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lunedì 8 aprile 2013

L'inquinamento cinese anticipa la crisi ambientale planetaria



Un milione e duecentomila cinesi sono morti prematuramente nel 2010 per malattie collegate all'inquinamento dell'aria. Questi numeri sono particolarmente gravi perché rappresentano il 40 per cento dei 3,2 milioni di morti premature causate dallo smog nel mondo. La statistica è stata elaborata dalla University of Washington in collaborazione con l'OMS e presenta un'altra cifra apocalittica: quella dei 25 anni di vita in salute bruciati dalla cappa di aria malata che avvolge molte città della Cina. Lo studio è stato pubblicato per la prima volta a dicembre dalla rivista britannica The Lancet, che aveva fornito il numero complessivo di decessi nel mondo. La stima per l'India parla di 620 mila morti premature per la stessa causa. In realtà la nebbia gialla composta da emissioni industriali, combustione di carbone e gasolio per riscaldamento, gas di scarico delle auto, polveri messe in circolazione dalle miriadi di cantieri, è diventata argomento di dibattito in Cina proprio nell'inverno appena finito. Per settimane, tra dicembre e febbraio, il cielo di Pechino e di molte altre città delle province centro-meridionali è stato offuscato. Si è scoperto che la causa è il Pm 2,5: particelle di inquinamento del diametro di 2,5 micron, le più dannose per i polmoni. L'OMS raccomanda di non vivere in ambienti che superino il livello di 20 per metro cubo di aria e sostiene che quota 300 è estremamente pericolosa: Pechino ha trascorso un gennaio stabilmente sopra 500 e ha toccato 755 di Pm 2,5 il 12 gennaio. All'allarme per l'aria malata si è aggiunto quello per l'acqua: nel fiume che alimenta la rete idrica di Shangai sono state trovate le carcasse di oltre 16 mila maiali. Poi è stata la volta della moria delle anatre: un migliaio sono state ripescate in un fiume del Sichuan, senza che nessuno sapesse spiegare le cause della morte. (Da un articolo del Corriere della Sera del 3 aprile 2013).

Le mitologie continuano a fare morti. Come nelle guerre di religione del passato oggi gli odi si declinano tra fautori delle rinnovabili e  nuclearisti, oppure tra decrescitari e fautori della crescita. Nel frattempo il mostro che aleggia sulle nostre città e per l' "aere maligno" del pianeta si estende e ingoia le sue vittime, uomini, piante ed animali. La Cina è solo il luogo in cui, insieme all'India,  le masse umane sono più concentrate, ma le previsioni di crescita demografica riguardano tutte le aree del pianeta. Il destino delle grandi città del pianeta, comprese le nostre,  si avvia ad essere quello delle aree urbane cinesi. Cappe mortifere aleggeranno su megalopoli di decine di milioni di abitanti in Europa, in America, e presto in Africa, così come già accade in Asia. Tutto questo con la benedizione di tanta parte del movimento ecologista, che non vuol sentir parlare di controllo demografico, di lotta alla sovrappopolazione, di contrasto agli eccessi (...solo gli eccessi...) di movimenti immigratori e successiva conseguente cementificazione. Soprattutto non vuol sentir parlare di nucleare, fonte di energia completamente priva di emissioni di carbonio, né nella sua forma attuale (centrali di terza e quarta generazione) né di ricerca (si parla di ricerca, di pura scienza teorica...) su eventuali future generazioni ancora più sicure. Neanche si prendono in considerazione le ricerche, in fase avanzata, sulle prossime centrali a fusione -prossime perché 40 anni passano in un baleno e sono già tra noi...-. Nel frattempo le curve di consumo di gas, petrolio e carbone schizzano in alto in tutto il mondo, comprese europa e Stati Uniti, a dimostrazione che le rinnovabili non sono l'alternativa.  A proposito di nucleare fortuna che gli scienziati non hanno tutti i pregiudizi di chi pensa, in pieno terzo millennio, con le mitologie nuove e antiche. Riporto qui di seguito un articolo di Green Style che riferisce su alcuni risultati degli studi sul numero di vittime evitate grazie al ricorso alla tecnologia energetica nucleare, condotti da ricercatori della Nasa.




Nucleare: per ricercatori NASA avrebbe evitato 1,8 milioni di morti

sicurezza centrali nucleari francesi
    Clamoroso assist al partito dei nuclearisti. Due ricercatori della NASA hanno dichiarato di aver “scoperto” che l’energia nucleare dal1971 al 2009 avrebbe evitato qualcosa come 1,84 milioni di morti. No, non stiamo parlando delle conseguenze di una guerra mondiale, ma dei morti di cancro (o altre malattie come quelle respiratorie e cardiovascolari) che la produzione di energia tramite fossili avrebbe prodotto in più se l’atomo non avesse svolto la sua parte nel mix energetico.
    Dati impressionanti, ancorché spalmati in quasi 40 anni (e va detto che nella sola Cina lo smog fa comunque più morti in appena due anni, nonostante le centrali nucleari, per l'enorme e rapido aumento di consumi di idrocarburi):
    "Abbiamo calcolato che l’energia nucleare ha prevenuto 1,84 milioni di morti per l’inquinamento e l’emissione di 64 miliardi di tonnellate di CO2".
    Difficile solo immaginare, allora, i danni che avrebbe prodotto questi 64 miliardi di tonnellate di CO2 al clima. Lo studio si permette anche di fare delle previsioni per il futuro:
    Entro metà del secolo l’atomo può prevenire tra 420mila e 7 milioni di altre vittime, e tra 80 e 240 miliardi di tonnellate di CO2, a seconda di quale combustibile fossile sostituirà.
    Lo studio stranamente non prende in considerazione l’ipotesi che siano le rinnovabili a sostituire le fonti fossili. Sia come, sia e qualsiasi cosa si pensi del nucleare, questo studio dimostra sicuramente quanto sia ormai diventato necessario archiviare le fonti fossili.


     

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