Come
sonnambuli camminiamo tutti su questa bomba che ci sta esplodendo addosso,
proprio durante l’arco della nostra vita. Eppure i grandi intellettuali, i
potenti, le classi dirigenti, i politici, tutti parlano d’altro, volgono lo
sguardo altrove, anzi girano nel vuoto gli occhi che non vogliono vedere, come
ciechi. Il pianeta ci sta bruciando tra le mani, con una orrenda fiammata che
consuma e carbonizza tutto…in un tempo incredibilmente breve; ma quello che fa
più male è l’assoluto silenzio di chi dovrebbe parlare, anzi gridare, finché
c’è un briciolo, una parvenza seppur minima di speranza di salvezza.
E’ per questo che considero il libro di Alan Weisman
“Conto alla Rovescia” (Einaudi) (vedi foto in alto) un libro importante. Weisman è un
grande giornalista e chi pensa di trovare in questo libro i soliti discorsi
generici sulla sovrappopolazione, le solite denunce vaghe e inconcludenti
sbaglia di grosso. Questo è un libro documentato, scritto con resoconti
effettuati dall’autore recandosi direttamente nei luoghi, riferendo analisi documentate, precise,
ricche di informazioni, con interviste e racconti raccolti dai diretti
interessati. Già la copertina esprime chiaramente l’intento del libro, e sopra
il titolo è riportata la sintesi della tragedia in atto: l’esplosione della
specie Homo da uno a sette miliardi di individui in un periodo di tempo di
poche, pochissime generazioni. Nel 2050 saremo 10 miliardi: sarà la fine se non
faremo subito qualcosa.
Weisman racconta gli albori della contraccezione negli
Stati Uniti come i tentativi e le lotte portate avanti da Margaret Ranger
nell’ambito della liberazione della donna. I primi interventi sulla
contraccezione e il controllo demografico in Costa Rica e in altri paesi del
centro america. Vengono riferiti dall’autore i primi tentativi di introdurre
programmi di pianificazione familiare favoriti negli anni 60 dall’invenzione
della pillola anticoncezionale. Ci ricorda la reazione della Chiesa in
particolare con l’enciclica Humanae Vitae da parte di Paolo VI con l’intento,
rivelatosi per fortuna tardivo, di bloccarne la diffusione. Nel 1968 la pillola
era ormai ovunque. Nel 1969, un anno dopo la pubblicazione del libro “The
Population Bomb” da parte di Paul Ehrlich, lo stesso Ehrlich insieme a John
Holdren replicava sulla rivista “Bio Science” a un’obiezione che veniva mossa
di frequente al libro: che la tecnologia moderna avrebbe risolto la penuria di
cibo, acqua ed energia previste
nel caso la popolazione fosse
cresciuta ancora. Holdren aveva riferito una proiezione matematica del
tonnellaggio allarmante di fertilizzanti sintetici che sarebbe occorso a tempo
indefinito per sfamare un’umanità in eterna espansione, e delle inevitabili
conseguenze chimiche. Si accennava anche, per la prima volta, al fatto che
l’anidride carbonica nell’atmosfera era aumentata del dieci per cento
dall’inizio del secolo. Lui ed Ehrlich calcolavano che, in meno di un secolo,
la Terra sarebbe andata incontro a cambiamenti climatici drastici, se non
catastrofici.
Weisman ci parla poi dei principali paesi interessati
dal problema demografico, riferendo le distruzioni delle foreste e la devastazione ambientale in Uganda, Congo, Kenia, Tanzania, Nigeria e in
altri paesi Africani in seguito all’esplosione demografica incontrollata, con
le terribili conseguenze della diffusione dell’Aids e di altre gravi malattie infettive.
Riferisce del disastro ambientale da eccesso demografico in Cina, nelle
Filippine, in India; ma ci mostra anche i tentativi di arginare il problema da
parte dei governi (con discreti successi come in Cina e nelle Filippine), ed
anche da parte di organizzazioni dedicate alla pianificazione familiare che si
stanno sempre più diffondendo come nelle Filippine e in India, spesso
combattendo contro i fautori della crescita demografica come le organizzazioni
religiose o i partiti nazionalisti, con ripercussioni positive sulla situazione
economica e sulla qualità della vita delle popolazioni. Particolarmente
interessanti sono alcuni casi come quello dello stato indiano del Kerala che è
riuscito ad ottenere, fin dagli anni Settanta, il tasso di natalità più basso
del paese, in stupefacente controtendenza rispetto al 1947: allora, la sua
crescita demografica era la più alta nell’India. Dice la poetessa Sugathakumari
: “Animali, uccelli, api e fiori obbediscono alle leggi della natura. Una sola
creatura le ha infrante. Ho quasi l’impressione che il mondo sarebbe un posto
migliore senza di noi”. Grazie ad un programma di pianificazione familiare
intrapreso dal governo , si cominciò a distribuire gratuitamente la pillola, appena comparsa sul
mercato, e a sottolineare che era
più facile dare un’istruzione ai figli se erano meno. Si offrivano modeste
somme di denaro a chiunque si facesse vasectomizzare o chiudere le tube.
L’adesione alla pianificazione familiare si legò direttamente
all’alfabetizzazione femminile. Alla fine degli anni Novanta, il Kerala era il
primo posto, non solo in India ma in tutta l’Asia meridionale, ad aver
raggiunto il tasso di natalità ottimale per l’equilibrio demografico.
Purtroppo non tutta l’India ha seguito l’esempio del
Kerala, e se il futuro sarà come quello che si prospetta a Mumbai (21 milioni
di abitanti censiti, altri non conosciuti) con il più denso ammasso di umanità
in quello che presto sarà il paese più popoloso del pianeta, si andrà incontro ad uno
scenario da incubo.
Proprio come sta accadendo in Pakistan, dove i tassi di
natalità elevati stanno portando ad una espansione caotica delle grandi città
come Karachi -triste esempio delle megalopoli che stanno crescendo in tutto il mondo- , alla distruzione pressoché totale delle foreste (ormai solo il 5
% del territorio pakistano è ancora alberato, mentre pochi decenni fa era al 70 %), allo
sbancamento dei fiumi per ricavarne sabbia da adibire a materiale di
costruzione mescolandola con il cemento. Ora il Pakistan, una potenza nucleare
con alti tassi di natalità, scoppia di gente destinata alla fame, se non
interviene qualche miracolo a riempirne i bacini idrici ormai allo stremo.
Anche Israele e India, altre potenze nucleari, hanno poca acqua e una
popolazione in crescita.
In Europa le cose non vanno meglio. Uno dei paesi più a
rischio è l’Inghilterra che si sente di anno in anno più compressa, i suoi
bacini idrici sono ormai al minimo e con la prospettiva di quindici milioni di
abitanti in più per la metà del secolo. Londra è al collasso ambientale con un
aumento di 500 mila persone dal 2000 e
ne aspetta un altro milione entro il 2020. I processi di immigrazione e gli elevati tassi di natalità tra gli immigrati sono all'origine dell'esplosione. La campagna inglese è sotto
stress e la cementificazione avanza ovunque. Si prevede che il Regno Unito
conterà nel 2033 ben 72 milioni di abitanti (e gli Stati Uniti 400 milioni). Dice Aubrey Manning
dell’OptimumPopulation Trust:”Credere che la crescita demografica possa
protrarsi all’infinito è assurdo. E’ l’idea che in qualche modo ci spetti il
diritto di continuare così, ad espanderci come specie e a distruggere tutto.
Viviamo sull’Isola Che Non C’è, se crediamo che la Terra non smetterà di
provvedere a noi. Quanto alle decisioni, dov’è il portavoce degli oranghi?”.
Peccato che tutti i partecipanti alle conferenze dell’OPT sono white. Non si
vedono in particolare i musulmani.
Ma chi pensasse che il libro di Weisman sia semplicemente
catastrofista, sbaglierebbe. Ci sono anche molte buone notizie, come quelle ad
esempio che in molti paesi dell’Africa e dell’Asia si stanno organizzando molte
associazioni per la Programmazione Familiare, composte per lo più da persone
locali, molto coraggiose e determinate visto la cultura dominante e la violenza
con cui tanti integralisti e nazionalisti difendono i loro punti di vista. L’esempio più
incoraggiante ci viene da dove meno ce lo aspetteremmo. Dodici anni dopo la
morte dell’imam Khomeini, il ministro iraniano della Salute avrebbe ricevuto il
premio Popolazione delle Nazioni Unite per l’approccio più illuminato e
vincente alla pianificazione
familiare che il mondo avesse mai visto. Come era stato possibile? A
differenza della Cina dove si era ricorsi alla costrizione governativa, tutto in Iran era avvenuto su base
volontaria. Racconta la dottoressa Shamshiri: “Usavamo i cavalli. Medici e
chirurghi, team universitari…caricavamo l’attrezzatura su qualche cavallo e
battevamo tutti i villaggi, anche i più microscopici”. Le brigate a cavallo
formate dalla dottoressa Hourieh Shamshiri e da altre ginecologhe e ostetriche
si spingevano fin negli angoli più remoti del paese, dove mettevano
gratuitamente a disposizione di qualunque iraniano qualunque genere di controllo
delle nascite, dai preservativi alla chirurgia passando per la pillola. Con il
programma di pianificazione familiare l’usanza di far sposare le bambine venne
respinta da gran parte della popolazione, e l’età media di una sposa salì a 22
anni: le donne rimandavano il matrimonio e la maternità alla fine degli studi.
Alla Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo del Cairo, nel 1994, i
numeri dell’Iran erano talmente incredibili che l’Unfpa mandò i suoi demografi
a controllare le cifre che Abbasi-Shavazi e i suoi colleghi stavano
raccogliendo; i risultati furono identici. Come era stato possibile questo
risultato in un paese musulmano e
su base volontaria? Non c’era stata alcuna coercizione, aveva spiegato la
dottoressa Shamshiri. L’unica richiesta
era che tutte le coppie frequentassero un corso prematrimoniale, tenuto
nelle moschee o nei consultori dove si facevano gli esami del sangue prima
delle nozze. Ai corsi si insegnava educazione sessuale e contraccezione e si
metteva l’accento sui vantaggi di avere meno figli da sfamare, vestire, mandare
a scuola. L’unico disincentivo statale era stata l’eliminazione dei sussidi per
generi alimentari ed altre merci per ogni bambino nato dopo i primi tre, come
era prima. Nel 2000, il tasso totale di natalità in Iran raggiunse l’equilibrio
demografico- 2,1 figli per donna-
un anno più in fretta della politica obbligatoria e coercitiva del figlio unico
in Cina. Nel 2012 era sceso a 1,7. L’Iran era diventato uno dei più grandi
produttori mondiali di preservativi. Purtroppo nel 2006 l’integralista
Ahmadinejad proclamò che il programma di pianificazione familiare non era
islamico. Nel 2009 in seguito ad elezioni ritenute truccate Ahmadinejad fu
rieletto. Centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne, invasero le vie
delle città in segno di protesta. La rivoluzione delle associazioni per i
programmi di pianificazione familiare
e per la liberazione delle donne aveva dato i suoi frutti. Purtroppo le
manifestazioni furono violentemente represse con almeno settanta morti e
centinaia di arresti. Si sta tentando di riportare indietro l’Iran e il
contrasto alla pianificazione familiare è uno dei punti cardine dei
conservatori filo integralisti. Ma la cultura della liberazione della donna e
del controllo demografico è forte e ormai consolidata. E in Iran si sta anche
affermando una cultura ambientalista che combatte l’inquinamento e la
devastazione ambientale, ed il futuro fa ben sperare.
Gli
economisti ecologici occidentali hanno rimuginato per decenni su un’economia
che garantisse il benessere facendo però a meno della crescita, soprattutto a
partire dalla pubblicazione del “Rapporto
sui limiti dello sviluppo” e dell’opera di Paul e Anne Ehrlich. Secondo
Herman Daly della University of Maryland, decano dell’economia di stato
stazionario, è semplicemente la legge dei rendimenti marginali: se si producono
troppi beni, non sono più beni. “Abbiamo allora una crescita antieconomica, che
produce mali più in fretta dei beni e ci impoverisce, invece di arricchirci –ha
scritto Daly, ex capo economista della Banca Mondiale- Una volta superata la
scala ottimale, la crescita diventa stupida a breve termine e insostenibile a
lungo termine”. “Né la superficie né la massa della Terra crescono”, ricorda
continuamente Daly. Sulla Terra, input e output hanno sempre avuto corsi e
ricorsi, si sono sempre trasformati gli uni negli altri. Il meccanismo si è
inceppato quando una specie, la nostra, ha cominciato a pretendere beni più
abbondanti e a replicarsi in maniera esplosiva. Soltanto con il rientro
demografico della nostra specie sarà possibile, se mai ci riusciremo, a salvare
la Terra e a permetterci una economia che ci dia benessere e allo stesso tempo
sia sostenibile per il pianeta.
...Purtroppo possiamo fare poco per quello che succede in Africa se non offrire aiuti alle organizzazioni che tutelano i parchi e la antura in loco in diverse forme e assolutamente fare pubblcità negativa alle organizzazioni che forniscono aiuti alimentari e medicinali od anche solo acqua potabile in loco; se però rientriamo nei nostri patri confini, credo che la generazione dei sterilizzati per forza, visto che il tasso di fecondità italico è ormai all 'a 1,1 ma con una età media dele primipare di 35 anni, fatto questo grave secondo me, e cioè chi ha meno di 35 anni, vedi movimento 5 stelle, non tarderà ad accellerare sula rivoluzione, o più probabilmente smantellamento delle nostre organizzazioni di welfare gerontofile...Naturalmente non credo che questo sia quello che molti sperano di ottenere...Insomma secondo me parlare in Italia di sovrappopolazione senza guardare l'altro estremità della campana generazionale è incosistente.
RispondiElimina<< Gli economisti ecologici occidentali hanno rimuginato per decenni su un’economia che garantisse il benessere facendo però a meno della crescita, >>
RispondiEliminaGli economisti, come categoria, possono fare molto. In fondo il dogma della crescita illimitata è (anche) figlio loro.
Un ripensamento serio, diffuso e condiviso su questo punto da parte degli economisti mondiali potrebbe davvero essere il primo passo verso un cambio di paradigma pacifico e gestito.
Perchè il punto è proprio questo: la decrescita ci sarà per forza, l'unica differenza è tra gestirla e subirla.
quote: "una età media dele primipare di 35 anni, fatto questo grave secondo me". fatto grave? facciamo un passo indietro, andiamo a guardare come era messo il paese quando l'età media era di 16 anni, vedremo cosa c'era: analfabetismo alle stelle (sfortunatamente l'Italia non è mai stata come il Brasile e l'Argentina dove studiare è un diritto e il governo paga dalla prima elementare alla laurea, in Brasile perfino l'autobus agli studenti pendolari, ma è sempre stato un lusso e spesso i genitori non avendo nemmeno i soldi per comprare un quaderno, per non parlare delle tasse scolastiche, mandavano i figli a lavorare appena avevano imparato a parlare e camminare e non scherzo, i miei nonni, quando erano vivi, sapevano bene dei loro vicini che mandavano i figli di 4 anni a lavorare, in più sposandosi spesso e ben volentieri a 14 anni di età ma anche a 13 era normalissimo avere 10 figli per famiglia, dunque immaginerete bene quali fossero le condizioni finanziarie dei più), orari di lavoro da schiavi (mia madre se lo ricorda bene che quando lavorava in fabbrica da ragazza la norma era 18 ore al giorno e quando urgevano le consegne anche 24 su 24 e soltanto con tanta forza di volontà potè alla fine, anche se aveva superato l'età, prendere un diploma tecnico di insegnante di taglio e cucito, ma c'è da dire che a casa c'erano solo altri 2 fratelli, fossero stati 10 figli dubito perché difficilmente sarebbe stato possibile mettere via parte dello stipendio per pagarsi il corso), diritti sindacali inesistenti dunque quella smania di voler mettere su famiglia a un'età poco più che infantile si può ben vedere dove portava. c'è da aggiungere inoltre che spesso è una donna di 35 anni quella stabilizzata (di questi tempi quando va bene) e non una più giovane dunque finanziariamente parlando è quella più adatta a mantenere decorosamente un figlio (oltre che, pur senza voler fare di tutta l'erba un fascio, più matura per crescerlo)
RispondiEliminaNon hai capito: età media significa che l'età media ponderata,se sai cosa significa, è sui 38-39, e ti ricordo che dopo i 35 la natura ha voluto che ogni anno in più aumenta dell' 1% le possibilità di un figlio con gravi deficit psicofisici...
EliminaTutte osservazioni condivisibili, quelle riportate. Non posso però fare a meno di notare che, ancora una volta e come sono troppo abituato a vedere, l'attenzione è rivolta al futuro. Quel che non si fa MAI è ammettere che il futuro del passato è il presente di oggi, e che dopo aver parlato per decenni del futuro occorre ORA parlare del presente guardando al passato. Smetterla di rimandare a un futuro ancor più lontano è INDISPENSABILE per dare concretezza ai discorsi, quali che siano. Ad esempio: perché non fare uno studio su come OGGI viviamo rispetto a trent'anni fa e perché? Non proiezioni, dati di fatto, riscontrabili nella memoria (opportunamente stimolata) di chi tra noi era già al mondo allora. Che le cose acquistino CONCRETEZZA e TANGIBILITA' a livello individuale. Diversamente non è altro che una forma evoluta di terrorismo atto a rovinare ulteriormente e inutilmente la vita a chi già sa e già fa (e molte volte, la cosa migliore da fare è NON fare, ad esempio quando si parla di figli).
RispondiEliminaAttenzione anche allo spostare i ragionamenti a distanza non solo nel tempo, ma anche nello spazio: si parla di Africa, di India, di Cina, perfino di UK, e va tutto benissimo. Però NON SI PARLA MAI DI ITALIA, il che è per noi fuorviante e dannosamente assolutorio. DOBBIAMO parlare della situazione demografica IN ITALIA, anzi nelle singole aree dell'Italia, evidenziare in modo diretto ed adamantino come la situazione demografica IN ITALIA si traduca nei disastri che viviamo quotidianamente pensando che siano meno disastrosi di quanto siano in realtà, far presente qual è la causa ATTUALE di peggioramento ulteriore della già gravissima situazione demografica, di come quel peggioramento non possa che tradursi in un ulteriore peggioramento dei disastri dovuti alla eccessiva pressione antropica.
Opportuno anche sottolineare il modo in cui anche il "travaso" di persone da zona a zona non fa che peggiorare la situazione non solo locale ma anche complessiva.
Insomma, basta parlare dei massimi sistemi, è ora di cominciare a parlare di quel che succede sul pianerottolo di ciascuno.
Oh, ovviamente questo è il mio personale punto di vista per cui, altrettanto ovviamente, son convinto che abbia un valore. Chi non lo condivide faccia quel che crede, non è mia intenzione ergermi a "io so tutto, voi non sapete niente". Vedete se il mio punto di vista può avere un qualche peso anche per voi e regolatevi di conseguenza. Ivi compreso pensare che son matto.
"Ivi compreso pensare che son matto."
EliminaA me (ma anche questo è un punto di vista soggettivo) matto non sembri. Anzi mi sembra ottima cosa fare mente locale. In Italia abbiamo già da tempo passato il capo dei 60 milioni (e De Gasperi, cattolico, trovava l'Italia sovrappopolata già dopo la guerra, per questo faceva accordi per favorire l'emigrazione italiana). Ci dicono che l'Italia è un paese di vecchi, e anche la popolazione europea soffre o soffrirebbe di decrepitudine. È vero che potrebbe esserci improvvisamente un crollo demografico con grossissimi problemi se il tasso di natalità in Italia rimanesse ai livelli attuali. Ma credo non sia difficile fare delle proiezioni per i prossimi decenni, anzi sono già state fatte sicuramente (io non le conosco). È per questo forse che d'Alema dice che avremmo bisogno di 400'000 immigrati all'anno per far fronte ai nostri vari bisogni.
Ma forse sarebbe anche interessante un discorso generale sul rapporto territorio - popolazione. Uno dei criteri - però contestato o non da tutti accettato - è l'impronta ecologica.
Questo discorso lo faremo noi in Svizzera con la nostra associazione Ecopop, l'unica associazione ambientalista svizzera - e non solo - che fa proprio un discorso sul rapporto ottimale tra territorio e popolazione. Sulla nostra radicale e rivoluzionaria iniziativa il popolo svizzero sarà chiamato a esprimere un parere. I Verdi svizzeri hanno assunto la guida del comitato che combatte la nostra iniziativa dichiarata da loro xenofoba perché vogliamo mettere un tetto all'immigrazione. La criminalizzazione del dissenso è ormai moneta corrente. Chi è contro l'euro e "questa" Europa è nel migliore dei casi un euroscettico, ma generalmente sono gli euroscettici sono tacciati di populismo, xenofobia, razzismo, nazionalismo, estremismo di destra. Il populismo è sempre di destra, come se quello di sinistra ("le magnifiche sorti e progressive", il sol dell'avvenire) non esistesse.
Noi con la nostra iniziativa facciamo mente locale. Quanti abitanti può accogliere la Svizzera (43'000 km2) e far vivere decentemente? I Verdi svizzeri considerano questa domanda indecente e xenofoba: c'è posto per tutti, basta sfruttare meglio le aree edificabili, costruire più grattacieli! Al tempo stesso esigono la riduzione dell'impronta ecologica dei residenti che consumano troppo. Be', riduciamo pure questa impronta, ma se i residenti aumentano di numero in modo esponenziale saremo al punto di prima, anzi peggio. A che serve aumentare l'efficienza dei sistemi produttivi e di approvvigionamento se il numero degli "invitati al tavolo della vita" aumenta a dismisura? Per la Chiesa e Giuliano Ferrara gli invitati non possono mai essere troppi, anzi più siamo meglio è (com'è bello prendere il metro a Tokio, con impiegati addetti a pigiare i viaggiatori nelle carrozze per poter chiudere le porte).
Io mi considero un verde della prima ora, ma i Verdi di oggi proprio non li capisco.
Vi invito comunque a seguire un po' il discorso in Svizzera che potrebbe rimbalzare anche altrove. Siamo un piccolo paese, ma l'UE ci guarda in cagnesco perché rifiutiamo di aderire all'Unione, abbiamo persino osato dire di no alla libera circolazione, una delle libertà fondamentali dell'UE (di cui la Svizzera non fa parte!).
quote: "Ivi compreso pensare che son matto.""A me matto non sembri."
RispondiEliminaneppure a me.
"Ci dicono che l'Italia è un paese di vecchi, e anche la popolazione europea soffre o soffrirebbe di decrepitudine."
lo sento dire fino alla nausea, neanche se invecchiare fosse un crimine.
"È vero che potrebbe esserci improvvisamente un crollo demografico con grossissimi problemi se il tasso di natalità in Italia rimanesse ai livelli attuali."
difficile, gli immigrati si stanno moltiplicando alla velocità del suono, ma dopotutto, alla fine, come scriveva su un post un ragazzo rumeno, "noi quantomeno abbiamo la Romania dove ritornare se qui crolla tutto", dunque per mal che possa andare loro hanno dove ritornare (anche se questo non vale certo per ogni paese, va bene la Romania, l'Albania, il Montenegro ma....temo che nessuno smanierebbe per tornare in Pakistan.....). ma il discorso più preoccupante che sento da italiani è il seguente: "ora che c'è crisi non si va più al cinema, non si va più a teatro, non si esce più a cena con gli amici, ecc.....(che soldi non ce n'è) ,dunque visto che si sta a casa bisogna pure passare il tempo" , insomma........non è certo il discorso del tutto rispettabile di chi dice "ora ci siamo sposati, siamo a posto con il lavoro, abbiamo casa e tranquillità finanziaria dunque stiamo pianificando una gravidanza".
"fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza" (Dante Alighieri).
"È per questo forse che d'Alema dice che avremmo bisogno di 400'000 immigrati all'anno per far fronte ai nostri vari bisogni. "
sicuro, visto che in mancanza di una cittadinanza straniera considerata privilegiata oramai, gli italiani si vedono rifiutati impieghi riservati di fatto solo agli stranieri accampando la banale scusa che "quel lavoro gli italiani non lo vogliono" quando invece lo vorrebbero eccome ma nessuno se li piglia perché non sono rumeni oppure accampano l'ancor più banale scusa che gli stranieri si accontentano di essere pagati meno e dico ancora più banale perché se il lavoro non è in nero è facilissimo smascherarla: si sa che non si può andare sotto i tetti sindacali o il datore di lavoro rischia pesanti sanzioni.
"I Verdi svizzeri hanno assunto la guida del comitato che combatte la nostra iniziativa dichiarata da loro xenofoba perché vogliamo mettere un tetto all'immigrazione. "
predicare bene ove si razzola male se così si può definire, dato che la Svizzera è uno dei paesi dove entrare in altro modo che non sia il turismo (e ovviamente non parlo certo di ingressi clandestini) è (o forse era?) pressoché impossibile o comunque molto difficile (ma probabilmente i verdi svizzeri saranno contrari alla politica praticata dal loro governo), comunque se qualcuno ha notizie più aggiornate o più corrette o più approfondite delle mie sono benvenute
"... dato che la Svizzera è uno dei paesi dove entrare in altro modo che non sia il turismo (e ovviamente non parlo certo di ingressi clandestini) è (o forse era?) pressoché impossibile o comunque molto difficile."
EliminaMa scherzi? La Svizzera è un colabrodo, entra e ci resta chi vuole - grazie alla libera circolazione, regime adottato a partire dal 2007 come previsto dagli accordi bilaterali con l'UE. A partire da quell'anno la popolazione è aumentata dell' 1 - 1,2% circa ogni anno (ogni anno!), dieci volte di più di quanto aveva previsto il governo. Il 9 febbraio scorso gli elettori svizzeri hanno deciso di tornare al contingentamento della manodopera straniera (e quindi implicitamente alla disdetta dell'accordo sulla libera circolazione) scatenando le ire dell'UE (benché la Svizzera non sia membro dell'UE). Un rigido regime di limitazione alla libera circolazione è praticato - e accettato dall'UE - nel Liechtenstein, un piccolo paese di circa 35'000 abitanti. La Svizzera è un po' più grande, ma pur sempre un paese di modeste dimensioni che non può certo accogliere chiunque voglia stabilirvisi. Direi nemmeno l'Italia, già sovrappopolata e in grande sofferenza sotto molti punti di vista.
uh! grazie per l'aggiornamento, purtroppo ero rimasta ferma all'epoca della difficoltà (devo dire che non ho mai fatto caso ad aggiornarmi sul punto poiché la Svizzera, non essendo mai in crisi, non attirava l'attenzione come la Grecia a es,). in ogni caso l'UE perché mai vorrebbe influenzare la Svizzera, che non ne fa parte? che intenzioni hanno?
RispondiElimina"In ogni caso l'UE perché mai vorrebbe influenzare la Svizzera, che non ne fa parte? che intenzioni hanno?"
RispondiEliminaDi papparsi la Svizzera! Diceva l'ex cancelliere tedesco Kohl agli Svizzeri: "Perché la Svizzera deve fare parte dell'UE? Because you have a lot oft money!".
Siamo una pietra d'inciampo per l'UE sulla via degli Stati Uniti d'Europa. Una breccia l'UE l'aveva aperta imponendo la libera circolazione (che il governo e poi persino il popolo avevano accettato e ratificato con una votazione). Poiché l'economia elvetica continua a espandersi (viva la crescita!) e la disoccupazione è quasi inesistente (3%) è logico che attragga gente da ogni parte, soprattutto dall'est europeo. Vi accorrono però anche medici e ingegneri tedeschi perché le paghe sono molto più elevate che in Germania e le condizioni di lavoro migliori. Così la popolazione di questo piccolo paese è aumentata di oltre mezzo milione in pochi anni, un'assurdità. La votazione del 9 febbraio ha imposto un alt (per altro ambiguo, non sufficiente a stabilizzare la popolazione). Apriti cielo! L'UE incazzatissima, tutto l'establishment elvetico esterrefatto perché eurofilo. Il popolo bue invece si è fatto due conti: un aumento di oltre l'1% annuo significa che saremo presto 10 milioni e più (attualmente i residenti sono 8 milioni e qualcosa, il 24% dei quali sono stranieri). Un aumento così forte significa tra le altre cose la cementificazione del paese. Tra Zurigo e Basilea non c'è più un metro quadrato non edificato! Il governo svizzero ha tra i suoi scenari un aumento della popolazione fino a 11-13 milioni entro il 2060! Matto da legare, incosciente, crescentista, sviluppista - suicida.
Gli stati del meridione dell'India sono quelli in cui sopravvive ancora l'induismo tantrico che è sempre stato ferocemente combattuto dall'induismo vedico. Il primo ha, nella sua cultura, il massimo rispetto per la Donna, considera nobile il sesso e afferma la continenza riproduttiva, il secondo, come tutte le religioni della mano destra, la degrada a fattrice di pargoli di proprietà del patriarca (padre, fratello, marito).
RispondiEliminaQuando gli USA danno dello stata canaglia all'Iran, io capisco allora che probabilmente sono uno stato che ha segni interessanti di civiltà (il bullo peggiore da sempre del cattivo a coloro che non si sottopongono alle sue angherie e che offrono qualche resistenza).
Ad esempio come il matrimonio a tempo. lo sighé (o sigheh).
L'iniziativa della contraccezione diffusa in Persia è straordinariamente positiva, proprio perché
1 - in un paese islamico
2 - dimostra che è possibile una educazione ed una cultura della contraccezione
3 - e che essa è da sempre contrastata per varie questioni
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RispondiEliminaQuanto sia importante il tasso globale di natalità, decisivo per le sorti del pianeta, è ben descritto da questo breve brano di Conto alla Rovescia:
RispondiElimina"La demografia non è il destino, possiamo produrre un effetto sul mondo dei nostri figli e nipoti grazie a quello che facciamo ora. Un semplice calo di mezzo figlio per donna nel tasso mondiale di natalità, ha detto il demografo Cohen, ci riporterebbe a sei miliardi entro la fine del secolo, così come un semplice aumento di mezzo figlio ci porterebbe a 16 miliardi."
Infatti bisogna tener presente la base su cui si applica la statistica: ogni miliardo di aumento di popolazione moltiplica esponenzialmente l'effetto del tasso di natalità
Grazie Sergio per le delucidazioni
RispondiEliminaBella recensione, l'ho rilanciata sul mio.
RispondiEliminaCmq. le donne iraniane sono velate ( = amputate ) e subiscono numerose limitazioni, rispetto alla controparte maschile.
Achmadinejad ( o come cazzo si scrive ) è votato dalla maggioranza della popolazione, e in Iran non esiste l'età minima per il consenso al rapporto sessuale : le bambine possono essere date in sposa e legalmente stuprate.
( etc. ).
...
Cmq. anche gli Usa hanno dovuto prendere atto dei propri limiti, Obama Baracca è il recordman ( anche ) delle espulsioni : [ http://orlodelboccale.blogspot.it/2014/05/obama-il-kapo_8.html ].
espulsioni? ma magari! poiché da quello che mi era capitato di leggere online sembrava che poco ci mancasse che gli USA fossero sulla buona strada di diventare un paese musulmano o forse meglio filomusulmano, a livello di politica però
RispondiElimina<< Un semplice calo di mezzo figlio per donna nel tasso mondiale di natalità, ha detto il demografo Cohen, ci riporterebbe a sei miliardi entro la fine del secolo >>
RispondiEliminaCaro Agobit, anche se l'argomento è estremamente serio, mi permetti di sdrammatizzare con una battuta ?
D'accordo a calare di mezzo figlio per donna, ma come si fa, in pratica ?
I figli a metà non sono mai venuti molto bene....
Lumen: "I figli a metà non sono mai venuti molto bene...."
RispondiEliminaConsiderata l'elevata e prematura mortalità dei figli molto opportunamente dimezzati, si finirebbe per migliorare rapidamente il risultato.
........va bè va, uno intero ogni 2 donne e leviamo l'inconveniente.........
RispondiEliminasulla strada della sdrammatizzazione, ovviamente
Ho segnalato questa pagina in Crescita demografica, povertà e violenza di Jacopo Simonetta
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