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venerdì 22 aprile 2016

La trasformazione delle città

Un raffigurazione iconica della trasformazione del mondo al tempo della sovrappopolazione è l'aspetto generale che stanno assumendo le grandi città. Se guardiamo alle città europee vediamo un centro storico limitato in estensione e ricco di arte e opere architettoniche di valore, una prima area intorno al centro occupata sia da abitazioni che da servizi e poi una grande periferia fatta di costruzioni che, a seconda del grado di civiltà del paese, possono essere urbanisticamente regolate e di buona qualità oppure sregolate urbanisticamente e di qualità architettonica scadente (come in Italia). Ma dopo l'accelerazione demografica degli ultimi decenni, in seguito all'aumento esplosivo della popolazione e al connesso spostamento di masse umane dalle campagne nelle città, si assiste ad una crescita ugualmente esplosiva delle periferie cittadine e ad un generale scadimento della qualità architettonica che va di pari passo allo scadimento della qualità della vita. Ad aggravare il fenomeno ci sono gli epocali spostamenti immigratori in atto che sembrano anch'essi accelerare negli ultimi anni in seguito all'esplosione demografica in tante zone del pianeta. Assistiamo così allo sviluppo di gigantesche megalopoli in India, Cina, Asia, Africa, Sud America e, per quanto concerne l'Europa, alla nascita delle bainleu a Parigi o ai veri e propri ghetti etnici di Londra e di Stoccolma e Berlino. Un fenomeno analogo è quello che avviene in alcune grandi città italiane ed in particolare a Roma dove si stanno creando vere enclave (città nella città) senza alcuna regola e senza infrastrutture adeguate che stanno modificando sia l'aspetto urbanistico che l'assetto sociale e culturale. Nello sviluppo delle megalopoli quello che forse è l'aspetto più rilevante è la perdita del significato storico e culturale della città che accompagna questi fenomeni dovuti alla sovrappopolazione. Insieme con l'espandersi delle periferie grigie e prive di un senso che non sia quello della mera sopravvivenza, si perdono i riferimenti storici e spirituali che erano all'origine della città: riferimenti spesso sintetizzati dal coesistere in uno stesso luogo o in luoghi limitrofi della cattedrale (significato religioso), del palazzo del governo (significato politico), delle grandi opere artistiche (significato culturale). La presenza di valori culturali guida e della certezza politica e del potere costituito era spesso ben rappresentata dall'ordine urbanistico che assumeva lo sviluppo graduale della città nelle varie epoche storiche. Ma con l'attuale esplosione demografica si è assistito alla polverizzazione di queste regole strutturali di crescita e all'irrompere di un vero caos edilizio e sociale. I nuovi centri di aggregamento intorno a cui avviene la crescita delle periferie non sono più le piazze, le chiese o i palazzi del potere, ma puri elementi funzionali come i centri commerciali, gli snodi stradali , i servizi (i poliambulatori, gli uffici ecc.). A volte l'unico motivo di aggregazione è la disponibilità di spazi per la speculazione edilizia. Si perdono così completamente tutti i significati storici, culturali, religiosi, di appartenenza e di amore dei luoghi che avevano per secoli dettato lo sviluppo cittadino. Con l'aumentare del numero di abitanti la città si trasforma da unità storica e culturale, di cui elemento portante erano tra l'altro le tradizioni locali e il dialetto, ad insieme caotico puramente funzionale dove contano le "facilities", le funzioni, l'aspetto puramente residenziale abitativo e di sussistenza. I trasporti nelle grandi periferie divengono sempre più difficili e la vita dei cittadini vede consumare una gran parte del tempo sui mezzi di trasporto, aumentando stress e fatica. Quando, come nel caso di alcune città italiane o di grandi città del terzo mondo, mancano le autorità politiche a dare un minimo di regole e una gestione sociale e urbanistica, il senso di pura residenzialità si degrada ulteriormente a occupazione di sopravvivenza di un'area, che comporta scadimento edilizio e infrastrutturale fino a sfociare nella creazione di vere bidoville in preda a criminalità e illegalità diffuse. Le cause riconducibili alla sovrappopolazione sono evidenti: l'esplosione demografica è alla base dell'inurbamento rapido di masse umane provenienti dalle campagne e dell'afflusso di popolazioni immigrate provenienti da aree del pianeta con alti tassi di natalità. La sovrappopolazione crea inoltre la necessità di nuove abitazioni con la connessa cementificazione, la necessità di nuove vie di comunicazione, nuove infrastrutture per i trasporti, per la sanità, per l'assistenza che vengono raramente assicurate in modo sufficiente o non lo sono affatto con gravi ricadute sulla qualità della vita. La risposta a queste esigenze, in presenza ad una crescita esplosiva, non può essere che frammentaria e caotica dettata da necessità contingenti e al di fuori di ogni programmazione a lungo termine. La storia della discarica di Roma è esemplare per studiare le necessità create, in questo caso riguardo allo smaltimento delle migliaia di tonnellate di rifiuti giornalieri, dalla nuova popolazione residente in crescita esplosiva. La più grande discarica d'Europa, quella di Malagrotta, si è rivelata insufficiente e fonte di massivo inquinamento ambientale. La ricerca di nuovi siti è stata non solo difficile, ma per ora impossibile: tutto il territorio della periferia romana è fortemente antropizzato e incapace di sopportare dal punto di vista ambientale (e politico-sociale) la presenza di una nuova gigantesca discarica. La disperazione di cittadini e amministratori, insieme ai rilevanti fenomeni corruttivi, ha portato per ora all'invenzione di mini discariche in luoghi assurdi che hanno sollevato proteste popolari e interminabili vertenze giudiziarie. La sovrappopolazione non rende solo insostenibile questa crescita di cemento e di inquinamento, ma è alla base anche del degrado sociale e civile delle periferie. Le necessità dovute ai numeri crescenti di popolazione richiedono risorse economiche sempre maggiori, che vengono sottratte alla realizzazione urbanisticamente regolata della città, e deviate verso forme di pura sussistenza ed assistenza di natura parcellare e emergenziale. Le grandi opere di architettura, veri poli aggregatori di una idea di città vivibile, sono così rare per mancanza di finanziamenti adeguati. Il fenomeno corruttivo, diffuso in tutte le realtà megapolitane , contribuisce in modo significativo ad ulteriore degrado. Le opere una volta finanziate e iniziate perdono di interesse avendo già procurato guadagni ai corrotti, e spesso rimagono incompiute per mancanza di fondi (la funzione pubblica cui erano destinate avendo perso ogni importanza). L'edilizia abitativa per i nuovi residenti in rapida crescita e' spoglia, realizzata in economia, priva di riferimenti guida. Si costruisce per contenere nuove masse senza regole e senza significati che non siano banalmente consumistici, si creano così le condizioni per l'alienazione sociale delle periferie. Il nuovo mito aggregatore è il denaro ed il consumo a cui si accompagna la lontananza di ogni potere politico e civile, percepito come estraneo e ostile. La megalopoli diviene il simbolo della trasformazione massificante al tempo della esplosione demografica umana, l'essenza della incompatibilità tra ambiente e crescita umana eccessiva. Le periferie delle megalopoli sono centri attivi di immissione in atmosfera di migliaia di tonnellate di carbonio ogni ora del giorno. Ma su questo terreno non è solo la perdita ambientale a pesare. Un tempo la città racchiudeva in se il senso della convivenza di tante persone che si riconoscevano in una cultura, in una storia e in un luogo. Le opere d'arte che abbellivano la città erano un richiamo a tutto questo. Oggi queste sconfinate periferie che stanno crescendo sotto i nostri occhi sono senza storia, senza luogo (tutto è grigio come il cemento), e non esistono culture unificanti ma un insieme di culture diverse e contrastanti tra loro. In questo contesto ogni cultura viene degradata a individualismo; le megalopoli sono l'impero del nuovo individualismo parcellizzato, al massimo aggregato a lobby. Ogni aspetto della vita cittadina diviene rivendicazione di diritti (spesso con il risultato di dar luogo a conflitti continui tra titolari reali o supposti di diritti). Nello stesso tempo la perdita di obiettivi comuni e condivisi rende estranea ogni cultura dei doveri. La comunità nelle grandi periferie urbane diviene un insieme di individui e gruppi in conflitto tra loro, mentre il potere centrale è lontano e non più in grado di ordinare e regolare la vita civile. La densità demografica altissima unita alla mancanza di servizi adeguati genera un alto tasso di aggressività, dando ragione agli studi di Lorenz sulla conflittualità intestina nelle comunità altamente popolate rispetto ad un territorio degradato. In assenza di religione e politica, anche l'arte ha sempre più difficoltà ad assicurare una visione unificante e un futuro condiviso. Si perdono le mitologie che un tempo davano coesione sociale in un dato territorio; le antiche mitologie vengono sostituito da nuovi miti globali basati su internet e la Tv. I prodotti commerciali o i protagonisti della comunicazione virtuale diventano i punti di aggregazione culturale e sociale, aleatori come ogni prodotto basato sul consumo e sulla virtualità, ed incapaci di creare una visione d'insieme per il futuro della comunità. L'evoluzione delle grandi periferie megapolitane che si stanno creando sotto i nostri occhi sulla spinta della crescita demografica è aperta e imprevedibile. Sarà ancora possibile assicurare un ordine ed una convivenza civile tra popolazioni così eterogenee e disaggregate in presenza di crisi economiche durature ? E cosa avverrà in presenza di prevedibili futuri gravi problemi ambientali?

67 commenti:

  1. Un articolo molto bello che "fotografa" la situazione ma non indica vie di uscita. Non sappiamo bene come evolverà la situazione ma temiamo il peggio che già incombe. Una volta per costruire (parlo del paese in cui vivo) ci voleva il benestare di una commissione che valutava anche il lato estetico. Ma ciò appartiene ormai al passato, oggi tutti possono costruire quello che vogliono, qualsiasi schifezza, l'unica restrizione è la cubatura. Non si costruisce più per l'eternità o per durare. Come i prodotti che compriamo - anche se non hanno davvero l'obsolescenza incorporata è inutile farli perché durino visto che tutti vogliono la versione più recente con qualche inutile funzione in più o semplicemente diversa, sfiziosa. Eppure tutti questi nuovi prodotti costano lo stesso parecchio, per questa roba la gente i soldi ce li ha salvo poi piangere miseria.
    L'edilizia - a parte quella per gli happy fews - è scadente, brutta o poco attraente. Ma dovremo adattarci, ormai il problema sarà la mera sopravvivenza e sussistenza, altro che estetica. La situazione è "alternativlos". Peccato. Godiamocela ancora per quanto possibile. Non è che me ne freghi di chi verrà dopo, anzi mi dispiace che tante cose che apprezzo spariranno, andranno distrutte. Io comunque non ho contribuito alla proliferazione umana, forse è un piccolo merito.

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  2. Segnalo un articolo di Alfonso Berardinelli che sottoscrivo - e che suggerisce anche una via d'uscita (chi ha orecchie per intendere intenda - o siamo davvero completamente rimbecilliti al punto da farci espropriare e mettere i piedi in testa?):

    http://www.ilgiornale.it/news/cronache/laccoglienza-che-porta-odio-1249223.html

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    1. Nella mia piccolo-media citta' del nord i ragazzini che giocano per le strade e nei giardini sono gia' praticamente tutti di colore, e parlano nelle loro rispettive lingue. Considerando che fino a 20 anni fa non se ne era mai visto uno, un bel cambiamento! Aspettiamo che divengano adolescenti, fra pochi anni... Il problema e' che il costo per l'erario della loro istruzione e sanita' e' ben maggiore del gettito fiscale relativo, le loro famiglie numerose riproducono qui lo stesso modello di impoverimento che li ha fatti fuggire dai rispettivi paesi. L'italia come Stato e' finita, siamo finiti, ogni tentativo di riportare i conti pubblici in equilibrio e' fallito in partenza, possono mettere le tasse anche al 100 per cento del reddito non servira' a nulla (io che ho reddito molto basso pago del resto ben il 200 per cento, consumando i risparmi, finche' ne ho).

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  3. Come al solito, anche le città allorquando superano determinati limiti di affollamento e di dimensioni tendono a diventare ingestibili e rischiano costantemente il collasso ambientale e sociale. Eppure molta gente continua inesorabilmente a preferire il crescente caos cittadino alla (relativa) tranquillità campagnola: oltre al fattore economico-occupazionale e ai differenti profili caratteriali individuali molto probab.te pesa (anche) un fattore antropologico-culturale/psicologico generale, legato al mito della "socializzazione" tanto caro alle Destre comunitariste, alle Sinistre
    collettiviste e alle principali Confessioni religiose...

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  4. Claudio, ma se guardiamo bene, il caro mito della socializzazione, che poi non è rovinoso, a meno di non scegliere le compagnie sbagluate, ovvio, appunto funziona nei campi, mica in città! Più sono grandi le città e più i cittadini sono soli come cani rognosi, specie quando invecchiano

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    1. Prova a toccare un centimetro della sua terra a un contadino e poi ne riparliamo.
      A meno che per socialismo non intendi il pettegolezzo irrefrenabile e soffocante tipico dei piccoli centri, dove nessuno si fa i cazzi suoi e, specialmente le donne, sono a misurare al millimetro cosa faccia e abbia il vicino che loro, ovviamente ingiustamente, non hanno. Essere dei cani rognosi e' preferibile.

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    2. Il contadino (che è ben altro rispetto all'imprenditore agricolo, versione moderna del latifondista d'un tempo), tipo umano ormai pressoché estinto, sa molto bene che "la terra" è il suo territorio, ovvero la sua fonte di sostentamento vitale. Un tipo di consapevolezza grezza e non ragionata, ma che la maggior parte delle bestie umane ancor più degradate (quelle avvezze ad attingere alla greppia dei centri commerciali, con i loro scaffali perennemente pieni e rutilanti di colori chiassosi) ha perso completamente. Apro un rubinetto, ecco l'acqua (da dove arriva? boh? perché dovrebbe interessarmi?). Tiro fuori un foglietto di carta, ecco il cibo (da dove arriva? boh? perché dovrebbe interessarmi?). Manca l'acqua? Manca il cibo? Non mi interessa perché, prendo a calci il distributore e deve riprendere a funzionare. Il come è irrilevante, se no qualcuno mi avrebbe detto che dovevo interessarmenene o, meglio, mi avrebbe dato direttive o se ne sarebbe occupato altrimenti, no? E che diamine! Se no dov'è la civiltà?

      Si vedono i risultati.

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  5. Per la precisione, mi riferivo in particolare alla 'socializzazione' di tipo top-down più o meno culturalmente indotta/forzata e fondata sulla (pseudo)logica economico-politico-religiosa de "il numero è potenza" e del "più siamo meglio stiamo", sulla base della quale i singoli individui tendono a scomparire a vantaggio delle varie Comunità e Collettività, nelle quali prevalgono i più potenti e/o i più furbi e nelle quali non solo l'ambiente naturale ma anche la qualità di vita presto o tardi inesorabilmente degradano. Viceversa, la socializzazione di tipo bottom-up LIBERAMENTE E RESPONSABILMENTE SCELTA ovviamente risulta più che accettabile e ragionevole...

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  6. Un tempo (parlo di alcuni millenni fa, cioè tempi veterotestamentari) era vero che il numero faceva la forza (purtroppo a causa delle guerre di conquista , amaramente un popolo esiguo veniva venduto, alla mercè dei tristemente famosi mercanti di schiavi). Basti guardare alla storia antica del popolo ebreo (che a guardar caso le pietose scuole dell'obbligo italiane, quantomeno ai miei tempi, omettevano che era un -dis-piacere, per renderesene perfettamente conto) e dei suoi "vicini di casa". Per questi ultimi valeva bene la regola del numero per vincere una guerra, mentre nel caso degli ebrei valeva la messa in pratica della loro fede . Per questi ultimi il numero contava per ben altre ragioni: diventare il popolo numeroso come la sabbia del mare, a compimento della promessa divina al popolo eletto. Ma per un ebreo il numero non faceva in automatico scattare la povertà: questa, specie anticamente era la conseguenza della disobbedienza alla Torah.
    Andiamo ai giorni nostri: nel sud del pianeta, i cui abitanti in genere non hanno radici antiche ebraiche, più diventano numerosi più impoveriscono. Il numero ha per loro origine da una dubbiosa cultura nella quale regnano sovrani l'analfabetismo, i matrimoni in età preadolescenziale e il mancato uso, diciamolo pure, dei preservativi. In quest'ordine qui. Andiamo poi a metterci i gruppi, di stampo comunista, che ce la raccontano, che le culture estere vanno valorizzate (e di fatto fanno capire che considerano certe culture straniere, superiori a quella europea) e la frittata è fatta. Per confessioni religiose intendi la cattolica, giusto? Perchè se guardiamo alla storia, il "padre" della contraccezione ai fini del denatalismo era un pastore anglicano, il grande economista Malthus. E per di più ai suoi tempi l'anglicanesimo era più vicino al protestantesimo che al cattolicesimo. Secondo Malthus al di sotto di quello che chiamava salario di sussistenza, non si doveva nè sposarsi nè avere figli. Ovviamente diceva neppure sposarsi perchè ai suoi tempi non c'era nè preservativo nè Persona. Malthus stesso si sposò dopo 7 anni dall'avere raggiunto una bella indipendenza economica, essendo stato ordinato pastore anglicano, quando già aveva 38 anni. Parecchi membri delle chiese del ramo protestante, tra le quali la mia di quando vivevo in Italia e quella brasiliana in cui sono ora, si rifanno all'idea del nostro economista. Ma in Italia credo che la vera influenza sulla popolazione, molto più del papato sono forse l'attuale comunismo e i media. Non per nulla il mediatico lo chiamano il quarto potere

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  7. E ora come ora la "fuga in città" potrebbe perfino essere determinata dal nuovo e ridicolo patentino per coltivare il proprio pezzo di terra. Avete saputo? L 'unione europea l' ha imposto a tutti i 27 paesi e chi non si adegua rischia multe e verbali. Comprare più di mezzo chilo di ramato senza il patentino ora è reato .chi si intende di campagna dice che nezzo chilo badta a malapena per pichi alberi. Non scherzo, andare a guardare la nuova legge di novembre 2015 di adempimento a una direttiva europea. In buona sostanza dalla notte dei tempi si coltiva e ora serve il patentino, davvero, qui altro che essere alla frutta. Grazie a Dio me ne sono andata dall'Italia(e dall'Europa)

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  8. Ops, mi scuso per gli errori di ortografia ma sto scrivendo da un tablet il che non è il massimo

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  9. Volevo dire infatti che mezzo chilo di ramato, secondo i contadini, basta appena per pochi alberi

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  10. Cara Last nana's , io il patentino lo ontrodurrei...ma per chi vuole fare figli.

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  11. L'uso continuato del rame, che non e' biodegradabile, sta inquinando i terreni agricoli, ammesso e non concesso che il rame sia un metallo inquinante, forse la nuova regolamentazione serve a questo, e il "patentino" e' richiesto da sempre che io ricordi per i veleni agricoli di uso pericoloso, cioe' da almeno 50 anni. Sara' stato aggiunto anche il rame a quell'elenco, del resto e' noto che il rame, anche se di uso tradizionale, ha effetti tossici duraturi peggiori di molti prodotti di sintesi molto piu' demonizzati dalle voci popolari.

    Semmai, e' vietata la vendita di sementi per uso professionale a privati, un sacco da 50 kg di semente di mais o frumento si puo' comprare solo con la partita iva da agricoltore: probabilmente questo tipo di misure serve prioritariamente a mettere quanto piu' possibile sotto il controllo del fisco e relativa gabellazione ogni tipo di attivita economica compresa quella agricola. Se non viene siete ancora accorti, il nostro paese e' gia' morto e sepolto, sia economicamente che civilmente, sotto il peso della abnorme pressione fiscale.

    In mezzo a tutto cio' galleggia quest'ossessione salutistica, in cui e' rifiutata ogni forma di rischio che abbia probabilita' maggiore di zero di accadere (cosa peraltro impossibile), e sarebbe da chiedersi se abbia senso continuare nell'eliminazione totale del rischio una volta che l'incremento dell'aspettativa di vita abbia raggiunto e superato il massimo augurabile, dato che, diciamoci la verita', superati i 75-80 si e' pieni di acciacchi e si avvicina il momento di accettare l'idea, per quanto sia triste per tutti, di lasciare il posto ai piu' giovani, piuttosto che sperare di continuare a (soprav)vivere per altri 20 o 40 anni, costi quel che costi, sia in termini di assistenza sanitaria, sia in termini di eliminazione del rischio pregresso di cui si dice sopra.

    Per quanto riguarda l'articolo, mah, secondo me si riferisce come spesso accade ad una situazione che non e' piu' attuale. La popolazione in italia non aumenta in modo significativo da 50 anni, o perlomeno nemmeno lontanamente in modo paragonabile all'aumento dei rifiuti e dell'edificato, la cui causa e' evidentemente altrove.
    Attenzione, secondo me e' pero' da distinguere in che misura l'aumento dei rifiuti e dell'edificato risponda ad un'esigenza di maggiore benessere di chi la attua, e quanto invece ad una cieca esigenza economica fine a se stessa che schiavizzi, piu' che migliorare, la vita di chi ne' e' incosapevole soggetto (ma andrebbe detto oggetto). Perche' checche' se ne dica propagandisticamente, la necessita' N.1 della nostra economia e dell'amministrazione pubblica famelica di introiti fiscali, e' la crescita della complessita' e del costo economico intermediabile, controllabile e tassabile. L'ambiente e l'energia i rifiuti e tutto il resto sono solo pretesti, tant'e' che si fa di tutto per rendere controproduttiva ogni innovazione in tal senso, la priorita' assoluta non e' che sia utile, e' che costi di piu' lungo tutta la filiera.

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    1. Diaz: "La popolazione in italia non aumenta in modo significativo da 50 anni"

      Raccontala a un altro, per piacere.

      Da Istat leggiamo che "Gli italiani residenti il 15 ottobre 1961, giorno del decimo censimento generale della popolazione, sono 50.623.569 (presenti 49.903.978 milioni)".

      Da Wikipedia leggiamo che "L'Italia, ufficialmente Repubblica Italiana, è una repubblica parlamentare situata nell'Europa meridionale, con una popolazione di 60,7 milioni di abitanti".

      Dunque, negli "ultimi 50 anni" la popolazione in Italia è aumentata ufficialmente di 10.000.000 di persone, il che fa un bel 20%. Ora, se intendi sostenere che un incremento del 20% della popolazione presente su un territorio già ben oltre i limiti della sovrappopolazione sarebbe una crescita non significativa fai pure, c'è libertà di espressione, però direi che è palese che si tratta di un'opinione che fa un po' acqua.

      Inoltre occorrerebbe verificare cosa è successo non solo in termini "medi", ma in ciascun ambito territoriale ristretto -- a chi vive nell'inferno Napoletano o in quello Milanese non è che interessi molto di quanto vivono bene in qualche bel borgo medievale sardo sul Gennargentu.

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    2. Diaz: "checche' se ne dica propagandisticamente, la necessita' N.1 della nostra economia e dell'amministrazione pubblica famelica di introiti fiscali, e' la crescita della complessita' e del costo economico intermediabile, controllabile e tassabile. L'ambiente e l'energia i rifiuti e tutto il resto sono solo pretesti, tant'e' che si fa di tutto per rendere controproduttiva ogni innovazione in tal senso, la priorita' assoluta non e' che sia utile, e' che costi di piu' lungo tutta la filiera."

      Su questo, invece, concordo in pieno.

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    3. per favore leggi tutta la frase:

      "La popolazione in italia non aumenta in modo significativo da 50 anni, O PERLOMENO nemmeno lontanamente in modo paragonabile all'aumento dei rifiuti e dell'edificato, la cui causa e' evidentemente altrove."

      In ogni caso nello stesso periodo, A GRANDI LINEE, la popolazione della cina e' triplicata aumentando di circa 1 miliardo, quella dell'india idem, dell'africa lo stesso o peggio, Giappone pure, su un territorio identico per dimensione a quello italiano e forse meno ospitale (giappone di cui adesso i nostri pseudo-economisti del cazzo si lamentano della mancata crescita economica per causa della stasi demografica, e vorrei vedere...). L'italia e' uno dei paesi al mondo che ha avuto per piu' tempo crescita negativa, e l'avrebbe ancora se non fosse per l'immigrazione. Spoiler: in africa e' previsto un aumento esplosivo e mai visto prima nella storia, della popolazione, di 2-6 miliardi nei prossimi decenni, di cui una non insignificante parte verra' o passera' di qui, per cui quello che abbiamo visto finora e' nulla rispetto a cio' che ci aspetta, altro che debito pubblico, inquinamento da coperture in amianto, e caratterizzazione culturale dell'aspetto dei borghi...

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    4. "Gli italiani residenti il 15 ottobre 1961"

      Tieni presente inoltre che mentre i residenti in italia del 1961 erano tutti italiani, i 60 milioni di residenti in italia di adesso no, se non erro fra quelli ci sono circa 4, anzi vedo ben 5 milioni di cittadini stranieri residenti in italia.
      http://www.tuttitalia.it/statistiche/cittadini-stranieri-2015/

      Quindi la popolazione italiana in questi 50 anni, nonostante gli anni di boom demografico dell'inizio del periodo, sarebbe aumentata di un'inezia rispetto al resto del mondo, di appena il 10 per cento, a fronte di un aumento della popolazione del mondo da 3 a 7 miliardi e rotti

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    5. Per rendere l'idea, se il mondo fosse aumentato al tasso dell'italia, la popolazione totale del mondo di adesso sarebbe di 3,3 miliardi... invece di 7,4

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    6. Ascolta un momento, quei milioni di stranieri o discendenti di stranieri, più i chissà quanti clandestini, irregolari o quant'altro, non sono forse persone presenti sul nostro territorio? Sono entità ectoplasmiche? Fantasmi? Fare troppe distinzioni non è salutare. Sono a tutti gli effetti "popolazione presente in Italia", con tutte le conseguenze negative del caso e le aggravanti della loro estraneità dovuta all'essere forestieri.

      Il fatto che il futuro ci riservi (continuando l'attuale, stupida ed autolesionista linea del vogliamoci tutti bene, siamo accoglienti) non cambia d'una virgola il passato, né il presente.

      Il fatto che altrove siano stati più coglioni di noi non riduce il nostro grado di coglionaggine, né fa stare meglio chi vive negli inferni pseudo-urbani da girone dantesco abbondantemente sparsi per l'Italia. Verrà alzato il livello del gas nelle fiamme di quegli inferni? Certo che sì, almeno fintanto che avremo le dirigenze che abbiamo e che abbiamo avuto (senza sconti per alcuna sfumatura cromatica delle casacche, visto che la linea tenuta sul tema è la stessa da... da quando?), quelle dirigenze che "dirigono" secondo le imposizioni che arrivano da "più in alto", ad esempio dalla Mitica Europa Portatrice di Benessere e Modernità, se non da oltre Atlantico o da qualche ancor più delinquenziale organismo sovranazionale tipo ONU et similia.

      L'Italia non ha mai avuto crescita negativa da che sono nato e molto probabilmente neppure prima, se non per brevi e ben focalizzati periodi ormai seppelliti nella notte dei tempi. Dire che l'avrebbe avuta "se non fosse per l'immigrazione" sottintende che anche tu sei dell'idea che sarebbe ora di dare una bella pedata all'ideologia che le nostre dirigenze sovrappongono pelosamente al tema? Sei consapevole del fatto che contrastare l'immigrazione significa (visto lo scenario che tu stesso hai descritto) fare ricorso, tra le altre cose, anche allo strumento militare, con deciso vigore e non certo per missioni di cosiddetto "salvataggio in mare" come le pagliacciate autolesioniste che vediamo mettere in atto ormai da alcuni anni? A me starebbe anche bene, perché il tentativo (almeno il tentativo) d'autodifesa di sè anche attraverso la difesa del territorio che lo sostiene dall'invasione dei propri simili, fa parte dell'istinto di conservazione di qualsiasi organismo animale. A te?

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    7. Il fatto che siamo collettivamente così stupidi da non capire che massacrare il proprio stesso territorio con un "aumento dei rifiuti e dell'edificato" che va oltre quello che ci si aspetterebbe dalla proporzione con la crescita della popolazione è, appunto, un fatto. Impossibile darti torto. Per questo non avevo preso in considerazione quella parte della tua affermazione.

      La cosa triste è che in questo processo le dirigenze fanno senz'altro la parte del leone, ma sono attivamente coadiuvate da una stupidità diffusa che non conosce eccezioni significative, a parte qualche individuo isolato che finisce pure per passare per "bizzarro fricchettone".

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  12. Le citta', nel nostro paese, non stanno crescendo in popolazione, anzi si stanno svuotando per il fenomeno dell'urban sprawl, le classi medie appena possono cercano di trasferirsi nei sobborghi o in piccoli centri. Ma poiche' le incomprimibili spese di amministrazione pubblica locale sono in gran parte basate sulla tassazione immobiliare, diventa imperativo per tutti, pubblico e privato, riempire subito con qualcuno o qualcosa ogni spazio abitativo inutilizzato nei grossi centri, da cui la NECESSITA' di immigrazione e la formazione di ghetti nelle citta', che diventeranno sempre piu' grandi, anzi secondo me a breve nelle grandi citta' restera' un minoranza di popolazione italiana di vecchi pensionati, e una maggioranza di gente venuta da fuori (fra cui l'esercito di badanti che succhiano tutto quanto risparmiato durante la vita dai suddetti vecchi pensionati, che ai loro eredi lasceranno solo l'immenso debito).
    E il tutto sicuramente sara' del tutto inutile ad evitare il collasso economico-amministrativo delle grandi citta', che falliranno trascinando a fondo con se' il resto del paese, cosa che sta gia' accadendo nell'indifferenza generale. Del resto le citta' nascono come parassiti del circostante, al di la' della retorica, sono il luogo dove risiedono le classi burocratico-militari-religiose, cioe' gli amministratori, i soldati, gli intellettuali.

    Per quanto riguarda il trend mondiale di popolazione, vi raccomando di leggere l'articolo relativo all'africa sull'ultimo numero, di aprile, di Le Scienze (si trova anche sul mulo, per chi non ha i soldi). Praticamente tutto l'incremento di popolazione del mondo dei prossimi 100 anni si prevede accadra' la', e sara' molto maggiore delle precedenti previsioni: si parla di un'africa che passera' dagli attuali 1.2 a 3-6 miliardi di abitanti in pochi decenni, fino a raggiungere per numero l'intera asia... e ricordo ai presenti che il porto di piu' vicino approdo verso il mondo ricco per gli africani e' l'italia. Dati i presupposti di partenza, per il nostro paese sara' il collasso finale (e finalmente, viene da dire, data l'agonia senza fine che contraddistingue i tempi attuali).

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    1. Quindi in altre parole secondo me siamo nel bel mezzo di una immensa ipocrisia generale, di forse anche comprensibile rigetto della realta', in cui si dice una cosa e si fa, piu' o meno deliberatamente e costretti dalle circostanze economiche, l'esatto contrario, magari con qualche passaggio intermedio che intorbidi un po' le acque e salvi le apparenze. Il fatto che a capo del governo abbiamo messo un campione in tal senso, che sistematicamente fa esattamente il contrario di quel che dice di fare, e' significativo.

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    2. En passant, specialmente nelle citta', quelle che a suo tempo furono definite "ad alta tensione abitativa", cioe' tutte, e' tuttora in vigore una tassazione altamente punitiva, e ora con la nuova imu del tutto massacrante (e aspettate che arrivi la riforma del catasto, che rivalutera' pesantemente specialmente i vecchi edifici), per gli alloggi non occupati, che di solito sono appartamenti sfitti per mancanza di inquilini, dato che i (pochi) giovani con figli preferiscono in ogni caso spostarsi fuori per vari motivi, fra cui il fatto che fuori le scuole per i figli almeno sono frequentate da persone che parlano la stessa lingua, l'italiano e/o il dialetto locale.

      E' anche per questo tipo di regole e tasse, sbagliate gia' di suo, ma oltretutto pensate in momenti in cui la situazione era radicalmente diversa anzi opposta a quella di oggi, che si rende prioritario per l'amministrazione economica concreta del territorio, sia per la parte pubblica che per quella privata, l'arrivo di masse di persone che occupino immediatamente ogni spazio rimasto libero, e paghino in qualche modo per i costi ormai proibitivi di gestione della cosa pubblica locale, magari usando prebende che arrivano dal governo centrale che a sua volta le pretende dai governi locali. E' un demenziale gioco dei tre bussolotti che non puo' restare in piedi, cosa che l'inettitudine di tutti, a partire dai governanti a tutti i livelli cui unica priorita' e' aumentare base imponibile e gettito, rende impossibile riconoscere per quello che e'.

      Secondo me ci sono due spiegazioni possibili, una non escludendo l'altra: o sono (siamo) dei totali idioti, oppure sapendo che ormai la situazione e' ingestibile e irrecuperabile, tirano (tiriamo) a campare dando un colpo al cerchio e uno alla botte, in attesa di qualche miracolo che non si verifichera', oppure di una guerra che distogliera' l'attenzione dalla loro (nostra) gestione criminale (la seconda opzione e' quella di solito usata da governanti non del tutto idioti, ma delinquenti quanto basta).

      Finiamola con l'ipocrisia dell'ambiente e del territorio. Uno dei piu' tristi e fuori dal mondo personaggi in questo senso e' l'urbanista francamente sovietico dei radicali che ogni tanto viene infelicemente citato pure in questo blog, quello della "rottamazione (forzosa) dell'edilizia priva di qualita'". Quando ho sentito per la prima volta i suoi sproloqui, eco delle epoche "rivoluzionarie" della nostra spensierata e incosciente adolescenza, mi sono chiesto se stavo sognando. Comincerei a demolire la sua di casa, ad arbitrio del mio giudizio su cosa sia la qualita', tanto per fargli capire cosa significhi essere sottoposti al giudizio di commissioni di esperti da altri presiedute.

      Siamo alla parodia di bisanzio, nel mentre i "turchi" alle porte caricano i cannoni. E siamo alla negazione fin dalla radice del principio di autonomia decisionale e responsabilita' che, e' doveroso usare il passato, connotava la nostra tradizione politica da secoli, fin dall'inizio della modernita'.

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  13. "il "padre" della contraccezione ai fini del denatalismo era un pastore anglicano, il grande economista Malthus"

    Controllando le date, vedo che molto prima del pastore Malthus viene il pastore Swift, con la sua feroce "modesta proposta", che e' del 1729, mentre Malthus nacque nel 1766.
    http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaS/SWIFT_%20UNA%20MODESTA%20PROPOSTA.htm

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    1. @MrKeySmasher
      "Sei consapevole del fatto che contrastare l'immigrazione significa (visto lo scenario che tu stesso hai descritto) fare ricorso, tra le altre cose, anche allo strumento militare, con deciso vigore e non certo per missioni di cosiddetto "salvataggio in mare" come le pagliacciate autolesioniste che vediamo mettere in atto ormai da alcuni anni?"
      Secondo l'Europa non è razzista xenofobo nazista ecc.ecc. respingere nei paesi di origine coloro che provengono da nazioni non in guerra (profughi) -tanto è vero che lo sta facendo la Germania-. Mi hanno spiegato come funzionano i cosidetti respingimenti in Italia: Una commissione accerta che il tale non è profugo. Gli viene consegnato un foglio di via. Il tale ovviamente ricorre usufruendo di moduli preparati da legali delle cooperative che campano sugli immigrati, il tutto pagato dai contribuenti italiani. Il ricorso viene seguito dai legali suddetti e comporta per l'immigrato clandestino la possibilità di rimanere in Italia fino a sentenza definitiva (ricorsi prima ialla commissione poi al giudice poi all'appello poi in cassazione, morale passano almeno 10 anni). A conclusione dell'iter del suddetto clandestino non si hanno più tracce. Se eccezionalmente si hanno, gli si consegna il foglio con la sentenza definitiva....mancano i fondi per eseguire il rimpatrio.

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    2. "delle cooperative che campano sugli immigrati, il tutto pagato dai contribuenti italiani"

      Sbagliero', ma se quelle stesse cooperative dovessero pagare di tasca loro, i "respingimenti" partirebbero seduta stante e sarebbero efficacissimi. Se poi dai "respingimenti" ci guadagnassero, in quattro e quattrotto ci ritroveremmo respinti in libia pure noi. In fin dei conti se di vessare noi, a scopo di guadagno, non si fanno alcuno scrupolo, vuol dire che non e' esattamente la bonta' e l'altruismo che le muove.

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  14. Winston, lo scritto di Swift , che poi è stato l'autore dei viaggi di Gulliver, non era affatto una, ovviamente deplorevolissima, proposta denatalista, ma una satira politica che intendeva denunciare l'ipocrisia dei benpensanti londinesi del suo tempo. Era convinto che una semplice denuncia , niente affatto destinata ai poveri irlandesi, non avrebbe colpito nel segno. Ovviamente caso mai avesse minimamente sospettato la presenza di "polli che avessero davvero abboccato" si spera davvero avesse scritto diversamente la sua denuncia. Il "padre" della contraccezione continua quindi ad essere Malthus

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  15. http://www.barbadillo.it/51244-livredechevet016-una-modesta-proposta-di-swift-come-drastico-antidoto-alla-crisi/

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  16. Patentino:per quanto pericoloso sia il ramato, non dimentichiamo che la storia del patentino è l'ennesima scusa per ripulire i contadini degli ultimi spiccioli che hanno e pure che non hanno. Se veramente le amministrazioni avessero a cuore l'ambiente, il corso per l'ottenimento del patentino lo farebbero GRATIS e non al costo di 300 euro! Dopotutto anche tu concordi con il fatto che si tratta di una misera scusa per imporre l' ennesima gabella. Nonostante oramai in Italia ci sia la fame e ovviamente i contadini che coltivano appena per raccogliere da mangiare non potranno più farlo! Non legalmente. Il che significa che se sfortuna vuole che vengano pizzicati, il fisco li farà finire di vivere. Un altro passo per sostituire la popolazione per abbattere la cultura europea, come Agobit un tempo aveva detto. Quando lo capiremo? Dopo Agobit Salvini disse la stessa cosa, ma già, la poplazione italiana, senza fare di tutta l' erba un fascio, ha la tendenza a credere ai moderni comunisti

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    1. "la storia del patentino è l'ennesima scusa per ripulire i contadini degli ultimi spiccioli".

      Non credo il rame sia cosi' pericoloso, e' che adesso se in un'analisi quasiasi viene trovata una molecola per litro di qualsiasi cosa che magari e' normalissimo che ci sia, partono i titoloni scandalistici sul "criminale attentato alla salute di chi pensa solo al profitto". Una cosa simile e' accaduta per l'eternit, la sua pericolosita' e' stata gonfiata in modo schizoide, per cui chi in campagna ha il tettuccio di eternit sulla legnaia, fra poco sara' costretto, pena la galera, a sostituirlo costi quel che costi.

      Fra l'altro la normativa italiana quasi sempre recepisce le direttive europee in modo MOLTO piu' restrittivo e cogente dell'originale, e poi le lobby nazionali, che su questo ingrassano, danno la colpa all'europa. Viviamo in una societa' cosi', dove in mancanza di meglio ogni stupidaggine fa scandalo, e la folla chiede la testa del colpevole, che va trovato ad ogni costo.

      Fa poi parte della tendenza e della cultura generale il vietare, burocratizzare, complicare, regolamentare, tassare tutto, e possibilmente mettere in galera chi cerca di sottrarsi. Infatti, in mezzo a tutto questo, in giro c'e' un sacco di gente che ritiene che sia necessario rendere il potere legislativo e coercitivo ancora piu' potente e con le mani libere, potere che poi si illude che fara' cio' che piace ad essa. Ognuno si sfoga della sua frustrazione e malessere cercando di vessare un altro, reso colpevole di qualcosa, cosi' da ristabilire la "giustizia"...

      Se si parla con la ggente, se si leggono i blog, si alza un grido che si puo' riassumere cosi': IN GALERA! Il problema forse e' che l'informazione e' eccezionalmente squilibrata e folle, fa notizia solo l'eccezione che viene amplificata fino a sembrare non solo la media, ma addirittura la totalita' dei comportamenti. D'altra parte non c'e' alcun complotto, l'informazione da' semplicemente in pasto alle belve cio' che le belve chiedono. In giro c'e' un grande malessere e una voglia rabbiosa di sfogare la propria cattiveria su qualsiasi capro espiatorio. Non avendolo trovato all'esterno dei confini patrii, come si faceva una volta e come alcuni vorrebbero si tornasse a fare, lo sfoghiamo fra di noi massacrandoci la vita.

      Ognuno ha il suo chiodo fisso su cosa sia fondamentale fare, costi quel che costi, per salvare il mondo. Il pettegolezza universale, grazie ai moderni mezzi di comunicazione, sta mandando il tilt un sacco di gente. Un esamino di coscienza, in proposito, dovremmo farcelo tutti.

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    3. Pardon, il link leggibile della tabella di tossicita' e' qui:
      http://www.wafriends.com/PesticideToxicityChartSmallFlyer-2.pdf

      Altra correzione importante e doverosa, l'idrossido di rame e' circa 5 volte PIU' tossico come DL50, non meno tossico, del comune sale da cucina, secondo quella tabella.

      Agobit, che e' medico se non erro, potra' essere piu' preciso.

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    4. (ho cancellato il messaggio sopra, e corretto l'errore sulla tossicita', che era grave)

      Cara "ultima nana" (italiano please ;), oggi per caso uscendo in bici come al mio solito ho trovato uno dei contadini miei vicini dotato di grande vigneto e, da me interrogato in proposito sull'ultima demenzialita' relativa al solfato o ossicloruro di rame et similia su cui tu ci hai aggiornato, mi ha confermato che, pur trattandosi di sostanze con tossicita' acuta pari a pochi multipli in piu' del comune sale da cucina, per l'acquisto ci vuole il patentino come per i veleni piu' pericolosi: lui, per ovviare al problema dell'acquisto ora "severamente regolamentato e verboten", ha fatto fare il patentino suo genero, piu' giovane, che acquista per tutti. Suggerisco quindi di organizzarsi, dalle parti dei tuoi cari, e che uno si faccia il patentino e acquisti per tutti. (a cosa serva il patentino a questo punto oltre che a spillare soldi e ROMPERE I COGLIONI e' da chiederselo in effetti, dato che il consumo della sostanza resta inalterato)

      Ovviamente il contadino da me interrogato, pur non essendo per niente ignorante, di dose letale del cloruro di sodio e dell'ossicloruro di rame non sa nulla, e anzi mi pareva convinto che cosi' sia giusto (tanto lui ha il genero che si e' fatto il patentino, altrimenti vorrei vedere, di solito e' gente cosi': grande altruismo e specchiata moralita' ma solo se di suo non gli costa un centesimo, fosse anche di mancato guadagno).

      Per precisare la questione, visto che mi parli di alberi, forse si tratta di poltiglia bordolese, che si fa con questo:

      https://it.wikipedia.org/wiki/Idrossido_di_rame%28II%29

      la cui tossicita' e' appunto pari a qualche multiplo del comune sale da cucina (cioe' l'idrossido di rame e' poco piu' tossico per esposizione acuta). Per gli altri composti rameici non credo che cambi molto.

      Se non si tratta di "poltiglia", con mezzo chilo di "rame" fai due-tre ettolitri di preparato spruzzabile, che basta per un solo trattamento di neanche mezzo campo (cioe' un quarto di ettaro), molto poco in effetti.

      La tabella di tossicita' semplificata la trovi qui:

      http://www.wafriends.com/PesticideToxicityChartSmallFlyer-2.pdf

      E' una tabella che viene di solito citata da esperti agronomi e chimici, per cui credo sia affidabile.

      Notare che il ramato in questione, ora parificato ai pesticidi di sintesi piu' tremendi, che pero' spesso almeno si degradano in fretta all'esposizione con l'aria (tipicamente e' richiesto un tempo di latenza di due/tre settimane prima della raccolta), e' ammesso in agricoltura biologica.............

      Aspettiamo fiduciosi la fine del mondo pronosticata con grande sicurezza dagli esperti in catastrofi e affini tipo quelli del sito "effettorisorse", sperando che sia la volta buona.

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    5. C'è poco da farsi un esame di coscienza. Quel che osservi non è che l'effetto dello stipamento inumano di esseri umani in un ambiente inadatto alle loro caratteristiche di specie, inadatto alle loro esigenze etologiche. Grattando la superficie, quella fatta d'una finzione artificiosa che ci vorrebbe tutti fratelli sulle note dell'inno del "aggiungi un posto a tavola (ecc.)", viene fuori la cruda verità: non ci sopportiamo più a vicenda, perché la territorialità di ciascuno di noi è calpestata da troppi altri. Non ci si può aspettare nulla di diverso da quello che osserviamo (e che, dovremmo ammettere, sentiamo sulla nostra stessa pelle).

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    6. Nel pdf indicato, notare che il ramato e' in classe III, "leggermente tossico", come ai miei tempi: ora in europa e' stato evidentemente messo d'ufficio in classe II, quindi da "patentino".

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    7. "inadatto alle loro caratteristiche di specie, inadatto alle loro esigenze etologiche"

      Stupidaggini, l'uomo si adatta a tutto. :)

      Non capisco perche' dobbiamo ostinarci a dimostrare "scientificamente" di avere ragione, attaccandoci a pseudo teorie banalmente falsificabili, quando e' nostro pieno diritto dire semplicemente che non ci va di vivere in questo modo, punto e basta.

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    8. La stupidaggine è quella che hai appena affermato, perché nessun animale si può "adattare a tutto". Men che meno nell'arco di poche decine d'anni.
      Ma forse la tua era una battuta di spirito che non sono riuscito a cogliere.

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    9. Ho dimenticato di evidenziare un punto non secondario: è noto che l'adattamento avviene per selezione, ovvero per eliminazione (sterminio) degli inadatti. Direi che sarebbe più umano evitare situazioni che richiedono adattamento oltre un certo limite. Ammesso e non concesso che l'animale umano sia davvero così razionale quanto ama millantare.

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    10. https://www.youtube.com/watch?v=CO8X60_Kb4w

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    11. Diaz, quel filmato non dimostra nulla se non quel che ho appena ricordato: l'adattamento implica selezione. In questo caso particolare, gli astronauti vengono selezionati a monte, ovvero non tutti possono essere astronauti. Il fatto che, nel caso specifico, gli inadatti non vengano sterminati è dovuto al fatto che non ce n'è necessità -- gli inadatti basta escluderli dalle missioni e lasciarli a terra.

      Comunque sia, se ritieni che vivere chiusi in una bottiglia sia un buon modo di vivere, se ti ritieni adatto, anche senza andare nello spazio potresti farti allestire un qualche tipo di abitacolo sottomarino a media profondità, rinchiudertici e mantenerti con qualche sorta di telelavoro facendoti mandare gli alimenti per mezzo di batiscafi. Ogni giorno sarebbe una festa, no? Del resto ci si abitua a tutto...

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    12. Darwinismo da strapazzo, di cui Darwin si vergognerebbe (e' per questo che tentenno' tanto prima di pubblicare la sua teoria), che non ha senso in campo umano dove l'intenzionalita' e l'ideazione la fanno da padroni.

      Oltretutto, il concetto di adattamento e' tautologico: i "piu' adatti", sebbene sopravvissuti, possono benissimo essere i peggiori, e serve a poco percio' che a posteriori si vantino di essere stati "selezionati". Non c'e' nulla di cui vantarsi, e spesso (a posteriori) c'e' molto di piu' di cui vergognarsi.

      Quella che tu intendi per "selezione" la praticano da sempre gli eserciti e le societa' che imbarbariscono, e si chiama decimazione.

      Per parte mia, credo sia opportuno prendere chiaramente e nettamente distanza da tale modo, deprecabile, di vedere le cose.

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    13. Com'è che ti parlo di patate e tu passi a parlare di lavatrici?

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    14. Darwin tanto ha tentennato quanto sul letto di morte ha ritrattato, anche se nessuno lo prese sul serio (forse per il fatto di essere appunto moribondo? La considerazione peró non dovrebbe diminuire solo perché il soggetto in questione é invecchiato fino al raggiungimento del capolinea - e qui si finirebbe per tornare al discorso anziani...)

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  17. I vecchi di 75 anni dovrebbero poi lasciare il posto? Oramai invecchiare è diventato un crimine mentre i reati veri restano i puniti. Specie queli in cui viene assaltata proprio la casa di un vecchio, che se per miracolo rimane vivo , qualora si fosse difeso, dovrà risarcire il ladro assaltante di 300 mila euro secondo sentenza di tribunale. I vecchi oramai danno fastidio, ma i criminali no. Diciamocelo, l' Italia è finita. Niente più amore e compassione per i più deboli e bisognosi, ma via libera alla legge della giungla. Ovvio che un paese non può progredire camminando di questo passo. Invece di aiutare le famiglie che hanno un anziano a carico le amministrazioni spendono ove non si deve. Non dico altro perchè arrabbiarci perchè l 'Italia va alla rovescia servirà solo a farci il sangue marcio (anche se in Italia non ci vivo più ho lasciato parecchi amici, tra i quali persone che per colpa di quel ridicolo patentino rischiano letteralmente la fame), non certo a fare rinsavire istituzioni varie, media in primis. Ricordiamo solo che parecchi di quegli anziani di 75 anni hanno ancora figli giovani a carico e non sempre per pigrizia di questi ultimi come tendenza vuole farci credere

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    1. "I vecchi di 75 anni dovrebbero poi lasciare il posto? Oramai invecchiare è diventato un crimine mentre i reati veri restano i puniti."

      Credo che l'ideale di chiunque abbia un po' di senno sia vivere in salute e non dico felice ma almeno senza doversi quotidianamente pentire di essere nato, magari avendo una posizione che lo renda utile e apprezzato a se' e al prossimo, fino ad una certa eta', e poi schiattare d'un colpo. Farsi 10-20 anni di agonia nel dolore, nel disfacimento del proprio corpo e nell'angoscia della morte, fra parenti addolorati e attoniti, c'e' gente che crede sia positivo, per carita' c'e' della ragione anche in questo, sono situazioni che ho vissuto anch'io e da cui ho imparato molto, ma che personalmente preferirei di evitare da soggetto protagonista.

      Sopra, dico "non dico felice ma almeno senza doversi quotidianamente pentire di essere nato" non per caso, ma perche' in realta' conosco un sacco di gente di tutte le eta' che, pur essendo piu' o meno in salute, fatte le somme, preferirebbe non essere mai nata. In questo mondo, in questa societa', sta male, malissimo, eppero' non e' tanto ipocrita da riversare tutta la colpa del suo male su un qualche nemico appositamente ipotizzato, perche' sa di essere essa stessa ingranaggio del meccanismo che crea la ricchezza ma rende impossibile il ben-essere.

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    2. "Credo che l'ideale di chiunque [...] e poi schiattare d'un colpo."

      Effettivamente. C'era già arrivato anche Cesare: alla domanda come desiderasse morire rispose: "rapidamente" (fu anche esaudito!). O Sofocle: "La vecchiaia, la più grande sciagura". Basterebbe non accanirsi troppo sui vecchi, non impedire loro con tutti i mezzi di andarsene (questa frase
      può apparire cinica, qualcuno tirerebbe fuori anche l'eutanasia, ma è un fatto che l'assistenza ai vecchi assorbe somme ingenti, destinate a crescere, mentre i giovani non possono mettere su famiglia non avendo uno straccio di lavoro sicuro, non precario). L'ospite di una casa di riposo costa da noi 7, 8 e anche 9mila euro al mese - che naturalmente non ha e deve versare il comune - che li preleva dai contribuenti.
      Regola da osservare (e a cui cerco di attenermi): non rompere le scatole al prossimo, pagarsi le proprie spese e accontentarsi di quel che si ha (altro che "tutto subito").

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  18. Ps: quest' ultimo non voleva essere un ot, ma la risposta a questo - quote - Firmato Winston Diaz - "superati i 75-80 si e' pieni di acciacchi e si avvicina il momento di accettare l'idea, per quanto sia triste per tutti, di lasciare il posto ai piu' giovani", che più che altro è un'idea che serpeggia oggettivamente più che trattarsi dell'opinione di un singolo utente. La conseguenza della ripetività mediatica del binomio troppi vecchi/negatività potrebbe anche essere questo, forse

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  19. Per Winston: mi proverò a rispondere co e meglio potrò considerando le caratteristiche del tablet, che si adattano ai blog per windows/mac/linux come possono, a cominciare dalla richiesta "italiano please". In primo luogo bastano poche conoscenze informatiche (non è 1 offesa, ci mancherebbe) per capire che in tal caso vorresti che cambiassi il mio nick. Che non ho voglia affatto di cambiare e ti spiego subito perchè .innanzi tutto non sempre è possibile, anche qualora accettassi di cambiarlo, cosa che non farò, tradurre in maniera letterale da una lingua all'altra. Infatti last nana's non significa affatto ultima nana come letteralmente dovrebbe, ma ho scelto il nick basandomi su nana's daughters, che anche qua, non significa minimamente figlie di una nana. Anzi , per meglio dire può anche , ma l'ambito dal quale l ' ho preso è quello del DNA research, in cui chi si inquadra nel MT-DNA N1B (linea unicamente matrilineare, dato che la maschile è l'Y-DNA) è stata qualificata, se femminile, nana's daughter. Le ricerche partono dal Canada, quindi per ovvie ragioni le opere sono in inglese (Canada anglosassone). Last nana's è un nome in codice, o almeno una sorta di esso. Il perch

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    1. A dire il vero pensavo si trattasse di qualche tipo di antica matriarca, e in un certo, a quel che ho capito dalla tua spiegazione, lo e'.
      A questo tipo di ricerche genetiche sono pero' piuttosto contrario, in fin dei conti concentrano l'attenzione su un singolo micro-particolare caratteristico di una tribu', tralasciando tutto il resto che e' condiviso non solo con tutta l'umanita', ma in grandissima parte con tutto cio' che vive, non solo di animale. Per cercare conferme di appartenenza ad una tribu' basta andare ad una partita di calcio, e' molto piu' semplice, e illuminante su cosa significhi dal punto di vista sociale.

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  20. Scusa Winston, il tablet è un delirio e quando in Brasile piove la connessione ancora peggio. Dicevo, l'ho scelto per un valore affettivo, perchè quel dna è quello della mia nonna paterna. Quando il mio defunto papà era ancora in vita gli avevo fatto fare un esame del dna e da parte di nonna paterna è uscito N1B. Stavo cercando di verificare e confermare le mie origini etniche ebraiche e non conoscendo la storia della famiglia paterna, l' unica via era stata la ricerca per DNA (fortunatamente invece mia madre, purtroppo anche lei defunta, conosceva vita morte e miracoli di un buon numero di generazioni e da parte materna le origini ebraiche anusim sono state confermate). Dopo i risultati del DNA da parte di nonna paterna e i match con i parenti biologici N1B, ulteriori conferme. Ecco perchè il valore affettivo e la scelta del nick. Al di là della religione ebraica (sono evangelica protestante) prima di tutto quello ebreo è un popolo e il fatto di appartenervi, anche se alla lontana, per me è fonte di grande allegria (ma non per una mal supposta superiorità, niente affatto, ma per le promesse e le alleanze che come popolo ricevette da Dio, iniziate nell'Antico Testamento a partire da Abramo e confermate anche nel Nuovo secondo parecchi teologi). Ora, tablet e pioggia permettendo, spero riuscire a continuare sui punti anziani e ramato.
    Anziani

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  21. Devo aspettare: se non oggi continuerò un altro giorno su anziani e ramato

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  22. Forse ce la fa.? Anziani in salute. Ai tempi dei nostri trisavoli si, facciamo bisnonni magari, ma non sempre. Loro si facevano i loro 60 o 70 anni e se ne andavano in santa pace. Ma a partire dal secolo scorso non più. Cominciarono malattie che prima di allora non si erano mai sentite nominare. Diabete, ictus, ipertensione, alzheimer, parkinson, insufficieza renale e simili. Forse non erano mai esistite in tutta la storia del mondo, eccettuato forse il diabete, in questo Agobit che è medico lo saprà molto meglio di noi, saprà dirci in che anno tali malattie hanno fatto la loro prima comparsa nella storia e oerchè. Ti capisco benissimo che non vuoi passare per questo calvario di malattie, nessuno di noi nel suo sano giudizio lo vorrebbe. Co e te ci sono passata anch'io con i miei parenti , specie con mio zio, che ha avuto 3ictus emorragici a soli 55 anni (ignorava di essere terribil ente iperteso, non aveva sintomi, non significativi, forse) e ha trascorso 20 anni in carrozzella. Mia nonna, ipertesa, si è fatta 11 anni allettata, tra ictus e demenza senile, ma se non altro andava per gli 80. Il fratello minore di mia nonna, ictus ischemico a 81. Decesso dopo 8 anni. Ma i miei cugini (è la parte della famiglia argentina, dove al momento del crollo bancario il rischio di dissesto finanziario bussava alla porta)non hanno mollato fino all'ultimo, hanno fatto l'impossibile per rendergli vivibili gli ultimi anni. Una cugina ha quasi rischiato di dovere interrompere gli studi universitari al terzo anno e in Argentina non è uno scherzo interrompere, perchè poi si deve ricominciare tutto daccapo! Ma per il nonno era disposta. E non per problemi di denaro, ma perchè non riuscivano a trovare una badante adeguata e il nonno non erano disposti a lasciarlo solo nemmeno per un minuto. Una volta queste cose non accadevano. Un colpo secco e si moriva. Ora questi malanni ti lasciano in vita per anni e anni. Sarà il degrado ambientale, l'industrializzazione o peggio -domanda questa per Agobit che è medico-, cioè le affannose ricerche per allungare la vita ad opera degli scienziati, ai quali magari la ciambella viene fuori senza buco? Una mera supposizione magari priva di fondamento.
    Quale che comunque sia la risposta, lq società deve avere cura dei nostri vecchi, invece di ingrassare dubbiose categorie

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  23. Ramato, solfato e similia: premetto comunque che di campagna non me ne intendo, purtroppo non ho mai fatto la contadina. Dico purtroppo perchè, forse potrà sembrare folle, ma mi sarebbe piaciuto un sacco. Tossico o meno, pericoloso o meno, la terra è coltivata dalla notte dei tempi.non so dire quali sono le alternative per coltivare, ma il punto è: dopo millenni di vita contadina di punto in bianco , da un giorno all'altro tutti avrebbero acquisito l' incapacità a coltivare soltanto perchè l' unione europea è venuta a raccontarcelo e ovviamente l' Italia, per la classica paura delle punizioni di Bruxelles, si adatta e raddoppia.

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  24. Tra gli amici miei purtroppo intrappolati in Italia, beh, la vedo dura. Sd la guardia di finanza bussa alla loro porta per vedere il patentino cosa fanno, possono mica raccontare che il signor Vitruvio Dei Tali l' ha preso per tutti? Premettendo anche che vivono ognuno in un diverso comune e il patentino è comunale. Se lo prendi a Firenze, per fare un esempio, non vale a Grosseto.

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  25. Non trovo il sito effettoritorsione che hai indicato, ma credo fermamente nella fine del mondo indicata nell' Apocalisse

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  26. In buona sostanza, per rientrare in tema, per fare sfuggire i miei amici da penose conseguenze colpa del patentino avevo proprio suggerito la fuga in città. Complice anche la mancanza dell'automobile, in campagna indispensabile per spostarsi, il che si ritorce nell' impossibilità di ottenere un impiego in una fabbrica o una azienda. La città ha anche queste pretese. E quando il problema non è legato allo spostarsi, richiedono comunque la macchina. Per la serie inquiniamo

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  27. Il corpo umano si è andato strutturando per un paio di milioni di anni, prima dell'avvento dell'agricoltura stanziale, come quello di un animale cacciatore-raccoglitore nelle steppe e nelle savane. L'alimentazione era essenzialmente di radici e bacche. Saltuariamente si cibava di carne. L'uomo era un animale in continuo spostamento per la ricerca di cibo, per sfuggire ai predatori di altre specie, e anche a sanguinosi conflitti intra-specie per il controllo del territorio. Per questi motivi necessitava di quantità di cibi energetici che raramente veniva soddisfatta. L'apparato digerente dell'animale uomo è così molto efficiente e tende adf assorbire tutte le sostanze caloriche nella massima quantità e rapidamente. Purtroppo con l'alimentazione moderna abbondano i cibi altamente calorici e questo porta ad un eccesso di introduzione giornaliera di glicidi e calorie a cui il pancreas e gli apparati enegetici cellulari non sanno far fronte. Il diabete è una malattia della modernità, anche se esisteva già nel mondo antico ma in misura molto inferiore. I medici lo chiamavano "mellito" perché veniva riconosciuto dalla presenza di glucosio nelle urine (che riconoscevano nei secoli passati toccando un calice di urine del paziente con la punta della lingua). Lo distinguevano così dall'altro diabete detto "insipido". Il termine diabete significa diuresi abbondante, in quanto il rene in presenza di eccesso di glucosio nel sangue lo elimina con le urine.

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  28. SUL SUCIDIO DEMOGRAFICO DELL'EUROPA:

    http://www.ilfoglio.it/cronache/2016/04/29/calo-demografico-europa-nascite-vendite-dei-pannolini___1-v-141376-rubriche_c783.htm

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  29. Caro Agobit, il vantaggio che avevano allora i diabetici di un tempo era il fatto di riuscire a vivere normalmente anche senza insulina? Data la sua comparsa soltanto nel secolo scorso. E quanto al diabete di tipo 1? Dicono sia il peggiore. L' insipido invece è causato da un blocco ipofisario, senza aver niente a che fare con l'alinentazione o sbaglio?

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  30. Il diabete di tipo 1 è quello collegato ad una insufficiente increzione di insulina permotivi congeniti, riguarda i giovani e richiede sempre la terapia insulinica. Quello di tipo 2 è collegato alla alimentazione eccessiva e alla sedentarietà dell'uomo moderno, riguarda in genere le persone di una certa età. Il diabete insipido deriva da un deficit di vasopressina-adiuretina ormone increto dall'ipofisi e non ha nulla a che vedere con il diabete mellito, se non che si manifesta anch'esso con un eccesso di diuresi.

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    2. "e alla sedentarietà dell'uomo moderno"

      Vero, ho visto gente tornare a valori normali di glicemia da valori altissimi (100 da 300?) con un minimo di dieta e soprattutto l'abbandono della completa sedentarieta' (5 km a piedi o 15 in bicicletta in pianura, davvero un minimo di esercizio fisico).

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    3. Quindi guariti dal diabet3? Niente più insulina? E invece quelli a cui scende sempre? Mio padre era uno di quei diabetici che andava sempre sotto e non certo perchè stesse a dieta, anzi la dieta non c'era mai verso di fargliela seguire

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  31. Ho letto che Roma nell'anno 300 d.C. aveva ben oltre un milione di abitanti, nell'anno 1000 ne aveva 30.000. L'urbanesimo era finito!! Anche in questo periodo il momento è vicino. Da un articolo di Latouche:
    "Chi vive in questo momento storico ha il privilegio di assistere al crollo della civiltà occidentale. Un fatto rarissimo, paragonabile alla fine dell’Impero romano. Con la differenza che questo si è svolto in un arco temporale di settecento anni, mentre il crollo della nostra civiltà si compirà in meno di trenta." "Meno di trenta" mi sembra eccessivo, ma chi può dirlo?
    Quindi siete (o siamo?) dei “privilegiati”! Comunque tutto fa pensare che la civiltà industriale ne ha per poco. Ma come succederà? Questo è veramente imprevedibile.

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