Il consiglio comunale di Parma ha approvato all'unanimità nei giorni scorsi la mozione del consigliere Savani del Movimento 5 Stelle per fermare la cementificazione di ulteriore territorio nel comprensorio del Comune di Parma, uno dei più edificati e devastati dal cemento in Italia. Ormai anche la produzione del famoso formaggio parmigiano e di altri tipici prodotti della zona è in pericolo, in seguito al continuo consumo di territorio agricolo. E' infatti fortissima la pressione antropica in tutto il territorio di Parma, con la continua edificazione di capannoni, edifici abitativi, strutture viarie, impianti industriali e dei servizi. L'agricoltura e gli allevamenti non trovano più spazi adeguati e continuano ogni giorno ad essere circoscritti ad aree sempre più piccole e residuali. Il problema riguarda ovviamente tutto il territorio nazionale e sarebbe necessario che il governo intervenisse con leggi apposite e organismi deputati al controllo di tutta l'attività edilizia. Un primo segnale è venuto dal governo Monti con il Disegno di Legge proposto dal Ministro Catania per contenere il consumo di suolo agricolo, che dopo essere stato approvato in settembre dal Consiglio dei Ministri ha superato anche la fase istruttoria della Conferenza Stato-Regioni. Il paesaggio naturale italiano si sta degradando giorno per giorno e non si può più attendere. La cosa più urgente è una anagrafe nazionale dei territori verdi e dei suoli non edificati, per poter poi procedere ad un monitoraggio delle attività edilizie con repressione delle illegalità e con la salvaguardia legislativa dei terreni agricoli e di interesse paesaggistico.
Riporto
l'articolo seguente sulla situazione di Parma, apparso su Repubblica.it nel
mese di settembre scorso.
Alinovi: stop cementificazione incontrollata
Il Comune di Parma aderisce al Forum nazionale “Salviamo il paesaggio – Difendiamo i territori” – che comprende già circa 70 associazioni di tutto il Paese tra cui Wwf, Slow Food, Legambiente, e 700 organizzazioni locali – e si avvia a realizzare un censimento di tutti gli edifici disabitati e non utilizzati sul territorio, col l’obiettivo di calcolare con precisione il livello di espansione edilizia della città e limitare le nuove costruzioni, recuperando invece quelle esistenti.
La dichiarazione d’intenti questo pomeriggio in conferenza stampa in municipio. Al tavolo l’assessore all’Urbanistica Michele Alinovi, il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Fabrizio Savani, insieme al presidente di Wwf Parma Rolando Cervi e il coordinatore provinciale e portavoce del Forum Massimo Gibertoni.
Savani è autore della mozione che verrà presentata nel corso del prossimo Consiglio comunale, giovedì 20 settembre. Se approvata, come tutto fa supporre, il Comune avrà sei mesi di tempo per pianificare il censimento. “L’obiettivo – ha affermato il consigliere – è di porre un freno alla cementificazione che negli ultimi anni ha interessato l’Italia e Parma. La salvaguardia del territorio è una tematica molto cara al Movimento 5 Stelle, per questo proponiamo la riqualificazione degli edifici sia da un punto strutturale che energetico, senza aggiungere metri cubi in più. Il fine è quello di far capire ai cittadini che una città è vivibile se la qualità della vita in essa è equilibrata anche da un punto di vista urbanistico”.
Parola poi all’assessore Michele Alinovi: “L’attività edilizia spesso non è stata attuata in funzione delle vere esigenze del territorio – ha spiegato – ma per motivi legati al altre spinte. Parma ha delle piattaforme commerciali in essere e in previsione assolutamente sproporzionate rispetto alla popolazione residente.
Il fatto di pensare al raddoppiamento della popolazione insediata in un possibile futuro ha fallito, provocando una spinta speculativa evidente”, ha aggiunto, citando come esempio il reparto commerciale fantasma a fianco dell’Ikea, già rivelato da Repubblica Parma . “Il modello di crescita illimitata non ha avuto esiti felici – ha poi proseguito – la grande scommessa è quella del ripensamento del modello urbano grazie a un contenimento dell’espansione della città. Non bisogna andare oltre alle previsioni del piano vigente. È necessario attuare un programma di riqualificazione del recupero sull’esistente con sistemi virtuosi. La strategia sarà quella di approntare un percorso condiviso in questo senso”.
I DATI - A riprova della “imperiosa urbanizzazione” – sempre Alinovi – sul suolo comunale, ecco alcuni dati raccolti che verranno discussi nella Conferenza di pianificazione “da convocare in tempi brevi”. Nel 2008 il territorio urbanizzato della provincia Parma era pari al 7,1%, con una crescita di 9 metri quadrati per abitante all’anno, pari a 385,6 ettari. La maggior velocità di espansione dell’Emilia Romagna insieme a Piacenza. “A livello nazionale si stima che ci siano tra i 2 e 10 milioni di stabili vuoti – ha aggiunto Cervi del Wwf – a Parma, dal 1976 ad oggi, la superficie della città è raddoppiata.
Si tratta di un modello che non è fisicamente sostenibile. L’obiettivo è quello di frenare un andamento insostenibile senza fermare l’edilizia, lavorando su riqualificazione energetica e sismica”. Come rende noto poi Massimo Gibertoni, coordinatore provinciale del Forum, oltre al Comune di Parma sono già venti gli enti della provincia che hanno risposto ai questionari inoltrati da “Salviamo il paesaggio”, e che quindi attueranno lo stesso censimento per mettere in luce gli edifici produttivi e le abitazioni già costruite ma non utilizzate o sfitte.
Per maggior informazioni http://www. salviamoilpaesaggio. it/blog/
(alessandro trentadue)
Nessun commento:
Posta un commento