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giovedì 22 aprile 2010

La sovrappopolazione e la Terra come sistema

Il nostro pianeta era, fino a pochi decenni fa, l'unico sistema «troppo grande per collassare». Per secoli ne abbiamo sfruttato le risorse e ci siamo spostati ogni volta che una sorgente si prosciugava o un terreno diventava troppo inquinato. Mitica fu l'emigrazione da un'Inghilterra già sovrappopolata verso il nuovo mondo a Occidente. Oggi però questa strategia non funziona più. La possibilità delle popolazioni di spostarsi da un luogo all'altro del pianeta, una volta che le risorse di quel luogo siano esaurite, è oggi svalutata dalla uniformizzazione demografica del pianeta e dalla sua trasformazione in una unica grande fabbrica antropizzata che consuma natura e produce scarti. La migrazione che una volta era gioia della scoperta e salvezza in un nuovo orizzonte, è uno spostarsi dalla miseria a un luogo degradato. E' divenuta uno spostamento senza valore in un mondo uniforme. Dobbiamo tornare ad una Terra vista come sistema complesso che alterni zone di insediamenti intensivi e zone vergini o di insediamenti ridotti. Sono necessarie politiche demografiche attive volte a disegnare un nuovo pianeta.

martedì 20 aprile 2010

Il Vulcano erutta e affumica i Verdi

Il Vulcano Eyjafjallajokull in eruzione è un bello scacco per le "magnifiche sorti e progressive" del movimento ecologista sempre impegnato a denunciare il riscaldamento del pianeta per l'emissione della CO2 da parte delle nazioni occidentali (dimenticandosi che oggi il primo emettitore di CO2 nell'atmosfera è la Cina post-comunista). Infatti in pochi giorni il Vulcano cattivo ha emesso più tonnellate di CO2 nell'atmosfera di quante ne abbia emesse l'intera comunità delle nazioni negli ultimi anni. All'anima del protocollo di Kyoto! Inoltre il gentile Vulcano ha emesso nell'atmosfera milioni di tonnellate di polveri e gas radioattivi, con tanti saluti a tutte le proteste per le, al confronto insignificanti, scorie radioattive prodotte dalle centrali nucleari e prontamente smaltite in depositi sotterranei profondi. Queste del Vulcano invece sono immesse direttamente nell'atmosfera e pare che...non siano da addebitare all'odiato sistema capitalista occidentale.

sabato 3 aprile 2010

Il "fruitore di diritti"

L'uomo non è più l'uomo. La modernità ci ha consegnato una nuova visione dell'uomo e di conseguenza una nuova visione del mondo. La Storia non esiste più, se non come freddo oggetto di studi. La persona con la sua complessità è sempre più schiacciata sul presente. La razionalità scientifica, nella sua furia analitica, dimentica la dimensione temporale delle cose e delle persone: l'analisi razionale porta tutto al presente riducendo la profondità del reale ad un foglio bidimensionale fitto di numeri e misure. I luoghi non sono più luoghi ma spazio misurabile. La città perde la dimensione storica e i suoi "luoghi" divengono coordinate geografiche, al massimo prospettive architettoniche. Gli abitanti della città, come di ogni altro luogo, non sono più chiamati con il loro nome: romani, torinesi, italiani, parigini, newyorchesi...il cittadino diviene un puro "fruitore di diritti" e come tale identificato. Non conta più la sua storia, cosa ha fatto nella vita, chi era suo padre o suo nonno, la lingua che parlava, i luoghi che frequentava e che ha contribuito a creare. I diritti annullano ogni altra cosa. Soprattutto i doveri, che sono sempre meno nominati. Il mondo così perde la sua profondità nel tempo e nel significato: diviene uno spazio vuoto. Uno spazio da occupare dal "fruitore di diritti", in quanto spazio materiale senza significato se non quello di consentire al fruitore di fruire dei suoi diritti, di consumare a piacimento, di occupare secondo il proprio egocentrismo, di stravolgere tutto l'ambiente circostante secondo le proprie necessità, di riprodursi e generare altri fruitori. Il fruitore di diritti non ha più limiti nel suo fruire, né di tempo né di spazio né di senso, se non quelli di non intralciare gli altri fruitori. I diritti del fruitore si limitano a vicenda come in una enorme mangiatoia dove gli animali sono stipati a mangiare ciascuno nel proprio spazio ridotto. I doveri sono scomparsi. Il mondo non ha storia, i luoghi non hanno senso.Le parole stesse perdono di significato. Il linguaggio si semplifica in un grigio burocratese che enumera i diritti, li analizza, li reclama, li usa come filtro interpretativo del mondo. Il fruitore di diritti è un grigio burocrate rivendicativo. Il mondo perde i suoi colori e il suo senso.