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giovedì 1 agosto 2019

L'Europa tra i verdi e Putin

In Europa stanno rapidamente avvenendo cambiamenti politici, come mostrato anche dalle ultime elezioni europee. I partiti classici del novecento, come socialisti e popolari sono ovunque in regresso (anche se tengono in alcuni contesti). Aumentano invece ovunque le nuove formazioni verdi da una parte, e cosiddetti sovranisti dall'altra. I verdi migliorano le loro posizioni su una idea di fondo: combattere il cambiamento climatico. I sovranisti hanno anch'essi una strategia che li porta a vincere: porre un freno alla immigrazione di massa afro-asiatica. La politica dei verdi è riassunta in un manifesto dei "Green europei" elaborato nel 2014 ma che è tuttora alla base delle loro proposte politiche
(per la lettura vai al link: https://europeangreens.eu/manifesto/italy).
La lettura di questo manifesto è impressionante: vi è descritto un programma politico di decrescita senza alternative che avrebbe - se mai attuato- conseguenze epocali per il continente.In questo senso si può propriamente parlare, credo con soddisfazione di chi lo ha redatto, di documento rivoluzionario. Il manifesto ha come punti di forza la lotta alle disuguaglianze (di reddito, di sesso, di nascita, di identità ecc.) e una apertura che veda la scomparsa dei confini in favore di una comunità europea aperta, democratica, partecipativa, ridistribuiva, non più basata sugli stati, ma sulla comunità dei cittadini titolari dei diritti. Auspicano, a tal fine, il rafforzamento del parlamento europeo e dei tribunali internazionali per la difesa dei diritti umani. Allo stesso tempo i verdi dichiarano di vedere positivamente una diversità e un multiculturalismo considerato un valore assoluto di libertà e un arricchimento della società europea. Il liberalismo però si limita qui, in campo economico i verdi europei sono fortemente contrari ad una " deregulation neoliberista che ha dato origine a mercati finanziari guidati unicamente da un’avida ricerca del profitto a breve termine".
Nel documento le imprese private possono essere ancora tollerate ma nei limiti di quelle " medie e piccole" controllate dallo stato e dal fisco, anche con tassazioni rivolte al consumo energetico (carbon Tax).Le grandi imprese vanno assolutamente scoraggiate con forti tassazioni e con una carbon tax particolarmente centrata sulla grande produzione. L'agricoltura va incentivata ma esclusivamente se basata sul divieto di pesticidi e fertilizzanti chimici, e sulla condanna senza appello degli ogm. Deve essere completamente eliminata l'agricoltura industriale intensiva, dice il documento dei Green . I trasporti, nella visione dei verdi, possono essere solo su ferrovia (di cui vanno rivisti gli snodi principali (?)), su bicicletta o su auto elettriche. Le ultime auto a combustibile tollerate dovranno utilizzare biocarburanti prodotti però non da coltivazioni(nefasto), ma da scarti (non meglio specificati).
Sul fronte energetico i verdi propongono: "Una politica energetica coerente – basata sul risparmio energetico, sull’efficienza e sulle rinnovabili – è l’unica maniera per arrivare a un’economia a impatto zero (basata esclusivamente sulle rinnovabili), o quasi entro, il 2050. Ulteriori obiettivi nazionali vincolanti in materia di efficienza energetica e rinnovabili sono dunque essenziali: il consumo energetico deve essere ridotto del 40% nei prossimi 15 anni e allo stesso modo, entro il 2030, il 45% del nostro consumo energetico dovrà provenire da fonti rinnovabili, esclusi i biocarburanti. Questo è necessario non solo per tenere al di sotto dei 2° l’innalzamento della temperatura globale rispetto ai livelli pre-industriali, ma anche per motivi economici, in quanto stimolerebbe l’attività economica, creerebbe nuovi posti di lavoro e ridurrebbe la dipendenza dell’Europa dall’importazione di combustibili fossili sempre più cari."
A questo punto manca solo Alice.
La negazione sul nucleare è totale: il nucleare va al più presto eliminato dal territorio europeo, chiudendo tutte le centrali a cominciare da quelle più obsolete. Ma il manifesto non si ferma qui: va assolutamente negato ogni ulteriore finanziamento al progetto ITER per la fusione nucleare, il cui progetto in attuazione a Cadarache va equiparato tout court ad una centrale nucleare classica.
Chiarissima la posizione dei verdi europei sul problema degli stati nazionali e dei confini: "Migliaia di persone muoiono lungo i confini esterni dell’Europa ogni anno, a causa di controlli sempre più severi e della difficoltà di entrare legalmente nell’UE. L’UE ha il dovere di assicurare che questa gente riceva un’adeguata protezione. Dobbiamo fare di più per creare un sistema di asilo che sia degno di questo nome. Questo ruolo non può essere lasciato all’Agenzia europea di sorveglianza delle frontiere, FRONTEX. Gli stessi Stati membri violano i diritti umani nel controllo delle proprie frontiere." A questo scopo, onde non offrire una sponda ai sovranisti è necessario " che la “guerra al terrore” debba essere dichiarata formalmente conclusa" (sembrerebbe di capire in maniera unilaterale).
Dalla lettura del documento emerge una Europa senza precedenti e forse anche senza futuro. La nuova Europa verde sarebbe una appendice afro-asiatica, sovrappopolata, cementificata (la casa nel documento è considerata un diritto assoluto di ogni cittadino regolare o irregolare che sia), aperta all'ingresso di titolati di diritti (umani) provenienti da ogni parte del pianeta, senza distinzioni tra diritti dei nuovi e dei vecchi cittadini, tra immigrati e residenti, tra regolari e irregolari.Una terra di tutti e di nessuno. Un coacervo di civiltà e di etnie, di culture e religioni. Tutte queste centinaia di milioni di detentori di diritti dovrebbero essere sfamati da una agricoltura non intensiva (quella intensiva è considerata vera e propria bestemmia), basata sul divieto di fertilizzanti e pesticidi. E' appena il caso di ricordare che la mancanza di pesticidi e fertilizzanti era, fino all'inizio degli anni 80 del secolo scorso alla base delle carestie che in Asia e Africa portarono alla morte milioni di persone. Ma sembra invece, nell'idea dei verdi, che la stessa ricetta applicata all'Europa porti al migliore dei mondi possibile e alla rinascita delle api. I cinquecento milioni di europei (in rapida crescita per i continui arrivi dell'auspicata immigrazione libera) dovrebbero inoltre vivere e lavorare grazie all'energia assicurata dalle fonti rinnovabili, che diverranno le uniche fonti ammesse nel 2050. Alla stessa data l'Africa avrà più di due miliardi di abitanti, la Cina quasi tre miliardi, l'India idem, e i flussi di migranti saranno intensissimi verso la terra delle rinnovabili. La quale, nell'auspicio dei verdi, dovrà assicurare cibo ed energia per tutti, oltre al lavoro, alla sanità e, ultimo ma non ultimo: la sicurezza.
Sulla base di queste proposte, e sulla spinta del terrore diffuso dai media sui cambiamenti climatici, le idee espresse in questo manifesto hanno dato ai verdi europei un successo insperato fino a poco tempo fa: il 21% in Germania e il 12 % in Francia. C'è da osservare infine che nell'intero documento non si trova traccia di alcun accenno al problema demografico. Sembra anzi che sia dato per scontato che le politiche proposte dai verdi debbano avverarsi in un mondo dove l'esplosione demografica umana, cioè la vera causa di tutti i problemi ambientali planetari compreso il cambiamento climatico, non solo non debba essere posta sotto controllo, ma non debba addirittura essere nominata, colpita da un vero e proprio tabù. Chi lo fa si espone ad una condanna senza appello e ad una scomunica da parte del mondo Green.
Sul fronte opposto la paura per l'immigrazione incontrollata e il timore per la propria sicurezza ha prodotto un successo uguale e contrario: la Lega ha vinto in Italia, Le Pen primo partito in Francia e Orban incontrastato in Ungheria. Ciononostante le istituzioni europee rimangono in mano alle forze tradizionali, grazie anche alla tenuta dei popolari in Germania e ad en marche in Francia. La Banca Centrale europea e le istituzioni finanziarie possono per ora rimanere tranquille. Se non che ad est lo zar russo si appresta ad estendere la sua influenza nel ventre molle europeo, anche grazie alle tendenze isolazioniste dell'America di Trump. Putin tuttavia è tormentato dai dubbi. Da una parte trova politicamente affini i sovranisti, a cui ha sempre guardato con simpatia, ma di cui si fida fino ad un certo punto. Troppo sovranismo in Europa potrebbe ritorcerglisi contro. Dall'altro è tentato di favorire l'ascesa dei verdi a posti di responsabilità. Trovarsi di fronte la verde Europa del movimento Green potrebbe essere per l'Orso Russo una manna. Un campo fertile e indifeso, succulento boccone per una Russia tornata grande potenza dopo la crisi del 1989.

16 commenti:

  1. È desolante la cecità di fronte a questo 'manifesto". Non c'è nulla da fare...nessuno crede alla sovrapopolazione (al massimo è vista come la religione dei pessimisti).abbiamo eliminato i nostri predatori..abbiamo sterminato i nostri competitor carnivori.abbiamo limitato con vaccini e medicine i nostri micro nemici letali.eppure non abbiamo l'intelligenza di capire che una specie di super predatori come noi deve necessariamente autoregolarsi.neanche le cosiddette menti illuminate riescono a fare un paio di calcoli.

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    1. Concordo.
      L'essere umano si comporta come molti virus e come le cellule cancerogene.
      Adattabile, micidiale e (infine, una volta il corpo ospite) suicida.

      Solo la ragione potrebbe portarci ad autoregolarci. Evidentemente non ne abbiamo a sufficienza.

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  2. Il dogma del presente è la necessità della crescita. La crescità è un valore in sé evidente, senza crescita non si possono creare nuovi posti di lavoro e si possono persino perdere quelli esistenti (si passa infatti dalla (sovr)abbondanza alla penuria con le sue conseguenze). Dunque crescita sia. Ma di cosa? Innanzi tutto crescita economica. Ma - ci avverte Draghi - non ci può essere crescita economica senza crescita demografica - chi comprerebbe infatti tutte le porcate che produrremo senza nuovi acquirenti?
    Questo è il discorso ufficiale e mondiale: crescete e moltiplicatevi.
    Ma perché la demografia è un tale tabù persino per i Verdi, in grande o massima parte atei e sibariti (i Verdi degli apparati, come pure i comunisti, stanno tutti bene, anzi benissimo). Avere figli, e quanti figli si vogliono, è un diritto umano sancito dall'ONU. Forse è l'istinto primario (di riprodursi) a sopravvivere persino tra i Verdi: lo Stato non ha nessun diritto d'introdursi in camera da letto, sono "affari nostri". Il fatto è però che i Verdi vivono di tasse raccolte dallo Stato e quindi questo Stato - ovvero la collettività - ha bene il diritto di esprimersi anche in materia, ovviamente nei modi adeguati, con la persuasione piuttosto che la coercizione come è avvenuto in Cina. Lo Stato può incentivare ma anche disincentivare certi comportamenti. Ne ha diritto perché tutti i membri della collettività vivono, anzi non possono nemmeno sopravvivere, senza il contributo degli altri membri della collettività ovvero dello Stato (che crea le strutture e infrastrutture, fornisce l'energia e tutti i servizi considerati oggi indispensabili, i famosi diritti acquisiti).
    Comunque noi europei e soprattutto noi Italiani abbiamo realizzato il piano del figlio unico meglio dei Cinesi e senza alcuna costrizione: abbiamo puntato sullo sviluppo economico come garante di benessere, pace e felicità. Solo che a forza di consumi abbiamo anche soffocato l'istinto primario e adesso ce ne lamentiamo. Intendiamoci, non è che auspichi una ripresa dell'espansione demografica (i quaranta milioni di Italiani del dopoguerra erano abbastanza, anzi già troppi per un paese come l'Italia di appena 300000 km2, montagnoso, che deve importare di tutto, a cominciare dal petrolio). La Cina, che aveva visto un pericolo nell'eccessiva crescita demografica, aveva il diritto di disencentivarla - con i mezzi a sua disposizione allora, in pratica coercizione, repressione, ma anche persuasione (senza la persuasione non sarebbe stato possibile tenere sotto controllo centinaia di milioni di persone). La persuasione ovvero l'educazione ha una componente repressiva, è innegabile (si può arrivare al lavaggio del cervello), ma rinunciarci sarebbe anche peggio.
    I Cinesi comunque si sono abituati al figlio unico (politica del resto ora abbandonata) e non vogliono tornare alla famiglia numerosa, anche perché la vita è cara. Da noi si vorrebbe una ripresa della natalità, ma la gente vuole la vita comoda. Si cerca d'incentivare la natalità coi soldi e i servizi, ma non tira troppo (direi per fortuna).

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    1. << Ma perché la demografia è un tale tabù persino per i Verdi, in grande o massima parte atei e sibariti ?)

      Questa è una domanda che mi faccio spesso anche io, ma senza trovare una risposta.
      Ed è un peccato, perchè di un movimento ecologista forte, determinato e COMPLETO, abbiamo un disperato bisogno a livello politico.
      Perchè oggi, sia da destra che da sinistra, si rincorre soltanto la crescita.
      Che però - anche se fosse possibile - non è più la soluzione giusta.

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    2. "Perchè la demografia (...) atei e sibariti?"

      Forse perchè gran parte dei movimenti ambientalisti ha origine o è stata "colonizzata" dalla cultura/ideologia (ex-neo-post) marxista, storicamente abituata ad addossare ogni responsabilità ambientale e sociale alla borghesia capitalistico-industriale occidentale, al consumismo (a volte moralisticamente chiamato 'edonismo'), alle diseguaglianze economico-sociali e alla cattiva distribuzione (spec.te su scala internazionale) delle risorse disponibili: critiche beninteso tutt'altro che campate in aria, ma che trascurando aprioristicamente (come fece già il vecchio Marx nelle proprie aspre critiche a Malthus) il problema demografico condannano le proprie tesi alla fragilità teorica e soprattutto all'inefficacia pratica... Saluti

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  3. La cecità (colposa o dolosa?) dei Movimenti 'green' (con qualche nobile ma purtroppo sparuta eccezione) sul problema-sovrappopolazione è indubbiamente insensata e deprimente, ma non trascurerei neanche lo sfrenato natalismo dei Movimenti sovranisti (nazionalisti & protezionisti), che (in partic.re in Italia) si traduce in reiterate proposte di legge tipo 'bonus bebe'' atte sostanzialmente a premiare "i conigli" e ad accrescere sia la pressione antropica su un territorio già sovrappopolato e sovrasfruttato sia la quota di disoccupati/poveri autoctoni prox ventura... Saluti

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    1. Concordo assolutamente. In un mondo utopico ideale concederei aiuti alle famiglie povere(in un mondo che si avvia all'automazione la disoccupazione é pressoché inevitabile) ...ma una cifra fissa...in modo da disincentivare l'accrescere della famiglia...e quindi l'assottigliarsi delle risorse del sussidio

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    2. Dare soldi è la peggior cosa che si possa fare, specialmente alle famiglie c.d. povere.
      Arraffano e continuano a fare figli, stile " sono disoccupato da 6 anni, ho quattro figli dai 2 mesi ai 5 anni e mia moglie è di nuovo incinta".
      Diversa cosa sono misure tipo il microcredito, lo fanno in certi paesi, mi sembra che qui aiutano le persone ad avviare una propria attività chiedendo però in cambio il rispetto di certi requisiti, tra i quali quello di non fare molti figli (nemmeno uno se non puoi mantenerlo dignitosamente).
      Questa tecnica da " bastone e carota" potrebbe servire.
      Le persone vanno incentivate a fare scelte appropriate.

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    3. Sono d'accordo con Laura.
      La sua mi sembra una proposta equilibrata e di buon senso.

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  4. Conosco il fenomeno del microcredito...ma come molti obbietto che è una iniziativa che può essere utile nei paesi in via di sviluppo...ma non può essere di grande aiuto nel mercato già saturo del primo mondo.la povertà dei paesi del primo mondo e dei paesi in via di sviluppo hanno origini ed estensioni diverse e necessitano di strategie differenziate .inoltre gli abitanti del mondo occidentale in situazione di ristrettezza trovano moralmente sbagliato fare figli ( io ho un lavoro precario e sottopagato non mi sogno neanche di fare figli...e nessuna delle mie 12 colleghe lo ha fatto)Africa e le aree povere dell' Asia hanno culture fortemente nataliste...avere o non avere soldi non incide quasi per nulla su questa convinzione così radicata.in conto alla rovescia,weisman ha documentato un leggero cambio di rotta della cultura natalista in alcune aree del sud america in cui si sono diffusi culti protestanti che considerano la pianificazione familiare una responsabilità morale di ogni coppia.pochissime persone ascoltano gli scienziati...meno i politici (se poi i programmi sono come quello dei verdi meglio così!) Ma tantissimi ascoltano la religione. Non si avrà mai successo nei paesi in via di sviluppo senza la cooperazione degli organi religiosi...e questa cosa non accadrà.anzi loro danno pieno sostegno a questi comportamenti...creando non solo danno ambientale ma anche uno scempio sociale visibile agli occhi di tutti.Personalmente mi chiedo come si faccia a fare figli con la consapevolezza che vivranno in un mondo peggiore di quello conosciamo

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  5. Eppure è un concetto cattolico con imprimatur: la paternità e maternità responsabili. Significa che si possono avere tanti figli quanti se ne possono ragionevolmente mantenere e educare. Questo almeno sulla carta, poi è vero c'è l'esaltazione delle famiglie numerose a prescindere. Ma quel concetto non è stato mai smentito o messo all'indice, è sempre valido. Tanto è vero che papa Bergoglio disse a una donna con sette figli e in attesa dell'ottavo che non bisogna fare figli come conigli, beccandosi i rimbrotti di Giuliano Ferrara (zero figli). Disse persino che il papa si era espresso come un "sociologo da strapazzo". Oggi la paternità e maternità responsabili significa avere solo un figlio o al massimo due o anche persino nessuno, visto che non c'è lavoro e l'ambiente mostra segni di collasso (vedi il clima forse - dico forse perché non sono un climatologo e ormai sono molto cauto nel fare affermazioni in cose che non conosco bene). I protestanti sembrano effettivamente più ragionevoli dei cattolici (già il fatto di aver abolito il celibato e il matrimonio indissolubile - nonostante Gesù Cristo - li rende più umani; gli scandali che scuotono la Chiesa cattolica e ne hanno minato l'autorità, persino in paesi come l'Irlanda e anche la Polonia, non si riscontrano o sono comunque meno rari in ambiente protestante).

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    1. Peccato che l'attuale Pontefice non perda occasione per criticare la "nonna" Europa e la "nonna" Italia, ai suoi occhi gravemente colpevoli di avere (finalmente!) raggiunto un tasso di natalità ragionevole e proporzionato alle risorse materiali attualmente disponibili...

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  6. Più gente c'è, più gente paga l'irpef. Più gente paga l'irpef, più cresce il gettito dell'ottopermille. Per cominciare. Poi ci sono sicuramente ragioni altre, magari di diversa natura ma non per questo meno squallide. Sicuramente il ruolo divino, in queste prese di posizione, è zero.

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  7. Agobit, un articolo nel Tagesanzeiger di oggi (25 settembre) che potrebbe piacerti o farti sperare (o non disperare). Il problema della sovrappopolazione comincia a essere dibattuto o almeno menzionato (è già qualcosa). L'articolo è a pagamento, ma sono riuscito lo stesso a leggerlo e copiarlo. Lo copio qui sotto, con il traduttore di Google dovresti poterlo leggere.

    Schon auf Seite 8 findet sich ein Satz, dessen Konsequenzen man nicht zu Ende denken darf, wenn man weiterhin gut schlafen will: «Die Menschheit wächst der ­achten Milliarde entgegen; zwei Milliarden waren es, als ich zur Schule ging.»
    Wolf Schneider wurde 1925 geboren und hat als Journalist der «Süddeutschen Zeitung» bereits in den 1950er-Jahren auf die fatalen Folgen der Überbevölkerung aufmerksam gemacht. Seine «letzte Warnung, bevor alles zu spät ist», so der Untertitel seines neuen Essays, widmet er seinen zehn Enkeln und vier Urenkeln. Was ihn umtreibt, ist seine Sorge um deren Zukunft – und damit die Sorge um unseren Planeten, auf dem immer mehr Menschen leben.

    Das beschleunigte Wachstum der Weltbevölkerung lässt sich beziffern: Betrug sie um 1800 eine Milliarde, so zählte sie 1960 bereits drei und 1999 sechs Milliarden. Nächstes Jahr wird die achte Milliarde voll sein. Für einzelne Länder, vor allem in armen Regionen, sind das keine guten Aussichten: So wird Nigeria, das von 32 Millionen 1958 auf heute 200 Millionen anwuchs, 2100 eine Milliarde Einwohner zählen – also so viele wie die ganze Erde im Jahr 1800.

    Nur eine Erde

    Es ist nicht schwer, sich auszumalen, was dies – nicht nur für Europa – bedeutet: Der Andrang auch von Klimaflüchtlingen wird zunehmen, ebenso bewaffnete Konflikte wegen Wassermangels. «In Wahrheit ist das süsse Wasser der meistbedrohte Rohstoff auf Erden», schreibt Schneider. Die Situation verschlechtert sich zusätzlich durch die Tatsache, dass sich der Fleischverzehr der Menschheit pro Kopf von 1961 bis 2007 verdoppelt hat. Während für ein Kilo Brot im Durchschnitt 1000 Liter Wasser benötigt werden, sind es für ein Kilo Fleisch fünfmal so viel.

    Dem Plädoyer «Denkt endlich an die Enkel!» ist anzumerken, dass es Wolf Schneider langsam leid ist, immer wieder dasselbe sagen zu müssen: So kann es nicht weitergehen! Auch spürt man den im Stakkato verfassten Sätzen an, dass dem 94-Jährigen nicht mehr viel Zeit bleibt, um auf die in seinen Augen grösste Gefahr für unseren Planeten hinzuweisen.

    «Wir vermüllen, zertrampeln, vergiften die Erde, als hätten wir eine zweite in Reserve.» Noch schneller als die Erdbevölkerung ist zu Schneiders Lebzeiten der Energieverbrauch gewachsen – nämlich um das Zwanzigfache. Und dieser ist eine wesentliche Ursache der Klimaerwärmung.

    (continua)

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  8. (continuazione)

    Energie für sinnlosen Luxus

    Da die Wirtschaft nach wie vor unaufhaltsames Wachstum als Garant für Wohlstand und Prosperität predigt, sind von ihr keine Impulse zur Mässigung des Konsums zu erwarten. Skeptisch kommentiert Schneider auch die Hoffnungen, welche die junge Generation in die erneuerbaren Energien setzt, um die globale Krise zu lösen. In den meisten Fällen würden diese zusätzlich angezapft – neben allen anderen heute zur Verfügung stehenden fossilen Energiequellen.

    Ein grosser Teil der sogenannt nachhaltigen Energie werde, so der Autor, dafür eingesetzt, luxuriöse, oft sinnfreie Tätigkeiten zu ermöglichen. Diesen Missstand kritisierten selbst die ­deutschen Grünen nicht – genauso wenig wie die unbeschränkten Tempolimiten auf ­einigen Autobahnen.

    Verschwendung sei doch die unausgesprochene Leitkultur der linken und rechten Parteien, pauschalisiert Wolf Schneider. Dabei werde nicht bedacht, was geschehe, wenn die sogenannte Dritte Welt nachziehe. Denn an der Tatsache, dass sich ohne eine massive Reduktion des weltweiten Verbrauchs kein ökologischer Fortschritt erzielen lasse, führe kein Weg vorbei.

    «Denkt endlich an die Enkel!» ist eine Art kompromissloser Weckruf. Auch wenn Schneider die Klimabewegung begrüsst, so lässt er es sich nicht nehmen, auf die Fallstricke aufmerksam zu machen, die dem wohlstandsverwöhnten Denken innewohnen: Moralisch kann man sich auch erheben, wenn man kaum oder gar nicht handelt. Dafür braucht es bloss ein paar Sündenböcke. Radikaler, nicht nur rhetorischer Verzicht auf Luxus und Konsum ist nicht jedermanns Sache.

    Vom Zwang freikaufen

    Zum Reiz einer Polemik gehören Zuspitzung, Übertreibung und Auslassung: So erwähnt Wolf Schneider mit keinem Wort die neue Prognose der UNO, wonach sich die Weltbevölkerung Ende 2100 stabilisieren werde. Seiner These, die bewusst auf Angst und Schrecken setzt, bekäme eine solch entwarnende Botschaft nicht gut.

    Umso mehr hätte man gern erfahren, welche Massnahmen denn der Autor zur Eindämmung der Bevölkerungsexplosion in Betracht zieht. Eine Ein-Kind-Politik wie einst in China? Kampagnen zur Verhütung von Nachwuchs – wenn ja, wer bestimmt wo, wann und wie? Befreiung einzelner Länder vom Zwang zur Bevölkerungskontrolle durch die Finanzierung solcher Vorhaben anderswo?

    Etwas wohlfeil ist es ja schon, im Brustton der Entrüstung die Überbevölkerung anzuprangern, ohne konkrete Vorschläge zur Entspannung vorzutragen. Denn es gibt wohl kaum Lösungen, die nicht problematisch sind.

    Trotz dieser Mängel lohnt sich die Lektüre des Essays. Er zeigt auf, wie prekär die Situation auf der Erde ist. Bevor die globale Klimaerwärmung kriegerische Konflikte zur Folge hat, muss sich die Politik mit dem Thema einer wachsenden Bevölkerung – die zudem immer älter wird – beschäftigen. Letzte Warnungen, wie nun die von Wolf Schneider, zeugen zumindest von Hoffnung.

    Tagesanzeiger, 24.08.2019

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  9. Grazie Sergio per l'interessante articolo. L'argomento che ci sta a cuore e che è fondamentale per tentare di salvare il pianeta si diffonde..

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