Cancellati dal mare, morti senza nome. I migranti lasciavano una terra dove non avevano più nulla, neanche la speranza, e andavano verso una terra immaginaria che non hanno mai raggiunto. La pietà per quei migranti non deve però lasciare inascoltata la domanda di fondo. Quelle persone non le voleva nessuno: non sarebbero fuggiti se li avessero voluti dove erano nati. Non li volevano dove cercavano di andare. Che senso ha tutto questo?
Quelle onde del mare che hanno inghiottito decine di migranti hanno parlato un linguaggio di un mondo ferito. Non sono un caso di brutalità delle leggi della natura. La natura è ciò che l'abbiamo resa con il nostro egoismo: un mondo ostile ai nostri desideri senza limiti. La specie umana ha superato il suo limite, ogni limite. Il mondo è, a causa dell'uomo, un mondo di eccessi. Eccesso di consumi, eccesso di inquinanti, eccesso di produzione, eccesso di megalopoli, eccesso di cemento, eccesso di denaro, eccesso di avidità. Ma non solo, anche eccesso di uomini, che è la prima causa di tutti gli altri eccessi. Se gli uomini sono troppi, non possono che avere una natura contro. Un mondo con un numero minore di umani è, paradossalmente, un mondo più umano, più vicino alla natura, capace di ascoltare il suo linguaggio. Un mondo con meno uomini è un mondo che da più valore agli uomini. Un mondo con un minore egoismo della nostra specie è un mondo che non rifiuta ma vuole l'uomo.
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