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sabato 22 giugno 2013

La manifestazione sindacale di Roma

Sembra che il sindacato non si sia ancora reso conto che il mondo è cambiato.Alla manifestazione di oggi della triplice a Roma gli slogan sono sempre gli stessi degli ultimi decenni: più lavoro, più occupazione, meno flessibilità, più incentivi statali. Su tutti ha colpito il richiamo a far ripartire l'edilizia come volano della ripresa. Quale edilizia? Quella che ha portato a tassi di cementificazione di suolo verde di 150 ettari al giorno in questo povero paese?Perché il sindacato non si impegna ad una seria proposta legislativa sulla ristrutturazione dell'esistente o sulla  riedificazione e riqualificazione del cemento spazzatura che ha devastato il paese dal 1946 in poi? Riutilizzare il suolo già costruito dovrebbe essere un imperativo, reso evidente dal disastro ambientale e paesaggistico che abbiamo di fronte ormai in ogni parte del paese, dalle periferie delle città, alle campagne, alle coste completamente edificate, perfino sulle valli montane deturpate da inutili e pletoriche costruzioni ad uso turistico o privato. Sembra che i temi ambientali non interessino al sindacato. La parola crescita da loro invocata è priva dell'aggettivo sostenibile. L'ambiente non viene neanche nominato. Dobbiamo ricominciare a cementificare quel che resta del suolo verde italiano per ridare occupazione? Occupazione per chi? Probabilmente solo per immigrati, visto che i lavoratori italiani nel campo dell'edilizia sono una minoranza.Non è ora, anche per il sindacato, di guardare ai temi ambientali, alla salvaguardia del paesaggio, allo stop alla cementificazione, al riuso delle aree già costruite e abbandonate? Agricoltura e paesaggio sono un patrimonio italiano da valorizzare, la vera ricchezza che potrebbe far ripartire il paese. Di altre Ilva e Gioia Tauro non abbiamo più bisogno.Un sindacato moderno dovrebbe puntare su ricerca di nuove tecnologie, nuove energie sostenibili, ecologia e ambiente, invece di restare ancorato a temi di un mondo che non esiste più.

1 commento:

  1. << Sembra che il sindacato non si sia ancora reso conto che il mondo è cambiato. >>

    Caro Agobit, purtroppo è proprio così.
    Il sindacato è parte integrante del mondo BAU, ed ha il solo, unico scopo di ottenere per i propri iscritti una fetta di torta che sia la più grande possibile.
    Ho l'impressione che i miglioramenti ottenuti dai lavoratori dipendenti in questi ultimi decenni non siano tanto figli delle c.d. conquiste sindacali, quanto semplicemente dall'aumento facile della torta, consentito dal petrolio a buon prezzo.
    Tutto questo sta per finire, ma i sindacati non hanno gli strumenti culturali per capirlo.

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