che sottende il tutto: la specie umana come specie privilegiata destinata al dominio su tutta la natura.L'annuncio dell'angelo e' un annuncio di dominio e di impossessamento antropico.Il natale e' il compimento di questo annuncio. L'operazione pronatalista oggi ha cambiato profondamente di significato, in un mondo dove il messaggio religioso ha perso valore e dove la civiltà contadina ha lasciato il posto ad una devastante civiltà globale basata sulla produzione e il consumo di massa e sulla proliferazione umana arrivata a quasi otto miliardi.L'ideologia natalista è divenuta ideologia della riproduzione di massa dell'uomo mercificato a oggetto come le altre merci. La propaganda natalista prosegue con tutti i mezzi a disposizione. Veniamo bombardati da messaggi natalizi che vanno dalla politica alla pubblicità' agli articoli di giornale e ad intere trasmissioni televisive dedicate alle mamme e alla gioia della maternità' e dell'arrivo del bimbobello. Ma cosa nasconde in realtà' questa esaltazione spasmodica della natività' umana? Quante distruzioni di altre specie, quante polluzioni di carbonio, quanti tossici, quanti inquinanti, quante discariche, quanti abbattimenti di alberi, quanta nuova cementificazione si nascondono dietro l'innocente sorriso del neonato vezzeggiato e coccolato da schiere di familiari sui social web e sugli schermi tv? Ogni nascita e' un nuovo attentato all'ambiente naturale e alle altre specie viventi. Quell' homo che nasce in realtà' e' un nuovo killer ambientale che si aggiunge ai sette miliardi e mezzo già' in azione. Bisogna spogliare questo atto da tutta la retorica buonista e antropocentrica per far apparire la sostanza: una criminale proliferazione (in particolare se si tratta di un secondo o terzo figlio o addirittura più'...), attuata da incoscienti e irresponsabili (quando non perfettamente coscienti e volontari distruttori) che stanno lavorando per la fine dell'ambiente naturale terrestre e di tutte le altre specie. Per la Terra la proliferazione umana e' peggio delle esplosioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki. Quelle hanno fatto un danno limitato e recuperabile, la proliferazione umana e' un danno definitivo e irreversibile fino, almeno, all'autodistruzione del distruttore.
Preti, industriali, terzomondisti, ex marxisti, islamisti e i vari movimenti nazionalisti del globo lottano tutti per l'aumento delle nascite. L'apologia del bimbobello e' diffusa in tutte le culture antropiche. Queste esaltazioni mediatiche e propagandistiche delle nascite nascondono spesso loschi interessi. Preti e islamisti non solo per puro antropocentrismo religioso, spesso dietro ci sono volontà' di potere, proselitismo, (a volte interessi ancor più meschini...). Finanzieri e multinazionali hanno fortissimi interessi nell'aumento esplosivo della popolazione.I mercati non tollerano la diminuzione di popolazione. La culla vuota è la bara del capitalista. Ogni decremento demografico è un decremento di mercato, di produzione e di vendite. La simbologia della nascita di Homo è divenuto il marchio dello sviluppo capitalistico del mercato. L'ammirazione popolare intorno al bambinello nella mangiatoia di Betlemme aveva un epicentro religioso, e così è stato fino all'età moderna. L'interesse di finanzieri e multinazionali ai festeggiamenti natalizi di oggi ha un interesse economico. Il bimbo che ride nella culla non e' altri per loro che un nuovo consumatore. L'aspetto umanitario non e' che un freddo paravento dietro cui ci sono potere, espansione dei consumi, affari, lavoro a basso presso, produzione di merci e maggiori scambi commerciali. Più' nascite, più' spese, più acquisti, più vendite, più' case,più infrastrutture, più auto, più energia consumata, più profitti. Un nuovo lavoratore a basso costo si aggiunge inoltre alla catena della produzione. In ogni parte del mondo le nascite sono legate al reddito atteso. In europa, dove le nascite sono un costo, per motivi di economia familiare si nasce di meno contribuendo così alla crisi dei consumi. Per questo finanza e industria spingono spasmodicamente sulle nascite. Tutta la retorica delle culle vuote e' legata alla preoccupazione di una riduzione dei consumi e sofferenza dei mercati. L'immigrazione è solo un rimedio parziale e la crisi sociale e politica che ha innescato ne limita la potenzialità. Attraverso l'esaltazione della natalità, finanza mercato e produzione possono tornare a crescere anche in occidente. In Africa la natalità porta direttamente reddito e le nascite sono oggi una risorsa economica perché' producono emigrazione e rientri di denaro dall'estero. Quelli che rimangono sono mano d'opera abbondante per l'agricoltura e l'industria nascente (tra cui edilizia e infrastrutture, industrie estrattive, con poderosa deforestazione)e riescono a compensare almeno in parte la fame, la scarsità di risorse e le guerre che la sovrappopolazione innesca in tante aree sottosviluppate. Sviluppo e nascite vanno di pari passo e nella cultura di questi popoli si identificano. La redistribuzione di denaro e produzione dal vecchio mondo all' Africa ed all'Asia avviene con le culle piene. La produzione di nascite e' divenuta la principale industria del pianeta e l'uomo e' sempre più merce tra le altre merci.
Tutta questa retorica sulle nascite di Homo nascondono la tragica realtà: l'assassinio di animali e la distruzione ambientale,la scomparsa continua di specie viventi, l'oltraggio alla natura sopravvissuta all'antropocene. Mentre nell'aria staziona una coltre di gas e particolato che avvelena l'atmosfera, mentre negli oceani galleggiano nuovi continenti di plastica e sulla terra avanza la grigia superfice di cemento e asfalto, il triste rito della festa dell'avvento di colui che ha causato tutto questo va avanti come nulla fosse, tra vetrine addobbate, spese inutili, cenoni e il sorriso ebete di nonni e bambini.