Translate

sabato 16 luglio 2011

LA DENATALITA' UN PROBLEMA? NO, E' UN VANTAGGIO!


Preti, Filosofi, Ideologi, Umanitari con l'erre moscia ripetono continuamente la litania che ...povera Europa va verso la fine, l'Italia è malata, l'Occidente invecchia, i giovani sono sempre di meno, ecc. insomma il male assoluto del mondo sviluppato secondo costoro sarebbe la denatalità. La tesi non solo è falsa ma anche pericolosa perché la salvezza del pianeta è legata in maniera inscindibile proprio alla denatalità. Soltanto un numero fortemente minore di umani permetterà di rallentare e rendere sostenibile l'immissione di CO2 nell'atmosfera, di fermare l'inquinamento chimico, la polluzione di particolato, l'esaurimento delle risorse idriche, la deforestazione, la scomparsa delle specie animali e vegetali, la conflittualità e le guerre, le epidemie come l'HIV (dovuto ad eccesso di nascite), la Sars, la encefalopatia spongiforme ecc. Inoltre la denatalità è fondamentale per restituire un rapporto tra uomo e pianeta che ridia un senso alla vita. Preti e antropoegoici ribattono che la denatalità porta ad una società di vecchi, con stagnazione economica e senza sviluppo. E' esattamente il contrario: i casi più eclatanti di sviluppo economico in Asia sono venuti proprio da quei paesi che hanno avviato politiche di denatalità come Singapore, Corea e la Cina stessa, permettendo così di liberare risorse per gli investimenti. L' economia liberale è l'unica compatibile con la denatalità ed anzi la rafforza (come la storia di Europa e Stati Uniti dimostra) in quanto scoraggia la prolificità delle coppie per l'alto costo dei figli, per l'indirizzo dei risparmi verso i consumi, per la maggior libertà e dignità della donna. Il liberalismo è il miglior contrasto a integralismi religiosi e nazionalismi ideologici, elementi che spingono ad alti tassi di natalità. Per constatare la fine di un regime in un dato paese basta solo vedere il tasso di natalità: più questo scende più il regime cede il passo al liberalismo, e la Cina ne è la conferma. Il poderoso sviluppo economico cinese, pur con tutte le contraddizioni di un periodo di transizione, sta portando a cambiamenti strutturali non solo economici ma anche politici e tecnologici con una maggiore consapevolezza di popolazioni ed individui, prodotti più ecocompatibili e con politiche di protezione ambientale impensabili nel regime precedente (il regime è solo formalmente mantenuto, di fatto l'economia cinese attuale è liberista assai più che in Europa). La storia dell'invecchiamento e dei danni conseguenti che agitano i natalisti a proposito della decrescita demografica è falsa e strumentale . L'assistenza agli anziani è occasione di lavoro e occupazione, non necessita di organizzazioni ampie e dispendiose ma snelle e a costi sostenibili. Se la società si riorganizza favorendo ruoli più attivi per gli anziani, essi stabilizzano la società, possono partecipare al sistema educativo, hanno il patrimonio dell'esperienza. Tanto più oggi che la tecnologia permette di far fronte con successo a molti problemi connessi con l'aumento dell'età media. Bisogna considerare che anche con un alto tasso di natalità gli anziani sarebbero ugualmente molto numerosi e rischierebbero minore attenzione sociale. Le società con bassa natalità possono mantenere un buon sviluppo economico indirizzando le risorse verso il miglioramento tecnologico della produzione, di cui si può ridurre la quantità a vantaggio della qualità, con riflessi positivi su stile di vita e rapporto con la natura. E poi, che è tutta questa paura, agitata dai tromboni natalisti, che la bassa natalità porti allo spopolamento? L'Europa della bassa natalità non solo non si sta spopolando ma, al contrario -complice l'immigrazione- ha aumentato la popolazione. L'Italia, con uno dei tassi demografici di natalità più bassi, è cresciuta in densità e numero di abitanti e oggi siamo più di 60 milioni, una pressione demografica spropositata per le risorse naturali di questo povero paese in preda alle ideologie dei demagoghi e alle fissazioni dei natalisti.

Nessun commento:

Posta un commento