Translate
domenica 5 giugno 2022
La distruzione verde del paesaggio italiano
Pare che il progetto stia per passare, con il beneplacido degli ambientalisti doc. Sette torri eoliche di 200 metri sulle colline tra Orvieto e Bolsena, uno dei paesaggi piu' belli e incontaminati d'Italia. Oltre all'inquinamento acustico dei rotori, al degrado dell'ambiente naturale che ospita specie aviarie e animali da tempo in pericolo, c'e' lo sfregio al paesaggio che neanche il piu' infame speculatore avrebbe osato realizzare. E' appena immaginabile lo sbancamento di terreno di alto valore naturalistico necessario all'impianto di queste torri, le colate di cemento, le strade di collegamento, gli elettrodotti e tutte le devastazioni ambientali per le strutture collegate. Ma i verdi sono entusiasti. Abbiamo l'energia pulita grazie alle rinnovabili. Davanti all'idolo delle rinnovabili, cosa vuoi che contino il Duomo di Orvieto o le verdi colline intorno al lago di Bolsena? Con la nuova energia si potranno realizzare nuovi condomini di dieci piani che vadano ad accrescere la gia' orrenda periferia di quella che un tempo Freud considerava una delle piu belle cittadine storiche del belpaese e ne aveva fatto uno dei suoi luoghi preferiti di vacanze. Antropos viene sempre per primo, dicono i verdi, avanti con i rotori.
Riporto l'articolo di un opinionista del Corriere che non ha nulla a che fare con l'ambientalismo ufficiale, per fortuna.
di E. Galli della Loggia
"Una multinazionale progetta di piazzare sette pale eoliche per la produzione elettrica — di duecento metri di altezza — sul crinale delle colline prospicienti il lago di Bolsena, tra Orvieto (con il suo miserabile duomo alto appena 50 metri) e Castel San Giorgio
In Italia è sempre così. C’è un’ emergenza, il tempo stringe, bisogna fare in fretta e allora avanti ad autorizzare e a permettere anche ciò che non potrebbe esserlo. Naturalmente per la gioia di chi ha qualche interesse in ballo e che così può farsi meglio gli affari propri. Con l’emergenza Covid ad esempio, bar e ristoranti sono stati a autorizzati a mettere qualche tavolo all’aperto senza pagare nulla per l’occupazione del suolo pubblico. Risultato: in cento città praticamente la metà dei posti macchina disponibili in centro sono stati mangiati dai dehors e dovunque i marciapiedi e perfino il centro delle piazze sono invasi quasi per intero dai tavolini. Se mai verrà il momento ci vorrà la Folgore per far tornare le cose come prima.
Nel caso di Orvieto oggi basterebbe invece molto meno. Basterebbe che il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani desse uno sguardo al progetto delle «Rwe Renewables Italia» e dicesse un semplice no. Grazie questa volta all’emergenza Ucraina, infatti, e all’ulteriore allentamento delle regole del settore, la suddetta multinazionale progetta di piazzare a breve sette pale eoliche per la produzione elettrica — sette cosucce di duecento metri di altezza — sul crinale delle colline prospicienti il lago di Bolsena, tra Orvieto (con il suo miserabile duomo alto appena 50 metri) e il comune di Castel Giorgio. Rovinando così uno dei paesaggi più belli dell’Italia centrale e colpendone la vocazione turistica: con un progetto che tra l’altro potrebbe essere tranquillamente spostato in mezzo al mare. È mai possibile, mi chiedo, dovere stare ancora a ripetere queste cose? Da decenni essere costretti a battere e ribattere sempre le stesse cose perché in Italia lo Stato centrale e i suoi politici non sembrano accorgersi mai di nulla, muovendosi spontaneamente per primi in difesa del Paese che governano?
Coraggio ministro Cingolani, ci dia l’illusione che con lei le cose vanno diversamente!
ENERGIE ALTERNATIVE
ORVIETO
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Questa virata green praticamente è intesa solamente come utilizzo di energie pulite, i quali mezzi per produrle creeranno a loro volta ulteriore devastazione ambientale.
RispondiElimina-- Queste sono le scelte di tecnici, ovvero si devasta / si creano problemi/ allora la soluzione tampona questi problemi e crea ulteriore devastazione e ulteriori problemi , in un continuo crescendo.
-- Proprio oggi leggevo di Sala a Milano che dice che Milano deve diventare una città pilota per guidare le altre nella svolta green , e questo green naturalmente consiste nel piantare qualche albero ( dopo magari aver tagliato alberi centenari ) e nel criticare qualche allevamento intensivo (poveri animali ) che esistere nei dintorni di Milano , con l'auspicio che gli italiani cambino alimentazione , e simili .
Insomma la madre di tutti i problemi ovvero l'aumento continuo della popolazione umana causato dall' aumento dell'aspettativa di vita non si tocca nemmeno, sembra che si stia temporeggiando affinché questo pianeta tenga permettendoci di sopravvivere finché ce ne andremo da qui , è questa la sensazione che ne ho perché il problema proprio non si vuole risolvere .
-- Comunque faccio notare che anche il giornalista il cui articolo riporti ragiona da tecnico nel momento in cui scrivi questo
"con un progetto che tra l’altro potrebbe essere tranquillamente spostato in mezzo al mare."
Infatti anche gli oceani sono devastati dall'uomo quindi non è propriamente un'ottima idea andare a mettere le eoliche su una piattaforma in mezzo al mare giusto per non averlo tra i piedi sulla terra.
La guerra in Ucraina, uno dei maggiori produttori di cereali del mondo, rischia d'innescare una crisi alimentare anche questa mondiale e provocare esodi (ovviamente biblici) dall'Africa o altri paesi del mondo in cui si rischia la fame o si muore di fame. Guarda un po', non c'è solo un problema energetico (petrolio, gas), ma anche alimentare. Anche l'Italia importa grano per i suoi spaghetti. L'umanità è posta adesso davanti a questo incredibile problema: come assicurare pane agli esseri umani che tra l'altro continuano a crescere (circa ottanta milioni in più ogni anno). Sta' a vedere che risolveremo il problema con le pale eoliche, questi verdi sono peggio dei rossi. Anche piazzare le pale in mezzo al mare non mi sembra un'idea geniale. Comunque la guerra dovrebbe prima o poi finire e la pseudopandemia sembra alle nostre spalle e potremo quindi ricominciare a produrre come prima più di prima: è tutto un inno alla ripartenza, il turismo sta riprendendo alla grande, purtroppo il mercato delle auto ancora non decolla porca miseria (erano 550 milioni nel 2000, saranno presto 2 miliardi).
RispondiEliminaE i politici tromboni e venduti, come il nostro conte Gentiloni a Bruxelles, suonano le trombe della crescita. Crescita, crescita, crescita - maddeché, brutti stronzi rossi verdi e gialli? Non importa, bisogna crescere, è l'imperativo mondiale. Ma riusciranno gli attuali otto e presto dieci miliardi di formiche umane a mangiare abbastanza? E poi, certo, non di solo pane vive l'uomo, senza consumi che vita è?
Se parlassimo una buona volta di crescita. Crescita a tutti i costi dicono: maddeché, brutti stronzi? E le pale eoliche ficcatevele nel culo.
"n cento città praticamente la metà dei posti macchina disponibili in centro sono stati mangiati dai dehors e dovunque i marciapiedi e perfino il centro delle piazze sono invasi quasi per intero dai tavolini"
RispondiEliminaE meno male!
La mia città è diventata molto più bella da quando si sono ridotti i parcheggi per far posto a tavolini, con la gente seduta, le piante, i fiori, un bell'arredo... Altro che interessi privati! Gli interessi privati che rovinano le città sono quelli degli automobilisti e della loro costante prepotenza.
Mando tutti gli insulti possibili a Galli della Loggia e gli consiglio di cominciare a usare la bicicletta.
Più siamo, meglio stiamo?
RispondiEliminaÈ il parere di Oliver Kessler, direttore dell'Istituto liberale di Zurigo:
https://www.nzz.ch/meinung/die-ueberbevoelkerung-ein-missverstaendnis-ld.1682920
Malthus e i neomaltusiani sottostimano le capacità innovative e di adattamento dell'uomo. Fatto è che siamo passati dal miliardo di inizio Ottocento agli attuali 8 miliardi e - contrariamente a quanto pensava Malthus - stiamo sempre meglio, c'è (o ci sarebbe) da mangiare per tutti.
Commento:
Ma ci sarà pure un limite all'aumento della popolazione - o no? Qualcuno riesce a immaginare una Terra popolata da 100 o 200 miliardi di esseri umani? A sentire i nostri soloni (politici, economisti, religiosi, intellettuali, gente comune) una simile domanda è insensata e caratteristica dell' «antiumanesimo» dilagante. Ma chissà forse c'è posto anche per 500 miliardi di abitanti. Per fortuna non ci sarò più, buon divertimento.
La verità è che ci stiamo letteralmente mangiando questo pianeta .Adesso manca l'acqua Fa caldo D'altronde L'acqua non la beviamo soltanto non la usiamo solo Per lavarci , serve anche per raffreddare gli impianti elettrici delle Industrie , per irrigare serve anche per gli animali per le piante e tutte le altre risorse del pianeta . Davvero diventando tutti vegani e mettendo pannelli fotovoltaici e andando in giro con l'auto elettrica possiamo anche diventare sempre più miliardi? Il punto è che si dovrà trovare un altro pianeta, ma quanto meno per ora la popolazione va contenuta . È assurdo che ancora non si dica . Siamo tutti virtuosi , ancora oggi c'è gente che si va a fare il tampone anche se ha 20 anni e sta bene "per tutelare gli altri " , però ancora non si dice niente che per tutelare gli altri non devi dare retta a tua madre e a quel coro di persone che ti dice di fare un figlio che ce ne vogliono almeno due che così puoi accalappiare l'uomo.... eccetera, ma devi pensare agli altri quindi se proprio lo desideri farne al massimo uno ma non da troppo giovane.
RispondiEliminaI ricci, sentinelle dell'ecosistema
RispondiEliminaI ricci, se non si farà nulla, si estingueranno nel giro di 10-20 anni. A lanciare l'allarme è il dott. Massimo Vacchetta, veterinario che dirige il Centro Ricci “La Ninna” che oggi ospita circa 200 di questi piccoli mammiferi notturni, alcuni resi disabili dall'attività dell'uomo, investimenti, ferite da decespugliatori e dai tosaerba robotizzati, altri recuperati in condizioni difficili a causa delle conseguenze del cambiamento climatico, impossibilità di andare in letargo, mancanza di prede per l'utilizzo massiccio di prodotti chimici in agricoltura, nei nostri orti e nei giardini.
Commento:
Ma chi se ne frega dei ricci, in compenso avremo milioni e milioni in più di strani esseri repellenti e avidi con smartphone.
P.S. A scanso di equivoci: i ricci mi sono simpaticissimi, vorrei pubblicare qui alcune foto ma non so come si fa.
Sergio, hai un link sui ricci? Poverini. Uno dei tanti motivi per cui non salgo sulle automobili è la quantità di animali che uccidono. Anche se purtroppo, siccome ci rifiutiamo di agire quando c'è un eccesso di predatori nell'ecosistema, temo che servano anche da controllo della popolazione di alcune specie molto numerose.
Eliminapoi rivaluteranno il nucleare, perché dalla Russia dobbiamo svincolarci energeticamente... la storia è sempre la stessa, con l'alibi dell'emergenza si può facilmente aprire la porta a qualsiasi speculazione. Terremoti - alta marea - alluvioni varie - frane c'è solo l'imbarazzo della scelta e in Italia la scelta è tanta
RispondiElimina