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venerdì 2 dicembre 2011
BASTA AL CONSUMO DI TERRITORIO E PAESAGGIO
L'Italia, come mai forse prima d'ora, è a un punto di non ritorno. E' ancora uno dei luoghi più belli del mondo. Ma il legame con questa terra non deve farci tacere la realtà, anzi, ci impone di denunciarla: la colata di cemento che sta per riversarsi sul paese rischia di rovinarlo per sempre. Se tacessimo di fronte allo scempio ne saremmo complici, come popolo e come singoli individui.
E' il momento di dire no, adesso o mai più, perché presto, nel giro di una manciata di anni, sarà davvero troppo tardi. Il danno sarà definitivo, irreversibile. E non riguarderà soltanto il patrimonio naturale. Perché, lo abbiamo toccato con mano nel nostro viaggio, il degrado ambientale si accompagna sempre a quello umano. Difficile dire quale sia la causa e quale la conseguenza. Il cemento non devasta soltanto le città, non si mangia soltanto coste incontaminate e boschi secolari. E' il catalizzatore di tante passioni e desideri, proprio come scriveva Italo Calvino ne La speculazione edilizia. Non siamo più di fronta alla fame di case che diede impulso alla devastazione del dopoguerra. Oggi il cemento ingrossa le tasche di pochi e impoverisce tutti noi. Ci illude con il miraggio dell'occupazione, tacendo però che si tratta di posti di lavoro poco qualificati e di breve durata. Ci inganna con la promessa dello sviluppo turistico, fingendo di ignorare che un' Italia guastata dal cemento non potrà reggere il confronto con altri paesi ben più attenti a conservare il loro patrimonio. Ma il cementoè anche il perno intorno a cui ruota l'alleanza malsana tra imprenditori spregiudicati e politici pronti a tradire la loro fondamentale missione di rappresentanti dei cittadini. Troppi, davvero troppi governanti e amministratori di centrosinistra e centrodestra si dimostrano disponibili a svendere la nostra Italia, ignorando le conseguenze -parliamo di vite umane- che il degrado del territorio porta con sé. (Da l'introduzione a "La Colata" -Chiarelettere- 2010).
Dobbiamo fermare, il più presto possibile, dobbiamo fermare la devastante colata di cemento che investe sempre di più il nostro paese facendolo assomigliare ad una immensa megalopoli, mal edificata, inquinata, fatta di edifici degradati, fuori da ogni criterio di risparmio energetico, brutti, simbolo di un paese e del suo popolo. Il territorio, il prezioso patrimonio paesaggistico dell'Italia è indifeso, nudo nelle mani di arraffatori d'ogni risma, speculatori, faccendieri, mafiosi. La mafia gestisce ormai gran parte dell'edilizia del paese, le strade e autostrade della padania sono costruite su sostrati fatti di rifiuti tossici fatti sparire illegalmente in Campania e altre regioni meridionali. Interi quartieri sono edificati nella illegalità, nell'abusivismo. Nessuno controlla, nessuno sanziona, tutti intascano le mazzette della corruzione. Nassun politico parla di ambiente, di difesa del paesaggio, del territorio. Tutti parlano con linguaggio antropocentrico: costruire case, far crescere le famiglie, accogliere gli immigrati, costruire strade, autostrade, ponti, tunnell, viadotti, sottopassi. Uomo, uomo, uomo, esiste solo l'uomo, costruire, edificare, fare colate, cementificare, trasporti, mobilità. Tutto uomo, solo uomo. Il resto, il paesaggio, la natura, la bellezza...ecchissenefrega! Tutti vogliono i soldi subito, investire subito, guadagno, usare il territorio, il prezioso poco territorio italiano rimasto, come sfondo, base, discarica per la propria ingordigia di soldi, guadagno. E' vergognosa l'indifferenza dei politici. Indicibile la loro stupidità: rovinando il territorio, rovinano il loro futuro, quello dei loro figli, dei nostri figli. Ma la loro scatola cranica è più o meno ampia quanto il loro portafoglio: bada solo alla moneta e all'oggi, al guadagno immediato. Ogni prospettiva, ogni calcolo sul futuro è troppo per menti tanto anguste. La stupidità della classe dirigente e della gente di oggi è spaventosamente grande rispetto ai nostri predecessori dei tempi passati su questo pianeta. Un abisso di sensibilità ci separa da loro. Ecco un esempio. Ciò che ha reso celebre la Toscana attraverso le foto ed i mass-media -i suoi bei paesaggi, le dolci colline, le piccole città a misura d'uomo- non è stato il frutto della casualità naturale, ma di una scelta economica e produttiva compiuta in Toscana fra la fine del Settecento e gli inizi del secolo successivo dalla borghesia agraria di allora. Il punto di vista di questa classe dirigente era espresso in materia dall'Accademia dei Georgofili (amici dell'agricoltura) nella quale si raccoglievano studiosi ed esponenti del settore agrario toscano per dibattere i problemi dell'agricoltura e cercare le soluzioni più idonee allo sviluppo e all'ambiente (quelli si che erano ambientalisti!). La borghesia toscana ottocentesca rifiutò, come noto, la scelta "industriale", orientandosi verso lo sfruttamento agricolo della terra, fu estesa la conduzione mezzadrile andando contro ai modelli classici del capitalismo agrario. Questa scelta "conservatrice" compiuta dai proprietari terrieri dell'epoca fu, in un certo senso, la fortuna del paesaggio, che poté mantenersi con certe caratteristiche fino alla seconda guerra mondiale.La suddivisione del territorio agricolo in fattorie e in unità poderali contribuiva a mantenere un rapporto tra presenza umana e paesaggio, a mantenere la campagna ben alberata, ben coltivata, senza tuttavia alterare gli elementi tradizionali del territorio. L'Accademia dei Gerogofili, sostenuta dal Granduca e da lui ascoltata, era in pratica una specie di Authority del territorio ante-litteram. Oggi è grazie a quell'Accademia se ci possiamo permettere -ancora per poco- di ammirare i paesaggi toscani rimasti dopo la recente edificazione, godendone la bellezza. Molti altri territori italiani non hanno avuto quella fortuna e sono diventati distese di cemento. Oggi servirebbe in Italia una Authority per la salvaguardia del territorio, con ampi poteri, che possa intervenire e fermare lo scempio subito, ora. Un'Authority che possa autorizzare in deroga, quando strettamente necessario, l'edificazione qualificata e sostenibile, fatta secondo criteri di rispetto del territorio e del paesaggio. Le costruzioni su territorio vergine dovrebbero essere vietate sempre, salvo quelle autorizzate dall'Agenzia del territorio per motivi di estrema necessità. Ma nel paese delle mafie e degli speculatori, nel paese dei politici corrotti, dei potenti costruttori, dei finanzieri che usano il pubblico per i loro interessi, tutto ciò è possibile? Potrebbe sopravvivere un'Authority del territorio che agisse solo per l'interesse dell'Italia, del paesaggio italiano, di noi e dei nostri figli? agobit
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e dicono che "siamo pochi, l'italiano si sta estinguendo" (!!!!!) e che dobbiamo, quindi, fare più figli!
RispondiEliminaAddirittura gli stranieri ci fanno da modello perchè loro sì, bravi, i figli li fanno (cosa ci sia di avanzato nel fare 5/7 figli non lo so. Io vedo solo DEGRADO e ignoranza pura, e guarda un pò dove si fanno più figli sono i paesi dove le donne hanno meno diritti. Il loro unico scopo è fare figli. Figurati se possono dire all'uomo "usa il preservativo").
Detto ciò, la vita è sacra, è un dono, è vero.
Però desiderare un aumento delle nascite e quindi AUMENTO (ulteriore) della POPOLAZIONE credo sia un danno.
Altro che beneficio.
Altro che Risorsa per l'Italia.
Dio ce ne scampi.
Dio, che non credo desideri "andate e moltiplicatevi" (come conigli) come dice la Mia Chiesa.
Dio, se c'è, mi auguro voglia il Nostro Bene.
E non credi sia un bene vivere in un Paese SOVRAPPOPOLAZTO, E DEGRADATO.
Basta guardare: dove c'è densità abitativa e sovrappopolazione alta, c'è più degrado Umano e Ambientale.
Altro che "facciamo più figli".
E questo vale per TUTTO il mondo e ANCHE per l'Itlia, perchè vedo che c'è chi dice che è vero che esiste il problema della sovrappopolazione, ma è colpa dei paesi Poveri.
Io non credo.
La "colpa", la RESPONSABILITà è DI TUTTI.
SE NOI POSSIAMO, EDUCHIAMO anche loro a fare meno figli, e regoliamoci anche noi, anzichè dire che noi dovemmo farne di più e loro meno.
REGOLIAMOCI TUTTI.
anzichè (come vorrebbero Chiesa e altri) aiutarli A NASCERE E SOPRAVVIVERE, A FAR NASCERE NUOVI POVERI!!!!!!!!!
ALTRA GENTE!!!!!
EDUCHIAMOLI alla contraccezione, semmai.
E noi IDEM.
Tutti noi, tutto il mondo.
"La "colpa", la RESPONSABILITà è DI TUTTI."
RispondiEliminaHai ragione Laura, la colpa è di tutti. Anche nostra per come ci siamo comportati in passato. E per come adesso portiamo gli aiuti ai paesi del terzo mondo. Invece di paracadutare cibo e merci e lasciarli nell'arretratezza, dobbiamo insegnare i diritti della donna, il rispetto della natura, a produrre cibo e merci ( e non solo a consumarle), a indirizzare le risorse allo sviluppo con la scuola, le tecniche agricole, l'industria, l'informazione, la libertà. Lasciarli nell'arretratezza culturale, nella corruzione, e portargli i sacchi di farina significa condannarli alla procreazione indiscriminata di figli e togliere risorse allo sviluppo.