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martedì 23 maggio 2017
La Riserva Selvaggia in Europa
Patrice Longour con un bisonte nella sua Riserva di Thorenc
La Riserva del delta del fiume Okavango, in Botswana, sta diventando un arido deserto. Eppure era un paradiso quando la vide per la prima volta il veterinario francese Patrice Longour, ecologista innamorato dell'Africa. Fu lui a darsi da fare per salvare la riserva , per proteggere gli animali selvaggi, tra cui Leoni e Ippopotami, in pericolo. Ma la Grande Riserva del Delta dell'Okavango stava morendo per cause più' grandi di lui e delle sue possibilità'. L'acqua del fiume era sempre di meno, la terra sempre più' arida e le piante e la foresta stavano morendo lasciando un deserto assetato. Il riscaldamento globale e la maggiore richiesta di acqua da parte di una popolazione in crescita esplosiva stavano prosciugando il fiume, facendo morire di sete gli animali e distruggendo la vegetazione. Il Botswana non fa eccezione rispetto agli altri paesi africani, ha una popolazione che cresce rapidamente e ha bisogno di cibo e soprattutto acqua. Le donne fanno ancora dai sette ai dieci figli ciascuna. Nessuno gli da limiti, ne il governo ne le organizzazioni religiose o laiche che dovrebbero educarle. Anzi negano a loro il diritto alla contraccezione, per assurdità' di precetti religiosi o peggio ideologici. Il risultato e' disastroso. Le città' dell'interno , o sarebbe meglio parlare di bidonville visto che la povertà' e la fame la fanno da padroni,hanno una popolazione che non sa più' dove reperire il minimo necessario a sopravvivere e la gente fugge nell'emigrazione o si trasferisce in massa sulle rive del fiume in cerca di acqua per mantenersi in vita, mentre per il resto manca tutto: lavoro, case, cibo, mezzi di trasporto, medicine, servizi. Manca tutto, ma la gente cerca l'acqua. Si e' cercato un accordo con la Namibia che di acqua ne ha di più' ma poi e' saltato tutto e ora si rischia un conflitto per l'acqua. Ci sono stati scontri a fuoco al confine e la lotta per l'acqua e' solo all'inizio. Tutto questo è avvenuto nella indifferenza dei governanti del Botswana, che non hanno mai accettato la riserva se non come occasione di guadagno dal turismo. In queste condizione Patrice Longour ha dovuto abbandonare la lotta, ma un funzionario del governo del Botswana gli ha dato un'idea. Come racconta Longour, il funzionario africano, in risposta alla sua richiesta che il governo locale provvedesse a salvare la riserva con gli animali e la foresta, gli rispose con una frase che lo colpi':" noi abbiamo bisogno del fiume, ne ha bisogno la gente per sopravvivere. La riserva non ci serve. Ma se tieni tanto alla riserva, perché' non la vai a fare a casa tua? Falla in Francia la riserva e lasciaci in pace".
Patrice ci penso' su. Forse il funzionario del Botswana aveva ragione. Forse anche la Francia, la civilissima Francia, la patria dell'Illuminismo e della democrazia occidentale, aveva bisogno di una riserva. Ma una riserva vera, non una scusa par turisti: una riserva che proteggesse animali selvaggi in via di sparizione in Europa, che avesse una adeguata estensione in ettari, che servisse non all'uomo, ma all'ambiente e agli animali , e non fosse solo apparenza. Invece di imporlo agli Africani forse era giusto che gli europei guardassero la trave nei propri occhi e imponessero a se stessi il rispetto e la salvaguardia per le specie che stiamo distruggendo. Pretendiamo che gli africani ci mantengano integri i paradisi terrestri del loro continente con la fauna e la flora originaria di un ambiente unico, ma poi in casa nostra cementifichiamo tutto e ce ne infischiamo dei paradisi, creando un ambiente avvelenato che e' un vero e proprio inferno sulla terra. Patrice accetto' la sfida e torno' in Francia con lo scopo di creare una grande riserva che salvasse animali europei in pericolo per l'azione distruttiva dell'uomo. L'idea di fondo per Patrice era questa: le riserve africane sono un modo per rispettare e preservare la natura in un momento in cui la crescita umana e i consumi che comporta stanno mettendo in pericolo ambiente e le specie animali originarie. A maggior ragione questo e' necessario in un continente come l'Europa massicciamente antropizzato, dove di naturale è rimasto poco. Selvaggio poi per noi europei ha un significato quasi spregiativo, mentre ci sembra civile tutto ciò che è costruito ed artificiale. Una ideologia devastante che ci sta portando alla distruzione del territorio e a porre in pericolo l'uomo stesso, oltre agli animali. Ma l'intento del veterinario francese non era quello di fare l'ennesimo parco ad uso turistico, una operazione commerciale e un modo più' soft di antropizzare. L'intento era quello di fare una riserva vera nel continente europeo che restituisse un territorio ancora incontaminato, la sua flora e la sua fauna, al suo senso originario. Dopo dieci anni di una lotta estenuante contro la burocrazia, contro gli scettici,contro mille difficoltà', Patrice Longour instancabile veterinario di 56 anni, ha convinto sua moglie, Alena, e pochi amici a seguirlo. Ha parlato con tanti amanti della natura, con i politici e con gli investitori, ed e' riuscito a superare l'inerzia dell'amministrazione, convincendo anche un ministro dell'Ecologia. Longour e' andato a cercare un ambiente naturale del sud della Francia e vi ha portato specie selvaggie europee in pericolo come il bisonte europeo, cervi, cavalli di Przewalski, camosci, l'aquila reale e molte altre,libere di vivere in un ambiente unico con praterie e boschi per una estensione di 700 ettari. La riserva si trova a Thorenc nei pressi di Andon nella Provenza, tra le Alpi e la costa azzurra.
Oggi, dati i risultati positivi dell'integrazione della fauna selvatica in questo ambiente del sud della Francia, il Dr. Patrice Longour intende estendere il suo progetto ambientale, in particolare dove l'agricoltura moderna non può garantire la sopravvivenza delle aziende agricole tradizionali. Longour ha creato un modello di "ritorno alla natura" in un continente che finora ha visto solo crescere il cemento e la presenza umana. Ha accettato per la sua riserva una quantità' ridotta di visitatori, non con intenti commerciali ma allo scopo di finanziare il progetto; il parco e' più che altro rivolto a favorire l'attività' di ricercatori ed etologi interessati alla protezione delle specie selvatiche europee rimaste. La sua è un'idea nuova: un'idea africana in Europa. Una idea semplice e rivoluzionaria perché si basa su un no netto all'antropizzazione del territorio come modello unico.
Un modo concreto per uscire dal modello consueto della urbanizzazione consumistica come unica idea di sviluppo per l'Europa. Un'idea africana per dare ad un continente cementificato una nuova speranza.
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una volta mia madre aveva visto un programma in cui aveva ascoltato che in certe tribù africane una famiglia acquista prestigio confermemente al più grande numero di figli possibile. anche se non so dire se fosse una tribù del Botswana o di altra nazione africana, non possiamo dimenticarci della cultura ancestrale che fa il suo, perfino a dispetto del fatto che qualche missionario per aiutare la popolazione proporrebbe un modello differente (cosa che per andare in porto però necessita il guadagno di fiducia da parte della popolazione locale -l'ho visto in un film che si basava su fatti realmente accaduti in Africa-).
RispondiEliminasperiamo bene per la riserva naturale in Europa che continui ad andare a buon fine. ne beneficierebbero sia uomini che animali che alberi. è che la presenza umana non è che stia bene perennemente nel cemento. quando migliaia di anni fa i più pascolavano greggi non c'era l'enorme quantità di patemi di oggi
ps: il film raccontava che l'età in cui si sposavano le ragazze della tribù era 15 anni. niente istruzione, il primo ospedale appena raggiungibile solo attraverso l'unico camioncino di proprietà del missionario, forse dopo ore di traversata di un cammino dissestato. il cibo approssimativo.
RispondiElimina"L'età in cui si sposavano le ragazze della tribù era 15 anni"
EliminaNulla di piu' naturale, qualsiasi animale si comporta cosi'.
Allora, per favore, mettiamo le cose nella giusta prospettiva, e lo si fa con la calcolatrice: 700 ettari equivalgono a 7 chilometri quadrati, ovvero un cerchio di un chilometro e mezzo di raggio. Sì, hai letto bene: UN chilometro e mezzo. Ci entri da un lato alle due del pomeriggio, cammini a passo neppure tanto spedito, da pensionato della domenica, e ne esci dall'altro lato alle due e trenta. Non prendiamoci in giro, non è una riserva, è un giardinetto - basterebbe metterci uno scivolo e un'altalena... et voilà!
RispondiEliminaPerò, come riempie la bocca quel SETTECENTO ETTARI. Sì, sì, il fatto che costui si sia fatto il giardinetto privato (e, sia inteso, buon per lui) cambierà il destino naturalistico dell'Europa tutta, Italia inclusa. Ora mi sento più tranquillo.
Infatti, per non parlare del fatto che il 99,99 per cento degli "ecologisti" dice di amare la natura, ma per natura intende un mondo rigidamente controllato dalla pianificazione umana, magari con piccole riserve recintate e circondate come questa di cui si parla: e' piu' forte di loro e non si accorgono minimamente dell'assurdo concettuale (ci sta dentro anche l'urbanistica, agobit, poche discipline sono avverse nemiche della natura naturale, in cui andrebbe compreso anche l'uomo, quanto lo e' l'urbanistica).
Eliminaquote: "Nulla di piu' naturale, qualsiasi animale si comporta cosi'."
RispondiEliminanaturale? ti sembra accettabile? e allora, cosa ci facciamo qui a lamentarci?
Già. In più non sono a conoscenza di altri animali che hanno scelto per sè l'attributo (doppio) di sapiens sapiens. Quando le si spara grosse bisognerebbe quanto meno tentare di tener fede.
Elimina"e allora, cosa ci facciamo qui a lamentarci"
EliminaQuesta e' una domanda che vi dovreste porre, in effetti, dato che cose assolutamente naturali vi sembrano inaccettabili. ;)
Diaz, è anche perfettamente naturale buscarsi un tumore, però c'è tanta gente che se ne lamenta e che, chissà perché, quando capita fa di tutto per liberarsene. Altrettanto naturale è morire di parto, o anche solo perdere i denti, la vista, l'udito, farsi mordere da un crotalo, zompare sulla schiena di quella ragazzotta pacialotta che ti piace tanto anche se ti dice di no... Tutte cose che, per quanto naturali, tanta gente (me compreso) cerca di evitare. E quanto ci si lamenta quando non ci si riesce!
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