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martedì 23 giugno 2009

JFK contro la sovrappopolazione nel 1960

La lotta per lo sviluppo economico non s'imbatté soltanto nei ben noti ostacoli dell'ignoranza, delle epidemie, della corruzione e dell'inerzia. Anche quando i paesi erano decisi a riformare modi di vita e istituzioni, rimaneva pur sempre una minaccia costante: che la popolazione aumentasse più rapidamente della produzione, facendo sì che diminuisse il reddito individuale e che diminuissero di conseguenza i risparmi disponibili per la formazione di capitali. Nel Venezuela, ad esempio, dal 1957 al 1963, il prodotto nazionale lordo, secondo le statistiche delle Nazioni Unite, aumentò del 4,5 per cento, ma la popolazione si accrebbe del 3,8 per cento, riducendo l'incremento netto del reddito individuale allo 0,7 per cento; nell'Uganda, le cifre furono rispettivamente del 3,4 e del 2,5 per cento e ridussero allo 0,9 per cento l'incremento del reddito individuale. "Come un ladro nella notte" disse Asoka Mehta della Commissione indiana per la pianificazione "l'incremento demografico può defraudarci di tutti i risultati ottenuti, un giorno dopo l'altro, nell'espansione economica". Un economista dell'AID (Agency for International Development) calcolò che in certi paesi ogni dollaro investito nel controllo delle nascite sarebbe stato duecento volte più produttivo dello stesso dollaro investito nello sviluppo economico.Nel 1959 fu pubblicato un rapporto sulla politica degli aiuti all'estero in cui si raccomandava coraggiosamente che gli USA dessero la loro assistenza ai piani di controllo delle nascite nei paesi sottosviluppati (rapporto Draper). Il rapporto Draper provocò l'energica reazione dei vescovi cattolici. Si sarebbe potuto supporre che l'elezione nel 1960 di un presidente cattolico escludesse più che mai dal campo della politica pubblica il controllo dell'incremento demografico. In realtà Kennedy si era interessato da tempo ai riflessi dell'aumento della popolazione sullo sviluppo economico. Nel 1959, ad esempio, John Cowles pronunciò un discorso sul problema demografico, sostenendo: "A meno che non vogliamo vedere le condizioni esistenti in India e in Egitto diffondersi nel resto del mondo, gli scienziati devono scoprire un metodo semplice, poco costoso ed efficace per il controllo delle nascite"; e Kennedy fece pubblicare il testo del discorso nel Congressional Record definendolo "un panorama significativo dei fattori che determineranno la nostra politica estera nei prossimi decenni".Nel suo primo messaggio sugli aiuti all'estero fece rilevare:"Nell'America latina l'incremento demografico sta già minacciando di rallentare l'espansione economica".
Nell'autunno del 1962 la Svezia presentò all'Assemblea generale delle Nazioni Unite una risoluzione che invitava il segretario generale a svolgere una ricerca sui problemi demografici. Questo significava che, per la prima volta, l'Assemblea generale avrebbe discusso di politica demografica. Gardner, intervenendo in accordo con il presidente Kennedy, disse che gli Stati Uniti avrebbero "se richiesti" aiutato altri paesi "a trovare fonti potenziali di informazioni e di assistenza per quanto concerneva i modi e i mezzi di affrontare i problemi della sovrappopolazione".

(Arthur M. Schlesinger Jr.: " I mille giorni di JFK" Biblioteca Universale Rizzoli 1992 pag.623)

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