(Nella foto la FOGLIA ARTIFICIALE sviluppata al MIT di Boston)
Gli effetti della conbustione degli idrocarburi non lasciano molto tempo: l'effetto serra con l'aumento della temperatura sta portando allo scioglimento dei ghiacci nei poli e profonde modificazioni climatiche. Il particolato prodotto dalla combustione è fortemente diffuso negli ambienti antropizzati con aumento delle malattie cardiovascolari e respiratorie e incremento dei tumori. Le riserve di idrocarburi si stanno inoltre esaurendo con probabili ripercussioni tra alcuni anni negli assetti geopolitici e rischio di squilibri economici e guerre. Una alternativa praticabile sarebbe il nucleare, ma la tendenza mondiale è verso una riduzione dello sviluppo di questa tecnologia sia per i pericoli di radioattività sia per gli alti costi. Sarebbero necessari ulteriori studi per mettere a punto centrali ancora più sicure e un affidabile sistema di smaltimento delle scorie. Politicamente il nucleare trova sempre più resistenze, al di là della reale pericolosità del sistema.
Lo sviluppo delle rinnovabili non sembra procedere come si era sperato in un primo momento. Le capacità del fotovoltaico e dell'eolico di sostituire gli idrocarburi sono state sopravvalutate. La produzione di energia, pur migliorata nei rendimenti negli ultimi anni, non è ancora in grado di produrre percentuali a due cifre della produzione energetica annuale nei paesi sviluppati e in quelli in rapido sviluppo. Inoltre i problemi di stoccaggio e le variazioni di produzione legate alla situazione ambientale (soleggiamento, ventosità, ecc.) oltre ai problemi di impatto ambientale, superiori a quelli preventivati in via teorica, rendono l'ulteriore sviluppo delle rinnovabili complesso e per ora senza sbocco. La situazione sta tuttavia cambiando soprattutto grazie a due nuove tecnologie: le reazioni nucleari a bassa energia (LENR) e l'idrogeno. L'ecat di Rossi basato sulla reazione tra nichel e atomi di idrogeno è solo uno dei nuovi interessanti sviluppi delle LENR o fusione fredda. Migliaia di ricercatori in tutto il mondo si stanno dedicando al tema con sempre maggiori conferme. Le evidenze della fusione fredda spaziano ormai dal Giappone, al Mit di Boston, ed è iniziata una vera corsa all'oro (ma le resistenze dei poteri costituiti sono tuttavia ancora tante).
Un altro campo è quello dell'energia collegata all'idrogeno, finora bloccato dal fatto che la produzione del gas di idrogeno a partire dall'acqua è complessa e richiede grande immissione di energia.
Ma anche qui la ricerca sta facendo grandi passi: una nuova tecnologia, caratterizzata anche in questo caso dall'uso di nichel, messa a punto al MIT di Boston, consente ora di ricavare idrogeno dall'acqua utilizzando semplicemente la luce solare. Secondo la nuova rivoluzionaria tecnologia, come avviene con la fotosintesi clorofilliana nelle foglie, la luce solare verrebbe convertita direttamente in energia attraverso la produzione di idrogeno utilizzabile e immagazzinabile a piacimento per essere utilizzato quando richiesto.
Lo studio messo a punto dai ricercatori del MIT prevede la fabbricazione di una sorta di “foglia artificiale” (questa la definizione scelta dagli stessi studiosi) capace di usare l’energia solare per scindere una molecola di acqua nei suoi due elementi fondamentali: idrogeno e ossigeno.
La foglia artificiale si presenta apparentemente come un pannello solare in miniatura ed è realizzata con materiali piuttosto diffusi nell’industria come silicio, cobalto e nichel. Le due facce del piccolo pannello sono rivestite di catalizzatori separati per idrogeno e ossigeno, in modo tale che basterà immergere la foglia artificiale in acqua ed esporla alla luce solare per assistere alla reazione chimica che scinde le molecole di H2O facendo risalire l’idrogeno sotto forma gassosa, come testimoniato dalle numerose bollicine visibili nel video dimostrativo diffuso dai ricercatori e visionabile al link riportato in fondo a questo articolo.
L'idrogeno è un combustibile di cui è possibile un impiego diffuso in ambiti come l’autotrazione o per la produzione di energia elettrica. La sua utilizzazione può avvenire per combustione diretta con produzione di vapor acqueo, o per reazione mediata in celle a idrogeno (fuell cells) con produzione di energia elettrica.
Ci sono ovviamente ancora alcuni aspetti che andranno perfezionati prima di poter pensare all’idrogeno come una delle fonti energetiche pulite del futuro (ad esempio lo stoccaggio e conservazione in sicurezza ), ma la foglia artificiale del MIT resta ugualmente un esperimento interessante le cui applicazioni pratiche nel medio e lungo periodo potrebbero dare un contributo decisivo al processo di abbandono dei combustibili fossili.
http://www.youtube.com/watch?v=LEEhxk-CiOQ
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