La rigida politica intrapresa dal Partito Comunista cinese in materia di famiglia è in fase di revisione durante il più importante incontro annuale del regime, in corso a Pechino.
Rappresentanti dell’Assemblea Nazionale del Popolo, un organo fantoccio, suggeriscono di aumentare a due il numero massimo di figli per ogni famiglia cinese, mentre la rappresentanza della provincia del Guangdong ha chiesto per la terza volta il completo accantonamento della politica del figlio unico.
Il 3 marzo scorso Ma Xu, alto ufficiale del Partito Comunista Cinese e membro della commissione popolazione e famiglia, ha affermato che alcune Province potrebbero iniziare ad “esplorare” una politica che permetta di avere due figli; secondo le fonti ufficiali, le Province interessate sono quelle del Liaoning, del Jilin e del Heilongjiang, tutte nel nord-est della Cina.
Ma afferma che il tasso di natalità in Cina è molto basso, motivo per cui le autorità hanno iniziato a considerare dei graduali adattamenti. La politica sul secondo figlio dovrebbe partire prima dalle città più grandi, in quanto più sviluppate e popolate.
Lo Yangcheng Evening News riporta che He Youlin, altro esponente del Partito Comunista e preside della scuola superiore Zhongshan Memorial nella Provincia del Guangdong, si è ancora una volta schierato contro la politica del figlio unico, suggerendo di permettere anche un secondo figlio; secondo lui questo allenterebbe la presa sulla forza lavoro e sull’età pensionabile, e permetterebbe una vita familiare più serena e una crescita più salutare dei bambini.
Lo stesso He afferma al Southern Metropolis Daily che dalla fine del 2008 la popolazione anziana della Cina ha raggiunto quota 169 milioni di persone, il 12 per cento della popolazione totale, e che, stando alle statistiche statali, il numero aumenta con una media di circa 10 milioni di persone all’anno.
Nel 2020, il numero di ultrasessantenni in Cina arriverà ad essere il 16,7 per cento della popolazione, toccando quota 31,1 per cento nel 2050, quota che supererebbe di gran lunga la media mondiale. Se ogni coppia può avere un solo figlio, la pressione sarà enorme nel momento in cui arriveranno alla pensione, e molte famiglie potrebbero finire per non avere neanche un figlio, afferma.
Questi figli unici, una volta sposati, dovranno sostenere quattro anziani genitori, e la generazione successiva di figli unici dopo il matrimonio dovrà farsi carico di otto anziani, situazione definita «del tutto irragionevole» da He.
Gli esperti credono che un eventuale cambiamento della politica familiare della Cina non porterà ad alcuna “esplosione” nella sua popolazione.
Il Southern Metropolis Daily riporta le parole di Liang Jianzhang, docente alla scuola di management dell’Università di Pechino: «se non modifichiamo adesso questa politica, potremmo perdere l’ultima possibilità di risolvere la questione della nostra popolazione che va via via invecchiando, situazione che potrebbe portarci a una serie di problemi economici e sociali».
Liang ha messo a confronto la Cina con altre nazioni con pari livello di sviluppo economico ed urbanizzazione, come la Corea del Sud e Taiwan negli anni ’90. In quegli anni, i due paesi avevano un tasso di natalità medio di 1.5 bambini per donna, proporzione attualmente presentata dalla Thailandia. Il Vietnam, meno sviluppato della Cina, ha un tasso di natalità di 1.8 bambini per donna.
(Dal sito: www.epochtimes.it, articolo originale inglese:China’s One-Child Policy May Be Relaxed Province by Province).
La notizia è drammatica, ma potrebbe essere disastrosa sotto vari aspetti. Se la politica del figlio unico, secondo calcoli statistici Onu ha portato, dal 1979 anno in cui fu introdotta, a 500 milioni di persone in meno nella popolazione cinese odierna, ciò significa che, fermando la legge del figlio unico, nei prossimi anni la popolazione cinese potrebbe crescere al ritmo di 20 milioni di individui all'anno. Considerando il dato dell'aumento del Pil cinese dell'ordine del 9 % l'anno, il combinato disposto dei due fattori porterà ad un incremento spaventoso dell'immissione di gas serra in atmosfera nei prossimi anni. Sono recenti i dati dell'inquinamento da tossici e particolati della terra, dell'aria e delle acque di fiumi e mari nel continente cinese (vedi: www.asianews.it/index.php?l=it&dos=103 ). I dati, già drammatici, nei prossimi anni subiranno un'accelerazione preoccupante. Per il pianeta, che se la passa molto male, la notizia della fine del contenimento demografico in Cina potrebbe essere l'annuncio della fine. La cosa stupefacente è che alcuni commentatori plaudono alla decisione perché - secondo loro- i giovani in Cina si stanno intristendo, essendo pochi e circondati da vecchi. Oppure ci sono coloro che si dicono soddisfatti della fine della politica del figlio unico, così ci saranno più lavoratori attivi e meno rischi per le pensioni future dei cinesi. Sul Titanic che affonda si continua a suonare la musica....
Caro Agobit, Richard Dawkins sostiene che nella lunga e millenaria lotta tra geni e cultura, i geni, alla fine, escono sempre vincitori.
RispondiEliminaLa cultura è al guinzaglio dei geni e per quanto lunga possa essere la catena, il manico è sempre in mano a loro.
Questa triste notizia che viene dalla Cina potrebbe essere, molto semplicemente, l'ennesima sconfitta della cultura contro il piccolo gene replicatore.
Peccato, davvero !
Dunque, la dirigenza cinese, discute se cambiare o meno
RispondiEliminala politica demografica del paese.
Al momento ignoriamo quali decisioni emergeranno, non e'
detto che la spinta a cambiare prevalga.
Ma indipendentemente da quanto decidera' il vertice
sara' ogni singolo individuo a decidere cosa fare.
A Pechino, non diversamente da quel che succede a Roma,
le coppie, in camera da letto, fanno cio che trovano
piacevole e che percepiscono come opportuno.
Il futuro e' inconoscibile perche ancora non esiste,
ma trovo improbabile, che compotamenti riproduttivi
di una popolazione, possano cambiare con la stessa rapidita'
con cui un vertice politico si divide in fazioni e organizza oggi
cio che dimentica domani.
Le variabili demografiche hanno una grande inerzia
e una grande coerenza interna
Gli ultimi dati riferiti alla popolazione cinese su cui sono
riuscito a mettere gli occhi, parlano di un calo del tasso
di fertilita' per donna da 1,8 a 1,6 nati complessivi
(per l'intero periodo di fertilita vitale attesa)
e la variazione riflette i cambiamenti verificatisi in un solo
anno (il 2010)
Lo stesso anno in cui, in quel paese, i prezzi dei generi
alimentari sono cresciuti del 20 (e passa) % ed e' comparsa
la disoccupazione nell' ultima leva dei laureati universitari.
La Cina va' verso un boom demografico?
Improbabile.
Giovanni Maria Boffi
guruni@bigfoot.com