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lunedì 17 ottobre 2016

Inferno: il film

Il film tratto dall'interessante romanzo di Dan Brown e diretto da Ron Howard è deludente ma con qualche aspetto positivo. La delusione viene dalla inconsistenza della storia che dovrebbe appartenere al genere "thriller" ma che risulta ampiamente prevedibile e allo stesso tempo poco credibile. L'aspetto positivo è che finalmente il tema della sovrappopolazione viene portato all'attenzione del vasto pubblico dei film di intrattenimento. Altri film hanno trattato del tema in passato, ma mai con la chiarezza con cui viene esposto in questo film, sebbene (ovviamente) a parlarne esplicitamente è il "cattivo" di turno; il cui discorso è però documentato e veritiero, basato su dati oggettivi, e allude anche al libro di Elisabeth Kolbert sulla "sesta Estinzione", quella provocata dall'esplosione demografica di Homo. Il film banalizza alquanto il romanzo e attribuisce ai cospiratori la volontà di diffondere un virus, una nuova peste, in grado di dimezzare il numero di umani salvando così il pianeta dalla catastrofe ecologica e dall'estinzione di tutte o quasi le altre specie viventi. Il film si avvale di riprese mozzafiato sulle bellezze artistiche di tre tra le più belle città del mondo come Firenze, Venezia e Istanbul e ciò contribuisce a renderne piacevole la visione. Inoltre la trama è inframezzata dai continui riferimenti alla Commedia di Dante e alla illustrazione dell'Inferno dantesco da parte di Botticelli. Il finale è veramente mediocre con i cattivi sconfitti, il virus neutralizzato in una sacca e l'umanità salvata. Il tema della sovrappopolazione, ben descritto all'inizio, non viene più ripreso e il fatto che i cattivi vogliano "eliminare" gran parte della popolazione è mistificante, in quanto non distingue con nettezza il comportamento criminale dei cattivi del film dal tema generale della sovrappopolazione, argomento reale e fondamentale per la salvezza del pianeta. Nel film non vengono menzionati tutti coloro che interessandosi seriamente alla sovrappopolazione, intendono preservare la presenza dell'umanità sulla terra senza ricorrere a virus o ad altri mezzi violenti ma ad una innocua e sana pianificazione delle nascite e ad una progressiva e salvifica riduzione dei tassi di natalità, che possano contribuire ad una maggiore quantità di risorse disponibili, a stili di vita migliori, al benessere, alla riduzione dei consumi, ad una buona alimentazione e ad un miglioramento della salute delle persone oltre che al salvataggio dell'ambiente naturale. Dan Brown e Howard hanno dovuto pagare pedaggio per creare un prodotto da smerciare al grande pubblico, impreparato nella sua grande maggioranza ad affrontare in maniera matura il tema, e legato ad una certa visione distorta che non accenna ancora nella misura dovuta alla responsabilità di porre un freno all'egoismo antropocentrico basato sulla crescita continua. Nonostante questi limiti, il film va visto come documento di una lenta presa di coscienza da parte dei media e in questo caso del mondo della letteratura e del cinema, del problema più grande e drammatico che affligge la Terra: la sovrappopolazione della specie umana e il conseguente rischio del collasso ambientale del pianeta e della scomparsa delle altre specie viventi.

1 commento:

  1. "Il film banalizza alquanto il romanzo e attribuisce ai cospiratori la volontà di diffondere un virus, una nuova peste, in grado di dimezzare il numero di umani salvando così il pianeta dalla catastrofe ecologica e dall'estinzione di tutte o quasi le altre specie viventi." e "Dan Brown e Howard hanno dovuto pagare pedaggio per creare un prodotto da smerciare al grande pubblico"


    Da come ce lo descrivi, si tratta del solito scontato ignobile polpettone mitopoietico hollywodiano che cerca di incattivire il pubblico proponendogli la solita catastrofe oscura e incombente e i soliti cattivoni "illuminati" ma nell'ombra, da combattere senza tregua in nome del Bene.

    Questi polpettoni mitopietici cercano di incattivire la gente riuscendoci benissimo, tutte le maggiori angosce del presente sono state senza dubbio fomentate dalla fantasia perversa e paranoica degli sceneggiatori di hollywood, che hanno creato dal nulla la contemporanea dicotomia di bene e male, di dio e demonio, incarnata nei piu' vari modi, e che conosciamo sotto qualche aspetto anche qui dentro.

    Altro materiale per scatenare i cacciatori di untori, gli sciachimisti, e i par loro.

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