La democrazia è un fattore positivo o negativo rispetto al
problema del controllo della crescita demografica? Lester Brown dice che la
demografia ha uno sguardo corto sul futuro: guarda all'utile del momento e alla
convenienza immediata, è poco in grado di programmare sui tempi lunghi. Quando
si vota e si fanno le scelte politiche ci interessa il benessere di cui poter
beneficiare in quest'anno o al più l'anno prossimo. Nessuno si preoccupa di
quello che avverrà tra dieci o venti anni. In teoria la democrazia è poco
adatta a programmare una decrescita economica o demografica. Eppure sono
principalmente paesi democratici che hanno bassi tassi di crescita demografica
come in Europa e in Usa. In genere in questi paesi si sceglie di fare pochi
figli per convenienza economica: il mantenimento e l'istruzione di molti figli
è economicamente insostenibile per molti cittadini occidentali. Inoltre la
migliore qualità della vita scoraggia le coppie dal sostenere i sacrifici della
crescita di figli numerosi. Nei paesi poveri e poco industrializzati i figli
costituiscono invece una risorsa di cui è impossibile fare a meno. Oppure vi
sono cause culturali, di tradizione, o religiose che spingono a fare
figli. La scarsa scolarizzazione
in questi paesi inoltre risparmia i genitori da spese che al momento sono
improduttive e rende i figli una risorsa immediatamente utilizzabile per il
lavoro. In molti paesi arretrati e con sistemi democratici fragili o
inesistenti, il controllo demografico può essere solo imposto, come si è fatto
in Cina e, con minor successo, in India. Le democrazie occidentali oggi sono in
crisi essenzialmente per cause di costi dell'energia, e questi costi
dell'energia sono molto legati ai tassi di crescita demografica. La crescita
esponenziale degli ultimi anni del prezzo del petrolio è infatti legata solo in
minima parte all'esaurimento delle riserve tradizionali di gas e petrolio
(nuove immense riserve si trovano infatti in depositi rocciosi : shale oil e
shale gas), ma assai di più essa dipende dall'esplosione della domanda per lo
sviluppo economico che sta interessando Cina e India, cioè tre miliardi di
consumatori. L'ulteriore aumento della popolazione mondiale previsto (9- 10
miliardi nel 2050) non potrà che far ulteriormente crescere i prezzi dell'energia.
In presenza di ulteriore crescita demografica mondiale complessiva la crisi
economica di Europa e occidente continuerà ad aggravarsi. L'impoverimento
dell'economia insieme all'aumento
dei flussi immigratori da Africa e Asia metterà sotto tensione le strutture
politiche e sociali delle vecchie democrazie liberali. Oggi le democrazie, se
vogliono sopravvivere, hanno tuttavia dei mezzi per influenzare le aree che
sono attualmente in forte crescita demografica come Africa e India, per tentare
almeno di rallentare il fenomeno. Le loro economie sono ancora in grado di
generare aiuti ai paesi in via di sviluppo (in particolare paesi africani) e di condizionare le economie e il
commercio di paesi già avviati ad un buon sviluppo con Pil elevato, come
l’India. Condizionare gli aiuti economici e gli accordi commerciali con questi paesi a
politiche in grado di rallentare o stabilizzare al minimo la crescita
demografica è un imperativo se vogliamo tentare di fermare il global warming e
l’inquinamento ambientale*. Su questo punto si dovrebbe lavorare a livello di
G8-G20 e di organismi internazionali, togliendo spazio alle demagogie clericali
e alle ideologie populiste, oltre che agli interessi finanziari e industriali
di chi specula su produzione, demografia e commercio in continua crescita ai
danni del pianeta. Proseguire su questa strada non è più possibile, e i danni
non riguarderanno solo l’occidente sotto attacco per crisi economica,
disoccupazione, immigrazione massiccia e devastazione ambientale. A pagare un prezzo
saranno anche le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo, che vedranno
megalopoli invivibili, devastazione ambientale, perdita delle risorse naturali
e paesaggistiche, rivolta sociale
(come dimostrano le proteste di masse di giovani nei paesi del nord africa e in
Turchia). E’ indicativo che la rivolta dei giovani in Turchia sia stata
innescata dalle proteste contro
uno scempio ambientale con la distruzione di un parco adibito a verde
pubblico per interessi speculativi . Soltanto una riduzione della natalità e
una minore pressione demografica potrà riportare ad una sostenibilità
ambientale e ad una economia che assicuri lavoro e benessere in un contesto di
stabilità sociale. Pragmaticamente non è importante come si arriva al traguardo
di bloccare l’espansione demografica, se per libera convinzione, convenienza
economica, imposizioni fiscali, disincentivazione sociale o attraverso leggi
coercitive (come in Cina). L’importante è ottenere la riduzione dei tassi di natalità,
condizione preliminare e imprescindibile della decrescita economica regolata e
sostenibile. Anche perché per salvare il pianeta non ci sono alternative.
*Non esistono soli i diritti, come predicano tanti demagoghi, esistono anche i doveri. Se paesi arretrati chiedono aiuti economici, debbono in cambio assicurare tassi di natalità compatibili con la salute del pianeta. Non possiamo più permetterci tassi di natalità di 6-7 figli per coppia come avviene in tante zone dell'Africa e dell'India. Questi numeri non sono diritti, non hanno nulla a che vedere con i diritti umani. Questi sono numeri del sottosviluppo, della fame, dell'emigrazione forzata, dell'inquinamento ambientale e del collasso planetario.
*Non esistono soli i diritti, come predicano tanti demagoghi, esistono anche i doveri. Se paesi arretrati chiedono aiuti economici, debbono in cambio assicurare tassi di natalità compatibili con la salute del pianeta. Non possiamo più permetterci tassi di natalità di 6-7 figli per coppia come avviene in tante zone dell'Africa e dell'India. Questi numeri non sono diritti, non hanno nulla a che vedere con i diritti umani. Questi sono numeri del sottosviluppo, della fame, dell'emigrazione forzata, dell'inquinamento ambientale e del collasso planetario.
<< Non esistono soli i diritti, come predicano tanti demagoghi, esistono anche i doveri. >>
RispondiEliminaConcetto ineccepibile, caro Agobit, anche se dimenticato da molti.
E dirò di più: non può esistere nessun diritto senza un dovere speculare.
Altrimenti non è più un diritto, ma un privilegio.
Se non vogliamo vedere la fine della nostra amata civiltà occidentale liberal-democratica dobbiamo secondo me fare questi seguenti passi:
RispondiElimina-aiutare i paesi arretrati economicamente SOLO in cambio di garanzie come: lotta a criminalità, estremismi religiosi e politici, inquinamento e imporre MASSIMO 2,5 figli per donna;
-vietare o almeno limitare fortemente l'immigrazione dai paesi islamici o dittatoriali
-bloccare tutti gli scambi commerciali con i paesi islamici dove vige la sharia
-smettere quindi di importare petrolio da dittature, e utilizzare solo fonti rinnovabili e nel caso in cui sia necessario e allo stesso tempo sicuro il nucleare...l'estrazione del petrolio dall'atlantico può continuare (Canada, Usa, Messico, UK, Norvegia e Islanda sono democrazie, possiamo anche comprare il loro petrolio)
-in situazioni estreme applicare sanzioni economiche ai paesi che hanno più di 3 figli per donna, nel caso in cui ciò non basti organizzare interventi militari per insediare un governo che segua le direttive del mondo libero