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sabato 1 ottobre 2011

L'importanza di una fede (per un mondo migliore)

Nel mondo vince chi ha una fede, chi crede in qualcosa. Noi occidentali non crediamo più a niente. C'è una stanchezza del pensiero che si vede soprattutto nei giovani. Dopo l'ultima guerra c'era la fede prima nella ricostruzione e poi nel progresso sociale. I giovani si davano da fare per migliorare le condizioni economiche proprie e del proprio paese. Nelle campagne c'era il miraggio della città, si era pronti a sacrificarsi e a partire per terre lontane. Oggi è tutto finito. Nel progresso non si crede più. Il comunismo e il socialismo sono crollati. La fede religiosa è svanita, e il dio antropomorfo del vecchio e nuovo testamento ha lasciato il posto ad un piccolo dio minore: l'io inteso come soggetto assoluto di diritti e di volontà senza limiti. Gli effetti sono di fronte a tutti: consumismo, competizione, stress, egoismo. L'eccesso di potenza consentito dalla tecnica ha dato l'illusione al piccolo dio di dominare il mondo, di impossessarsi del pianeta per realizzare i suoi desideri. Il pensiero unico della soggettività ha portato ad un mondo sovrappopolato e inquinato in cui ciò che conta è umano, sempre umano, troppo umano. Ma la fede nel futuro è svanita. Non ci sono più chiese o templi. Reggono ancora le moschee, ma per quanto? La fede nel futuro ha lasciato il posto al presente, al bruciare tutto qui e ora, a consumare tutto subito. Il mondo è una discarica, l'aria è irrespirabile, le città invivibili, la velocità è la cifra di tutto. Le campagne, quelle rimaste, sono sfondi delle autostrade utili a rendere gradevole il viaggio ma già assediate dal cemento. Edifici e capannoni stanno rendendo tutti i paesi uguali, uniformi. Le persone non credono più ad un al di là, né al passato o al futuro. Tutto è presente, tutto è acquisto, tutto è consumo, tutto è scarto. Al posto delle chiese, vuote, ci sono i supermercati, pieni. I cartelloni della pubblicità hanno preso il posto delle icone sacre del passato. Gli eroi contemporanei sono quelli virtuali dei midia, eroi virtuali ma senza virtù. "Soltanto un dio ci può salvare" diceva il filosofo, solo ritrovare una fede ci può restituire un futuro. Ma non una fede in un dio antropomorfo. Non sentiamo bisogno di un dio quando al suo posto c'è un io che vuole tutto. Eppure un senso del divino c'è ed è intorno a noi. Dobbiamo fermarci e ascoltare, guardare con occhi diversi quello che abbiamo trascurato. Dobbiamo ritrovare la natura e ritornarci a dialogare con rispetto e con senso di appartenenza ad un destino comune. Una fede in un mondo migliore è possibile.

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