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lunedì 21 gennaio 2013

EUROPA: STOP AL CONSUMO DI SUOLO ENTRO IL 2050


Con il documento “Orientamenti in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo” la Commissione Europea ha di recente posto l’attenzione all’eccessivo consumo di suolo nel Vecchio Continente.
La sfida – peraltro ambiziosa come ammette lo stesso Janez Potočnik commissario europeo per l’ambiente – è quella per cui ogni Stato membro dovrà tener conto delle conseguenze derivanti dall’uso dei terreni entro il 2020, con il traguardo di un incremento dell’occupazione di terreno pari a zero da raggiungere entro il 2050.
“La posa di superfici impermeabili nel contesto dell’urbanizzazione e del cambiamento d’uso del terreno, con conseguente perdita di risorse del suolo, rappresenta una delle grandi sfide ambientali per l’Europa d’oggi” scrive nella prefazione al documento Potočnik.
Prima di addentrarsi a spiegare quali possono essere gli approcci tesi a limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo, la Commissione Europea indica un elemento di base necessario per raggiungere l’obiettivo “consumo di suolo = zero”: la piena collaborazione tra tutte le autorità pubbliche competenti, non solo dei dipartimenti preposti alla pianificazione e alle questioni ambientali ma anche, e in particolare, quegli enti governativi (Comuni, Province e Regioni) che gestiscono un territorio. È quindi ora che il consumo di suolo diventi un’aspirazione condivisa.

Dalla metà degli anni ’50 la superficie totale delle aree urbane nell’UE è aumentato del 78% mentre la crescita demografica è stata di appena il 33%.

Questo significa che in tutta Europa la tendenza a “prevedere” piani di espansione urbanistica senza un’equilibrata correlazione con le effettive esigenze demografiche è prassi comune.
Attualmente, le zone periurbane presentano la stessa estensione di superficie edificata delle aree urbane, tuttavia solo la metà di esse registrano la stessa densità di popolazione.

Lo sprawl è un fenomeno pericoloso: la diffusione di nuclei caratterizzati da bassa densità demografica costituiscono una grande minaccia per uno sviluppo urbano sostenibile.

Inoltre l’espansione della città eleva i prezzi dei suoli liberi entro i confini urbani incoraggiando così il consumo verso l’esterno, consumo che a sua volta genera nuove domande di infrastrutture di trasporto e pendolari che si spostano per raggiungere il proprio posto di lavoro. (Dal sito web di "Salviamo il paesaggio").
L'articolo prosegue spiegando in cosa consiste il process di impermeabilizzazione dei suoli generato dalla cementificazione edilizia e dall'asfaltatura delle strade. L'impermeabilizzazione porta danni al bilancio energetico, alle risorse idriche, all'inquinamento da polveri sottili, alle piante e agli animali. 
Unica nota da fare all'estensore dell'articolo riguarda quell' "appena" 33% di crescita demografica. Quel 33 % in cinquant'anni, al netto dell'immigrazione clandestina, è stata all'origine del disastro ambientale europeo e causa di fondo della cementificazione massiccia e del consumo dei suoli. Una popolazione stazionaria o in "rientro dolce"  non avrebbe mai generato quella pressione antropica  e di espansione infrastrutturale che ha portato al collasso le aree verdi del continente. Italia compresa, visto che per consumo di suolo siamo ai primi posti.

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