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mercoledì 20 aprile 2011
Le città prima della rivoluzione tecnologica
Verso il 1300 l'Europa aveva pochi milioni di abitanti, le campagne erano popolate in poche zone, ancora diffuse erano le foreste. Le città più grandi, belle e popolose si trovavano in Italia. Firenze e Venezia avevano circa 100.000 abitanti, Milano 80.000, Bologna e Genova 60.000, Siena e Palermo 50.000. In Spagna Cordova contava 60.000 abitanti e Barcellona 50.000. A nord delle Alpi soltanto Gand e Londra raggiungono le 60.000 anime e l'unico mostro urbano, la città più popolosa del mondo di allora, rimane Parigi con presumibilmente 200.000 cittadini. La città in quell'epoca era soprattutto luogo di commercio e di mercato, in cui venivano smerciati i prodotti della campagna e degli artigiani, fornito di mezzi finanziari (le prime banche) e di imprese familiari dedite al commercio anche con luoghi distanti. La piazza era lo spazio dedicato al mercato, e le botteghe erano i luoghi degli artigiani e dei mercanti stabili. Sebbene ci fossero già le prime condizioni per il successivo sviluppo tecnologico e industriale, i luoghi erano ancora a dimensione umana ed in equilibrio con la natura. Intorno all'anno 1000 era cominciata l'ascesa della curva demografica che avrebbe portato allo sviluppo in dimensione dei centri urbani, dei borghi e sobborghi, con l'ampliamento delle mura cittadine e il progresso economico e tecnologico. Ma ancora non c'erano gli eccessi dovuti all'umana arroganza nel gestire i nuovi mezzi tecnologici, che avrebbero condotto nei secoli successivi al boom demografico e al degrado dell'ambiente planetario.
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