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domenica 25 dicembre 2022
Si alla fusione
Sul pianeta terra ci sono rinnovabili da centinaia di milioni di anni. Sono le piante ,che catturano la luce solare e la trasformano in costituenti strutturali (cellulose, la scorza degli alberi, fibre vegetali) o in idrocarburi ( zuccheri, resine) i quali vanno poi a costituire le riserve energetiche degli organismi viventi (piante e animali ). Anche i venti e le correnti marine, o l’energia dei corsi d’acqua fa parte dei cicli che assicurano il buon funzionamento della biosfera, il che consente alle specie di sopravvivere e di assicurare là variabilità delle forme di vita e l’equilibrio dell’intero sistema biologico e ambientale. Da alcune decine di anni gli umani stanno cercando di sostituire rinnovabili artificiali a quelle naturali. Questo, a differenza di quello che credono gli ambientalisti, non è senza prezzo, un prezzo che paga la terra è il suo sistema biologico. La distruzione di ampie superfici verdi e la loro sostituzione con distese di pannelli fotovoltaici, lo sfruttamento dei venti e delle acque con sistemi altamente impattanti sull’ambiente fisico e sulle specie viventi, comportano una violenta alterazione dei sistemi naturali che ha conseguenze devastanti sulla biosfera. Mentre le rinnovabili naturali come le piante, catturano la gran parte del carbonio libero in atmosfera , le rinnovabili artificiali non catturano carbonio e non entrano quindi nel ciclo di fissazione di esso nelle strutture viventi: con i sistemi artificiali creati dall'uomo viene meno quindi un elemento centrale della biosfera e della biodiversità, che si basa sul ciclo naturale di fissazione del carbonio. A ciò si aggiunga che le quantità di energie ricavabili dai pannelli fotovoltaici e dalle torri eoliche sono limitate, e non esistono tuttora sistemi di accumulo che consentano una continuità energetica adatta a tutte le necessità di otto miliardi di umani. I quantitativi di energia necessari a certe produzioni, si pensi alle acciaierie e agli altiforni, comporterebbero una tale distruzione di ambienti naturali, per installare pannelli solari, torri eoliche, bacini idroelettrici ecc. che qualsiasi altra fonte di energia avrebbe un costo ambientale più sostenibile. L'estrazione dei minerali, del silicio, delle terre rare, necessari alla costruzione dei sistemi ad energia rinnovabile è inoltre fortemente impattante. Di fatti gli stessi Verdi sono quelli che, pur predicando a favore delle rinnovabili, si oppongono quando queste vanno a modificare e devastare gli ambienti e i paesaggi che li riguardano ( not in MyNimby…).Le rinnovabili hammo dimostrato, in concreto, il loro totale fallimento nell'attuale crisi dei prezzi degli idrocarburi: nessun paese al mondo è stato in grado di sostituire il gas , il petrolio o il nucleare con le rinnovabili. Durante la crisi è molto indicativo il veloce ritorno al carbone come principale fonte di energia, come ad esempio è accaduto di recente in Germania e , da tempo, accade in Cina ed India.
Lo stesso avviene nei paesi in via di sviluppo, dove l’economia viene implementata ai fini dello sviluppo solo con energia da idrocarburi, per lo più del tipo a maggiori emissioni (carbone e petrolio). La continua crescita della popolazione mondiale non fa che sostenere l’aumento altrettanto continuo del consumo da fonti fossili, tanto che le statistiche elaborate dall’ASPO certificano un consumo di idrocarburi nel 2022 in quantità senza precedenti, al di là delle chiacchiere inconsistenti e del tutto avulse dalla realtà delle varie conferenze Cop dedicate alla illusoria frenata sulle emissioni.
Per questi motivi è una buona notizia la comunicazione dell’amministrazione americana sull’avvenuta fusione a bilancio energetico positivo nell’esperimento del Lawrence Livermore National Laboratory , in cui sono stati concentrati numerosi potenti laser su minuscoli contenitori di deuterio e trizio. Dagli stessi partecipanti all'esperimento viene consigliata cautela: l'utilizzo pratico della fusione è di la da venire e richiederà ancora decenni. Intanto prosegue la costruzione del grande prototipo a confinamento magnetico del plasma di Caradache in Francia, insieme alla progettazione e realizzazione di nuovi modelli su scala più ridotta, in cui il plasma di protoni viene isolato con sistemi di campi magnetici a geometria variabile: uno di questi ultimi prototipi è in via di realizzazione in Italia al Cern di Frascati. La Cina sta assumendo, al riguardo, un ruolo di primo piano, in particolare nei reattori a fusione piccoli e pratici che possano servire localmente dove è necessario e diffusi su larga scala. Gli esperti parlano di un periodo di transizione per arrivare alla fusione commerciale di circa trent'anni, durante i quali gas, petrolio, nucleare a fissione e rinnovabili potranno assicurare le quantità di energia necessarie.
Dice Federico Rampini nel suo ultimo libro sul problema energetico: " La fusione nucleare e' un sogno che la scienza insegue fin dagli anni Cinquanta. L'amministratore dell'Eni pensa che stavolta le probabilita' di successo siano incoraggianti, sente che una svolta e' vicina. Considera enormi i benefici per l'ordine globale: il mondo non sarebbe piu diviso tra chi ha e chi non ha accesso a risorse rare, che siano il petrolio o il gas o i minerali per le batterie dell'auto elettrica. L'acqua pesante ce l'hanno tutti. Le centrali sarebbero piccole (senza consumo di suolo verde o distruzione di paesaggio). L'elettrificazione low cost diventerebbe accessibile perfino alle zone piu povere dell'Africa, dove per centinaia di milioni di persone la corrente e' ancora un lusso. Avremmo centrali piccole, diffuse, alla portata di chi finora e' dipendente dalle materie prime altrui" (Federico Rampini: Il lungo Inverno. Pag. 80. 2022 Mondadori. )
Ma le conseguenze del salto tecnologico della fusione non sarebbero solo economiche. Lo sviluppo porterebbe, come accaduto in occidente, ad una riduzione spontanea dei tassi di natalita' anche nelle aree dove, per la mancanza di risorse, l'unica risorsa e' la prole. Non sarebbero piu necessarie le migrazioni epocali per cause economiche, e si ridurrebbero anche quelle generate da guerre e carestie. Lo sviluppo tecnologico sarebbe diffuso a tutte le aree del pianeta, anche a quelle oggi arretrate economicamente e socialmente: si aprirebbero nuove opportunità in cui il numero di popolazione non servirebbe più per dare sostegno economico in economie arretrate, ma diverrebbe un problema per gli alti costi della crescita dei figli, come accade in occidente. Le necessità generate dallo sviluppo tecnologico sottrarrebbe risorse che oggi vanno alla crescita della popolazione sotto forma di assistenza e alimentazione. Le tradizioni delle famiglie numerose, come in certe zone dell'Africa e dell'India verrebbero meno spontaneamente, per banali motivi economici, e non per imposizioni di legge che, nella maggior parte dei casi, hanno dimostrato di non funzionare. Le politiche di potenza e le guerre basate sulla competizione per le risorse, avrebbero meno influenza sulla geopolitica globale e potrebbero essere meglio controllate da istituzioni sovranazionali. Le grandi distorsioni geopolitiche generate dalla diversa disponibilità di gas e petrolio delle varie nazioni, di cui abbiamo ai nostri giorni un clamoroso esempio nella guerra in Ucraina, scomparirebbero o perderebbero di importanza.
A difendere il vecchio mondo resterebbero solo le forze politiche che hanno scelto la via della scarsita' e delle decrescita economica ( ma assolutamente non demografica!) : i verdi e i loro sodali. Tanto più impraticabile in quanto la decrescita dei consumi e dell'economia dovrebbe essere imposta da uno stato che non potrebbe non essere autoritario e antidemocratico, come la storia insegna. Un mondo che esiste solo nella loro testa e in quella dei creatori dello spot pubblicitario sul "mulino bianco". Un modo di vedere utopico che ci porterebbe dritti alla distruzione ambientale e alla morte dela pianeta devastato dal cancro della crescita umana.
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Con il nuovo anno è pieno di articoli che parlano con termini negativi "dell'inverno demografico/ del saldo di crescita negativo / di situazione preoccupante/ di pensionati che superano le persone lavoratrici in alcune aree" eccetera,
RispondiEliminacon ginecologi ed esperti che suggeriscono addirittura di dare un reddito di €1000 per ogni nuovo Figlio fino all'età scolare per incentivare le nascite.
Conta solo questo modello economico di crescita continua .
E Purtroppo molte persone ci credono.
E continuano a portare avanti i loro banali motivi che una donna senza un figlio non vale niente o che vogliono diventare nonni.
Dritti verso l'autodistruzione.
La cosa buffa è che per il conflitto contro Russia ed Europa progettato e implementato dagli SUA, l'Europa si è rivelata fragilissima: non ha alcuna autonomia in due settori chiavi della base economica e biologica della società che sono l'energia e il cibo.
EliminaNon solo, sappiamo che esistono degli inferni africani (Corno 'd'Africa, Egitto, etc.) e asiatici (Pachistan, Afganistan, suppongo anche Cina, India) che dipendono da cereali e oli ucraini, alcuni di essi in toto.
Mai sentito nessuno osservare la banale realtà che la DOMANDA è troppo ALTA dovuto ai consumi insostenibili dovuti al NUMERO ECCESSIVO di PERSONE.
Dritti verso l'autodistruzione, sì!
Se c'è una cosa che l'uomo moderno occidentale tecnoteistico ha saputo dimostrare è che quanto maggiore è la sua disponibilità di energia tanto più si può e si vuole dedicare alla distruzione e all'annientamento dei sistemi viventi, dal più semplice al più complesso (il pianeta). Una disponibilità infinita (almeno su tempi storici) di energia, come potrebbe essere ottenuta imbrigliando la fusione nucleare, porterebbe un aumento ancora maggiore dell'ingerenza umana nei suddetti sistemi biotici e le conseguenze le puoi immaginare da solo. E' bello pensare che se mai dovesse avere un potere del genere l'umanità lo saprebbe gestire evitando di distrurre la vita sul pianeta, ma purtroppo l'analisi approfondita del comportamento della nostra specie, allorquando si viene a trovare in grado di usare nuovi potenti strumenti, fa pensare che si tratta di purissima utopia. La vita sul pianeta esiste da molto tempo, proprio perché non è mai accaduto che una qualsiasi specie potesse attingere a fonti infinite di energia.
RispondiEliminaPaolo Lambardi, commento in "Vita nel petrolitico"