L’Enea
ha dato, in un breve comunicato, l’annuncio dell’esito positivo dell’esperimento
Fast per testare alcune componenti che andranno a far parte del più grande
reattore a fusione ITER, in costruzione a Cadarache nel sud della Francia.
Questo esperimento condotto in Italia conferma la validità del progetto
internazionale che dovrebbe condurre al primo reattore a fusione funzionante
nel 2018. Nel dicembre 2011 l’Ue ha concesso un finanziamento di 1,3 miliardi di euro per
l'avvio del progetto ITER (International
Thermonuclear Experimental Reactor) per il biennio 2011-2013. La parte italiana
degli esperimenti viene condotta
al centro sperimentale Enea di Frascati. Il
Generatore di Neutroni di Frascati è una camera toroidaile dalla larghezza di
90 cm all'interno della quale viene 'sparato' il plasma. Si va avanti dai primi
anni novanta, tutte le settimane. Al plasma vengono aggiunti pochi milligrammi
di deuterio. Con sistemi di sconfinamento magnetico viene mantenuto a distanza
costante dalle pareti del cilindro. L'intera apparecchiatura e'
raffreddata con sistemi ad azoto liquido.
A ogni sessione sperimentale il
plasma gira per due secondi. A ogni sparo si registrano i paramenti per
indagare soprattutto le interazioni con i componenti. Lo scopo della fusione
sta nel portare il plasma, composto di deuterio e trizio, entrambi isotopi
dell'idrogeno, a temperature solari di 100 milioni di gradi. Fondendosi, i
neutroni generano particelle di elio e si produce energia attraverso il
differenziale di massa, che nel mantello di rivestimento viene trasformata in calore. La conferma
delle ipotesi progettuali
della struttura del reattore, dei sistemi di isolamento del plasma e di contenimento dei neutroni prodotti, e dei sistemi di conversione in calore, è un buon successo per i ricercatori di Enea. Con oggi si è registrata un'altra tappa importante per
il percorso dell'umanità verso la fusione nucleare."Un prototipo del sistema
(oltre un metro di spessore)" - spiega Enea in una nota - "che comprende il
mantello, il vessel e i magneti superconduttori è stato realizzato e irraggiato
con il Generatore di Neutroni del Centro ENEA di Frascati". L'Enea parteciperà
attivamente alla costruzione del reattore ITER. Si è appena aggiudicata una
commessa insieme alla CRIOTEC Impianti Srl, esperta nella realizzazione di componenti
operanti alle bassissime temperature, e la TRATOS Cavi S.p.a, leader a livello
internazionale nella produzione di cavi elettrici, elettronici e a fibre
ottiche, di tipo Cable-In-Conduit (CIC) da utilizzarsi per la costruzione dei
magneti per il reattore internazionale ITER e per quello giapponese JT-60SA.
La
commessa, che avrà la durata di 5 anni per un valore pari a circa 49 milioni di
Euro, verrà gestita da un costituendo consorzio denominato ICAS (Italian
Consortium for Applied Superconductivity), che sarà coordinato dall'ENEA.
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Per capire l’importanza dell’esito
positivo dell’esperimento Fast comunicato dall’Enea riporto la seguente
intervista, concessa circa un anno fa
dall’esperto dell’Enea Angelo Tuccillo, Responsabile del Laboratorio
Fisica della Fusione a Confinamento Magnetico, al sito NextMe:
NM:
Egregio dott., il progetto Iter sembra essere promettente per il futuro
energetico mondiale. Può spiegarci brevemente i vantaggi di queste tecnologia
rispetto ad altre nucleari attualmente utilizzate?
AT: Diciamo subito che, per quanto
riguardo la ricerca sulla produzione di energia da fusione nucleare, di cui ITER
(International Thermonuclear Experiment Reactor) costituirà la punta di
diamante, non si tratta di giungere a novità solo di tipo tecnologico ma
soprattutto scientifico. ITER infatti dovrà dimostrare la
possibilità di accendere un piccolo sole sul nostro pianeta in grado di fornire
energia utilizzando come combustibile l’idrogeno (suoi isotopi). Quest’ultimo è
un elemento estraibile dall’acqua comune, bene pressoché illimitato, basti
pensare al mare. Ne basterebbe un centinaio di litri per produrre l’energia
necessaria per l’intera vita di un uomo. Qualche numero di confronto fra
possibili centrali elettriche, per 1 GW si consuma (consumerebbe) in un anno:
3 Milioni di Tonnellate di Carbone
24 Tonnellate di Ossido di Uranio
(circa 1 metro cubo, 3% 235U)
340 kg di Deuterio-Trizio (isotopi
dell’idrogeno)
Con la fusione
si renderebbe disponibile, su larga scala, un’energia pulita, sicura ed
economicamente competitiva. Ad esempio i consumi di cui sopra producono
collateralmente:
9 milioni di tinnellate di anidride
carbonica
24 tonnellate di combustibile
esaurito altamente radioattivo (scorie problema serio) ed attivazione delle
strutture della centrale
340 kg circa di elio, ovvero il gas
usato per riempire i palloncini, e ovviamente l’attivazione delle strutture
della centrale (problema minore)
NM:
Ultimamente la ricerca sul nucleare si è fatta particolarmente intensa, vista
la situazione critica per l'energia sul pianeta. Tuttavia esperimenti sulle
fusioni nucleari a bassa energia (come l'E-cat di Rossi e Focardi) suscitano ancora dubbi sulla loro efficienza, ma una
fusione nucleare classica sembra implicare un costo di ingresso maggiore del
ricavato energetico in uscita. Ci può dire quali miglioramenti per questa
problematica potrebbe apportare il progetto Iter?
AT: Negli attuali esperimenti sulla
fusione termonucleare – o classica come lei dice – il ricavato in termini d’energia
non c’è, perché gli esperimenti realizzati finora non sono dei reattori, ma
macchine per lo studio del gas d’idrogeno fortemente riscaldato. Il gas viene
ionizzato, intrappolato nel vuoto con campi magnetici, fortemente compresso e riscaldato – a temperature di circa
cento milioni di gradi – mediante l’immissione di una elevatissima potenza
(fasci di particelle neutre e onde a radiofrequenza). Lo scopo è cercare i
regimi più utili per aumentare il margine di successo del primo esperimento di
reattore a fusione, che è appunto ITER. Ancora una volta, lo sottolineo, si
tratta di un esperimento, non di una macchina con finalità di produzione energetica
del tipo di un reattore a fissione nucleare sul cui funzionamento si sa
abbastanza. L’esperimento mira a individuare la validità concettuale della
fusione termonucleare finalizzata alla produzione energetica, ed è prevista
solo una modesta produzione di potenza per scopi puramente dimostrativi. Una
volta che ITER avrà raggiunto i suoi obiettivi, il primo reattore a fusione che
dimostrerà l’effettiva produzione energetica sarà un’altra macchina: DEMO. Non
esprimo pareri diretti su esperimenti, come quello da lei citato, che non conosco nei dettagli, ma vorrei
ricordare un principio basilare ed irrinunciabile della ricerca scientifica:
qualsiasi esperimento per essere riconosciuto ed accettato deve essere RIPRODUCIBILE,
non vorrei sembrare polemico nel ricordare l’esperimento di Pons e Fleishman.
NM:
In termini pratici, possiamo dire che Fast sarà come un esperimento pilota per
l'avvio di Iter? Quale sarà il contributo dell'ENEA alla sua realizzazione?
AT: A me piace pensare a FAST come
lo “Sparring Partner” di ITER. Lo scopo della macchina FAST è di
semplificare/aiutare la preparazione delle operazioni di ITER e cominciare a
studiare soluzioni per DEMO. Grazie alla sua maggiore semplicità e flessibilità,
permetterà di individuare e provare scenari di plasma e soluzioni tecniche in
tempi e con costi molto più bassi che se fossimo costretti ad affrontare tutto
lo sviluppo su ITER stesso. A titolo di esempio:
si stima che una scarica di ITER
costerà circa 1 milione di euro e richiederà un grosso lavoro di preparazione,
una di FAST alcune decine di migliaia di euro, e probabilmente solo qualche ora
di preparazione. Se pensiamo che per sviluppare uno scenario servono decine, se
non centinaia di scariche.
FAST non userà il combustibile nucleare di ITER, cioè la
miscela deuterio-trizio, ma solo deuterio, questo ne fa una macchina
decisamente meno complicata da gestire, con possibilità di intervento senza
problematiche nucleari aggiunte. Inoltre sarà disegnata appositamente per
consentire un semplice avvicendamento di parti di prova, soprattutto per quanto
riguarda le soluzioni nella zona di smaltimento dell’energia, il cosiddetto “Divertore”,
e permetterà la prova di diversi materiali per questi componenti, ivi comprese
soluzioni con metalli liquidi
Tutto ciò sarà possibile, e
direttamente rilevante per ITER e DEMO, perché, nonostante la sua ridotta
complessità, FAST manterrà parametri di assoluto interesse reattoristico e soprattutto
studierà i vari aspetti in maniera integrata, cioè simultaneamente, così come
avverrà in ITER e DEMO, cosa che nessun esperimento fin’ora realizzato può
fare.
Il progetto,
o se vogliamo la proposta di esperimento satellite, FAST nasce in ENEA, con il
contributo di tutta la comunità scientifica fusionistica Italiana. Come lei sa
l’ENEA coordina il programma Fusione Italiano nell’ambito del programma Europeo,
oltre al Unità Tecnica Fusione dell’ENEA fanno parte del programma, l’Istituto
di Fisica del Plasma del CNR di Milano, il Consorzio RFX di Padova, il
Consorzio CREATE fra le università del sud Italia e molte università fra cui il
Politecnico di Torino e quello di Milano. È questa comunità, di cira 540
addetti, che costituisce l’Associazione ENEA-Euratom e che sostiene e realizzerà
FAST insieme all’industria Italiana estremamente qualificata nel settore come
dimostrano le grandi commesse già acquisite nell’ambito della realizzazione di
ITER. (l’Italia ha già ottenuto più della metà in valore delle gare emesse per
le parti tecniche più importanti di ITER per un importo di circa 600 milioni di
euro). Ovviamente la proposta FAST sarà inserita nel programma Europeo e la
definizione del suo progetto avverrà con il contributo scientifico dei nostri
partner Europei ed internazionali.
NM:
Quando si prevede che il reattore Iter potrà essere a regime? Quale vantaggio
netto di energia possiamo attenderci?
AT:
Si prevede l’inizio delle operazioni di ITER nel 2020-21, con una fase di
preparazione in idrogeno o elio, senza cioè l’uso del combustibile finale
(deuterio-trizio) che sarà usato nella seconda metà del decennio quando
cominceranno ad arrivare i risultati scientifici che ci si attende. Come già
detto sopra ITER non produrrà energia usabile, per questo dovremo aspettare i
risultati di DEMO e a seguire il reattore. Con un po’ di ottimismo possiamo
prevedere questo obiettivo dopo la prima metà del secolo.
NDR: Se per quella data avremo anche ridotto la spaventosa crescita della popolazione mondiale riportandola a un rapporto uomo-natura meno antropocentrico e più accettabile, si potrebbe essere meno pessimisti sulla possibilità di salvare la Terra e la specie umana dalla distruzione cui oggi siamo avviati con le nostra condotta.
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