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martedì 25 ottobre 2011

LA FOTO STORICA DELLA NOSTRA TERRA


Per i dettagli cliccare sulla foto.

Qualcuno la ricorderà questa foto storica. E’ una delle foto scattate dagli astronauti della missione Apollo 8 nel 1968, mentre circumnavigavano la luna. E’ storica non perché appartiene al passato; è storica perché ha cambiato radicalmente la nostra concezione del mondo e, allo stesso tempo ci ha restituito a noi stessi. Si, perché quella cosa lì, sospesa nello spaziotempo, non è un pianeta qualsiasi, ma è il nostro pianeta, siamo noi, proprio noi. Siamo noi che siamo appesi nel vuoto, sperduti in un freddo abisso senza fondo. Siamo appesi a quella palla che chiamiamo Terra e viviamo solo perché ci ha quel sottilissimo velo, appena percepibile, che è l’atmosfera. Viviamo solo perché è riscaldata da una stella distante appena centoquarantanovemilionicinquecentonovantasettemilaottocentosettanta chilometri.
Intorno non ci sono civiltà che ci attendono felici di darci un aiuto, intorno abbiamo pianeti fatti di roccia o di gas solforosi assolutamente deserti. La stella più vicina , dopo il sole, è Alfa Centauri e dista quattro anni luce e mezzo, e non ha pianeti intorno. Siamo sospesi nel nulla e quella palla lì è la nostra unica possibilità. Non ne abbiamo altre. Solo un animale idiota può credere di essere il padrone assoluto di questo pianeta e credere di poterci fare quello che vuole.
Quel suolo che si vede in primo piano, sotto il cielo nero che contiene il nostro mondo, è la superficie della Luna. E’ un suolo senza vita, freddo, fatto di rocce e polvere. E’ un monito freddo, silenzioso ma terribile a chi si crede padrone assoluto.
L’abbiamo già ridotta male la Terra: i mari sono inquinati, il cielo offuscato da pulviscolo e gas serra. La superficie terrestre è sempre più ricoperta da una patina che dall’alto appare grigia: sono le nostre città e le costruzioni di cemento, triste e uniforme prodotto dell’attività della specie umana. Sette miliardi di umani lavorano notte e giorno a distruggere quello che una volta era un pianeta di incomparabile bellezza con le terre emerse coperte di foreste e di verde e i mari di un azzurro brillante.
Eppure ci dobbiamo fermare. Da quando gli uomini hanno visto questa foto qualcosa è cambiato, qualcuno ha cominciato a capire. La maggioranza continua come prima senza occhi e senza cervello a fare il padrone della terra delle piante e degli animali. Ma sempre più sono quelli che comprendono che bisogna fermarsi per ricominciare una vita diversa. Se quella cosa lì scoppia, muore sotto i gas, diviene come Venere o Marte, per noi è finita per sempre. Ma anche se non scoppia e rimane lì come un pianeta devastato da qualche decina di miliardi di inquinatori e cementificatori, che senso avrebbe la vita che contiene? Avvelenare tutto per continuare a nascere: un non senso . Ernst Junger faceva appello a radicarci nella Terra, a trovare lì le radici che diano un senso a tutto, noi compresi. Questa foto ci aiuta a riappropriarci della Terra, a ritrovarvi le nostre radici.

UN'ALTRA FOTO DELLA TERRA VISTA DALLA LUNA DA PARTE DELLA SONDA ORBITER (SENZA ASTRONAUTI A BORDO) NEL 1966:

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