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lunedì 15 aprile 2013

LA MANIFESTAZIONE DI ORVIETO: L'ITALIA MINACCIATA DALLE PALE



Buona riuscita della manifestazione contro l'eolico ad Orvieto del 13 aprile scorso. Erano presenti molte associazioni ambientaliste contrarie agli impianti eolici e fotovoltaici in aree agricole, pastorali e  di alto valore paesaggistico. Riferisco brevemente sui principali interventi:
- Ha preso la parola il rappresentante dei comitati contro l'Eolico il quale ci ha riferito quali sono gli interessi in gioco: 12 miliardi di euro ogni anno, che noi paghiamo con la bolletta come contributi al finanziamento delle cosiddette rinnovabili. Una cifra gigantesca se paragonata ad esempio a quella dell'Imu sulla prima casa, pari a 4 miliardi. E pensare che tutti questi soldi pagati dai cittadini prendono in gran parte la via dell'estero, visto che la maggior parte del fotovoltaico e dell'eolico viene prodotto in Cina e Germania. Oppure vanno, specie per l'eolico, a interessi che orbitano intorno a organizzazioni mafiose.
- Interviene il rappresentante della Lipu per la Puglia che riferisce ciò che è accaduto con la Montagna di Morcone, nel massiccio del Matese, dove gli impianti eolici con torri alte 150 metri mettono a rischio l'attività agricola e la sopravvivenza di più di cinquanta aziende con 500.000 capi di bestiame e tutte le imprese dell'indotto (lavorazione dei prodotti agricoli, ecc.). Ugualmente grave è la situazione in Basilicata, per non parlare del Molise dove la devastazione riguarda luoghi di interesse archeologico come Sepinum. Con il territorio stanno distruggendo anche la nostra dignità ed identità, oltre il danno al paesaggio che è la risorsa di tanta nostra terra. Una legge recente permette purtroppo gli ampiamenti degli impianti esistenti e lo spacchettamento delle torri in altri territori limitrofi. E' urgente togliere gli incentivi a queste bande di speculatori e fare nuove leggi che proteggano il territorio come Bene pubblico inalienabile.
-E' la volta di Rosa Filippini che riferisce come questi mega-impianti eolici (e fotovoltaici) siano per lo più inutili ai fini energetici, in quanto producono energia elettrica in maniera discontinua, risentono delle condizioni atmosferiche del momento, non consentono l'accumulazione e l'uso di energia elettrica quando ce ne è più bisogno, sono costosi e necessitano di infrastrutture di grande impatto ambientale. Sottolinea che non tutte le associazioni ambientaliste sono a favore di eolico e fotovoltaico, sebbene la grande maggioranza degli ambientalisti siano acriticamente a favore del mito delle rinnovabili. Molti sono in buona fede, molti sbagliano, molti sono pagati per dire quello che dicono. Riferisce del sequestro da parte della magistratura di un milardo e seicento milioni a carico del produttore eolico Nicastri, che sta a dimostrare gli enormi beni economici di denaro pubblico in gioco, e come la corruzione e le speculazioni la facciano da padrone in molte zone d'Italia nel settore delle rinnovabili. La cifra sequestrata da un'idea di quanta ricchezza è possibile accumulare dietro il paravento delle sovvenzioni pubbliche.
- Interviene infine Ripa di Meana che riferisce delle speculazioni nel campo delle rinnovabili e dell'eolico di Baselice, del Sannio, e di quello che sta avvenendo (ed è avvenuto)  in Umbria. Vogliono distruggere il paesaggio, l'arte, il gotico. Vogliono distruggere l'Umbria etrusca e medioevale, una bellezza invidiataci da tutto il mondo che non può comporsi con 18 giganti di 160 metri, le pale rotanti, le infrastrutture, strade, contrafforti in cemento, centraline, elettrodotti ecc. previsti sul Peglia e i territori circostanti. Ci appelliamo a Concina, sindaco di Orvieto. "Già nel 2003-2004 si tentò di compiere l'orrendo misfatto a Perugia, sul monte Tezio, dove da parte del sindaco di allora e dell'assessore Rometti si tentò di alzare 22 torri di più di cento metri...ma allora Perugia si rivoltò. I cittadini assediarono il comune. Ora, sempre con la partecipazione di Rometti, si tenta di rifare il colpo a Orvieto. Ma se ciò accade, se ci riprovano inizierà il Vietnam e anche se sono ormai vecchio, parteciperò alla lotta insieme ai cittadini e a tanti giovani. Purtroppo il pericolo non è solo qui: è in pericolo la Toscana, è in pericolo il Lazio. Vogliono distruggere il nostro petrolio: il paesaggio Italiano, la bellezza della nostra terra. Vogliono mettere a rischio il reddito che viene dal Turismo, la vera ricchezza del nostro territorio. Ma li denunceremo per danno erariale, non ci fermeremo, non ci fermeranno".
-Intervengono altri rappresentanti dei comitati per la tutela del paesaggio delle varie regioni, tra cui quello della Campania e quello della Tuscia e dell'alto Lazio.

La riuscita della manifestazione è solo una tappa della battaglia che sarà ancora lunga. Purtroppo i poteri forti e l'informazione è in maggioranza a sostegno dello scempio rinnovabile. Gli interessi economici sono ancora troppo forti e le mafie ormai sono entrate nel giro di affari. Gli ambientalisti pro-rinnovabili fanno parte ormai di una ortodossia ideologica che rifiuta le critiche in maniera aprioristica, facendo il gioco degli speculatori. In mezzo c'è, come sempre, il povero territorio italiano massacrato da decenni di crescita demografica,  di demagogia politica e di rapina delle risorse pubbliche.

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