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domenica 19 dicembre 2010
La popolazione cresce in maniera inarrestabile
Siamo ormai vicini a sette miliardi di umani, mentre gli animali regrediscono sia in numero che in varietà e si ritirano in aree sempre più ristrette della Terra. Le città, come un cancro pieno di metastasi, si estendono sempre più nei territori circostanti, divorando ogni giorno ettari su ettari di boschi, campi, prati, colline, sponde di fiumi. La natura regredisce lasciando il campo ad una grigia struttura di cemento che si somiglia in ogni angolo della Terra. L'occhio dell'uomo, che una volta poteva rivolgersi a distese sconfinate di verde, di alberi, di natura, oggi non può guardare da nessuna parte senza incappare in orribili manufatti umani composti di asfalto e cemento. Le città sono non solo un cancro ma portano al cancro: inquinanti di ogni genere riempiono le strade cittadine, i locali delle nostre case. Le gallerie delle metropolitane, le strade, i muri delle case sono imbrattati e pervasi di polveri di amianto, potente cancerogeno di cui sono composte le strutture delle nostre case. Le campagne, le sponde dei fiumi, le acque dei ruscelli, il mare lungo le sue rive sono pervasi da tossici come arsenico, piombo, alluminio, pesticidi, veleni chimici che ormai invadono il nostro corpo e compongono in maniera irreparabile la struttura stessa delle nostre ossa. Di fronte a tutto questo, alcuni imbecilli ancora si lamentano del basso tasso di natalità, propongono politiche per favorire la proliferazione umana, politiche volte a "salvaguardare la famiglia" (Sic!). Preti e iman (pedofili o meno) predicano la natalità in nome di un dio che non ha altro nome di quello di Caos o Distruzione, Nichilismo puro. Impediscono in tutto il mondo l'uso dei contraccettivi, sorridono felici in mezzo a nuguli di bambini in posti dove la fame è il segno che la natura rifiuta l'arroganza umana della proliferazione. Questi predicatori di necrofilia sorridono ebeti di fronte alla morte del mondo, storditi dalla droga della figliolanza. Gli africani stessi oggi ci chiedono di fermarci, di smetterla di inviare aiuti in cibo e materiali (per lo più di scarto) perché gli aiuti stanno uccidendo l'Africa. Popolazioni di zombie vivono in mezzo al deserto della natura, accovacciati tra sacchi di cibo e farina, incapaci di reagire, circondati dall'unico prodotto che sono in grado ancora di fare: figli e fango. Nessuno insegna loro come si lavora la terra, come ci si rimbocca le maniche, come badare a se stessi e migliorare la propria esistenza, come si deve costruire un rapporto con i luoghi, e non come offenderli con altri figli.
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