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domenica 28 agosto 2011

QUELLO CHE NON SI PUO' DIRE SULLA TBC A ROMA

Dal sito del Corriere.it: "ROMA - Altri dieci neonati , tre femmine e sette maschi, sono risultati positivi al test per la tbc: tre dei bambini positivi sono nati nel mese di marzo, tre nel mese di maggio, tre nel mese di giugno e uno nel mese di luglio, tutti al policlinico Gemelli di Roma dove lavora l'infermiera che si è ammalata di tubercolosi. La notizia è stata comunicata dall'Unità di coordinamento della Regione Lazio, chiamata a gestire l'attività di controllo sui nati al Policlinico Gemelli inseriti nel programma di sorveglianza sulla Tubercolosi. Il totale dei bimbi positivi al test sale dunque a quota 34. C'è poi il caso della bimba di cinque mesi ricoverata al Bambino Gesù, le cui condizioni non destano preoccupazioni e la cui malattia però non è ancora collegabile con certezza all'infermiera del Gemelli, ora ricoverata allo Spallanzani".

Commento del curatore del Blog
La colpa della epidemia non è della povera e ignara infermiera, come all'inizio si è sostenuto. Né dei medici del Gemelli che, fino a prova contraria, non dispongono di apparecchi radiologici installati nel cervello, come a volte si pretende. Il problema nasce dal continuo massiccio afflusso nel nostro paese di immigrati provenienti da zone dove la TBC è endemica, fortemente diffusa tra la popolazione. Aree dove la povertà, la mancanza di risorse e la corruzione impediscono sia di sottoporre a screening le persone che di curarle con terapie adeguate. Aree caratterizzate tutte da un alto tasso di natalità e da sovrappopolazione che impedisce le politiche di investimento in sanità, strutture diagnostiche, farmaci, strategie di sviluppo. Questa verità è inutile cercarla sui giornali o nelle notizie di radio e tv, non la troverete, perché non è politicamente corretta. Secondo i midia nostrani (ma anche europei, un po' meno quelli americani più empirici e basati su dati reali) i casi di tubercolosi in aumento in tutto l'occidente sono fatalità, disattenzione, errori individuali o casi di malasanità. Nel nostro paese i casi di tbc erano circa un centinaio all'anno negli anni 70, mentre oggi sono 5000 casi all'anno (dati istat, sottostimati in quanto vengono riportati solo i casi regolarmente denunciati e diagnosticati, tralasciando tutti i casi non diagnosticati e di tbc latente- la maggioranza-). Questo vertiginoso aumento in pochi anni non è frutto di dinamiche individuali, errori di singoli o fatti episodici. Al contrario è frutto del massiccio incontrollato afflusso di clandestini e irregolari nel nostro paese, dove a differenza ad esempio degli Usa, non viene eseguito alcun controllo sanitario, nessuna radiografia, nessun esame di laboratorio prima di accordare un qualunque permesso o carta provvisoria. Eppure molti dei casi individuati provengono da paesi, come quelli del centro e del nord Africa, in cui percentuali rilevanti della popolazione sono affetti da tbc o ne sono portatori latenti-le percentuali sono consultabili nei siti di epidemiologia della malattia tubercolare-. La TBC presenta attualmente una forte recrudescenza in Africa anche per la concomitante endemia della Sindome di immunodeficienza acquisita da retrovirus (AIDS), anch'essa legata alla sovrappopolazione e agli alti tassi di natalità in territori sprovvisti di minime risorse sanitarie. La diffusione della malattia tubercolare da parte di immigrati vale anche per quelli provenienti dal sud-est dell' Asia e da alcuni paesi dell'est europeo, dove una rilevante quota di popolazione è affetta dall'infezione. Nei nostri ospedali circa il 50 % di nuovi casi di tubercolosi riscontrati ogni anno riguardano immigrati provenienti dal centro e nord Africa, ed un altro 20-30 % da paesi asiatici e dell'est europeo. Spesso i malati hanno forme polmonari, ma molti hanno tbc sotto forma di "scrofola" (tbc dei linfonodi), o di infezione intestinale, renale e ossea. Un'alta percentuale inoltre ha la forma latente di tbc, temporaneamente non infettante ma pronta a riattivarsi in qualsiasi momento. Non è dunque una sorpresa che sempre più cittadini italiani, come è il caso della infermiera del Gemelli, si possano ammalare e possano trasmettere il micobatterio alle persone con cui vengono a stare vicine (per la trasmissione basta la via aerea) come è avvenuto con i neonati del reparto di neonatologia. La trasmissione per fortuna non significa malattia, ma certamente porta in alto la probabilità di contagio. La necessità di strategie di contrasto alla malattia nei paesi di origine va collegata alla necessità di un adeguato controllo del tasso di natalità, perché solo con un rapporto più equilibrato tra popolazione locale e risorse ambientali è possibile attuare e finanziare campagne e mezzi di prevenzione e diagnosi, strategie terapeutiche, e ridurre i flussi incontrollati di immigrazione verso l'Europa.
La TBC non è l'unica malattia nel nostro paese (ed in Europa) legata agli alti flussi immigratori generati dalla sovrappopolazione. Basti ricordare la recente epidemia in centro Italia da virus del Nilo occidentale e altri Flavivirus come quello della Dengue, epidemia in Veneto e Lombardia (2009-2011) ma anche Lazio e altre regioni(2010-2011), entrambi trasmessi dalle zanzare nostrane mediante puntura di portatori per lo più immigrati provenienti da aree endemiche (Asia, Africa). Oppure le parassitosi intestinali come enterobius vermicolaris, entamoeba coli, strongyloides stercoralis, giardia intestinalis e tanti altri che ci vengono regalati dai flussi migratori non sottoposti ad alcun controllo per un mal inteso e mistificante senso del "politically correct". Queste parassitosi e virosi, come la tbc, trovano il proprio serbatoio e il mezzo idoneo di sviluppo e proliferazione in quelle aree densamente popolate e povere e sono intimamente connesse al problema sovrappopolazione e alle promiscuità determinata dalla arretratezza sociale ed economica.

PS Qui nessuno vuole ovviamente criminalizzare gli immigrati irregolari e clandestini, che sono vittime non colpevoli. Essi vanno curati, magari con aiuti che si rivolgano agli ambienti di provenienza, oltre che con la coscienza della malattia che la sovrappopolazione costituisce per l'intero pianeta. Criminali sono invece chi,sia esso amministratore, politico o operatore di midia, sapendo ma facendo finta di non sapere, mistifica sulla pelle di noi tutti per rigidità ideologica, interesse personale o pura stupidità.

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