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martedì 15 settembre 2015

Il casino di un presidente

Persino il freddo e distaccato Sergio Romano, che non ama sbilanciarsi in giudizi, ha sentenziato giorni fa sul Corriere: "Washington non vuole Assad, non vuole l'Isis e non vuole Putin nel Mediterraneo. Un tale groviglio di desideri incompatibili sarebbe più facilmente sostenibile se il presidente Obama fosse disposto ad impegnare le forze americane sul terreno. Ma esclude anche quella possibilità.Ha un altro piano? Se crede ancora che una guerra, come quella combattuta dall'Isis in Siria e in Iraq, possa essere vinta con i droni, commette un errore. E commettono un errore, per le stesse ragioni, quei paesi occidentali che sembrano pronti, pur di provare la propria esistenza, a ripetere la disastrosa esperienza libica". Il Nobel preventivo della pace dato ad Obama, come tutte le cose fatte per superficialità politica, ha premiato una nullità, una assenza assoluta di idee in politica estera. Una delle sue prime mosse fu di andare al Cairo a fare un bel discorsetto alla locale Università islamica, proponendo nientedimeno che una riconciliazione tra occidente e islam. Fu accolto dai sorrisetti degli imam e dalla presa di coscienza della sua debolezza. Ha cercato poi di convincere l'Iran a denuclearizzare, prima spingendo sulle sanzioni poi, con una piroetta da tanghèro, accettando un compromesso che da di fatto il via libera all'Iran sul nucleare militare. Nella questione palestinese si è arenato subito. Un capolavoro è stata l'estromissione di Gheddafi, fatta in combutta con Sarkozy interessato al petrolio e gas libico, che ha portato al disastro della guerra civile e alla conquista delle coste da parte del partito degli scafisti. Chi ne ha pagato le conseguenze è stata l'Italia. Ma il meglio di se il presidente americano l'ha dato con la Siria. Prima ha appoggiato i ribelli senza sapere bene chi erano e ha tentato di imporre il bombardamento di Assad. Poi, dopo avere irritato la Russia, ha tentato di metterlo fuori gioco con le buone. Peccato che il buon Assad non abbia alcuna intenzione di levarsi dai piedi, specie dando retta a dei discorsetti. Poi s'è reso conto che i ribelli erano egemonizzati dall'Isis, il quale era ben armato proprio da mezzi bellici americani passati da Sauditi,Quatariani, Turchi e Irakeni doppiogiochisti. Dice Massimo Gaggi sempre sul Corriere: " La Siria è la vera croce del presidente democratico: è sugli errori e ripensamenti davanti ai massacri, i tentativi falliti di estromettere Assad, la sottovalutazione dell'Isis, l'illusione di rimettere ordine in quello che è diventato il più pericoloso crocevia mondiale del terrorismo con qualche milizia filo-occidentale sommariamente addestrata, che Obama rischia di essere giudicato in modo severo dalla Storia". In queste condizioni, mentre ormai Damasco è assediata (due quartieri sono già in mano all'Isis) e gran parte del paese è caduta sotto il governo del califfato, è normale che Putin cerchi di riempire un abissale vuoto politico e di salvare le sue basi militari e l'influenza russa nella zona. Ormai quella è terra di nessuno. I milioni di profughi che scappano verso la Grecia e l'Europa stanno veramente fuggendo la morte sotto gli attacchi del califfato. La sovrappopolazione e la natalità ha solo assicurato la massa critica dei giovani militanti e delle masse di disperati, il resto del disastro lo ha fatto la dissennata politica occidentale e in primo luogo quella ondivaga e senza senso degli Stati Uniti ( cominciata con gli errori fatti in Irak dall'amministrazione Bush).La diplomazia americana è stata presa un'altra volta alla sprovvista dalla mossa di Putin che spostando armi e soldati nella zona ha messo gli stivali russi su suolo strategico in preda al caos. Intanto il regime sciita dell'Iran è stato rimesso in gioco proprio da Obama che spera di farne un alleato nella lotta contro l'Isis, ma in questo modo non farà che certificare la debolezza americana e rinforzare la presenza di Russia e Iran nella zona con quali prospettive, viste le intenzioni degli Iraniani verso Israele, è facile immaginare. Di tutto questo fallimento politico americano (e occidentale) per adesso pagano le spese gli europei, con migrazioni epocali che non possono essere regolate perché nessuno ha la forza di farlo.Di una fantomatica guerra agli scafisti parlano gli eterei governanti europei per solleticare un ego ormai inconsistente, ma di fatto continuando a restituire le imbarcazioni ai trafficanti per non irritarli, tutte le volte che li colgono in pieno traffico. Tutto questo serva almeno di insegnamento alle alte menti che assegnano i nobel della pace: aspettare a vedere che tipo di azioni il premiato compie, prima di precipitarsi a premiarlo per manifesta simpatia politica.

12 commenti:

  1. Be', sì, d'accordo: il Nobel a Obama è stato davvero precipitoso. Forse era d'incoraggiamento, ma in genere si premia chi ha già acquisito dei meriti. Tutta questa acrimonia verso Obama però non la capisco. Per carità, ha deluso anche me (non ha nemmeno chiuso Guantánamo, roba dell'altro mondo: decine di persone incarcerate senza accusa da un'eternità, evviva l'habeas corpus!). La situazione in Medio Oriente è ormai incancrenita senza rimedio, nessuno sa come uscirne. Ha cominciato Bush in Iraq sotto le bombe da ormai vent'anni (Guerra del Golfo I e II). Il capolavoro è stata la guerra - non dichiarata - alla Libia di Gheddafi. Senza quella guerra non ci sarebbe stato il disastro siriano. La Siria ormai non esiste più, Israele può definitivamente annettere il Golan senza che nessuno si scandalizzi. Io farei fucilare Sarkozy, Cameron e Obama per la guerra alla Libia, anche quel deficiente di nouveau philosophe B. Henri-Lévy che sembra abbia spinto Sarkozy all'avventura libica. Quasi nessuno mette in relazione questi due eventi: la guerra alla Libia e la distruzione della Siria con oltre 200'000 morti (più i profughi che si deve ora cuccare l'UE). Ce l'hanno con Assad che garantiva come come Gheddafi una certa stabilità. Per fortuna i militari hanno rimesso ordine in Egitto che l'ha scampata bella.

    " ... e Iran nella zona con quali prospettive, viste le intenzioni degli Iraniani verso Israele"

    L'Iran non minaccia Israele, fa solo grosse sparate. Considera Israele un cancro nella regione, ma non può fare nulla. Israele è strapotente, può condurre vittoriosamente guerra su più fronti, e come ultima ratio ha non una, ma duecento atomiche (è probabilmente meglio armato che le due vecchie potenze nucleari Francia e Inghilterra). Anche se l'Iran possedesse l'atomica non potrebbe distruggere Israele, Israele e gli USA colpirebbero prima l'Iran vetrificandolo. Il possesso dell'atomica da parte di Teheran è più che altro una questione di prestigio: se ce l'ha Israele che fa il galletto con le sue atomiche e può distruggerci perché non possiamo avere anche noi l'atomica? Bisognerebbe invocare il disarmo nucleare totale, non volere impedire all'Iran di farsi la sua bombetta (che comunque non lancerebbe perché si suiciderebbe, anche se riuscisse a infierire il primo colpo). Chi sarà quel pazzo che lancerà la terza bomba atomica? Probabilmente succederebbe il finimondo. Non so se è vero, ma ho letto che Golda Meir voleva attaccare la Russia quando si trovò in difficoltà con l'Egitto nella guerra del Kippur nel 1973. Dunque Israele aveva già allora l'atomica e voleva pure usarla! Per fortuna ne fu dissuaso dagli Americani. Qui sono tutti armati fino ai denti e vogliono impedire agli altri di armarsi. Non che io sia per la proliferazione nucleare: più potenze nucleari ci sono più cresce la possibilità di qualche incidente che avrebbe ripercussioni tremende.

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    1. Caro Sergio, Obama purtroppo in politica estera non ne ha azzeccata una. Non è acrimonia, ma una constatazione che oggi fanno un po tutti gli osservatori , anche quelli più democratici. Purtroppo ha una gran parte della colpa per i milioni di profughi che stanno arrivando (non che senza di lui non sarebbero arrivati, ma molti molti di meno, e più per motivi economici che per guerre). Quanto all'Iran non lo sottovaluterei, ti ricordo che Hesbolla in Libano e Siria è una diramazione iraniana. Finanzia milizie sciite in Iraq. Probabilmente la bomba atomica, una volta avuta, non la userebbe. Ma sarebbe una buona copertura per avventure militari in tutto il medio oriente, Israele compresa. Hai ragione per quel che riguarda l'Egitto. Senza il colpo di stato dei militari saremmo tutti i guai seri.

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  2. Io penso che in Europa, gli unici che abbiano perso il raziocinio, che abbiano ancora qualche lume della ragione siano Orban e Putin.
    In ogni caso il Divide et Impera, come sempre ora a livello globale, è un tentativo, da parte degli Stati Uniti, di "spegnere" i fuochi buttandoci sopra della benzina. Quei furbastri energumeni poi escono come "salvatori": sì, noi prenderemo 10k profughi siriani a che bravi, che belli,. che sono il numero di invasori che arrivano in Germania in un solo giorno:
    Come con l'Ucraina, gli Stati Uniti fanno guerra anche all'Europa e al possibile asse Berlino - Mosca, l'unico che essi temono e lo fanno in Europa, col culo degli Europei e con il loro consenso.

    Guerra agli scafisti: i primi sono i scafisti bianchi e rossi, i Bergoglio, i Lerner, le Boldrini, i Vendola, i parroci, i collaborazionisti a piedi scalzi, i complici che con direttive operative precise: 800 natanti restituiti solo nel 2014 collaborano con i colleghi nordafricani.

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    1. > gli unici che abbiano perso il raziocinio
      -> gli unici che NON abbiano perso il raziocinio

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  3. Perfettamente d'accordo, l'articolo è una "Lectio Magistralis" di come non deve essere la politica estera.

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  4. Forse il Nobel per la pace andrebbe abolito, almeno per salvaguardare la dignità del resto dei premi. Quello per la letteratura dovrebbe essere attribuito non per supposti meriti politici (quali?) ma con criteri letterari. Sul presidente hai ragione, lui è solo il decisore finale. Ma davanti alla storia sarà lui ad essere giudicato. Su ciò che avviene in medio oriente e la politica seguita dagli Usa anche io mi sono chiesto quali erano gli intendimenti della amministrazione americana, se se ne fossero di segreti. Molti sono gli interrogativi. Perché si è abbandonato velocemente l'Iraq dopo tutto il casino fatto? Perché si è permesso all'Isis di nascere e crescere? Perché gli si fa la guerra a "bassa intensità" con le punture di spillo? Perché la Turchia fa il doppio gioco? Chi sta dietro il colpo di stato in Egitto? Perché questa giravolta con l'Iran? Spero che tu abbia ragione, che ci sia un gran disegno...un piano che noi comuni mortali non siamo in grado di vedere. Perché se così non fosse è solo un gran pasticcio da apprendisti stregoni. In ogni caso a pagarne le conseguenze siamo noi europei e italiani. Europa e Italia che, piano segreto o no, stanno rapidamente declinando sullo scenario mondiale tra figuracce e manifesta impotenza.

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    1. "Se ci pensiamo un attimo, calcoliamo che ci sono in gioco risorse enormi e quantità di qualsiasi cosa, calcoliamo che quindi ci sono moltissime persone che non fanno altro tutto il giorno che analizzare, valutare, pianificare, gestire, eccetera - la possibilità che i fenomeni che osserviamo siano "solo un gran pasticcio" frutto della approssimazione e del caso è minima, direi prossima a zero."

      Probabile, anzi vero. In questo caso saremmo dei poveri illusi. Eppure lo stesso gli analisti, i pianificatori, i gestori ecc. prendono cantonate incredibili come constatiamo non di rado. La gestione delle guerre in Iraq e Afghanistan è stato tutt'altro che un successo per gli Americani (guerre lunghissime, costosissime, con risultati mediocri, un semifallimento). Difficile credere che dietro ci fossero dei geni che avevano tutto calcolato e previsto. Anche l'eliminazione di Gheddafi è stata avventata. Nell'occasione le maggiori colpe sembrano di Sarkozy, ma in effetti cosa ne sappiamo. Forse è vero che gli USA sono interessati alla destabilizzazione dell'Europa, altrimenti concorrente temibile economicamente, specie se si alleasse alla Russia superpotenza nucleare (questo matriomio non s'ha da fare!). La nostra speranza è che i pianificatori ecc. non possano prevedere tutte le conseguenze delle loro trame, e ne siano addirittura vittime.

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    2. E quindi? Asteniamoci dal giudicare? Tanto vale allora starsi zitti e subire visto che sappiamo poco o niente. Possiamo fare anche a meno di postare commenti più o meno ridicoli visto che siamo all'oscuro di tutto o di ciò che veramente conta.
      Quanto alla guerra permanente per la supremazia (di USA e Impero Romano) potresti avere ragione. I Romani erano sempre in guerra: passato l'inverno "partivano". Nella loro lunghissima storia (più o meno un millennio) si astennero dal fare guerra soltanto nel 235 a. C. ("Mit Ausnahme eines einzigen Jahres - 235 v. C. - befand sich Rom immer im Kriegszustand" Alexander Demandt - Roma fu in stato di guerra permanente ad eccezione di un solo anno, nel 235 a.C.)

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    3. "A proposito di "stare zitti e subire", non hai ancora visto niente."

      Ammazza, e cosa ci aspetta? Sembri avere qualche idea in proposito, erudiscici. Comunque quello che hai scritto qui sopra è per lo meno verosimile e condivisibile. Ma anche deprimente. Visto che se alziamo la testa "ci spianano". Che dobbiamo o possiamo fare allora? Niente, appunto, è già tanto se campiamo (e la scampiamo). C'è in fondo anche chi sta peggio (magnifica consolazione ...).

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    4. "Gli Italiani sono entrati nell'ordine di idee che sia cosa buona e giusta delegare ad altri le decisioni che li riguardano."

      Basta sentire la solfa "ce lo chiede l'Europa". Quanto dire: siamo talmente imbecilli, per fortuna l'Europa pensa per noi e ci dà la dritta.

      Ma tu quale prezzo saresti disposto a pagare - per sentirti libero, autonomo, poterti guardare allo specchio senza dovere ammettere: faccio proprio schifo, sono un verme?
      Però ormai una certa interdipendenza degli Stati è un fatto. Io vivo in Svizzera, ma la Svizzera deve importare proprio tutto, mica potrebbe sfamare una popolazione di oltre 8 milioni. Negli anni Settanta un professore, Kneschaurek, aveva previsto una Svizzera di 10 milioni per il Duemila. Un incubo, che però si sta realizzando, anche se con un paio di decenni di ritardo, GRAZIE all'immigrazione. Tutti i giornali - italiani ed elvetici - non fanno che dire GRAZIE all'immigrazione (se no forse ci estingueremmo). Da noi è stata lanciata un'iniziativa popolare per garantire la sicurezza alimentare, ma con 8 e presto 10 milioni è impossibile, dipenderemo sempre dall'estero (per fortuna l'estero acquista ancora i nostri prodotti). Monti era contro la produzione a chilometro zero, meglio dipendere dalle forniture estere! Si sta creando (non so quanto spontaneamente) una rete di dipendenza di tutti da tutti (ma ovviamente qualcuno è al di sopra della mischia - i moderni Romani che facevano bottino ovunque, veri banditi o imperialisti - eppure l'Impero Romano suscita ancora l'ammirazione universale!).

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    5. x Sergio:
      > Forse è vero che gli USA sono interessati alla destabilizzazione dell'Europa,
      > altrimenti concorrente temibile economicamente, specie se si alleasse alla Russia superpotenza nucleare

      Prenditi il tempo per ascoltare il pensiero di George Friedman, consigliere politico del Dipartimento di Stato, fondatore del think tank Stratfor in questa intervista (video in fondo alla pagina).

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  5. Interessante. Non sapevo cosa fosse il furbofono: apprendo che è la giusta traduzione di smartphone. Be' nemmeno io ce l'ho, non ne sento il bisogno. Del resto non ho mai posseduto nemmeno un cellulare (di nuovo: perché non ne avevo bisogno). Ho però il computer da cui ammetto una certa dipendenza. Anche l'email mi piace, molto pratico. Ma penso si potrebbe farne lo stesso a meno. Solo che se non stai al gioco comprando tutte le cavolate possibili ti trovi fuorigioco. Ormai per qualsiasi cosa ti chiedono il numero del cellulare e io ho solo il fisso (rifiutato). Passi per strambo, asociale.
    Dunque resistenza passiva. Interessante. Bravo.

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