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sabato 2 ottobre 2010
L'Agro Romano distrutto nell'ultimo secolo
Negli ultimi cento anni o poco più si è consumato un disastro ambientale e culturale che ha pochi precedenti nella storia. Uno dei patrimoni ambientali più belli del pianeta, l' agro romano, è stato devastato da una cementificazione a tappeto -peraltro condotta al di fuori delle leggi e dei regolamenti- che ha cancellato un ambiente, un ecosistema, un patrimonio storico unici al mondo. E' così che è sparita una dolce campagna con le sue basse colline, con gli alberi solitari che si stagliano in un cielo unico, con le rovine di acquedotti antichi e di torri medioevali, con le chiesette sperse in contrade agresti, con le strade romane ancora lastricate di blocchi di peperino, con i ruscelli e i fiumicelli che arricchivano di acque verde smeraldo e di una ricca vegetazione un paesaggio sospeso tra la storia e la natura. Al posto di tutto questo nell'ultimo secolo, ma soprattutto nel secondo dopoguerra, sono sorti orrendi caseggiati costruiti in completo abusivismo, senza strade adeguate, senza programmazione, in un caotico sovvertimento di tutte le regole, anche di quelle stesse del caos. Il risultato è un miserabile degrado ambientale e morale in cui gli abitanti sono ridotti a zombie, spaesati e disperati, con anziani soli e giovani tossici o per scelta o per veleni del suolo, dell'acqua, dell'aria. Tutto è stato sacrificato ad un concetto di falsa socialità pervertita in cui hanno giocato un ruolo la mancanza di cultura, di capacità, di governo, di umanità, insieme alla sempre presente corruzione diffusa di politici, costruttori,imprenditori, finanzieri, amministratori, cittadini. Un processo di inurbamento non contrastato, non regolato, non gestito anzi sfruttato ai fini dell'arricchimento personale e in nome di un egoismo illimitato fino a divenire mostruoso, con pochi esempi simili al mondo. L'incommensurabile bellezza dell'Agro Romano -irrimediabilmente perduta- non meritava tutto questo.
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