Le vittime e i gravi danni prodotti dall'alluvione di alcuni
giorni fa in Italia centrale sono attribuiti dai Verdi italiani alla eccessiva
cementificazione, legale ed illegale, che ha riguardato questa povera penisola
dal dopoguerra ad oggi. Come non essere d'accordo? In una intervista a Radio 1
il segretario dei Verdi, Angelo Bonelli, ha ribadito questi concetti:
“Bisogna
smetterla con le lacrime di coccodrillo ma varare immediatamente un Piano
Nazionale straordinario per la difesa del Suolo perche’, e’ ormai evidente che
la lotta al dissesto idrogeologico e’ una priorita’ nazionale completamente
ignorata dalla politica”. Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli
che aggiunge: “Il problema non e’ la deroga al patto di stabilita’ ma
l’irresponsabilita’ di chi ha autorizzato (e che continua ad autorizzare) la
costruzione lungo i fiumi, di chi ha asfaltato e cementificato il
territorio”. ”La speculazione edilizia ha cannibalizzato e portato
l’Italia nel fango e cattivi amministratori, in modo trasversale, con piani
urbanistici ed edilizi che hanno alterato il reticolo idrografico e consentito
la cementificazione sono stati stata complici di un disastro di stato che negli
ultimi 60 anni e’ costata piu’ di 3500 vittime e oltre 52 miliardi di euro di danni
– continua il leader ecologista -. Il dissesto idrogeologico e’ un’emergenza
nazionale dimenticata dalle istituzioni: quando piove si susseguono gli allarmi
mentre quando rispunta il sole le proposte ritornano nei cassetti fino al
nubifragio successivo”. “Da anni – inascoltati – diciamo che per l’Italia e’
necessario un Piano straordinario per la difesa del suolo e la messa in
sicurezza del territorio. Un Piano che imponga il rispetto rigoroso del
territorio prevedendo uno stop al consumo del suolo (con una legge), che
destini risorse alla difesa del suolo con decine di migliaia di piccoli
cantieri per affrontare le 500 mila frane dei nostri comuni – conclude Bonelli
-. Inoltre e’ necessario prevedere immediatamente il commissariamento dei
comuni che continuano con pianificazioni urbanistiche e edificatorie fuori
legge”.
Bonelli ha ragione, si continua a
cementificare territorio verde, in ragione di centinaia di ettari al
giorno, con edifici assurdi, brutti, privi di coefficienti termici.
Tuttavia, nelle parole di Bonelli c'è un qualcosa di non detto. Non so perché
ma glielo leggo nello sguardo, quando con convinzione parla alla Tv dei
disastri della cementificazione italiana. Gli occhi girano di qua e di là come
se sentisse dentro di se una contraddizione che però non può esprimere. Glielo
leggo in certi intoppi nel discorso, in certe esitazioni nel dire. "La
cementificazione del corso dei fiumi....il consumo di 480-500 chilometri
quadrati di suolo ogni anno...le speculazioni dei costruttori....". Si, tutto
vero. Ma se i costruttori speculano c'è evidentemente qualcuno che compra, c'è
una richiesta di case. Se i borghi di una volta si estendono come macchie
d'olio ai territori intorno invadendo alvei di fiumi, coste, colline, montagne
non è solo per un raptus edilizio di politici e costruttori; c'è una richiesta,
quel che i demografi chiamano "pressione antropica" sul territorio.
Nelle esitazioni di Bonelli si intravede una grande coda di paglia che lui e i
verdi italiani si trascinano dietro. Cos'è quel non detto che rende poco
credibile il discorso di Bonelli e soci? Semplice, un dato istat. Quel dato dice che la
popolazione italiana è passata dai 37 milioni del 1940 agli attuali 62 milioni
(ultimo dato istat per il 2012). Quasi il doppio in pochi decenni. Ma se uno va a cercare il dato
nei discorsi di Bonelli e degli altri verdi italiani non trova nulla. Il
raddoppio della popolazione in un territorio già sovrappopolato viene taciuto
con imbarazzo. Di questo non si può parlare, non è politicamente corretto.
Anzi, su giornali e tv ci si continua a lamentare della scarsa natalità
italiana. Sul Corriere on line del 14 novembre scorso, un articolo delirante
denunciava come una catastrofe nazionale il basso tasso di natalità in Italia,
e ci si compiaceva dell'aumento della natalità portato dalle donne immigrate.
Per fortuna, diceva l'articolista, che ci sono gli immigrati che fanno
aumentare la popolazione italiana di centinaia di migliaia ogni anno. In puro
stile politically correct. Ma allora di che si lamenta Bonelli? Le coste e gli
alvei dei fiumi continueranno ad essere cementificati, le residue zone verdi
continueranno a scomparire. L'agricoltura continuerà a veder diminuiti i suoli
coltivati, il paesaggio italiano lo potremo ammirare solo nelle vecchie foto e
nei quadri del passato. L'ingombrante coda di paglia dei verdi continuerà a
percepirsi negli sguardi vuoti e perplessi dei loro esponenti, mentre
pronunciano le solite frasi fatte che non portano a nulla.
Ed infatti, dei Verdi in Italia non parla più nessuno, dopo una visibilità politica che, in passato, era stata notevole.
RispondiEliminaPeccato, perchè di Verdi autentici, in un momento politico, economico ed ecologico come questo, ci sarebbe un grande, disperato bisogno.
Hanno sprecato, finora, una grande occasione. Quando parlano, ad esempio di decrescita: un buon concetto ma applicato male. Vogliono la decrescita applicata solo al campo economico, ed evitano accuratamente di estenderlo a quello demografico. Ma un'economia di decrescita in una popolazione in crescita demografica significa una cosa sola: l'Inferno sulla terra.
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