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venerdì 16 novembre 2012

LA GROSSA CODA DI PAGLIA DEI VERDI ITALIANI


  Le vittime e i gravi danni prodotti dall'alluvione di alcuni giorni fa in Italia centrale sono attribuiti dai Verdi italiani alla eccessiva cementificazione, legale ed illegale, che ha riguardato questa povera penisola dal dopoguerra ad oggi. Come non essere d'accordo? In una intervista a Radio 1 il segretario dei Verdi, Angelo Bonelli, ha ribadito questi concetti:


“Bisogna smetterla con le lacrime di coccodrillo ma varare immediatamente un Piano Nazionale straordinario per la difesa del Suolo perche’, e’ ormai evidente che la lotta al dissesto idrogeologico e’ una priorita’ nazionale completamente ignorata dalla politica”. Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: “Il problema non e’ la deroga al patto di stabilita’ ma l’irresponsabilita’ di chi ha autorizzato (e che continua ad autorizzare) la costruzione lungo i fiumi, di chi ha asfaltato e cementificato il territorio”. ”La speculazione edilizia ha cannibalizzato e portato l’Italia nel fango e cattivi amministratori, in modo trasversale, con piani urbanistici ed edilizi che hanno alterato il reticolo idrografico e consentito la cementificazione sono stati stata complici di un disastro di stato che negli ultimi 60 anni e’ costata piu’ di 3500 vittime e oltre 52 miliardi di euro di danni – continua il leader ecologista -. Il dissesto idrogeologico e’ un’emergenza nazionale dimenticata dalle istituzioni: quando piove si susseguono gli allarmi mentre quando rispunta il sole le proposte ritornano nei cassetti fino al nubifragio successivo”. “Da anni – inascoltati – diciamo che per l’Italia e’ necessario un Piano straordinario per la difesa del suolo e la messa in sicurezza del territorio. Un Piano che imponga il rispetto rigoroso del territorio prevedendo uno stop al consumo del suolo (con una legge), che destini risorse alla difesa del suolo con decine di migliaia di piccoli cantieri per affrontare le 500 mila frane dei nostri comuni – conclude Bonelli -. Inoltre e’ necessario prevedere immediatamente il commissariamento dei comuni che continuano con pianificazioni urbanistiche e edificatorie fuori legge”.

Bonelli ha ragione, si continua a cementificare  territorio verde, in ragione di centinaia di ettari al giorno, con edifici assurdi, brutti, privi di coefficienti termici. Tuttavia, nelle parole di Bonelli c'è un qualcosa di non detto. Non so perché ma glielo leggo nello sguardo, quando con convinzione parla alla Tv dei disastri della cementificazione italiana. Gli occhi girano di qua e di là come se sentisse dentro di se una contraddizione che però non può esprimere. Glielo leggo in certi intoppi nel discorso, in certe esitazioni nel dire. "La cementificazione del corso dei fiumi....il consumo di 480-500 chilometri quadrati di suolo ogni anno...le speculazioni dei costruttori....". Si, tutto vero. Ma se i costruttori speculano c'è evidentemente qualcuno che compra, c'è una richiesta di case. Se i borghi di una volta si estendono come macchie d'olio ai territori intorno invadendo alvei di fiumi, coste, colline, montagne non è solo per un raptus edilizio di politici e costruttori; c'è una richiesta, quel che i demografi chiamano "pressione antropica" sul territorio. Nelle esitazioni di Bonelli si intravede una grande coda di paglia che lui e i verdi italiani si trascinano dietro. Cos'è quel non detto che rende poco credibile il discorso di Bonelli e soci? Semplice, un dato istat. Quel dato dice che la popolazione italiana è passata dai 37 milioni del 1940 agli attuali 62 milioni (ultimo dato istat per il 2012). Quasi il doppio in pochi decenni. Ma se uno va a cercare il dato nei discorsi di Bonelli e degli altri verdi italiani non trova nulla. Il raddoppio della popolazione in un territorio già sovrappopolato viene taciuto con imbarazzo. Di questo non si può parlare, non è politicamente corretto. Anzi, su giornali e tv ci si continua a lamentare della scarsa natalità italiana. Sul Corriere on line del 14 novembre scorso, un articolo delirante denunciava come una catastrofe nazionale il basso tasso di natalità in Italia, e ci si compiaceva dell'aumento della natalità portato dalle donne immigrate. Per fortuna, diceva l'articolista, che ci sono gli immigrati che fanno aumentare la popolazione italiana di centinaia di migliaia ogni anno. In puro stile politically correct. Ma allora di che si lamenta Bonelli? Le coste e gli alvei dei fiumi continueranno ad essere cementificati, le residue zone verdi continueranno a scomparire. L'agricoltura continuerà a veder diminuiti i suoli coltivati, il paesaggio italiano lo potremo ammirare solo nelle vecchie foto e nei quadri del passato. L'ingombrante coda di paglia dei verdi continuerà a percepirsi negli sguardi vuoti e perplessi dei loro esponenti, mentre pronunciano le solite frasi fatte che non portano a nulla.

2 commenti:

  1. Ed infatti, dei Verdi in Italia non parla più nessuno, dopo una visibilità politica che, in passato, era stata notevole.
    Peccato, perchè di Verdi autentici, in un momento politico, economico ed ecologico come questo, ci sarebbe un grande, disperato bisogno.

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  2. Hanno sprecato, finora, una grande occasione. Quando parlano, ad esempio di decrescita: un buon concetto ma applicato male. Vogliono la decrescita applicata solo al campo economico, ed evitano accuratamente di estenderlo a quello demografico. Ma un'economia di decrescita in una popolazione in crescita demografica significa una cosa sola: l'Inferno sulla terra.

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