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giovedì 19 agosto 2021

La caduta di Kabul

Una breve nota a commento della caduta, prevista da tempo, della capitale dell'Afghanistan. Solo per constatare ancora una volta come il mondo reale è molto diverso da quello rappresentato nelle conferenze sul Clima o nei libro dei sogni dei movimenti verdi e arcobaleno. Mentre il mondo è sempre piu esposto alla crisi climatica e agli effetti del surriscaldamento atmosferico si viene a conoscere, ai margini della caduta del governo fantoccio filo americano, che nel paese sono in costruzione vari gasdotti e oleodotti con l'intento di portare milioni di tonnellate di idrocarburi l'anno dal Turkmenistan e dall'Iran alla Cina, al Pakistan e all'India dove sono evidentemente previsti giganteschi nuovi consumi di gas e petrolio che si vanno ad aggiungere alle enormi quantità bruciate attualmente, con pesanti immissioni di carbonio in atmosfera. E' evidente che dietro la lotta per il potere nel paese, i profitti e le tangenti del transito dei dotti costituiscono uno dei principali bottini che andranno a premiare il vincitore (l'altro è la coltivazione e la produzione del papavero con la relativa produzione di oppio ed eroina). India, Pakistan e Cina, si apprestano a raddoppiare i consumi di petrolio e gas a beneficio delle proprie economie in crescita e avviate a incrementare popolazione e consumi.Sono evidentemente lontane e relegate nel mondo dorato dei sogni e delle belle intenzioni da dare in pasto elle addormentate opinioni pubbliche occidentali, le belle sale affollate di inutili delegati che passano intere giornate a disquisire sul grado di riscaldamento in più o in meno, e sulla sostituzione dell'economia da idrocarburi in quella dei pannelli solari e dei mulini a vento. Memorabili (ma presto dimenticati) i bei slogan buoni per i palati dei cittadini europei e americani che debbono sganciare i soldi per mantenere l'apparato puramente propagandistico. Nel frattempo i barbuti talebani si apprestano a intascare i crescenti introiti in dollari per la gestione di questi condotti. Credere che i nuovi signori di Kabul siano isolati è un'altra delle illusioni occidentali. Tutta l'area geopolitica che circonda il paese, compresa la Russia di Putin, è in ebollizione per mantenere ottimi rapporti con gli scolari di Allah
Dalla Stampa internazionale:
"Il “sogno – geopolitico – americano” in Afghanistan si chiama TAPI, ovvero il gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India. Un progetto da 8 miliardi di dollari, lungo 1700 chilometri, che dovrebbe trasportare il gas naturale turkmeno attraverso l'Afghanistan, in quello che viene descritto dagli stessi Usa come un “corridoio di transito cruciale”, dal bacino del Mar Caspio al Mar Arabico.
Sostenuto dall'Asian Development Bank (ADB), il TAPI ha il potenziale per trasportare 3,2 miliardi di metri cubi di gas al giorno dai giacimenti del Turkmenistan, passando vicino alle città di Herat e Kandahar, attraversando il Pakistan vicino a Quetta e collegandosi con i metanodotti di Multan, nella regione del Punjab pakistano.
Gli Stati Uniti avevano propagandato il progetto come “collante magico” che avrebbe legato le diverse aree (spesso in attrito), in un quadro di cooperazione interdipendente: “Oltre a isolare ulteriormente l'Iran – si legge in un documento del 2011 dell'Institute of Asian Studies – l'interdipendenza risultante e i benefici della cooperazione potrebbero fungere da catalizzatore per la pace tra India e Pakistan”."
Pechino in questo senso si sta segnalando per il suo attivismo nell’Asia centrale e recentemente ha incontrato autorità di diversi paesi della regione. Per rafforzare il suo prestigio, inoltre, lavora sul fronte economico attraverso lo strumento della Belt and Road. “Noi possiamo espandere il Corridoio economico Cina-Pakistan (CPEC) all’ Afghanistan e migliorare il livello della cooperazione commerciale e dell’interconnessione tra l’ Afghanistan e gli altri paesi nella regione”, ha spiegato Wang Yi. Il CPEC è stato lanciato nel 2013 nell’ambito di Belt and Road e prevede una rete di strade, porti, gasdotti, oleodotti e reti in fibra ottica in Pakistan per collegare i due versanti dell’Eurasia. E’ considerato un progetto altamente strategico da Pechino per la sua stabilità energetica e per la sua geopolitica regionale. E' in costruzione inoltre il nuovo gasdotto e oleodotto dall'Iran che attraverso l'Afhanistan porterà gas e petrolio verso il gigante consumatore cinese..."

7 commenti:

  1. La Cina sembra essere arrivata ad una stabilità demografica, forse anche una decrescita.
    Il Pachistan, invece, è uno dei paesi islamici tumore.

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    1. Non "forse", in Cina la popolazione cala davvero, l'India la sorpasserà. Sarà colpa dell'inverno demografico. Per la disperazione dei pesci grossi con sogni di grandezza e di dominio mondiale che necessità di molta carne da cannone.

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  2. Interessante novità dalla Cina, oggi 21 agosto: una nuova legge permette ai Cinesi di avere tre figli. La politica del figlio unico (1980-2016) è defunta. Il governo è preoccupato per l'invecchiamento della popolazione. La nuova legge non potrà tuttavia evitare un calo demografico nei prossimi anni. Bisogna poi vedere come i Cinesi risponderanno alle attese del governo. Sembra che non ne vogliano sapere d'incrementare le nascite (i figli costano, anche in Cina). La politica del figlio unico fu attuata anche con durezza (aborti, multe salate, perdita del lavoro). Forse adesso arriveranno gli incentivi per avere più figli (un nuovo smartphone, l'automobile, sgravi fiscali, regalini vari?).

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  3. Sul sito Apocalottimismo c'è un'interessante analisi di Jacopo Simonetta che esamina la storia recente dell'Afghanistan dal punto di vista demografico. Come ho scritto nei commenti, più volte, vedendo le foto dell'Afghanistan con tante persone, tante pietre, e nemmeno un filo d'erba, mi sono chiesta cosa trovino da mangiare. Sono anni che il paese esporta profughi in quantità impressionante, e non solo a causa della guerra. Già adesso il World Food Program chiede aiuti perché la gente è alla fame - ma è più unico che raro sentir dire perché - le ragioni profonde, non la crisi del momento.

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    1. "e nemmeno un filo d'erba"

      È vero sto fatto, che paese arido. Sì, chissà cosa mangeranno. Ovini? Ma anche questi hanno bisogno di erba.
      Leggo che l'Afghanistan ha 38 milioni di abitanti. Pochi o tanti o anzi troppi? Non so quanto sia grande quel paese e quale sia la densità di popolazione.
      Le nostre anime belle predicano l'accoglienza, oltre che dei neri ora anche degli afghani. Apriamo i cuori e le porte a milioni di afghani, certo.
      Intanto leggo su televideo che nel Tigray, regione dell'Etiopia, 900'000 sono minacciati di morte per fame e cinque milioni necessitano di interventi umanitari urgenti. Ma non leggo nessun appello per accogliere questa povera gente.
      E di Haiti che facciamo, ce li siamo già scordati?
      "Eh no, se va avanti così chissà come finirà" (Il ragazzo della via Gluck).

      P.S. Persino Alessandro Magno non venne a capo dell'Afghanistan e dovette ritirarsi ...

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    2. E soprattutto, non leggi nessun appello per portare la contraccezione in posti che regolarmente hanno di questi problemi...
      Ecco la risposta ad alcune delle tue domande: https://www.apocalottimismo.it/afghanistan-qualche-considerazione/
      Suppongo che più che pecore mangino capre, che spazzolano tutto quel poco che trovano. Comunque se cresce così tanto oppio, ci saranno anche dei campi coltivati.

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    3. Grazie a Gaia per la utile segnalazione di Afghanistan: qualche considerazione dio Jacopo Simonetta.

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