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sabato 7 aprile 2018
Energia: la rivoluzione diventa italiana
Il reattore ITER in costruzione a Cadarache (Francia)
A pochi chilometri da Roma, a Frascati, sta per nascere il DTT (Divertor Tokamak Test) una piccola centrale a fusione nucleare che avrà il compito di studiare i carichi termici del plasma sulle strutture del tokamak, la camera toroidale contenente il plasma di reazione della fusione. Tempo di realizzazione 6 anni. Ad ospitare la centrale si sono candidate molte regioni italiane (Lombardia, Veneto, Toscana,Abruzzo, Puglia) ma è il Lazio che è stato scelto da ENEA. La costruzione vedra' l'investimento di 500 milioni da parte del consorzio internazionale incaricato del progetto e un indotto complessivo di due miliardi e 1600 posti di lavoro. L'impegno italiano sulla fusione non finisce qui. E' in Liguria presso la Leonardo che si stanno costruendo i supermagneti per il confinamento del plasma che andranno a far funzionare ITER, il mega reattore a fusione in costruzione a Cadarache in Francia e finanziato da molti grandi paesi come Europa, Usa, Cina e India. Anche per Iter è la tecnologia italiana che eccelle con i suoi contributi: l'Italia produrrà sia i supermagneti per il confinamento del plasma che le superfici di rivestimento interno delle camere toroidali. Infine, la notizia è di alcuni giorni fa, l'Eni è entrata con 50 milioni nel progetto Sparc del MIT americano con l'intento di accorciare i tempi rispetto a ITER: 15 anni per la realizzazione di un nuova macchina tokamak più piccola e più efficiente con produzione di energia elettrica da fusione operativa, invece del 2050 previsto dagli ingegneri di ITER. Praticamente si tratta di un salto temporale che potrebbe cambiare la storia della Terra e della presenza umana su di essa in meno di venti anni. Lo Sparc si basa su una nuova tecnologia dei magneti che implica l'uso di superconduttori ad alta temperatura (meno 200 gradi, invece dei meno 270 dei supermagneti classici alle leghe di niobio e titanio). Questi superconduttori utilizzano l'ossido di ittrio, bario e rame e furono scoperti negli anni 80 da Karl Muller e Jhoannes Georg Bednorz, a cui per la loro scoperta fu conferito il Nobel per la fisica nel 1987. Questi nuovi magneti basati sui superconduttori ad alta temperatura permettono la costruzione di reattori a fusione 65 volte più piccoli rispetto ad Iter e più potenti nel confinare il plasma. Una volta ottenuto un sistema di confinamento del plasma affidabile, si apre la strada all'energia da fusione per l'uso quotidiano e commerciale. L'idrogeno e i suoi derivati (deuterio e trizio) sono il combustibile ubiquitario ed inesauribile, e l'energia ottenibile dalla fusione e' come quella delle stelle: infinita. Non vi sono scarti radioattivi come nelle centrali a fissione. Nessuna emissione di carbonio. Questa tecnologia permette quindi di aprire scenari imprevedibili. La disponibilità' di energia carbon-free risolve il problema del riscaldamento atmosferico planetario. La non dipendenza da fonti energetiche strategiche localizzate solo in determinati paesi rende potenzialmente universale l'uso della nuova energia e indipendenti le economie delle varie zone del globo. La fine della disuguaglianza nella disponibilità' delle fonti energetiche contribuiràe all'uguaglianza economica delle varie aree del pianeta. Questo consentirà di abbattere le differenze e ridurre la necessita' delle migrazioni di popolazioni svantaggiate. Uno sviluppo economico diffuso ed equo su tutto il pianeta e' inoltre la condizione per impostare una politica di rientro demografico sostenibile economicamente e politicamente. La fusione renderà' inoltre obsolete le altre energie rinnovabili la cui produzione di energia e'costosa, poco efficiente e limitata e soggetta a variazioni in base alle condizioni meteorologiche. Scompariranno così' dal paesaggio torri eoliche, pannelli solari, dighe in cemento per l'idroelettrico ecc.
La rivoluzione tecnologica della fusione e' in grado di dare quella svolta che puo' portare il pianeta fuori dalla crisi ambientale senza passare per eventi catastrofici. Fondamentali per gli scenari futuri saranno le altre rivoluzioni tecnologiche in atto o che stanno per partire. L'uso infatti della intelligenza artificiale, dei sistemi robotizzati di produzione e i robot destinati alla assistenza e servizi, sono condizioni che -insieme all'energia pulita inesauribile- possono consentire il rientro demografico senza devastanti crisi economiche, mancanza di forza lavoro, carestie alimentari e guerre per le risorse. I processi produttivi e commerciali, grazie alla rivoluzione tecnologica, possono continuare a funzionare pur in presenza di una curva demografica in rallentamento e una società per alcuni decenni destinata ad essere composta in prevalenza di anziani, come quella tanto temuta dai demografi e indicata come società' delle culle vuote. La possibilità' di mantenere e migliorare in maniera uniforme il livello di vita delle popolazioni su tutto il pianeta potra' consentire quei fenomeni sociali legati al benessere (liberazione e istruzione della donna, scolarizzazione oltre l'adolescenza, miglioramento dei servizi sanitari, sostegno alla popolazione anziana ecc.) che favoriscono la riduzione dei tassi di natalità' e la procreazione consapevole.
Con queste importanti mosse sul tema della fusione le imprese e le istituzioni scientifiche italiane si situano ai primi posti nella corsa alla realizzazione dei prototipi e poi nella produzione e commercializzazione delle centrali operative.Fa una certa impressione vedere come l'Italia, politicamente in crisi e senza governo, con un sistema politico da paese del terzo mondo, stia almeno concorrendo con la sua ricerca tecnologica in modo sostanziale ed efficace nello sviluppo della nuova energia che tra qualche decennio rivoluzionerà' il pianeta.
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Alla fine se tutto va bene si dimostrera' che bastano soli due miliardi e mezzo di euri per costruire un macchinario immane che produce tanta energia quanta ne faceva gia' un normale scaldabagno a legna.
RispondiEliminaQuesto tuo commento così brillante l'hai partorito in bagno, appunto?
EliminaUn sacco di idee geniali e innovative vengono partorite in bagno, ma questa che ho partorito sopra purtroppo e' solo una ovvieta' confermata da tutti i fatti finora osservati.
EliminaD'altra parte, e' tipico per chi vede collassi e catastrofi da tutte le parti, aggrapparsi per compensazione a speranze altrettanto immaginarie e demenziali per cercare di neutralizzare le sue paure e angosce (vedi la fusione fredda, che fine ha fatto? un'ennesima "arma segreta", o macchina di goldberg, o piu' prosaicamente bufala, sperata, e poi spacciata, come palingenetica).
Ho trovato il "le scienze" citato da Agobit che parla dell'argomento, lo stato dell'arte della fusione, e' quello di gennaio 2017, e nell'introduzione del direttore si legge:
"Che non fosse un’impresa facile, lo si sapeva dall’inizio. Per sfruttare una fonte di energia così straordinaria occorre infatti generare un plasma e confinarlo a temperature dell’ordine dei 100 milioni di gradi. Almeno. Un reattore, insomma, deve comprimere il plasma surriscaldato in uno spazio relativamente piccolo dentro una camera a vuoto e mantenervi i nuclei finché avvengono le reazioni. Ma forse non molti pensavano che fosse così difficile. Al punto che a distanza di oltre sessant’anni dai primi studi non è ancora stato realizzato un prototipo di reattore funzionante con continuità, e dunque siamo molto lontani dal sogno di reattori commerciali. Le speranze si erano riaccese nel 2006, con il lancio del progetto internazionale ITER, la cui costruzione è in corso a Cadarache, in Francia. Ma i progressi sono lentissimi, e i costi lievitano. Come racconta W. Wayt Gibbs a pagina 28, la costruzione avrebbe dovuto terminare nel 2016, a un costo di 11 miliardi di dollari. Che nel frattempo sono diventati 20. Ma, peggio, nella migliore delle ipotesi ITER «non sarà operativo prima del 2035». Difficoltà analoghe le attraversa la National Ignition Facility del Lawrence Livermore National Laboratory, una macchina da 4 miliardi di dollari sviluppata per la ricerca militare. Al momento, l’energia prodotta dalla NIF dovrebbe aumentare di 30.000 volte per compensare i laser usati per il confinamento dei minuscoli contenitori di combustibile. Anche guardandoli con ingiustificato ottimismo, questi progetti mastodontici non arriveranno a immettere elettricità in rete almeno fino a metà del secolo. Eppure il sogno della fusione termonucleare controllata è così ambizioso da aver attratto l’interesse di grandi investitori privati, da Amazon a Microsoft fino a Goldman Sachs. E neonate società come General Fusion, Tri Alpha o HyperV Technologies stanno sviluppando progetti meno colossali, meno costosi e più pratici di quelli istituzionali. Qualcuno nutre ancora molte speranze, qualcuno è scettico. Ma la posta in gioco è così alta che vale ancora la pena di investire nello sviluppo di una tecnologia che, a un secolo dalla scoperta dei principi fisici che governano il fenomeno della fusione, rimane ancora una chimera."
Tradotto in volgare, siamo di fronte a immense burocrazie (e lo sono anche i grossi complessi industrial-militari privati americani, non solo quelli pubblici europei) specializzate nell'ingrandire sempre di piu' se stesse: sono grandi buchi neri economici, sociali e civili impegnati nel far scomparire enormi quantita' di risorse, materiali ma anche mentali, entro il loro buio orizzonte degli eventi. Che poi cerchino di pubblicizzarsi e spacciarsi come salvatrici dell'umanita', che senza il loro fervido e costoso impegno e' altrimenti destinata ad una rapida e dolorosa fine, e' altrettanto tipico e fa parte del gioco.
" e' tipico per chi vede collassi e catastrofi da tutte le parti, aggrapparsi per compensazione a speranze altrettanto immaginarie"
EliminaSaper vedere cio' che ci e' più' vicino e' a volte un compito arduo, lo diceva un grande filosofo del 900. Anzi più ci e' vicino, presente davanti agli occhi, più' siamo incapaci di vedere cio' che più' ci riguarda. Non e' necessario ricorrere al tema del pensiero antropocentrico per giustificare questa cecità' di Homo di fronte ai disastri da lui stesso generati. E' forse banalmente solo abitudine. Siamo troppo abituati al disastro per riconoscerlo come tale. Ci pare normale quotidianità'. Non vedere i nuovi continenti di plastica che stanno distruggendo gli oceani, non vedere lo stravolgersi delle stagioni, l'avanzare del deserto, il riscaldamento globale...tutto normale. I poli si sciolgono, i mari si alzano, scompaiono isole. E' normale, si dice ..e' sempre stato così'. Le città' non sono più città ma immensi agglomerati di cemento estesi per chilometri e chilometri circondati da discariche e miasmi, fumi irrespirabili, particolato che sta distruggendo la salute e la vita di milioni di persone. E' normale si dice...e' follia dei catastrofisti dire che c'e' un disastro in atto. I fiumi e i laghi sono fogne a cielo aperto, tutti i terreni e tutti i prodotti della terra sono intrisi di veleni e di chimica e persino le api stanno morendo. Gli animali scompaiono, scompaiono migliaia di ettari di foreste, si estinguono le specie sotto i nostri occhi insensibili...eppure tutto questo non e' ancora un disastro per chi ha gli occhi di una sola specie che si ritiene padrona assoluta del cosmo. Siamo pazzi noi a vedere disastri. Intorno c'e' il giardino dell'Eden e l'uomo siede ben saldo sul suo trono al centro dell'universo...
"eppure tutto questo non e' ancora un disastro per chi ha gli occhi di una sola specie che si ritiene padrona assoluta del cosmo"
EliminaLo stai facendo anche adesso... questo che esprimi e' anch'esso un giudizio morale della specie che crede di essere la misura di tutte le cose perche' l'unica in grado di esprimere giudizi morali (nel bene e nel male, a seconda dei punti di vista morali, appunto): giudizio il tuo che in certi periodi e' di minoranza, in altri di maggioranza.
Giudizio che fra l'altro e' stato di maggioranza nei secoli che la maggioranza di oggi chiama "bui". E viceversa, e' sempre la stessa storia, sempre li' attorno giriamo.
Rilassati, siamo molto meno importanti di quanto crediamo, maggioranze e minoranze, "rabbuiati" e illuminati.
Quello che manca un po' a tutti e' un po' di sana modestia e umilta', in un senso e nell'altro: se ne avessimo, non saremmo mai arrivati in questa situazione, e senza non ne usciremo: riusciamo ad essere presuntuosi anche quando tuoniamo contro la presunzione: la mia critica vorrebbe andare in questa direzione.
Nella fattispecie, questo tipo di enormi e potenti marchingegni in oggetto, cosa crediamo che esprimano della natura umana, e da che parte tendano a far volgere il nostro futuro?
Salve; due notazioni anzi tre: nel post si dice che scompariranno le dighe: le dighe servono anche per l'acqua..."
RispondiElimina2) i tempi sono comunque lunghetti visto lo stadio in cui siamo del peak everything.
3) Il post mi pare un troppo ottimista sull'universalizzazione dell'energia e benefici per tutti: se la transizione si realizzasse prima del collasso globale ecologico ed economico, sarebbe comunque devastante in senso negativo ad esempio per la nazione russa. Dallìaltro lato la vedo dura istallare questi reattori in paesi tecnologicamente arretrati ed a rischio socio-politico-ambientale come ad esempio tutto il continente africano ma direi anche l'India: come la vedete voi l'India fra 20 anni, in piena crisi da effetto serra,sovrappopolazione...
4) recentemnente ho postao il link seguente su aspo Italia, destando scetticismi in quanto ad esser molto più avanti sarebbereo gli americani della Lockheed martin, gigante militare, unicamente perchè gigante militare ed americano...Forse avrebbero gradito molti dei putinofili nostrani che la Russia fosse più avanti nella ricerca? Ad ogni modo la multinazionale americana militare sembra molto più avanti degli europei... Ecco il link: http://www.thedrive.com/the-war-zone/19652/lockheed-martin-now-has-a-patent-for-its-potentially-world-changing-fusion-reactor
PS: quelli della Lockheed Martin ovviamente non regalerebbero tale tecnologia a nessuno, tanto meno a nazioni extra NATO...Fatevi due conti su cosa accadrebbe se quanto promesso dalla Lockheed Martin diventasse realtà...Addio Tokamak del consorzio europeo...
RispondiEliminaUltima notazione che aggiunge dubbi all'effetto bacchetta magica di tale tecnologia, specie se a vincere sarà la versione americana che sembrerebbe più avanti e più efficiente, cioè con dimensioni minori del reattore a fusione, tanto che programmano di istallarlo su grosse navi militari e sommergibili: si risolverebbe o quasi il problema dell'energia elettrica, ma in un contesto notevolmente peggiorato rispetto all'attuale per quanto riguarda effetto serra ed equlibrio alimentare: dire che produrre energia elettrica quasi gratis risolverebbe l'effetto serra mi sembra un tantino azzardato, visto ad esempio che l'attivazione dei feedback positivi climatici indotti da aumento temperature e deforestazione spinge per l'ulteriore passo nell'attivare il trigger climatico che ci porterà ad un nuovo equilibrio Dio solo sa di quanto gradi superiori agli attuali...Insomma fra 40 anni potremo ancora avere internet ed i calcolatori, ma in un contesto molto degradato ed incrudito dalle guerre alimentari,per l'acqua, per il contenimento della sovrappopolazione, delle infezioni, delle guerre economiche se a quanto pare vincerà la versione americana della fusione. Cmq caro dottore e collega sempre grazie per questo tuo blog.
RispondiEliminaEnnesimo mio commento: scusate...Questa accellerazione del consorzio tokamak internazionale, anche mediatica, mi fa pensare sia un tentativo di risposta alla Lockheed Martin che sembra molto più avanti e cmq ha scelto fin dall'inizio una strada diversa per il campo di contenimento elettromagnetico. Se gli americani mantengono le promesse, entro un lustro vedremo il primo reattore commerciale ( Ed addio al consorzio tokamak internazionale)
RispondiEliminaMi dispiace contraddire l'amico Agobit, ma io sono molto meno ottimista di lui.
RispondiEliminaIn particolare non credo proprio che una maggiore energia disponibile, ancorchè 'pulita' possa determinare un arresto ed un calo dell'incremento demografico, che rappresenta, come sappiamo, il problema numero uno.
Anzi, secondo me succederebbe proprio il contrario, secondo la formula (che ho letto da qualche parte, ma non ricordo dove): più energia = più popolazione.
Sperando ovviamente di sbagliare.
A Fra confermo che l'esperimento della Lockheed Martin e' uno dei tanti che varie imprese americane e in altre parti del mondo stanno conducendo per la realizzazione di reattori a fusione piccoli e compatti per usi limitati (anche se un piccolo reattore a fusione e' in grado di alimentare con energia elettrica una città' di 80.000 abitanti). L'intento e' di costruire reattori per navi, aerei, città', industrie ed altro completamente autosufficienti per anni. Sul tema della corsa ai reattori a fusione di piccole dimensioni alcuni mesi fa e' uscito un articolo molto documentato su Le Scienze.
RispondiEliminaAll'amico Lumen riconosco che la sua e' una visione condivisa da molti ambientalisti, ma che non mi trova concorde. La tecnologia e' l'unica strada che abbiamo per evitare il disastro. Se torniamo indietro...finiamo in un vicolo cieco. A parte il fatto che la scienza non si puo' fermare, neanche con i carri armati...
Caro Agobit, quello che dici sulla tecnologia (e la scienza) è vero.
EliminaSpero solo che tu abbia anche... ragione :-)
Si, come no. Sta storia va avanti da quando esiste la tecnologia. Funziona così:
Elimina1) problema p1
2) ricorso alla tecnologia
3) soluzione problema p1 e induzione di 10 problemi p2
4) ricorso alla tecnologia
5) soluzione dei 10 problemi p2 e induzione di 100 problemi p3
6) ricorso alla tecnologia
7) soluzione dei 100 problemi p3 e induzione di 1000 problemi p4
E così all'infinito.
Quindi, andare indietro non funziona perché saremo schiacciati dalla mancata soluzione della moltitudine di problemi che abbiamo creato, andare avanti neanche per lo stesso motivo perché ad un certo punto i problemi saranno talmente tanti che non riusciremo a risolverli. Siamo in un vicolo cieco. Senza speranza.
Elimina"Dal disastro non ci salverà' la politica purtroppo. Ma lo potrà' fare la tecnica con gli enormi progressi sulla robotizzazione, sulla IA, e sull'energia da fusione. Questo e' quello che credo io ..."
Aspetta e spera (che già l'ora s'avvicina). Forse si arriverà alla fusione, più sì che no, ma probabile che noi non la vedremo. Nel frattempo saremo cresciuti ancora di qualche miliardo (adesso ne sono già previsti dieci per metà secolo quando fino a non molto tempo fa si parlava di 9 miliardi per fine secolo). Poi tutti questi miliardi vogliono vivere da paperoni, tutto è dovuto, ogni desiderio è un diritto umano. La crescita continua ad essere la fissa di tutti, politici economisti sindacati partiti, persino la Chiesa. Fornire a questi pazzi più energia significa insistere sulla crescita - anche demografica. Che cosa manca ai pazzi suddetti per realizzare i loro folli progetti di crescita continua ed esponenziale? Energia, appunto. Se gliela servi non c'è motivo di cambiare programma. Mi associo a Lumen. Che poi un giorno (lontano) grazie ad energia a profusione e tecnologia la gente capirà che in meno si sta meglio è un pio desiderio. Anche quando saremo 10 o 20 miliardi una piccola flessione del tasso di natalità manderà in tilt i crescitisti che riprenderanno la solfa delle culle vuote.
Io credo che con più energia e più tecnologia l'umanità non ne uscirà. O sarà un mondo completamente diverso dal nostro e che non mi interessa: affari loro, di quelli che verranno. Ci vorrebbe un intervento immediato, la politica del figlio unico a livello mondiale (e premio consistente per chi non si riproduce), ma è naturalmente impensabile. Solo una crisi gravissima o qualche evento inatteso (l'asteroide) - cose che naturalmente non possiamo augurarci - potrebbe bloccare l'esplosione demografico-economicista. Non più energia, con la speranza che poi (quando?) l'umanità faccia giudizio, si dia una regolata.
Ascoltavo ieri su Repubblica una recensione di Augias su ciò che ci aspetta: quattro miliardi di Africani entro il 2050 (attualmente sono 1,2 miliardi). Ciò provocherà migrazioni pazzesche (i rétro dicono bibliche), diceva Augias - migrazioni inarrestabili, che dovremo subire. Perché dovremo subirle? Abbiamo confini riconosciuti ed eserciti per difenderli. Ma non li si vuole più difendere, qualcuno l'ha stabilito senza dircelo. Anche il papocchio insiste. Non vorrai mica sparare su migranti, donne e bambini? E allora spalancate le porte delle vostre case, mettete a disposizione dei poveri africani i vostri beni e conti correnti. E caos sia.
La tecnologia per affrontare il picco di produzione dei combustibili fossili e annesso cambiamento climatico c'è già! Si chiama energia pulita dal sole e dal vento. Producono oramai Terawatts in tutto il mondo ogni anno, adesso, non fra 50 anni come potrebbe fare (forse) la fusione nucleare, senza impegnare immani somme di denaro. E mi viene il sospetto che le somme di denaro in ricerca sulla fusione sia fatta per far piacere alle lobbies industriali.
Elimina"La tecnologia per affrontare il picco di produzione dei combustibili fossili e annesso cambiamento climatico c'è già! Si chiama energia pulita dal sole e dal vento."
EliminaSiamo sicuri che quello non sia pero' il tipo di energia, fra l'altro attualmente il piu' inutilmente costoso, di cui potremmo benissimo fare a meno?
La parte dell'energia veramente necessaria e' quella che serve a produrre combustibile organico, carbonico, alimento: solare e fotovoltaico sono totalmente inutili per tale scopo, servono solo per, eventualmente, diporto.
"una recensione di Augias su ciò che ci aspetta: quattro miliardi di Africani entro il 2050 (attualmente sono 1,2 miliardi)."
EliminaSe non fosse tragico, e' quasi divertente vedere i buonisti come Augias preoccuparsi per l'esplosione demografica africana, loro che predicano accoglienza senza limiti. Le aporie del pensiero politico contemporaneo sembrano tutte scaricarsi sul destino dell'Italia come porta di una europa in cui l'epoca illuminista e' al tramonto.
> Solo una crisi gravissima o qualche evento inatteso (l'asteroide) - cose che naturalmente non possiamo augurarci -
Elimina> potrebbe bloccare l'esplosione demografico-economicista.
Ho iniziato a rispondere come commento poi è diventato una pagina.
Spendere così tanti soldi per l'avanzamento militare, è una bestemmia contro l'Uno Creatore. Piuttosto, dovremmo prendere seriamente in considerazione l'abolizione effettiva degli eserciti militari. Il denaro riservato alla ricerca militare deve essere invece destinato all'esplorazione spaziale ed allo sviluppo delle tecnologie rivoluzionarie ideate dallo scienziato Nikola Tesla.
RispondiEliminaPurtroppo, le redini dell'umanità sono nelle mani di una piccolissima élite che ha come obiettivo la conservazione del potere materiale attraverso il lucro.
Aboliamo il denaro e restauriamo il baratto. Apprezziamo l'armonia della Natura e delle energie cosmiche.
Non voglio avere nulla a che fare con le masse umane composte perlopiù da decerebrati.
Che una civiltà extraterrestre liberi il pianeta Terra dalla disgraziata specie umana!
SEPOLCRI IMBIANCATI!
Un plauso a quel passo dell'Art.lo in cui viene efficacemente confutato il mito dei disastri che sarebbero collegati al calo della natalità autoctona (italiana ed europea) e all'invecchiamento medio della popolazione: "disastri" che appunto un saggio impiego delle risorse high-tech e delle fonti energetiche rinnovabili sono pienamente in grado di evitare. Senza contare che ci viene costantemente detto che la prox generazione starà PEGGIO di noi sia dal lato economico-sociale sia da quello ambientale: dunque per quale maledetto motivo dovremmo AUMENTARE il numero degli infelici e dei poveri del prox futuro ritornando a tassi di fecondità tipo Bangladesh o Nigeria?
RispondiEliminaCaro Claudio come puoi constatare da questo link:
RispondiEliminahttps://www.lesechos.fr/idees-debats/cercle/cercle-181377-surpopulation-et-environnement-le-debat-interdit-2167572.php
anche tra importanti componenti dell'ambientalismo si sta finalmente prendendo coscienza che il problema del pianeta e' la sovrappopolazione umana. E che se non fermiamo l'esplosione numerica della popolazione e delle nascite non potremo fare nulla per arrestare l'effetto serra e il collasso ambientale con la fine di tutte le altre specie. La retorica delle culle vuote e' da imbecilli che non hanno capito nulla del mondo in cui disgraziatamente vivono. Purtroppo tra le forze politiche in Italia e in Europa non ce ne e' una , compresi i partiti cosiddetti verdi, che non si straccia le vesti per le culle vuote e addirittura tutti hanno introdotto o stanno per introdurre forme di assistenza economica alle mamme. E' come dare le vitamine al cancro. Dal disastro non ci salverà' la politica purtroppo. Ma lo potrà' fare la tecnica con gli enormi progressi sulla robotizzazione, sulla IA, e sull'energia da fusione. Questo e' quello che credo io...
"Se c'è una cosa che l'uomo moderno occidentale tecnoteistico ha saputo dimostrare è che quanto maggiore è la sua disponibilità di energia tanto più si può e si vuole dedicare alla distruzione e all'annientamento dei sistemi viventi, dal più semplice al più complesso (il pianeta). Una disponibilità infinita (almeno su tempi storici) di energia, come potrebbe essere ottenuta imbrigliando la fusione nucleare, porterebbe un aumento ancora maggiore dell'ingerenza umana nei suddetti sistemi biotici e le conseguenze le puoi immaginare da solo. E' bello pensare che se mai dovesse avere un potere del genere l'umanità lo saprebbe gestire evitando di distrurre la vita sul pianeta, ma purtroppo l'analisi approfondita del comportamento della nostra specie, allorquando si viene a trovare in grado di usare nuovi potenti strumenti, fa pensare che si tratta di purissima utopia. La vita sul pianeta esiste da molto tempo, proprio perché non è mai accaduto che una qualsiasi specie potesse attingere a fonti infinite di energia."
RispondiEliminaPaolo Lambardi
Per quale misterioso e arcano motivo la maggiore disponibilità di energia dovrebbe causare, a differenza di TUTTE le occorrenze del passato, una diminuzione demografica e una qualche maggiore sensibilità e coscienza ecologiche?
È proprio questo il punto di dissenso con Agobit. Più energia, ulteriore miglioramento della vita di tutti, infine decrescita demografica. Seeee ... Quando poi? Nel 2150? Agobit sostiene però che senza questa fantomatica energia da fusione (che non è dietro l'angolo) sarebbe l'inferno per gli ormai inevitabili dieci miliardi (e passa) di esseri umani. Vero che di energia ci sarà bisogno, ma quanta, e a quale scopo? Perché tutti possano andare in macchina (o sulla Luna)? Ricordo che il problema del traffico urbano erà già insonstenibile decenni fa, quando di macchine ne circolavano molte meno. Alla fine del secolo scorso circolavano nel mondo intero circa 500 milioni autoveicoli. Siamo passati a oltre un miliardo nel giro di due decenni scarsi, il parco macchine si è raddoppiato in pochi anni. E si parla di due miliardi di auto per il 2025 (fra sette anni!). Marchionne si frega le mani. Ma avremo bisogno di tanta energia soltanto per l'acqua. Dissaleremo gli oceani con la fusione, ce ne sarà a iosa. Che bella cosa la fede o la speranza (virtù teologali) nell'energia infinita.
EliminaForse il difetto principale del pensiero energista-ambientalista, che poi e' la pretesa dell'applicazione del pensiero dominante di tipo tecnico-quantitativo-economico dei nostri tempi alla spiegazione dell'intera dinamica del mondo, e' nel pensare che a determinare il comportamento dell'uomo siano le risorse.
EliminaMa a determinare la maggior parte dei comportamenti dell'uomo non sono le risorse, e' la dinamica sociale, e quindi la cultura in cui si e' immersi: le risorse costituiscono si' un limite, ma relativo: all'interno di quel limite, che fra l'altro e' continuamente modificato dal pensiero stesso, puo' succedere, e prima o poi succede, di tutto.
In altri termini, non e' che ogni 7 anni si ha il raddoppio del numero di automobili solo perche' le risorse lo consentono: c'e' perche' la dinamica sociale e la cultura in cui si e' immersi lo consiglia, e una volta superata la massa critica finisce per imporlo, a tutti: quando quasi tutti hanno l'automobile tu non puoi non averla, quando quasi tutti hanno internet e lo smartphone tu non puoi non averli, quando tutti sono in facebook tu non puoi non esserci, quando tutti vanno a scuola tu non puoi non andarci, eccetera.
Non e' per caso che manifesta qualche resistenza e opposizione chi ha gia' qualche tendenza alla misantropia o al misoneismo.
Ma la novita' e' che negli ultimi decenni, anzi forse nell'ultimo secolo, con lo sviluppo del marketing economico e politico, rispettivamente nei paesi liberisti e comunisti, si sono esplicitate e affinate le tecniche del pensiero positivo per incanalare in modo premeditato e pianificato il pensiero di massa: quelle che prima erano abilita' istintive di pochi uomini naturalmente dotati di tali capacita', e destinati a diventare condottieri nella politica, nella guerra, nella cultura, nella religione o nell'industria, sono oggi diventate delle materie che si studiano all'universita' e sulle quali si consegue un diploma e una professione impiegabile alla fine di un corso di studi, in un impiego nello stato, nella politica, o nella grande industria. All'affinarsi di queste tecniche, si sono in parallelo sviluppati gli strumenti tecnologici per raggiungere e influenzare capillarmente tutti: dopo la stampa da cui e' seguita la necessita' di insegnare a leggere a tutti, e' stata la volta della radio, e il resto che abbiamo oggi, e che non a caso i movimenti politici e le industrie piu' recenti che millantano di essere nuovi e invece praticano il giuoco piu' antico del mondo, gabellano come diritto che deve essere assicurato a tutti (si', per dominarli meglio...)
Le recenti polemiche, e il cadere dal pero, su Cambridge Analytica, fake-news eccetera, mostrano non tanto che esistono le tecniche di influenzamento, che si sa benissimo che esistono da secoli in forma piu' o meno istintiva, e da molti decenni in forma deliberata e pianificata, ma che si comincia ad averne consapevolezza e a rivoltarcisi contro. Purtroppo solo quando sono "gli altri" a praticarle.
Secondo me, la recente instabilita' politica e emotiva delle folle in occidente e' da ascrivere non a spread, complotti, ambiente, corruzione, immigrazione eccetera, quelli sono solo sintomi quando non pretesti del disagio, la ragione profonda e' una inconscia consapevolezza di essere inermi strumenti di qualcosa di piu' grande e incontrollabile: lo spirito del tempo, coi suoi ingranaggi di influenzamento culturale. Purtroppo i piu' si illudono di potersi liberare da uno di quesi ingranaggi solo gettandosi in un altro.
Ma appunto, dopo la consapevolezza tecnico-scientifica che e' possibile tentare di indirizzare non solo il corso dello sviluppo ma addirittura cio' che le persone pensano e credono usando le opportune tecniche di condizionamento (a partire dal fatto che tutta o quasi l'azione di governo dell'economia del XX secolo applica le tecniche del comportamentismo pavloviano stimolo-risposta, incentivo-disincentivo, tanto nei paesi socialisti con la regolamentazione, che nei liberisti con la tassazione, e in entrambi con la galera per i non osservanti), comincia ad affiorare una qualche forma di consapevolezza e ribellione a questa che comincia ad essere percepita come una violenza e una sopraffazione, per quanto per il momento la reazione sia arruffata e si manifesti tirando calci a caso al primo capro espiatorio che passa nei paraggi, visto che tirare calci a se stessi come ingranaggi del meccanismo che ci soffoca risulta oltremodo scomodo e difficile, oltreche' spiacevole da ammettere per l'autostima, gia' piuttosto minata.
EliminaUn paio di articoli che sollevano il tema nel senso detto sopra, interessanti secondo me soprattutto perche' mostrano ribrezzo per comportamenti che essi stessi praticano e in cui sono immersi fino al collo:
https://www.internazionale.it/reportage/hannes-grassegger/2018/03/21/politica-facebook-cambridge-analytica
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/grande-fratello-ha-occhi-mandorla-ndash-vita-premi-171540.htm
Detta in altro modo, credo che l'attuale malessere nei nostri paesi ricchi fino alla bulimia (credo piu' di 40 milioni di autoveicoli nella sola italia, di cui la gran parte oggettivamente inutili se non nel senso dell'emulazione sociale detta sopra), paesi il cui problema principale e' nell'inceppamento degli apparati produttivi per l'incapacita' dei consumatori di consumare a sufficienza, derivi da un'inizio di percezione che gran parte di cio' che si fa e di cui si parla e' insensato e trova la sua ragione solo in se stesso, circolarmente (questa e' la vera economia circolare, ci siamo gia'!).
Purtroppo la reazione, come sempre succede, e' inconsulta e, per non guardare alla propria trave nell'occhio, ci si scaglia contro la pagliuzza altrui, come si osserva facilmente in quel circo delle meraviglie che e' internet, che mostra solo con piu' evidenza cio' che e' da sempre inerente alla socialita' umana. Niente di nuovo insomma.
Dopo la "virtus dormitiva" del medico baccelliere nel "malato immaginario" di Moliere, ecco a voi la "virtus riscaldativa":
RispondiEliminahttp://www.lescienze.it/news/2018/03/28/news/ondata_migratoria_climatica-3919373/
Domandatur causam et rationem quare
Opium facit dormire;
A questo respondeo,
Quia est in eo
Virtus dormitiva,
Cuius est natura
Sensus assopire.
Un altro articolo, con un'inquietante ma tutt'altro che sorprendente citazione da Le Corbusier:
RispondiElimina"Nel 1925 nel libro «Urbanistica» Le Corbusier scriveva ...«Al posto degli ignobili quartieri che non conosciamo mai abbastanza, con densità di 800 abitanti per ettaro, ecco quartieri la cui densità può toccare i 3.600 abitanti per ettaro. Vorrei che il lettore, con uno sforzo di immaginazione, cercasse di rappresentarsi questo nuovo tipo di città sviluppata in altezza: s’immaginasse che tutto questo caos di forme cresciute sul terreno come arida crosta venisse raschiato via, eliminato, e sostituito da puri prismi di cristallo, alti sino a 200 metri e ossia distanti tra loro, con la base che si perde tra le fronde degli alberi. Una città che sinora strisciava per terra e si eleva d’un tratto in uno stato di ordine più naturale, che sulle prime può sembrare inconcepibile alla nostra mentalità fossilizzata da secolari abitudini»…"
( http://corriereinnovazione.corriere.it/cards/i-grattacieli-cambiano-skyline-citta-ma-l-ultima-tendenza-li-vuole-legno/dal-modello-statunitense-poi.shtml )
Il bello però è che questa gente vive poi in case confortevoli molto all'antica e non nelle loro avveniristiche costruzioni per i poveracci. Sai che bello vivere in un puro primsa di cristallo a 150 metri d'altezza (o anche 800 come ad Abu Dhabi) con gli ascensori bloccati per un guasto. Sì, c'è tutto: bar, ristoranti, piscina, campo di tennis, sauna, negozi ecc. ecc.
RispondiEliminaMario Botta vive in un vecchio convento francescano "a misura d'uomo". Per gli altri costruisce quegli orrendi palazzi, piazze e chiese (lui che non è nemmeno credente). Devo però dire che nelle interviste dice cose intelligenti.
Siamo il cancro del pianeta ed ogni avanzamento tecnologico si traduce in distruzione per le poche cellule sane che sono rimaste a Gaia. Se avessimo l'energia pulita faremmo tabula rasa! E, senza biodiversità, sappiamo tutti come finiremmo.
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