L’Italia è malata. Mentre leggete queste
righe in decine di migliaia di cantieri continua la distruzione del paesaggio
italiano. Mentre leggete queste righe si aprono centinaia di nuovi cantieri, e
durante le prossime 24 ore, più di cento ettari di territorio verde italiano verranno
inghiottiti dal mostro grigio, il cemento. Il cemento è il nome, lievemente
cimiteriale, del terribile veleno che sta uccidendo la bellezza della nostra
terra. La malattia ha un nome solo un poco più lungo: cementificazione.
L’agente patogeno autore del crimine peggiore si chiama Lobby del cemento.
Crimine peggiore, perché non c’è peggior atto criminale che togliere bellezza,
togliere paesaggio esteriore-interiore, togliere storia, togliere vita, togliere libertà, togliere futuro a noi uomini di questo tempo e, cosa ancora più grave, ai
nostri figli e ai figli dei figli che verranno per generazioni. Si tolgono i
colori della vita e si sostituiscono con un’unica struttura, un unico ossessivo
devastante mostruoso grigiore esteriore-interiore. Col grigiore viene il puzzo,
vengono i gas miasmatici e tossici delle città superinquinate, viene la
promiscuità immonda e inumana della folla anonima, la crudeltà indifferente, il
traffico, il caos della bruttura come ideologia diffusa, esteriore evidenza di
una interiore perdizione. Tutto il nostro povero paese è profondamente malato,
non ci sono ormai più lembi di territorio sani. Le lobby del potere cementizio
sono irreversibilmente e ferreamente installate nei governi delle città, delle
province, dei comuni grandi e piccoli, delle regioni, del governo nazionale. I
grandi giornali, l’informazione televisiva, la rete, tutto è in mano –in
questo disgraziato paese- in mano a potenti cementificatori. Solo restando ai
grandi quotidiani nazionali, da Repubblica al Corriere, tutti hanno nei loro board di proprietà i
nomi di grandi cementificatori. La Stampa di Torino è della Fiat, il Messaggero
di Roma è dei Caltagirone, di Gaetano Caltagirone è anche la proprietà del
Mattino di Napoli, il Quotidiano-Resto del Carlino del gruppo Monti-Riffeser. Per non parlare dei quotidiani a diffusione locale, quasi tutti saldamente in mano ai cementificatori. Gran
parte dell’economia di questo paese è sotto il controllo dei grandi
costruttori. Gli Arabi hanno
il petrolio, i grandi industriali e la grande finanza italiana ha il proprio
petrolio: il verde, la bellezza, la natura e il paesaggio italiano che, giorno
per giorno, viene estratto, trasformato, consumato e bruciato nel più
assordante silenzio di un popolo incapace di reagire. Si perché non c’è solo la
perdita di bellezza,di salute, di vita. C’è anche la devastazione morale.
L’impresa della cementificazione italiana è in gran parte in mano alla
malavita; le camorre controllano intere regioni, la mafia sta dietro a tante
imprese edilizie, a tante rapine di territorio. I cementifici nel meridione
d’Italia (e non solo) sono di proprietà di società in odore (odore talmente forte da essere
putrefattivo…) di mafiosità. Le
licenze vengono concesse dietro manovre corruttive. Sarebbe quasi ridicolo, ridicolo, se non fosse tragico, che lembi di incomparabile bellezza del paesaggio senza pari di quello che tanto tempo fa era il Bel Paese, ...sono in mano a funzionari di secondo livello di enti locali che vengono prezzolati per mettere firme su licenze mortifere perché annunciano la morte della bellezza e della natura, o per chiudere ambedue gli occhi assassini di fronte all'abuso di cemento. E infatti quando non c’è la
corruzione, c’è l’abusivismo. Oppure ci sono tutti e due: corruzione e abusivismo insieme. In un paese dove se si ruba una mela si prendono
tre anni di galera, nessun giudice ferma la costruzione illegale, lo scempio di
territorio. Una mela rinasce la prossima stagione. Un tratto di bella
costa italiana distrutta dal cemento non rinasce mai più.
Allego
al seguente link la bella intervista sullo scempio del paesaggio e del
territorio italiano concessa da Paolo Berdini a “Salviamo il Paesaggio” nella
speranza che Tutti, Tutti, da subito e con energia riusciamo a trovare la forza
e l’indignazione di opporci in ogni realtà locale e a livello nazionale per
combattere il terribile male che ci affligge. Per scaricare l’intervista a
Berdini in formato Pdf clicca qui.
Sapete cosa ritrae quella foto nell'header dell'articolo,si?
RispondiEliminaCredo si tratti dell'ecomostro di Bari
RispondiEliminaBravo
EliminaPunta Perotti era il nome del complesso edilizio.
Non posso non riconoscere il luogo dove è stata scattata quella foto; lì è sul lungo mare semi-omonimo - A.Perotti.
Una cosa che forse non molti sanno è che TANTI cittadini erano contrari all'abbattimento degli edifici di punta perotti,e questo perchè per loro la bellezza è rappresentata dai palazzoni!!!
Vi è più chiaro adesso come ragiona la gente?
(ps - il giorno dell'abbattimento c'ero hihi)
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RispondiEliminaSe i palazzinari hanno tanto successo è perchè hanno dietro di sè un mucchio di gente comune e non soltanto i potenti loro complici.
RispondiEliminaE questa è una tragedia, perchè solo la maggioranza della popolazione può riuscire a cambiare la rotta.
Caro Lumen, cambiare la mentalità è un'impresa titanica. Per la devastazione della periferia romana sento spesso parole di comprensione: ci hanno bisogno, tengono famiglia...La lotta è certamente sulla mentalità del cittadino medio (e in piccola parte questo compito tocca anche a noi). Ma molto riguarda il potere politico e lo Stato. L'Italia purtroppo ha un potere politico infame e uno stato corrotto.
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